Il Burj Al Arab e l’arte di Kapoor

Il lussuoso hotel sei stelle dall’iconica forma a vela simbolo di Dubai ospita una mostra per la prima volta in 22 anni, con inediti dell’artista Anish Kapoor. Non più una meravigliosa fortezza impenetrabile, adesso l’albergo super lusso più esclusivo del mondo accresce l’offerta per i suoi ospiti e al tempo stesso si apre al dialogo con il pubblico, coinvolgendo soprattutto gli appassionati d’arte contemporanea. Le opere di Anish Kapoor, scultore e artista concettuale britannico-indiano, esposte nella personale di Dubai sono in perfetta sintonia con l’architettura del Burj Al Arab, entrando in intima relazione con l’ambiente esterno ed interno. Le opere scultoree di Kapoor, dalle forme astratte biomorfe stabiliscono un’intima sinergia con i visitatori, cambiando a seconda dei diversi punti di vista. Un’esperienza visiva e sensoriale unica. Superfici lucide, specchianti, colori ricchi, forme pure che sembrano sfidare gravità, profondità, i limiti stessi della percezione, giochi di trasparenze che entrano in consonanza con la natura circostante, reagendo a luce, cielo, alla distesa del mare del Golfo Arabico su cui si apre l’ampia vetrata dello spazio espositivo temporaneo affidato alla Galleria Continua.

L’idea della pop up gallery è un modo graduale per avvicinarsi a Dubai “È un’avventura nuova. Vogliamo arrivare in punta di piedi. Il luogo è magico, siamo in un edificio che è un’icona di Dubai -mi racconta Lorenzo Fiaschi, Direttore e Co-fondatore della Galleria Continua- L’intenzione è di poter rimanere, però non diamo certezze, perché vogliamo anche sentirci bene in un contesto che è importante e in cui convivono molte differenze”.

La Galleria Continua non ha ancora un suo spazio espositivo permanente a Dubai ma partecipa da 15 anni ai due principali appuntamenti artistici degli Emirati Arabi Uniti: Art Dubai e Abu Dhabi Art. Scopriamo di più sulle opere esposte all’hotel Burj Al Arab Jumeirah e sulla nuova svolta impressa all’albergo che ha ridefinito il concetto dell’ospitalità extra lusso nel mondo.  Continua a leggere

A Dubai la terra trema

Le due scosse di terremoto che hanno colpito il sud dell’Iran hanno fatto tremare la terra anche a Dubai e Abu Dhabi. Gli effetti dei moti tellurici, uno di magnitudo 6.3, l’altro 6.5 della scala Richter, hanno interessato l’intera area del Golfo Arabico. Tremori sono stati avvertiti dal Bahrain all’Arabia Saudita, dal Pakistan al Qatar, dall’Oman all’Afghanistan e alla zona nord-orientale degli Emirati Arabi Uniti.

Il sisma si è originato, alla profondità di 10 Km., nella regione dell’Hormozgan nella porzione meridionale dell’Iran, vicino al porto di Bandar Abbas, senza provocare gravi danni strutturali alle abitazioni e facendo registrare un solo decesso per il crollo di un palo della luce.

Gli edifici di Dubai, Abu Dhabi e Ras al-Khaimah hanno oscillato per svariati secondi costringendo anche all’evacuazione di alcuni grattacieli in via precauzionale, come accaduto ad esempio a Barsha Heights, per fortuna senza danni o conseguenze per cose e persone. Vediamo quali sono state le aree di Dubai maggiormente interessate dai fenomeni oscillatori.  Continua a leggere

Dubai apre ai pensionati

Retire in Dubai è un programma, appena lanciato dal governo, che permette ad espatriati già residenti e a stranieri di almeno 55 anni di stabilirsi nell’emirato. È la prima iniziativa volta ad attrarre pensionati e persone in età pensionabile nella regione mediorientale, con facilitazioni amministrative e fiscali, incentivi e un visto a lunga scadenza. l’Ente del Turismo (Dubai Tourism) e il Direttorato Generale di Residenza e Affari Esteri (GDRFA-Dubai), stanno mettendo a punto con altri partner -tra cui Dubai Holding, Meraas, Emaar e Emirates NBD– un’offerta che comprende assistenza sanitaria, offerta immobiliare, condizioni bancarie vantaggiose, polizze assicurative su misura, per far sì che l’emirato risulti estremamente appetibile per chi voglia trascorrervi gli anni della pensione, diventando particolarmente competitivo in questo specifico settore.

Dubai è il tempio del lusso, una delle mete turistiche preferite dai millennial, alla costante ricerca di esperienze sensazionali ed emozioni uniche. È la prima destinazione nell’area MENA e l’undicesima a livello mondiale, nella top 20 dei Paesi con maggiori investimenti in capitale di rischio nel 2020. L’emirato offre servizi finanziari di qualità, attira gli investimenti a livello globale e garantisce condizioni sicure per fare affari. Se Dubai resta uno dei luoghi più amati dal turismo internazionale, soprattutto giovane, il programma rivolto ai pensionati punta in modo evidente ad incrementare ulteriormente l’afflusso di turisti, rendendo l’emirato attraente anche per adulti, non più giovanissimi e ad alto reddito. Una scelta quasi obbligata secondo alcuni analisti. Negli ultimi 4 anni, infatti, si è registrato un netto calo della presenza di espatriati, accentuato negli ultimi mesi dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Un periodo di contrazione della popolazione e dei consumi, accompagnato invece da un’impennata nel settore dell’edilizia residenziale e nella realizzazione di infrastrutture di ospitalità, intrattenimento, sport e divertimento. Analizziamo insieme nei suoi punti principali la proposta fresca di lancio.  Continua a leggere

Dubai, nuovo salvataggio?

Dubai ha bisogno di un nuovo salvataggio causa COVID-19? L’emirato smentisce, ma quale forma avrà, se ci sarà, l’aiuto di Abu Dhabi? Nel 2008-09 l’emirato rischiava il default e venne salvato grazie ad un prestito del valore di 20 miliardi di dollari concesso dalla capitale che, grazie agli ingenti giacimenti petroliferi e alle cospicue risorse finanziarie, guida saldamente la federazione degli Emirati Arabi Uniti, con un forte ruolo politico ed economico. La situazione allora era circoscritta soprattutto al settore immobiliare e interessò l’indebitamento di società governative coinvolte nel business edilizio, in una delle fasi di maggior espansione dell’emirato. Stavolta l’effetto del lockdown imposto dalla pandemia è decisamente più vasto e potrebbe interessare tutte le imprese legate al governo di Dubai, quella galassia di compagnie a partecipazione governativa nota come Dubai Inc. (che comprende Dubai World, Dubai Holding, Emirates, Dubai Ports World, Jebel Ali Free Zone, Nakheel, P & O Ferries e altre).

Secondo gli esperti all’orizzonte possono prefigurarsi ristrutturazioni, ridimensionamenti, fusioni e acquisizioni e a subirne l’impatto non saranno solo semplici operai, maestranze e impiegati, ma anche contabili, manager, dirigenti. Ed è proprio l’indebitamento delle imprese a partecipazione statale che rende vulnerabile il sistema economico stesso dell’emirato. L’ipotesi di un nuovo salvataggio da parte di Abu Dhabi è un’eventualità così remota? Molto dipenderà da quanto il turismo e il commercio mondiale resteranno congelati, o fortemente sottodimensionati, e in quanto tempo il petrolio riuscirà a riprendere quota. Ma non è tutto, le forme in cui potrebbe delinearsi un salvataggio sono molteplici. Fra queste la possibile compartecipazione di Abu Dhabi ad alcune eccellenze economiche di Dubai. Vediamo insieme di quali asset dispone l’emirato e gli scenari che potrebbero prefigurarsi.  Continua a leggere

COVID19, l’sms degli Emirati

Lavorate da casa, per la vostra sicurezza. Con un sms il governo degli Emirati esorta cittadini e residenti a lavorare da remoto per evitare il diffondersi del COVID-19. Una misura necessaria per tutelare la propria salute e quella degli altri.

Un messaggio recapitato ad ogni residente nella propria lingua d’origine. Quello che vedete è arrivato agli italiani residenti negli Emirati Arabi Uniti.

L’obiettivo è mettere tutti in smart working, tranne coloro che svolgono professioni essenziali come medici, farmacisti, operatori del settore alimentare, perché il Paese non si paralizzi e la salute pubblica venga garantita. Un sms che fa sentire la vicinanza del governo, in piena emergenza coronavirus, in un Paese che più di altri ha investito nel progresso tecnologico per automatizzare e digitalizzare ogni settore, a partire dalla pubblica amministrazione. A Dubai l’80% dei lavoratori del settore privato deve restare a casa, almeno fino al 9 aprile e salvo ulteriori proroghe. Le uscite sono limitate a casi di estrema necessità. Vediamo insieme quali sono le ulteriori misure restrittive adottateContinua a leggere

Il Papa e gli Emiri

Un viaggio storico, quello di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti, il primo Pontefice a recarsi nella Penisola Araba. Una visita significativa, che si svolge in un anno importante per gli EAU. Il 2019, infatti, è stato dichiarato anno della tolleranza. La presenza del Papa è portatrice di speranza e coesione, potrebbe favorire il dialogo interreligioso e contribuire alla pacificazione della regione mediorientale, caratterizzata da forte instabilità. Tre giorni e un programma fitto di appuntamenti per il Pontefice. Ieri l’incontro con lo Sceicco Mohammad Bin Zayed Al Nahyan, Principe ereditario di Abu Dhabi e Vice Comandante supremo delle Forze Armate degli EAU e lo Sceicco Mohammad Bin Rashid Al Maktoum, Vice-Presidente e Primo Ministro degli EAU, nonché Emiro di Dubai.

Oggi, invece, Papa Francesco parteciperà all’incontro interreligioso sulla Fratellanza umana, assieme ad altri 700 leader di varie religioni. Accanto avrà sempre il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Infine, sarà la volta della messa che avrà luogo nell’arena dello stadio Zayed Sports City ad Abu Dhabi. Nel corso della funzione il Pontefice avrà modo di incontrare la comunità cattolica locale, composta soprattutto da lavoratori immigrati dalle Filippine e dall’India. Una messa all’aperto, alla quale è previsto che partecipino oltre 135.000 fedeli, provenienti non solo dagli Emirati Arabi Uniti, ma anche dagli altri Paesi del GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo). Scopriamo cosa ha detto il Papa degli Emirati Arabi Uniti e altre curiosità sul suo viaggioContinua a leggere

La pasta alla riscossa

La riscossa della pasta inizia da Dubai. Per un giorno la dinamica e multiculturale città mediorientale si è trasformata nella capitale mondiale di rigatoni, fusilli, penne e spaghetti. L’Emirato è stato infatti scelto per festeggiare i 20 anni del World Pasta Day, un’iniziativa internazionale per promuovere la pasta e le sue proprietà nutritive. La pasta è buona e fa anche bene alla salute. Questa è la parola d’ordine nel giorno dedicato a celebrare l’alimento tra i più amati del pianeta e simbolo della salutare dieta mediterranea. Ma c’è di più, la pasta è anche il cibo del futuro, perché la sua produzione è sostenibile. Con un chilo di grano si produce un chilo di pasta, che si conserva a lungo e, proprio per la sua minore deperibilità, può essere facilmente trasportata da un punto all’altro del mondo, raggiungendo anche zone remotissime.

Da anni i produttori di pasta si stanno impegnando per ridurre l’impatto ambientale delle loro coltivazioni in termini di emissioni di gas serra e consumo di acqua, decisamente inferiori a quelle necessarie ad esempio per gli allevamenti intensivi per la produzione di carne. Inoltre si punta sempre più a un packaging ecosostenibile e in molti casi al 100% riciclabile, o compostabile. La pasta è inclusiva perché fa parte della tradizione alimentare di molte diverse culture, contribuendo ad aumentare un senso di fratellanza e unità tra i popoli. In vetta alla classifica dei Paesi che consumano più pasta c’è naturalmente l’Italia, con 23,5 chilogrammi pro capite, seguita dalla Tunisia con 17, dal Venezuela con 12, dalla Grecia con 11, dal Cile con 9,4 e dagli Stati Uniti con 8,8.

Occorre sfatare un altro falso mito: la pasta non fa ingrassare. La conferma arriva da circostanziati studi scientifici, anzi, per il suo indice glicemico basso la pasta è un alimento sano che va incluso in una dieta bilanciata. Secondo i dati di IPO (Organizzazione Internazionale della Pasta), presieduta da Paolo Barilla, la produzione mondiale di pasta è cresciuta del 63% dal 1998 ad oggi, passando da 9 milioni a quasi 15 milioni di tonnellate. Vediamo insieme perché la pasta è sana e non fa ingrassare, impariamo nuove ricette con chef di fama internazionale, scopriamo il progetto “The Power of Pasta” per combattere la fame nel mondo e mille curiosità sul World Pasta DayContinua a leggere

Vienna, Dubai, l’ecologia

L’Expo del 2020 a Dubai rappresenterà per l’Austria una porta aperta sugli Emirati Arabi Uniti. Lo ha detto il Ministro per gli Affari Economici Margarete Schramböck (ÖVP). “Ci sono oltre 230 aziende austriache operative negli Emirati e il nostro lavoro -ha detto il Ministro Schramböck al quotidiano Der Standard– è di continuare ad incrementare gli export facendo sì che l’Expo possa dischiudere le porte degli Emirati, un mercato importante per l’Austria”. Il motto dell’Expo sarà: “Connecting Minds, Creating the Future” (Connettere le menti, creare il futuro). Un evento al quale sono attesi 25 milioni di visitatori.

Le tematiche legate all’ambiente e alle innovazioni ecologiche e sostenibili sono temi molto sentiti in Austria, che può vantare in questi ambiti notevole competenza. “Un’opportunità straordinaria perché l’Austria possa presentare il proprio know-how, secondo Harald Mahrer, Presidente della Camera Federale di Commercio Austriaca (WKO), che contribuisce alla creazione del padiglione austriaco finanziando il 25% del progetto. Gli Emirati Arabi Uniti sono il Paese con le maggiori emissioni di gas serra e con il più alto consumo di acqua pro capite del pianeta. Il progetto emiratino è dunque molto ambizioso: introdurre all’interno del Paese un ampio know-how ecologico. A tal scopo nei prossimi anni sorgeranno quattro impianti nucleari che copriranno un quarto del fabbisogno totale di energia. E sempre negli anni a venire l’obiettivo è far sì che il settore non petrolifero possa contribuire al 70% del PIL. Ci si concentra soprattutto sui settori della siderurgia, su quello dell’aviazione, sui trasporti e sul turismoContinua a leggere

Affari d’oro negli Emirati

La visita ad Abu Dhabi del Cancelliere austriaco Sebastian Kurz è fruttata un accordo da oltre 1,2 miliardi di euro e un incremento degli affari e delle partnership economiche nel prossimo futuro. Infatti, proprio nella due giorni negli Emirati Arabi Uniti, passata un po’ in sordina la settimana scorsa, sono state poste le basi per un accordo tra OMV e Adnoc, la Compagnia Petrolifera Nazionale di Abu Dhabi. La compartecipata statale austriaca del petrolio e del gas acquisirà il 20% di Adnoc. Obiettivo dell’accordo: rafforzare la presenza di OMV non solo nel settore della ricerca e dell’estrazione, ma anche in quello della raffinazione del greggio. Un accordo le cui basi sono state poste qualche giorno fa e che sarà foriero di ulteriori investimenti congiunti anche nel mercato asiatico

BKA / Dragan Tatic

“Gli Emirati Arabi Uniti sono già il nostro principale partner commerciale nell’area del Golfo e rappresentano un notevole potenziale per l’economia austriaca” ha dichiarato il Cancelliere Kurz. In effetti con Abu Dhabi i legami sono già molto stretti, fin da quando nel 1994 il fondo sovrano Mubadala è entrato come azionista in OMV, acquistandone il 24,9%. Però, la nutrita delegazione che ha accompagnato Sebastian Kurz e il Ministro degli Affari Economici Margarete Schramböck nella due giorni negli Emirati, mette in evidenza l’intenzione di ampliare la presenza di investimenti austriaci nella regione. Scopriamo insieme altre curiosità sulla visita del Cancelliere austriaco e anche cosa abbia portato in dono al Principe ereditario Sheikh Mohammed bin Zayed Al NahyanContinua a leggere