Expo, focus su salute e innovazione

In primo piano al Padiglione Italia salute, ricerca, innovazione. Un’occasione di confronto tra Emirati e Italia che pone le basi per future collaborazioni. All’Health Innovation Global Forum organizzato da  Cluster Alisei e Gruppo Bracco si è discusso di modelli innovativi e sostenibili nel settore della sanità, dell’impatto che la medicina predittiva ha sui sistemi sanitari nazionali, anche alla luce della pandemia che ha impresso una forte accelerazione all’intero settore. “La forza dell’innovazione in salute e scienze della vita è un fatto. È stato mostrato da come abbiamo realizzato un buon vaccino in meno di un anno dopo l’inizio della pandemia. È un fatto storico” dichiara Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca, nel suo intervento da remoto. L’investimento fatto nella collaborazione tra pubblico e privato per sviluppare sieri efficaci contro il Covid ha prodotto benefici che si sono riverberati sia a tutela della salute pubblica, sia a vantaggio dell’intera società ed è la strada da seguire per il futuro anche come implementazione delle iniziative del PNRR.

“Un anno fa, nessuno avrebbe potuto immaginare che in così poco tempo sarebbero stati disponibili così tanti vaccini e medicinali. Un successo frutto della ricerca globale supportata al meglio dalle istituzioni internazionali e nazionali. Uno sforzo eccezionale nel campo delle scienze della vita, all’insegna della collaborazione tra pubblico e privato -dice Diana Bracco, Presidente Cluster Alisei e Gruppo Bracco- La sfida ora è non fermarsi, avviando un cambiamento profondo di mentalità nel modo in cui tutti guardiamo a ricerca e assistenza sanitaria”. La ricerca scientifica è la vera arma in nostro possesso per affrontare future sfide e anche possibili nuove pandemie. “Questa lunga emergenza sanitaria ha ricordato a tutti noi il valore incommensurabile della ricerca scientifica e dell’innovazione, le uniche armi in grado di sconfiggere le malattie e proteggerci da questa e altre crisi, come quella del cambiamento climatico” conclude Bracco. Scopriamo di più sulle prospettive innovative che ridisegneranno i sistemi sanitari e sulle future opportunità di cooperazione tra Italia e Emirati.  Continua a leggere



ONU, nascite sicure per tutte le donne

Centinaia di donne muoiono di parto. Dall’Expo di Dubai l’ONU lancia un grido d’allarme con una mostra fotografica “Safe Birth Even Here”. Immagini di donne, bambini e operatori sanitari dall’alto impatto visivo, tratte dall’omonima campagna dell’UNFPA (United Nations Population Fund), aiutano ad amplificare il messaggio di sensibilizzazione. Sono le singole storie a creare empatia e coinvolgimento, molto più di aride cifre. Come ha sottolineato nei giorni scorsi all’Expo Melissa Fleming, Sottosegretaria-Generale della Comunicazione Globale delle Nazioni Unite “I numeri sono noiosi. Sono senza vita. Le statistiche sono esseri umani con le lacrime secche”. Se la narrazione è tutto, come dice Melissa Fleming, e le piccole storie contano più di grafici e numeri, vedere madri che stringono tra le braccia i loro neonati in teatri di guerra o in Paesi dilaniati da fame e carestie fa riflettere. Il luogo in cui si viene al mondo può determinare il confine sottile che esiste tra la vita e la morte.

“Ospitare questa mostra all’Hub delle Nazioni Unite quasi all’interno della Global Goals Week ha lo scopo di attirare l’attenzione su un problema di cui non tutti sono consapevoli: tanti bambini e donne soffrono per l’assenza di appropriate cure e assistenza medica durante la gravidanza e al momento del parto -mi racconta Maher Nasser, Commissario Generale dell’ONU a Expo 2020 Dubai- Le statistiche ci dicono che ogni giorno 860 donne muoiono ogni giorno nel dare alla luce i propri bambini. Sono morti che potremmo prevenire ed evitare”. All’interno dell’Expo l’Hub delle Nazione Unita ospita mostre organizzate dalle varie agenzie, fondi e programmi. Un’attività che punta al coinvolgimento di istituzioni, privati e semplici cittadini. “Iniziative che ci auguriamo possano dare l’idea di quanto le Nazioni Unite fanno, cercando di coinvolgere le persone -mi spiega il Commissario Generale Nasser- Foto, filmati, immagini sono il modo migliore per comunicare. Le storie degli esseri umani riescono a colpire molto più dei numeri”. Tra i visitatori anche l’attivista pakistana per l’educazione femminile e Premio Nobel, Malala Yousafzai. Scopriamo di più sulla mostra e sulla campagna del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).  Continua a leggere



Dubai, tecnologie italiane e medicina

Intelligenza Artificiale e machine-learning applicati alla salute sono un punto di forza del settore tecnologico italiano protagonista a Expo 2020 Dubai. Al Padiglione Italia l’evento “Artificial intelligence applied to medicine: Italian excellence in telemedicine and telesurgery” organizzato dall’Agenzia ICE punta i riflettori sull’expertise italiana all’avanguardia nell’innovazione tecnologica applicata alla salute. Un’iniziativa per analizzare i possibili sviluppi che la gestione strategica dei dati, le tecniche predittive, l’uso degli algoritmi applicati alla salute possono offrire nel fronteggiare la pandemia, il suo impatto sui servizi sanitari, la creazione di vaccini e strumenti di trattamento e cura come ad esempio gli anticorpi monoclonali, e il ruolo sempre più decisivo dei big data per la tutela della salute pubblica e l’indirizzo delle politiche sia delle istituzioni sia del settore privato. Un’opportunità per rafforzare i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e favorire nuove partnership internazionali anche grazie alla vetrina dell’Expo.

Parlando delle relazioni tra il nostro Paese e gli Emirati Nicola Lener, Ambasciatore d’Italia negli Emirati, mette in evidenza come il settore della salute conti molto e sia destinato a contare sempre di più: “Per gli Emirati lo era già in precedenza ed è diventato ancor più prioritario con l’accelerazione impressa dalla pandemia. Ci sono grandi investimenti sia ad Abu Dhabi sia a Dubai in generale nella medicina e nell’ambito farmaceutico e ci sono grandi opportunità per noi. Ci sono player italiani ed esistono già collaborazioni tra istituzioni sanitarie italiane e locali, ma ci sono anche opportunità per investimenti da parte di gruppi italiani nel settore sanitario emiratino e c’è sicuramente spazio per collaborazioni congiunte”. Il Covid ha reso quanto mai importante il settore della medicina e le tecnologie sviluppate dall’Italia per questa industria, sempre più centrale a livello globale, potrebbero fare la differenza.

“Un terzo del nostro export nel mondo è fatto di innovazione” mi racconta Amedeo Scarpa, Direttore dell’Ufficio ICE di Dubai. L’iniziativa promossa dall’ICE rappresenta anche un’occasione per “riposizionare l’Italia come Paese dell’innovazione e stimolare collaborazioni”. Il nostro Paese viene spesso associato a cibo e moda, occorre quindi demolire un luogo comune: “Normalmente l’Italia viene letta con le quattro F: Food, Furniture, Fashion e Fun, anche qui negli Emirati -rilancia il Direttore Scarpa- Tuttavia, l’export italiano è fatto di tecnologia, innovazione e in questo caso, attrezzature mediche”. Scopriamo di più sulle novità tecnologiche per la medicina, sul know how italiano nel settore e su quanto stiano facendo gli Emirati.  Continua a leggere



All’Expo unità, solidarietà, giustizia

All’Expo 2020 di Dubai il Padiglione Italia scrive una pagina importante nel dibattito internazionale con l’Italian Solidarity Day. Giustizia sociale, economica e tra generazioni, cooperazione, parità di genere, volontariato, sono solo alcuni dei temi toccati nel corso del dibattito tra rappresentanti di istituzioni nazionali, organizzazioni internazionali, terzo settore.

“Spero che si arrivi un giorno a parlare meno di solidarietà e più di giustizia sociale e ambientale -dice Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera – La solidarietà è importante e fondamentale, è fatta di relazioni e di accoglienza, di attenzione alle persone, ma purtroppo in tante parti del mondo è diventata una delega. Noi ce ne occuperemo sempre, sia ben chiaro, ma dobbiamo lottare perché ci sia giustizia”. Poi c’è la disuguaglianza “che è una misurazione matematica” e Don Ciotti preferisce che si parli di ingiustizie, “perché dietro ad ogni disuguaglianza vi sono delle ingiustizie e poi mi fa piacere sottolineare la meraviglia di migliaia di giovani in giro per il mondo che portano la lettura della vita di oggi in un momento di cambiamento epocale. I giovani chiedono la giusta attenzione e partecipazione”.

L’attenzione ai giovani è linfa vitale per una società che voglia guardare al proprio futuro, “Una società investe sui giovani e se non lo fa è una società che si suicida” dice Don Ciotti con tono appassionato. Lotta alla povertà, impatto degli investimenti sulle disuguaglianze, acuite ulteriormente dalla pandemia, con un occhio particolare a migranti e rifugiati. Scopriamo di più sul forum del Padiglione Italia.  Continua a leggere



Austria, primo caso Omicron

Individuato in Tirolo il primo caso di variante Omicron. La persona, senza sintomi e in quarantena, era da poco rientrata dal Sud Africa. Aveva ricevuto la seconda dose di vaccino ad mRNA messaggero 9 mesi fa. Il test molecolare a cui è stato sottoposto il primo caso di variante B.1.1.529 austriaco ha presentato anomalie che hanno allarmato l’Istituto di virologia di Innsbruck. Si tratta del primo caso di variante Omicron in Austria, la conferma è arrivata dall’AGES (Agenzia per la Sicurezza della Salute e del Cibo) di Vienna. Vi sarebbero anche altri due casi positivi entrati in contatto con il paziente zero.

“Occorre capire quanto diffusa sia la variante Omicron, come riesca a neutralizzare le difese immunitarie indotte dal vaccino e  se possa provocare un’infezione grave nelle persone vaccinate” ha spiegato ai media locali il virologo austriaco Florian Krammer, invitando tutti alla calma perché sarà necessario raccogliere e analizzare molti dati prima di avere un quadro chiaro della pericolosità di Omicron che comunque si ritiene possa essere molto contagiosa. Fondamentale sarà capire se la nuova variante del Covid-19 sia in grado di aprirsi un varco nella difesa immunitaria indotta dai vaccini oggi a disposizione o se occorrerà lavorare ad un richiamo che sia rimodulato per intercettare e bloccare anche la variante Omicron. Gli esperti ritengono che la terza dose consenta un buon livello di protezione e continua ad essere raccomandata. Il Cancelliere Alexander Schallenberg ha dichiarato che “la comparsa della variante Omicron in Austria era solo una questione di tempo” e ha invitato i cittadini a vaccinarsi prima possibile. A Vienna si sta anche lavorando per far sì che i PCR test vengano adeguati ad intercettare con le opportune sostanze reagenti anche la nuova variante del coronavirus. Sono almeno 300 gli austriaci rientrati dal Sud Africa che hanno contattato la hotline dell’AGES per avere informazioni e richiedere un test molecolare. Scopriamo o di più sull’andamento dei contagi in Austria e sulle manifestazioni di protesta che ci sono state nel weekend. 

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Austria, lockdown per tutti

Dopo le accese proteste contro il coronavirus e l’isolamento e l’esclusione dalla vita sociale imposti ai no vax, in Austria scatta il lockdown generalizzato. L’incubo della quarta ondata incombe minaccioso sul Paese dell’Europa occidentale che ad oggi registra il più basso tasso di vaccinazione anti-Covid. A determinare l’approvazione di drastiche misure restrittive nazionali da parte del governo federale austriaco guidato dal Cancelliere Alexander Schallenberg, il numero di contagi giornalieri che venerdì scorso ha toccato un picco di oltre 15mila nuovi casi e che nelle ultime 24 ore continua a far segnare cifre record con 528 persone ricoverate in terapia intensiva (su 659 posti letto disponibili nel Paese), circa 3mila ospedalizzati e oltre 14mila nuovi casi su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti.

Molto diffuse le resistenze alla vaccinazione contro il coronavirus che, unite ad una scarsa pianificazione nell’approvvigionamento delle dosi, hanno determinato una campagna vaccinale lenta e poco efficace. Finora in Austria sono state somministrate 12 milioni 900mila dosi di vaccino anti-Covid, solo a 5,8 milioni di persone sono state inoculate due dosi, ossia ad appena il 65,3% della popolazione. Le misure restrittive varate da Vienna dovrebbero essere valide fino al 12 dicembre, anche se al momento si prevede un primo periodo di 10 giorni con valutazione della situazione e possibile proroga per ulteriori 10. In Alta Austria, però, il governatore Thomas Stelzer (ÖVP) ha già deciso di prolungare le restrizioni fino al 17 dicembre. I piani del Cancelliere Schallenberg prevedono anche che dal primo febbraio 2022 la vaccinazione contro il coronavirus diventi obbligatoria. Sarebbe il primo Paese dell’Unione europea ad adottare un simile provvedimento. Vediamo insieme le misure appena diventate operative nel quarto lockdown dall’inizio della pandemia in Austria e scopriamo di più sulle manifestazioni di protesta avvenute lo scorso weekend.  Continua a leggere



Dubai, Expo 2020 al via stasera

Tutto è pronto per la cerimonia di apertura di Expo 2020. A Dubai South è stata costruita una città del futuro grande 480 ettari, come 600 campi di calcio. Controlli e test continuano senza sosta, come pure la messa a punto dei piani per fronteggiare le emergenze e dei protocolli di sicurezza. L’Esposizione universale di Dubai è pensata per offrire ai visitatori un’esperienza coinvolgente, combinando senza soluzione di continuità gli stimoli provenienti dai vari padiglioni nazionali e dai tre Padiglioni tematici.

La cerimonia di apertura inizierà tra poco nella scenografica Al Wasl Plaza. L’iconica e gigantesca cupola, realizzata grazie all’ingegno e al prezioso contributo italiano, pesa più di 500 tonnellate ed è dotata di 200 proiettori che la rendono un’enorme superficie di proiezione. Prenderanno parte allo spettacolo ben 900 persone provenienti da 64 Paesi. Tra suggestivi fuochi d’artificio, sfilata di bandiere nazionali e grande musica, sarà una serata memorabile. Vediamo insieme quali misure verranno adottate, anche in chiave Covid-19.  Continua a leggere



Maneskin, seni nudi e voli sulla folla

I Maneskin trionfano in Austria, al festival Nova Rock Encore. Suono travolgente, grinta, capezzoli occhieggianti, siparietti trasgressivi. Così, tra note graffianti e voli sulla folla per Damiano e Thomas, la rock band romana ha infiammato i 15mila accorsi per il concerto a Wiener Neustadt. Il primo grande evento musicale dal vivo della scena pop rock dall’inizio della pandemia in Austria, che si è svolto nel pieno rispetto delle misure di sicurezza imposte dal Covid-19.

Vigeva la norma delle 2G, ossia potevano accedere solo i vaccinati o chi fosse in possesso di test PCR negativo, in un clima di ordine e tranquillità. Secondo gli organizzatori l’86% delle persone presenti al festival era in possesso del certificato di avvenuta vaccinazione, il restante 14% era munito di un test antigienico o molecolare con esito negativo. Controlli veloci ma rigorosi dei documenti d’identità e dei certificati, difficile ipotizzare un clima simile in Italia. Poi, una volta giunti dentro lo stadio, si respirava finalmente un’aria di rilassatezza e libertà. Un happening collettivo vissuto con trasporto e spensieratezza, dopo mesi di restrizioni e lunghi periodi di lockdown. I Maneskin hanno dominato il palco da veri mattatori, sebbene abbiano fatto parlare la critica più del loro look tutto pelle, borchie e trasparenze, che delle loro note. La stampa locale ha infatti sottolineato la netta prevalenza di cover sui brani originali dei vincitori dell’Eurovision Song Contest 2021.

Su vari quotidiani non sono mancati titoli dedicati ai capezzoli al vento della bassista Victoria. Il pubblico, però, ha accolto con entusiasmo e grande coinvolgimento l’esibizione live dei Maneskin, cantando spesso a squarciagola frammenti di testo, persino in italiano, come nel caso di “Zitti e buoni”, il brano più famoso della band romana. Scopriamo di più sui dettagli piccanti e sexy del concerto dei Maneskin.  Continua a leggere



Petrolio record tra falchi e colombe

Lo scontro tra Emirati e Arabia Saudita segna la fine dell’OPEC? Un braccio di ferro che ha già fatto schizzare il prezzo della benzina a livelli record dal 2018. L’organizzazione dei principali produttori mondiali di greggio, con l’aggiunta di alcuni Paesi esterni al cartello guidati dalla Russia, OPEC+, non ha raggiunto a Vienna un accordo sui tagli alla produzione necessari per mantenere stabile il prezzo del petrolio, in un quadro mondiale che vede una graduale ripresa dalla pandemia e un’accresciuta domanda energetica.

Nel corso del 2020, infatti, i ripetuti lockdown hanno determinato una ridotta domanda mondiale di idrocarburi, tanto che per evitare il collasso del prezzo del greggio sono stati decisi tagli drastici da parte dei Paesi produttori, scendendo a 9 milioni di barili al giorno rispetto ai 10 milioni registrati prima della pandemia. Nel meeting di Vienna l’intenzione era di stabilire un aumento della produzione di 2 milioni di barili al giorno, da raggiungere gradualmente, incrementando 400mila barili al giorno su base mensile a partire da agosto fino alla fine dell’anno. Al tempo stesso c’era la volontà di prorogare i tagli a tutto il 2022, andando molto oltre il termine precedentemente fissato dell’aprile 2022.

Un accordo che per gli Emirati Arabi Uniti non era affatto conveniente, come ha dichiarato ai media internazionali Suhail al-Mazrouei, il Ministro dell’Energia emiratino, sottolineando come da due anni un terzo della produzione di greggio degli Emirati sia rimasta ferma. Misure straordinarie dettate dall’emergenza causata dal Covid-19, ma una politica insostenibile sul lungo termine. All’origine del dissidio tra Emirati e regno saudita il numero di quote assegnate ad ogni Paese OPEC. Scopriamo di più sugli interessi sempre più divergenti di sauditi ed emiratini e sui rischi dell’eventuale uscita degli Emirati Arabi Uniti dall’OPEC e la possibile conseguente dissoluzione stessa dell’organizzazione. 

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Emirati, al via il vaccino Hayat-Vax

Gli Emirati iniziano a produrre Hayat-Vax, il vaccino anti Covid-19, grazie ad una joint venture con la casa farmaceutica cinese Sinopharm. Hayat in arabo vuol dire vita e di vite umane il vaccino emiratino è destinato a salvarne milioni. La produzione del siero è solo un primo passo, perché la leadership emiratina punta a garantire una distribuzione quanto più capillare possibile, senza discriminazioni, garantendo anche i Paesi più poveri.

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Il progetto di collaborazione tra Emirati Arabi Uniti e Cina è stato denominato: “Life sciences and vaccine manufacturing in the UAE” e ha visto la luce nel corso della visita del Ministro degli Esteri e della Cooperazione cinese Wang Yi ad Abu Dhabi. Dall’incontro con l’omologo emiratino, sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, è stato dato ufficialmente l’avvio alla cooperazione tra il gruppo locale G42 e la casa farmaceutica nazionale cinese Sinopharm.

La produzione delle vaccinazioni è già iniziata in uno stabilimento della casa farmaceutica Julphar, basata a Ras Al Khaimah, dove si possono produrre fino a 2 milioni di dosi al mese. Presto però sarà costruita una struttura dedicata nella Khalifa Industrial Zone (Kizad Freezone) ad Abu Dhabi con l’obiettivo di produrre 200 milioni di dosi all’anno. Scopriamo di più sul vaccino degli Emirati e su come stia procedendo la campagna di vaccinazione.  Continua a leggere