COVID19, l’sms degli Emirati

Lavorate da casa, per la vostra sicurezza. Con un sms il governo degli Emirati esorta cittadini e residenti a lavorare da remoto per evitare il diffondersi del COVID-19. Una misura necessaria per tutelare la propria salute e quella degli altri.

Un messaggio recapitato ad ogni residente nella propria lingua d’origine. Quello che vedete è arrivato agli italiani residenti negli Emirati Arabi Uniti.

L’obiettivo è mettere tutti in smart working, tranne coloro che svolgono professioni essenziali come medici, farmacisti, operatori del settore alimentare, perché il Paese non si paralizzi e la salute pubblica venga garantita. Un sms che fa sentire la vicinanza del governo, in piena emergenza coronavirus, in un Paese che più di altri ha investito nel progresso tecnologico per automatizzare e digitalizzare ogni settore, a partire dalla pubblica amministrazione. A Dubai l’80% dei lavoratori del settore privato deve restare a casa, almeno fino al 9 aprile e salvo ulteriori proroghe. Le uscite sono limitate a casi di estrema necessità. Vediamo insieme quali sono le ulteriori misure restrittive adottateContinua a leggere



COVID19, Expo 2020 slitta al 2021

Il Comitato organizzatore appoggia l’idea di far slittare di un anno l’Expo di Dubai a causa del COVID-19. L’annuncio è arrivato nelle ultime ore. Lo slittamento si rende necessario, per consentire una piena ripresa dalla pandemia di coronavirus a livello mondiale. Adesso il Bureau International des Expositions (BIE) lavorerà con tutti i suoi 170 stati membri per definire una nuova data.

La decisione finale di posporre Expo 2020 Dubai può essere presa solo dal Comitato esecutivo del BIE e dall’Assemblea generale, si legge nella dichiarazione. Perché il cambiamento di data possa essere sancito è necessaria una votazione con una maggioranza di due terzi degli stati membri. L’eventualità che qualche stato membro possa votare contro il posponimento di Expo 2020 Dubai sembra decisamente remota. “La situazione internazionale è in continuo, rapido cambiamento e ad oggi resta imprevedibile” ha detto Reem Al Hashem, colei che oltre ad essere Ministro di Stato per la Cooperazione Internazionale ricopre l’incarico di Direttore Generale di Expo 2020 Dubai. Vediamo quali altre dichiarazioni siano state rilasciate da Reem Al Hashem e quali altri provvedimenti di tipo economico siano allo studio per fronteggiare l’emergenza COVID-19Continua a leggere



COVID19, in forse Expo 2020

L’Expo 2020 di Dubai potrebbe subire ritardi o slittamenti a causa del coronavirus. L’Esposizione Universale, prevista per ottobre 2020, è solo uno dei grandi avvenimenti internazionali in programma nei prossimi mesi ad essere scompaginato dalla pandemia di COVID-19. Da poco il sofferto annuncio del posticipo dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 al prossimo anno, in data ancora da definire, ma sicuramente entro l’estate 2021. Adesso, la notizia dell’intenzione di ritardare di qualche mese se non addirittura di un anno Expo 2020 Dubai.

Allo studio vi sarebbero varie possibili misure ma, anche in virtù delle condizioni climatiche dell’emirato, l’ipotesi più probabile sembra quella di uno slittamento di 12 mesi per l’evento più atteso del Medio Oriente. Secondo quanto trapelato da fonti ufficiali, la prossima settimana si terrà una riunione in videoconferenza del Comitato organizzatore. Scopriamo di più sulle varie opzioni sul tavolo, quale l’impatto dell’emergenza COVID-19 in Medio Oriente e le misure finora adottate a Dubai e negli Emirati Arabi UnitiContinua a leggere



Emirati e COVID19

La compagnia aerea Emirates ha deciso di sospendere tutti i voli di linea dal 25 marzo, per contrastare il diffondersi del COVID-19. Un blocco di due settimane, suscettibile di ulteriori proroghe. Infatti, l’Autorità generale per l’Aviazione Civile degli Emirati Arabi Uniti ha per il momento bloccato partenze e arrivi di passeggeri in transito negli aeroporti emiratini a causa della pandemia.

I voli di linea per passeggeri sono temporaneamente sospesi, per sostenere le misure restrittive decise dal Ministero della Salute federale per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Il traffico aereo riprenderà negli Emirati appena la situazione globale lo consentirà.

Proseguiranno, invece, tutti i voli merci. Altrettanto operativi i voli di evacuazione d’emergenza. Una decisione non facile per il più grande operatore con velivoli A380 del mondo e quarta compagnia aerea del mondo in termini di passeggeri e tonnellate trasportate. Vediamo quale sia la situazione e quali le ulteriori misure restrittive adottate negli UAEContinua a leggere



COVID19, dalla neve al deserto

Il contagio da coronavirus non conosce confini. Dalle piste di sci dell’Austria arriva fino a Dubai. Un dipendente della sede emiratina di una grande società di consulenza statunitense ha contratto il COVID-19 dopo un soggiorno in una località sciistica austriaca. Anche un secondo impiegato della stessa azienda, che ha avuto contatti con il primo contagiato, è risultato infetto.

La sede della società di consulenza americana ha immediatamente adottato formule di “smart working”, facendo lavorare da casa i propri dipendenti e, al tempo stesso, ha attivato una capillare opera di disinfezione degli uffici. Inoltre, tutti i dipendenti entrati a vario titolo in contatto con il primo impiegato positivo al coronavirus sono stati invitati ad effettuare i necessari test.

Il primo caso di COVID-19 registrato negli Emirati Arabi Uniti risale al 29 gennaio. Attualmente i casi confermati sono 113, mentre sono 26 le persone guarite. Tutti gli ultimi casi di coronavirus sono stati individuati grazie ai tamponi effettuati all’arrivo in aeroporto. Per tutti, anche per gli asintomatici, è stato imposto il regime di quarantena. Il governo emiratino ha deciso di non rilasciare più visti all’arrivo ai viaggiatori. Le restrizioni al momento riguardano 72 Paesi. Anche i residenti, attualmente all’estero, non potranno fare ritorno negli Emirati, una disposizione stabilita nelle ultime ore e che rimarrà in vigore per varie settimane. Restano per ora esclusi da misure restrittive solo i diplomatici. Molti i collegamenti aerei sospesi a causa del diffondersi del coronavirus. Vediamo quali misure abbia adottato Dubai per far fronte al diffondersi del COVID-19Continua a leggere



ToTok, l’app spia degli Emirati?

ToTok, la popolare app per chat in video e voce, è ancora bandita dall’Apple Store. L’accusa, cybercrime. Sarebbe stata usata dagli Emirati per spiare gli utenti. ToTok era popolarissima tra gli espatriati residenti negli UAE, dove non è consentito l’utilizzo di altre app di messaggistica simili, in video, voce e testo, come ad esempio WhatsApp e Skype. Un sistema che non facilita la comunicazione in video e voce con l’estero e che occorrerà sicuramente ripensare, soprattutto in vista di Expo 2020 Dubai.

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ToTok consentiva di poter parlare con protocollo VoIP (Voice over IP), quindi gratis, evitando bollette telefoniche ancor più salate del normale, permettendo di rimanere in contatto, in voce e in video, con parenti e amici in altre zone lontane del mondo. Proprio per questo ToTok era diventata una delle app più scaricate negli Stati Uniti, guadagnando consensi e utenti anche in molti altri Paesi. Attualmente WhatsApp, Skype, Facebook Messenger voce, a cui tutti noi siamo abituati, non funzionano negli Emirati Arabi Uniti, e l’Autorità per le Telecomunicazioni emiratina (Telecommunications Regulatory Authority – TRA), incoraggia all’uso di Botim e C’ME, fornite rispettivamente da Etisalat e Du, ma non su base gratuita  senza limiti. Inizialmente, a ridosso di Natale, il bando aveva coinvolto sia Apple sia Google. Poi, senza troppo clamore, verso la prima metà di gennaio, Google ha reinserito la app su Google Play Store UAE, per poi toglierla nuovamente senza alcuna spiegazione. Il New York Times per primo ha scritto dell’indagine in corso da parte dell’intelligence statunitense. Secondo le autorità americane ToTok sarebbe stata utilizzata per controllare ogni comunicazione scritta e in voce. Il governo emiratino avrebbe spiato e tracciato ogni movimento, contatto, appuntamento, informazione, interscambio di chi aveva scaricato e usato la app. Scopriamo di più sulle presunte accuse e chi vi sia dietro ToTokContinua a leggere



Dubai e le note di Einaudi

Indimenticabile concerto di Ludovico Einaudi alla Dubai Opera. Due le serate, entrambe sold out. La musica del grande compositore torinese e i grattacieli di Dubai. Un connubio dal sapore inusuale e al tempo stesso magico. Le note cariche di emozioni, che sembrano seguire il flusso libero del pensiero, quasi in uno scorrere meditativo, e la metropoli avveniristica e multietnica, che ha ormai scippato lo scettro a New York, il luogo in cui il futuro si fa presente, in cui la vita corre frenetica a ritmo accelerato. Eppure in questa unione di estremi quasi antitetici c’è il tocco d’immenso di cui è capace il genio creativo di uno dei più coinvolgenti compositori contemporanei.

Tutto basato sull’ultimo progetto musicale di Ludovico Einaudi, “Seven Days Walking”, il concerto è caratterizzato da una cifra espressionistica, accentuata anche dalle immagini proiettate sullo schermo.

Frammenti fotografici e video, rielaborati e post-prodotti, che sono il frutto di quei momenti trascorsi dall’artista a contatto con la natura, nel corso della fase di scrittura delle sette parti di cui si compone “Seven Days Walking”. Attraverso un’intervista esclusiva scopriamo di più della musica e delle passioni di Ludovico EinaudiContinua a leggere



A Dubai piogge torrenziali

Un weekend di violenti temporali e vento fortissimo ha tenuto sotto scacco Dubai e gli Emirati Arabi Uniti. Sono stati due giorni di pioggia incessante. Non si vedevano precipitazioni così abbondanti da 24 anni. A Dubai sono caduti 150 mm di pioggia all’ora ininterrottamente per due ore e mezza.

In alcune zone degli Emirati, soprattutto nella regione orientale di Abu Dhabi, ad Al Ain, si sono registrati più di 190 mm di pioggia. L’ultima volta che si sono avuti fenomeni temporaleschi di questa intensità è stato nel 1996 a Khor Fakkan, nell’emirato di Sharjah, con 144 mm d’acqua piovana.

A Dubai, a causa della scarsa visibilità e degli allagamenti, sono state cancellate diverse decine di voli, si sono registrati più di 300 incidenti stradali in 24 ore nella sola giornata di sabato e ben 1.880 incidenti tra giovedì e sabato. Nell’arco di 3 giorni sono giunte alla municipalità di Dubai 51.000 chiamate, oltre 7.400 le telefonate di emergenza arrivate alla polizia.

Imponente la task force messa in campo dal Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo per ripristinare la viabilità e fronteggiare le inondazioni: 3.100 uomini, 600 tra ingegneri e ispettori, 20 squadre con l’incarico di monitorare la situazione per le strade, 245 tra veicoli, macchinari, autobotti, veicoli di emergenza, 35 pompe mobili, 52 mezzi per il drenaggio. Sono stati riempiti d’acqua piovana i serbatoi di 15.000 autobotti nell’arco di tre giorni. In molti casi l’autorità dell’energia di Dubai è dovuta intervenire per ripristinare la corrente elettrica saltata a causa di infiltrazioni d’acqua. Scopriamo di più sulle cause di questa pioggia così intensa

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La moda parla arabo

Il guanto di sfida a Gucci è stato lanciato. A farlo il miliardario di Dubai Hussain Sajwani che ha da poco comprato il marchio Roberto Cavalli. Così dopo aver finalizzato lo scorso 28 novembre l’acquisizione del brand fiorentino, il 63enne Presidente della Damac Properties, una delle imprese immobiliari più importanti dell’emirato, ha annunciato di voler competere con le grandi maison e di volerlo fare conquistando Milano, il tempio della moda.

“Voglio vedere se posso farcela a Milano e riuscire a competere con Gucci -ha detto il Presidente della Damac nel corso di un’intervista ai media locali- Solo così avrò la certezza di essere una persona di successo”. Hussain Sajwani è consapevole che il mercato della moda sia molto competitivo, però l’acquisto portato a termine qualche settimana fa lo rende sicuro sulla strategia da percorrere.

Si sa, l’appetito vien mangiando. Così, dopo essersi accaparrato il 100% della proprietà del brand fiorentino, il Presidente della Damac non intende restare con le mani in mano. Annuncia infatti di voler rilevare presto altri marchi, perché, come ha spiegato, “il mondo dell’economia tende all’aggregazione e non si sopravvive se si rimane piccoli quando si è circondati da giganti”. Bernard Arnault, proprietario della LVMH, la multinazionale del lusso francese, che ha da poco acquisito anche Tiffany per oltre 16 miliardi di dollari e il terzo uomo più ricco del mondo, sarà il rivale da affrontare a suon di sfilate, collezioni e campagne pubblicitarie. Il gigante Arnault è stato avvisato e altrettanto la casa di moda Gucci, di proprietà della società francese Kering, gruppo del lusso con sede a Parigi, che possiede tra gli altri anche i marchi Bottega Veneta, Brioni, Pomellato. Scopriamo insieme i progetti nel mondo fashion del facoltoso uomo d’affari emiratino e qualche curiosità sulla ormai sua maison Roberto CavalliContinua a leggere