Emirati flagellati da piogge e vento

Forti temporali, violente raffiche di vento, fitte coltri di nebbia e tempeste di sabbia si stanno abbattendo su varie zone degli Emirati, tanto che l’allerta meteo persiste. Proprio il prolungato rischio maltempo ha spinto la municipalità di Dubai a chiudere temporaneamente parchi pubblici e spiagge notturne in via precauzionale. Un provvedimento che resterà in vigore fino a che permane il rischio di tempo burrascoso. Allagamenti, numerosi alberi caduti, centinaia di chiamate di emergenza nella sola giornata di sabato a Dubai, inondazioni e viabilità compromessa in altri emirati, questa la situazione in un agosto che climaticamente sembra essere iniziato in modo anomalo.

Nonostante pioggia e vento impetuoso che soffia a una velocità di oltre 40 chilometri orari, le temperature, a causa del forte tasso di umidità, sono al di sopra dei 40 gradi. Ad Al Ain, tra le zone più colpite, lo scorso venerdì si sono registrati 49 gradi, la temperatura più elevata a livello nazionale. Tra le regioni particolarmente bersagliate dall’ondata di maltempo: Dubai, Sharjah, Ajman e tutta la porzione orientale del Paese. L’allerta meteo resta alta anche a Fujairah, Al Ain e alcune aree interne.

Ingenti i danni nell’emirato di Dubai: insegne divelte, inondazioni, molti vetrate e finestre andate in frantumi, una settantina di alberi caduti, di cui 16 hanno bloccato il normale scorrimento del traffico stradale. Il Centro Nazionale di Meteorologia emiratino ha fatto sapere che il cattivo tempo proseguirà ancora per alcuni giorni. Scopriamo insieme di più sul maltempo che si è abbattuto sugli Emirati Arabi Uniti e sulla tecnica di cloud-seeding che è in corso nel Paese.  Continua a leggere

Dubai, donne al top nell’alta cucina

Le donne si fanno strada nell’alta ristorazione di Dubai. Una delle realtà più interessanti è il locale di cucina italiana Chic Nonna guidato dalla chef Ilaria Zamperlin. Tradizione e innovazione sono i pilastri su cui si fonda il concept di questo ristorante che fa della ricercatezza il proprio tratto distintivo. Il progetto nasce dalla collaborazione tra lo chef lucano Vito Mollica, che per molti anni ha legato il suo nome a quello del gruppo Four Seasons, e Mine & Yours Group, azienda italiana specializzata nella realizzazione di idee ristorative d’avanguardia. Negli ultimi mesi Chic Nonna Dubai ha fatto incetta di premi, vincendo dal riconoscimento quale miglior ristorante italiano per TimeOut a quello di migliore nuovo ristorante per What’s On, fino al recentissimo cappello assegnato dalla guida Gault Millau quale riconoscimento per essere stati selezionati tra i cinque candidati al premio “Best Future Chef of the Year”.

Situato nel cuore pulsante della città, il distretto finanziario DIFC, a pochi passi da Downtown e dal Burj Khalifa, questo lussuoso locale ha una cantina fornitissima quanto scenografica distribuita su più piani, e un bar d’eccezione che si è aggiudicato il primo premio tra quelli all’interno di un ristorante. Completano l’offerta piatti classici della cucina italiana rivisitati con sensibilità moderna, e una lounge con vista mozzafiato sul Burj Khalifa nella quale trattenersi fino a tarda notte godendosi l’atmosfera creata da raffinata musica jazz e chill out. Inorgoglisce sapere che a firmare l’esperienza gastronomica di quello che in meno di un anno dalla sua apertura sta diventando uno dei più amati ristoranti dell’emirato sia una chef donna, italiana, di grande talento come Ilaria Zamperlin. Scopriamo di più sulla sua storia e sui segreti del suo successo.  Continua a leggere

Vienna, tra arte e trasparenza

La mostra “Sfarzo e fascino” al Museo MAK di Vienna celebra 200 anni di Lobmeyr, azienda austriaca leader nell’arte del vetro, attraverso creazioni antiche e contemporanee. La seduttività delle forme, la bellezza degli intagli, l’intreccio inscindibile tra innovazione e tradizione, creatività e sperimentazione quali elementi essenziali nella produzione, sono i tratti distintivi di una dinastia di artigiani che lega indissolubilmente il proprio nome alla manifattura del vetro in Austria. Lampadari, bicchieri, specchi, coppe, vasi, installazioni, piatti, sono esposti per lo più senza filtri, senza la mediazione di barriere protettive, dando al pubblico la sensazione di poterli quasi toccare, riuscendo così ad arrivare in tutta la loro forza emotiva direttamente al cuore dei visitatori, con una potenza espressiva tanto più manifesta quanto più fragili e preziosi sono gli oggetti. Un dettaglio non trascurabile, che rappresenta un’opportunità straordinaria, difficilmente replicabile in altri spazi museali.

“La storia che lega Lobmeyr e il MAK risale all’inizio della fondazione del museo perché Ludwig Lobmeyr era molto coinvolto sia nello sviluppo delle arti applicate sia nella fondazione stessa del Museo di Arti Applicate di Vienna -mi spiega Alice Stori Liechtenstein, curatrice mostra Glitz and Glamour – 200 Years of Lobmeyr- La cosa che ci premeva molto era non creare una narrativa cronologica, perché quella si presta quando le cose sono già finite e invece noi auguriamo a Lobmeyr almeno altri 200 anni. L’idea era di creare una sorta di fili conduttori, degli abbinamenti di oggetti tra passato e presente per far vedere da un lato quale sia il DNA dell’azienda e dall’altro per far emergere quanto siano sempre stati innovativi e al passo con i tempi”. Scopriamo di più sulla mostra e su alcuni degli artisti e designer che vi hanno preso parte.  Continua a leggere

Vienna, 150 anni di gelato italiano

L’Ambasciata d’Italia a Vienna celebra i 150 del gelato italiano in Austria con l’evento “Eis wie damals”, “Il gelato come una volta”. Un’iniziativa che ripercorre le fasi storiche di questo prodotto artigianale che, nella seconda metà del 1800, dalla Val di Zoldo conquista a poco a poco la Repubblica di Venezia e successivamente anche Vienna. È così che il gelato artigianale italiano diventa un prodotto di grande successo in tutta la Mitteleuropa. “La storia dei gelatieri italiani è molto interessante.

Il gelato è entrato nella cultura popolare austriaca e centro europea da oltre 150 anni -dice Stefano Beltrame, Ambasciatore d’Italia a Vienna- È incredibile vedere che anche dopo cinque generazioni questi grandi lavoratori hanno mantenuto un fortissimo legame con la loro terra di origine che sono le montagne delle Dolomiti”.

Una storia antica che prende le mosse dalla necessità degli abitanti delle Dolomiti, un tempo impegnati nel mercato del legname utilizzato per la costruzione delle navi, di reinventare il proprio mestiere con l’avvento degli scafi realizzati in ferro. Dapprima venditori di mele cotte caramellate poi, con l’invenzione dello zucchero industriale da barbabietola, la trasformazione in artigiani del gelato e specialisti . Una tradizione che si è andata consolidando nel tempo. “I gelatai italiani sono presenti sul mercato austriaco dal 1850 circa. I primi pionieri sono venuti dalla Val di Zoldo e dal Cadore -mi racconta Silvio Molin Pradel, Presidente dell’Associazione dei Gelatieri Italiani in Austria- All’inizio viaggiavano con i carretti. Alla fine dell’ottocento primi novecento hanno iniziato ad aprire i primi punti vendita, gli Eissalon”. Anche per questo in molti paesini austriaci e tedeschi ancora oggi si trovano gelaterie tradizionali italiane dal caratteristico nome: “Eiscafè Venezia”. Scopriamo di più sul gelato artigianale italiano, sull’evento a Palazzo Metternich e sulle antiche macchine utilizzate per preparare il gelato.  Continua a leggere

Dubai, la moda Made in Italy vince

Taller Marmo, fashion brand italiano nato a Dubai, spopola in Medio Oriente e non solo. A crearlo, Riccardo e Yago, innamorati dei caftani. Il loro sodalizio è iniziato a Milano. Si sono conosciuti mentre frequentavano entrambi un corso di moda triennale che poi non hanno mai portato a termine. Sono l’esempio più vivido di come la creatività unita all’azione porti a risultati di successo, quando a sostenerla c’è anche uno spirito imprenditoriale fuori dal comune. Riccardo Audisio, italiano, e Yago Goicoechea, argentino, sono una coppia nella vita e nel lavoro. Li ho incontrati in occasione di un evento a Dubai, una serata in cui a fianco di influencer locali, clienti e amiche che indossavano gli abiti dell’ultima collezione si esibiva anche Omar Souleyman, il famoso cantante di origini siriane che incanta il Medio Oriente con uno stile multiculturale e vanta collaborazioni con giganti della musica come Bjork. “Yago ed io ci siamo conosciuti a scuola, l’Istituto Marangoni di Milano. Era un corso di tre anni e noi ne abbiamo frequentati solo due -mi racconta Riccardo Audisio- Yago è argentino ed è venuto in Italia da solo per studiare. Poi abbiamo deciso di lasciare la scuola e quasi per caso di trasferirci a Dubai. All’epoca avevamo vent’anni appena compiuti, quindi non potevamo neppure aprire la società perché eravamo troppo piccoli”.

Era il 2012, un anno in cui Riccardo e Yago si prendono il tempo necessario per studiare il mercato, costruire la loro idea stilistica e imprenditoriale. Sarà solo l’anno successivo, nel 2013, che fonderanno la loro azienda a Dubai. “Siamo stati a Dubai per tre anni e mezzo -prosegue Riccardo- Poi visto che abbiamo sempre realizzato tutto in Italia, facendo tutto Made in Italy, eravamo costretti a fare troppe volte avanti e indietro con l’Italia, così siamo tornati a Milano, abbiamo comprato l’ufficio e iniziato ad avere dipendenti, creando l’azienda vera e propria. Perché all’inizio eravamo due ragazzini che giocavano a fare gli stilisti”. Scopriamo di più su Taller Marmo e sui due fashion designer che lo hanno creato.  Continua a leggere

Natura e felicità in mostra a Dubai

“Wood You Rather Be Happy?” indaga attraverso le opere di 6 artisti sull’importanza della connessione con la natura per l’essere umano. Gli artisti presenti nella collettiva sono accomunati dall’utilizzo del legno quale mezzo espressivo. Nello spazio espositivo della galleria Firetti Contemporary, ad Alserkal Avenue, a Dubai, incontro Taher Jaoui, artista di origini tunisine cresciuto e formatosi in Francia, che per l’occasione ha realizzato un dipinto di grande formato suddiviso in 14 parti, dal titolo “Garden Of Hope” (“Giardino della speranza”).

Il tema della natura e della connessione vengono sviluppati attraverso l’idea delle quattro stagioni, articolata attraverso il linguaggio tipicamente astratto ed espressionista che contraddistingue Jaoui, che si ispira alla graffiti art, all’arte primitiva africana, alla filosofia e alla matematica, inserendo stratificazioni di elementi formali diversi, dai fiori ai teschi, da mani a formule matematiche, da forme geometriche a macchie di colore brillanti e sgargianti, che invadono la tela come un automatico flusso di coscienza e di emozioni. “Tutta la mostra è incentrata sul legno e sulla natura -mi racconta Taher Jaoui- L’obiettivo è connettere gli spettatori e i potenziali collezionisti alla natura, che è oggigiorno diventata sempre più importante nella nostra vita contemporanea, con tutte le tematiche di stringente attualità legate alla salvaguardia dell’ambiente e ai cambiamenti climatici. L’idea è promuovere un’arte sostenibile, realizzata con materiali sostenibili, lavori anch’essi sostenibili come anche le collezioni, perché non conta la quantità ma la qualità delle opere d’arte”. Scopriamo di più sulla mostra e sull’artista Taher Jaoui.  Continua a leggere

Art Dubai, tra Global South e metaverso

In primo piano a Dubai l’arte proveniente da latitudini lontane dai circuiti mainstream, il Metaverso, il concetto del tempo e anche un po’ di Italia. Il Global South, quella porzione di mondo così poco rappresentata nelle altre fiere artistiche internazionali più legate a una visione occidentalocentrica, trovano spazio e sostanza ad Art Dubai. Alla sua 16esima edizione la fiera offre un punto di vista alternativo su quanto prodotto in regioni quali Medio Oriente, Africa, Sud-Est dell’Asia, ed è in grado di aprire uno squarcio su tutte quelle componenti variegate che contribuiscono ad animare il panorama multiculturale dell’emirato.

“Il concetto di Global South è emerso circa 10 anni fa -mi racconta Pablo del Val, Direttore Artistico di Art Dubai– Noi siamo stati tra i primi ad usarlo, quando tutti dicevano che non si poteva perché aveva questa connotazione legata al colonialismo e al post-colonialismo, ma poi tutti hanno iniziato ad adoperarlo. Credo che sia un modo per descrivere quelle geografie che non sono incluse nel dibattito occidentale, che non si trovano nei centri finanziari tradizionali, e non seguono le tradizioni giudaico-cristiane occidentali ma fanno invece riferimento ad altre culture”. Negli Emirati Arabi Uniti coabitano 200 nazionalità diverse, con una presenza maggioritaria di indiani, seguiti da pakistani, bengalesi, e altre provenienti da Asia, Europa e Africa. “Questo è il motivo per cui Art Dubai dialoga ed entra in relazione con queste comunità, perché non si può costruire un progetto che non sia in connessione con la realtà in cui viene sviluppato, in cui prende vita” prosegue il Direttore Artistico del Val. “Il mercato di Dubai è in un ottimo momento -gli fa eco Benedetta Ghione, Direttore Esecutivo di Art Dubai- Credo che il lavoro che abbiamo fatto da 17 anni a questa parte, di cercare di sostenere e far crescere l’ecosistema culturale della città e della regione, stia veramente cominciando a dare i suoi frutti, combinato ovviamente con il momento economico che la città sta vivendo. Per cui da una parte i nostri sforzi di creare una capitale per l’arte del Sud Globale, di portare contenuti che siano diversi, freschi, e dall’altra parte ottimi collezionisti, nuove istituzioni, nuove possibilità, per un mercato dell’arte che globalmente si sta ridefinendo”. Andiamo a scoprire insieme di più su Art Dubai.  Continua a leggere

I cuori di Goldcrown invadono Dubai

L’artista britannico James Goldcrown, famoso per i suoi cuori stilizzati, ha regalato al pubblico amore ed emozioni nelle sue performance dal vivo. Anche in tempi così incerti e difficili, reduci da una pandemia che ha paralizzato il mondo per più di due anni, nel pieno di una terribile guerra nel cuore dell’Europa e di una drammatica crisi energetica planetaria, l’imperversare di disastri naturali e la minaccia dei cambiamenti climatici, l’amore continua ad essere il motore di tutte le cose, quella sorta di ponte che ci mette in comunicazione con tutto ciò che ci circonda. Chiedo a James Goldcrown quanta importanza abbia secondo lui l’amore oggi, con tutto quello che sta accadendo nel mondo. “Credo che l’amore sia molto importante oggi, e sono convinto che lo sia sempre -mi racconta Glodcrown- Esiste sempre una ragione che rende l’amore necessario, come ad esempio il Covid, la guerra. L’amore rimane sempre la sostanza di tutto e ha una rilevanza ineguagliabile”.

Forse è per questo che l’amore conta, oggi più che mai, ed è vitale amplificarne il suo effetto benefico e salvifico. I cuori colorati che affollano i murali e le tele di James Goldcrown sono un elemento che sta proprio a simboleggiare l’amore e la sua potente energia. “I cuori sono in qualche modo la mia firma, il mio marchio di fabbrica. Come artista hai bisogno di una tua cifra stilistica e di un elemento riconoscibile, che fanno sì che la gente ti distingua da altri artisti, altrimenti non vieni identificato e rischi di restare nell’ombra -mi dice Goldcrown- Sono stato molto fortunato ad essere stato riconosciuto per questa forma così semplice, il cuore, con la quale tutti possono identificarsi. È successo tutto per caso, perché queste cose non puoi farle accadere per forza, sono le persone che le rendono possibili. Sì, il cuore è il mio tratto distintivo”. Un elemento di grande impatto visivo che ha dato all’artista britannico l’opportunità di molteplici collaborazioni con il mondo della moda, tra cui Moncler, Vogue e Giorgio Armani. Scopriamo insieme di più su James Goldcrown organizzate grazie all’agenzia di consulenza artistica ArtKorero e sulle sue performance dal vivo a Dubai.  Continua a leggere

Dubai, l’agrifood italiano vola

L’Italia è protagonista alla fiera Gulfood con 200 espositori e la significativa presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. È la prima volta che un Ministro della Repubblica italiana è presente a Dubai sia all’apertura dell’evento dedicato al food & beverage più importante del Medio Oriente, sia all’inaugurazione del Padiglione Italia allestito dall’Agenzia ICE. È un trionfo per il nostro Paese, forte degli ottimi risultati delle esportazioni del settore agroalimentare che ha raggiunto a livello mondiale la cifra record di 60 miliardi di euro nell’ultimo anno, registrando una crescita del 17%. Un successo che si riverbera anche nell’interscambio commerciale tra Italia ed Emirati fortemente trainato proprio dall’agrifood che nell’ultimo anno ha toccato un valore complessivo di 400 milioni di euro, con una crescita eccezionale del 46%. La partecipazione attiva del Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare, e delle Foreste, Francesco Lollobrigida è nei fatti una dichiarazione d’intenti del governo, esprime la volontà chiara dell’Italia di aprirsi a nuovi mercati, a consolidare le relazioni diplomatiche, a rafforzare i rapporti e gli scambi commerciali già esistenti e svilupparne di nuovi, e soprattutto a muoversi come sistema Paese nelle strategie di promozione del Made in Italy.

“Abbiamo attenzione nei confronti degli Emirati e puntiamo a una relazione che si consolidi -dice al taglio del nastro il Ministro Lollobrigida- C’è la volontà di poter utilizzare mercati come questi per permettere ai nostri prodotti di affermarsi ancora di più e anche, non lo nego, per avere la possibilità di un’interlocuzione dal punto di vista politico con nazioni che riescano a supplire a quelle che sono le nostre carenze, energetiche ad esempio, che abbiamo visto purtroppo emergere durante il conflitto russo-ucraino, che probabilmente avrebbe dovuto prevedere strategie ben diverse da quelle che sono state messe in campo in questo tempo”. A dimostrazione che l’obiettivo sia quello di muoversi uniti e trarre il massimo beneficio possibile per l’economia del nostro Paese fa eco al Ministro anche il Presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas, fresco di nomina e già sul campo a rappresentare le piccole e medie imprese italiane: “È stato molto importante vedere come la presenza del governo si è espressa attraverso il Ministro Francesco Lollobrigida, con il quale abbiamo fatto un giro per tutti i padiglioni italiani. È stato interessante vedere la predisposizione e la vicinanza verso gli imprenditori dimostrata dal Ministro. Ci sono stati dei primi contatti che spero ci portino a lavorare bene tutti insieme uniti, compatti, anche perché l’interesse è uno ed unico: far aumentare l’export dell’Italia e questo a cascata ha tantissimi vantaggi anche sulla nostra economia locale”. Scopriamo di più sulla fiera Gulfood, sull’Italia e sulle strategie del Ministro Lollobrigida in materia di sicurezza alimentare.  Continua a leggere