Vi racconto Vienna e il coronavirus

In Austria crescono i contagi da coronavirus. Vi racconto la mia esperienza per le strade di Vienna, dove ero l’unica a indossare la mascherina all’aperto. 1.958 i casi di Covid-19 registrati ieri. L’impennata dei positivi al SARS-CoV-2 non stupisce vista la disinvoltura nell’uso della mascherina e la mancanza di rispetto del distanziamento sociale che ho constatato nella capitale austriaca. In giro si vedono poche ffp2, mentre moltissime sono le mascherine fai da te in stoffa o le chirurgiche, talvolta tenute sotto il mento o lasciando il naso scoperto. All’aperto regna l’anarchia e chi si premuri di utilizzare presidi anti-covid viene guardato con un misto di meraviglia e scherno.

Le distanze interpersonali non vengono rispettate, ma ciò che inspiegabilmente non viene applicato è lo scaglionamento all’entrata di esercizi commerciali o supermercati, con il rischio di trovarsi in ambienti affollati per tempi lunghi. In alcuni ristoranti, non particolarmente ampi, non vi è spazio adeguato tra i vari tavoli, ma vengono accettate tante prenotazioni, quasi come se la pandemia non esistesse. I moduli per tracciamento e autocertificazione vengono consegnati come se si trattasse di una noiosa procedura da espletare e non perché rappresentino uno strumento importante per il contenimento della diffusione del virus. La percezione è che la popolazione tenda a sottovalutare la gravità dell’infezione. Vediamo insieme alcune situazioni a rischio e quali provvedimenti il governo Kurz si stia apprestando a varare.  Continua a leggere

Emirati-Israele più vicini

Nel giorno in cui il primo volo commerciale da Tel Aviv ad Abu Dhabi diventa realtà, gli Emirati approvano una risoluzione a sostegno degli Abraham Accord, firmati alla Casa Bianca il 15 settembre scorso. A proporre la risoluzione lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti, nonché sovrano di Dubai.

Al tempo stesso le autorità emiratine hanno avviato le procedure costituzionali per promulgare un decreto federale che ratifichi l’accordo di pace. L’intesa è destinata a portare comprensione, pacifica coesistenza e stabilità nell’intera regione mediorientale, alimentando un clima di cooperazione. L’avvio del dialogo e della collaborazione tra gli Emirati ed Israele punta anche a dare impulso all’economia, creando nuove  opportunità in ambito scientifico e tecnologico, e al tempo stesso a dare vita a relazioni sempre più strette, foriere di interscambi commerciali e turistici sempre maggiori.

Gli accordi sono espressione dei principi di tolleranza e moderazione che ispirano da anni la leadership emiratina. Il primo collegamento aereo tra i due Paesi ha avuto luogo il 31 agosto scorso, quando un velivolo della El Al ha trasportato una delegazione israelo-statunitense da Tel Aviv ad Abu Dhabi, in occasione della prima visita diplomatica tra i due Paesi. Scopriamo insieme chi era a bordo del primo aereo commerciale della Etihad lungo la rotta Tel Aviv-Abu Dhabi e quanti voli siano previsti in un prossimo futuro tra Emirati e Israele.  Continua a leggere

Elezioni, Vienna la rossa non tradisce

La capitale austriaca si conferma feudo dei Socialdemocratici che superano il 42%. Crolla l’ultradestra al 7,7%, che perde il 23,1% rispetto a 5 anni fa. Potrebbe essere la fine della carriera politica per Heinz-Christian Strache. Il suo partito, Team H.C. Strache, si ferma al 3,6%.

I Popolari raddoppiano le preferenze rispetto alle passate elezioni del 2015, passando dal 9,2% al 18,8%. A guidare l’ÖVP c’è il Ministro delle Finanze, Gernot Blümel, stretto collaboratore del Cancelliere Sebastian Kurz. Una campagna elettorale tutta spostata a destra, quella di Blümel, che ha puntato a fagocitare i voti dell’FPÖ

C.Jobst/PID

Vero trionfo per il sindaco uscente Michael Ludwig. Con lui il partito socialdemocratico guadagna un consistente 2,2%, riscuotendo ancor più successo rispetto al 2015, quando al comando c’era il suo predecessore Michael Häupl, sindaco della capitale per 24 anni, dal 1994 al 2018. Aver nuovamente superato il 40% rappresenta un traguardo simbolico carico di significato. Nel 2015, infatti, si era temuto il sorpasso da parte dell’ultradestra che spinta da un travolgente Strache era arrivata al 31%, con un partito socialdemocratico al 39,5%. Guadagnano anche i Grünen, + 2,2%, attestandosi al 14%. Lieve crescita, dell’1,7% anche per i NEOS che raggiungono il 7,8%. L’affluenza alle urne è stata del 62,5%. Molti i voti postali a causa della pandemia di coronavirus, che proprio nelle ultime settimane ha visto un consistente aumento dei contagi. Oggi i positivi sono 979, mentre sono 617 i guariti. Proprio per i numerosissimi voti ancora da scrutinare, i risultati definitivi non saranno disponibili prima di martedì. Vienna, città sempre in cima alle classifiche per qualità della vita, dimostra che è possibile arginare una deriva populista se l’amministrazione riesce a dare risposte e ad andare incontro ai bisogni dei cittadini. Analizziamo insieme il successo dell’SPÖ e i motivi della debacle della destra sovranista.  Continua a leggere

A Dubai c’è il “fresco urbano”

Dubai è meno calda delle altre città della regione. I numerosi grattacieli creando i cosiddetti “canyon urbani” riducono la temperatura di 3 gradi. A rendere questo effetto di raffrescamento ancor più evidente e percepibile contribuisce l’arido deserto che circonda la metropoli emiratina. L’area desertica si surriscalda molto in fretta, anche per la mancanza di umidità, raggiungendo temperature torride, ma altrettanto repentinamente si raffredda, subendo forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

Grazie a questo “fresco urbano” le aree cittadine registrano temperature più miti rispetto alle zone rurali. Questo fenomeno si verifica durante il giorno. Di notte, invece, è la città ad essere più calda di 2 gradi rispetto al deserto circostante. In parte responsabili di questa calura notturna sono le acque tiepide del Golfo.

Questi fenomeni sono stati studiati e comparati con altre città. A Dubai le isole di fresco urbano sono più significative che non a Madrid o Tehran. Le aree di verde urbano quali i parchi, ad esempio, rendono generalmente più freschi i distretti limitrofi, in parte perché rilasciano acqua per evaporazione o traspirazione, processi nei quali viene usato il calore per rinfrescare immediatamente l’ambiente. Scopriamo di più sugli studi e sui motivi che portano a questo effetto di “fresco urbano”.  Continua a leggere

Emirati, avanti col nucleare

Gli Emirati, primo Paese arabo a produrre energia nucleare, hanno iniziato a far funzionare al 50% della capacità l’impianto di Barakah, ad Abu Dhabi. La centrale, la cui accensione è avvenuta lo scorso agosto, è costata 19 miliardi di euro (22,4 miliardi di dollari). Realizzata con tecnologia sudcoreana, fornita dalla KEPCO, dispone di quattro reattori di nuova generazione a fissione, con reazione a catena nucleare controllata. L’annuncio dell’aumento di potenza dell’operatività dell’unità 1, è arrivata in concomitanza con la riconferma dell’assegnazione agli Emirati Arabi Uniti di un seggio all’interno del consiglio direttivo dell’AIEA. Il consiglio è una delle massime autorità a livello mondiale sull’uso dell’energia atomica a scopi pacifici.

ENEC (Emirates Nuclear Energy Corporation)

Una rielezione che rappresenta il segno tangibile della fiducia nell’operato delle autorità emiratine e che conferisce al Paese un ruolo sempre più importante nel processo di elaborazione delle politiche nucleari internazionali. Il programma nucleare degli Emirati e l’impianto di Barakah, infatti, sono stati realizzati con il supporto dell’AIEA.

Sempre nel mese di agosto sono avvenuti collegamento, integrazione e sincronizzazione del reattore 1 alla rete elettrica nazionale, dopo una lunga serie di test di sicurezza. Operazione che ha fornito i primi megawatt di energia pulita al Paese. Vediamo insieme quanto manca alla fine della costruzione dell’impianto di Barakah e quali rischi può rappresentare la presenza di una centrale nucleare nell’area del Golfo.  Continua a leggere

Dubai, la metro usa il 3D

La metropolitana di Dubai userà stampanti 3D per realizzare alcuni pezzi di ricambio. Ad annunciarlo la RTA (Roads & Transport Authority), la società dei trasporti pubblici dell’emirato. Un’accelerazione ai test e alle sperimentazioni è stata impressa dalla pandemia di Covid-19 che ha creato circostanze eccezionali a cui far fronte, anche nell’ambito della manutenzione. L’azienda ha dichiarato di aver compiuto significativi progressi nell’uso della tecnologia 3D per produrre la propria componentistica.

“Le stampanti 3D trovano largo impiego in svariati progetti e applicazioni -racconta ai media locali Mohammed Al Amiri, Direttore della Manutenzione alla RTA– Un modo per sviluppare nuove tecniche e metodi creativi che contribuiscono a rendere effettivamente Dubai una delle smart city più all’avanguardia del mondo”. La prima sperimentazione del 3D si è avuta proprio durante il lockdown. In quel periodo sono state realizzate con stampanti 3D alcune parti dell’equipaggiamento e dei presidi di sicurezza indossati dal personale, soprattutto durante il Programma di Disinfezione Nazionale. Sempre in 3D sono stati prodotti alcuni componenti della metropolitana, del sistema di comunicazione e delle macchine che erogano i biglietti. Grazie al 3D è stato possibile produrre i componenti in pochi minuti, con un risparmio di tempo del 90% rispetto ai normali tempi di approvvigionamento. Ma non è tutto. “Con la tecnologia 3D si è avuta una riduzione dei costi del 50% rispetto a quanto si sarebbe speso acquistando pezzi di ricambio attraverso i canali abituali” ha sottolineato Al Amiri. Vediamo insieme cosa abbia in programma l’azienda dei trasporti pubblici e quale sia la stretegia di Dubai sull’uso della tecnologia 3D.  Continua a leggere

A Dubai nasce Kosher Arabia

Kosher Arabia produrrà a Dubai cibo kosher per la compagnia aerea Emirates. L’entrata in funzione degli stabilimenti è prevista a partire da gennaio 2021. A bordo dei voli del colosso dell’aviazione emiratino è già possibile consumare pasti kosher, ma si tratta di alimenti importati da fornitori stranieri. Con la creazione di Kosher Arabia, costola della Emirates Flight Catering (EKFC), la Emirates sarà in grado non solo di ampliare la scelta dei menù, ma anche di avere più controllo sulla qualità degli alimenti e delle ricette che seguono i dettami della kasherùt.

Kosher Arabia non fornirà alimenti e pasti alla sola Emirates, ma anche ad un altro centinaio di compagnie aeree, già clienti del gruppo. E non è tutto, la Emirates Flight Catering ha intenzione di aprire anche una serie di ristoranti a Dubai e in altri Paesi del GCC. Kosher Arabia è quindi destinata a produrre non solo pasti da consumare a bordo dei voli aerei, ma anche cibo per hotel ed eventi che si svolgeranno nell’area del Golfo, compresa Expo 2020, l’avvenimento internazionale più atteso.

L’apertura del primo ristorante kosher a Dubai all’Armani Hotel, la creazione di una divisione catering dedicata alla produzione di pietanze e pasti che seguono i principi della kasherùt da parte della Emirates, sono segnali delle molteplici iniziative commerciali e accordi di cooperazione che fioriscono tra UAE e Israele. Per questo alcuni analisti tendono ad interpretare l’Abraham Accord firmato lo scorso 15 settembre come un’intesa di natura prevalentemente economica e commerciale. Eppure, al di là delle enormi opportunità di business che l’accordo siglato a Washington indubbiamente favorisce, la posizione degli Emirati Arabi Uniti trova sostanza dalla reale volontà delle autorità emiratine di dare armonia e stabilità all’intera regione mediorientale, con implicazioni che trascendono la geopolitica per investire un più ampio ambito culturale. Vediamo insieme qualche altra particolarità della nascente produzione di catering kosher e la portata degli Abraham Accord da poco siglati tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrain.  Continua a leggere

AI per non sprecare cibo

Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi, utilizzerà l’Intelligenza Artificiale per evitare sprechi alimentari a bordo dei propri aerei. I pasti non consumati alla fine dei voli non saranno più gettati via, come avviene attualmente, ma verranno individuati e tracciati da sistemi di visione artificiale e machine learning che ne consentiranno il riutilizzo, riducendo il quantitativo di ciò che viene scartato ed eliminato.

Il progetto è stato ideato in partnership con la Lumitics, una start-up di Singapore specializzata in tecnologia applicata al settore alimentare. I pasti serviti sui voli della classe economica di Etihad saranno monitorati per delineare schemi di consumo che aiutino a contenere il cibo buttato volo dopo volo. Per far questo il sistema si serve di Insight Lite un sistema che attraverso le coperture di stagnola o plastica che sigillano gli alimenti all’interno dei vassoi sa determinare il numero di pasti non consumati e di vaschette rimaste intatte, non appena il velivolo atterra.

Etihad Airways

Un dispositivo che si serve di Intelligenza Artificiale e image recognition, con un funzionamento rapido che agisce appena raggiunto l’aeroporto. Non solo è possibile identificare con esattezza la quantità ma anche il tipo di cibo inutilizzato, senza la necessità di alcuna interazione umana. Vediamo in modo più approfondito i vantaggi che questo innovativo sistema anti-spreco porterà a tutto il settore della ristorazione a bordo e all’aviazione.  Continua a leggere

Armani kosher a Dubai

L’Armani Hotel al Burj Khalifa ha aperto il primo ristorante kosher dell’emirato, a poche ore dalla firma dell’Abraham Accord. La comunità ebraica però, che conta 3.000 persone, esiste a Dubai dal 2000 ed è legata alla figura dell’uomo d’affari Solly Wolf, giunto nell’emirato 20 anni fa, che ne è presidente. Gli ebrei sul territorio emiratino hanno libertà di culto, tanto che la prima sinagoga risale al 2008. Attualmente vi sono due sinagoghe, guidate da due diversi rabbini, Ross Kriel e  Levi Duchman. L’Armani/Kaf, questo il nome del locale, accoglie turisti e imprenditori israeliani a Dubai, crocevia degli scambi commerciali e degli affari del Golfo Arabico.

Nel lussuosissimo albergo, situato nel grattacielo più alto del mondo, non ha solo aperto i battenti un ristorante kosher, ma anche il servizio in camera del prestigioso hotel risponderà ai requisiti della kasherùt (letteralmente adeguatezza), che rende le pietanze idonee ad essere consumate dal popolo ebraico. A supervisionare che tutti i dettami di purezza e le norme alimentari ebraiche vengano rispettati vi sarà Levi Duchman, Rabbino del Jewish Community Center già attivo a Dubai ben prima dell’ufficializzazione della normalizzazione dei rapporti tra Emirati Arabi Uniti e Israele. È lui che ha approvato le certificazioni di idoneità, Glatt Kosher e Pas Yisroel, rilasciate dalla Emirates Kosher Supervising Agency, l’unico ente certificatore kosher del Paese. Vediamo dove si trovi esattamente il nuovo locale di Dubai e quale chef prepari prelibatezze kosher.  Continua a leggere

Israele-UAE-Bahrain, prove di pace

La firma a Washington degli Abraham Accord tra Israele, Emirati e Bahrain è un’opportunità di stabilità per il Medio Oriente. Il Presidente americano Donald Trump, che ha dominato la scena nel corso dell’intera cerimonia alla Casa Bianca, ha sottolineato come “dopo decenni di divisioni e conflitti si può salutare l’alba di un nuovo Medio Oriente grazie al coraggio dei leader visionari di questi tre Paesi”. Un “cambiamento del corso della storia”, lo ha definito con toni trionfalistici Trump.

A ben guardare c’è più di un motivo per cui questi accordi di normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e due influenti Paesi del Golfo arabico, quali Emirati Arabi Uniti e Bahrain, acquistano un significato importante. Sullo sfondo aleggia la possibile intesa sugli aerei F-35 stealth fighter e gli EA-18G Growler che gli Stati Uniti potrebbero vendere agli Emirati, desiderosi da tempo di rinnovare i propri arsenali e che finora non potevano neppure sperare di poter acquistare. Dal canto suo il Bahrain ha più di un motivo per temere l’Iran, che fino al 1969 reclamava i territori bahreiniti come propri possedimenti. Inoltre il Bahrain, governato dalla casa reale sunnita, deve fare i conti con una maggioranza della popolazione sciita. Analizziamo insieme alcuni motivi che fanno sì che gli Abraham Accord contino e anche molto per i futuri equilibri della regione e gli assetti geopolitici mondiali.  Continua a leggere