Hacker turchi assaltano la Banca Nazionale

Un cyber attacco sferrato al cuore economico austriaco è stato per fortuna bloccato. Ad essere colpito, il sistema IT della Banca Nazionale dell’Austria. Lo conferma anche il Ministero dell’Interno. Gli hacker hanno inviato 5 milioni di email al minuto per mandare in tilt il sistema. Tecnicamente si chiama DoS (denial of service), stavolta però, non è andato a segno.

OeNB

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Secondo Christian Gutlederer, portavoce della OeNB (Österreichische Nationalbank) “l’attacco ha provocato solo un temporaneo malfunzionamento della home page del sito, risultata non disponibile per un breve lasso di tempo”. Inoltre Gutlederer assicura che “non vi è stato alcun accesso ai dati sensibili”. È ancora presto per trarre conclusioni, fa sapere il Ministero dell’Interno, anche se molti elementi sembrerebbero convergere su un gruppo di hacker turchi.

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La colla tiene Hofer sulla poltrona

Elezioni presidenziali austriache: la storia infinita. Democrazia messa a serio rischio dalla colla. Il ballottaggio slitta ancora. Non è uno scherzo, tutta colpa di una colla che non attacca. Dopo il pressappochismo e la faciloneria dimostrati da scrutatori e presidenti di seggio, i voti postali tornano a fare notizia, ad essere la pietra dello scandalo. Stavolta una colla difettosa, poco appiccicosa, è responsabile dello slittamento del ballottaggio che vede fronteggiarsi nuovamente Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer. Lo scontro è stato posticipato di altri 2 mesi, non si disputerà più il 2 ottobre, bensì il 4 dicembre. Nell’occhio del ciclone, ancora una volta, i voti postali e le buste che li custodiranno, realizzate con una colla che non fa appieno il proprio dovere: non chiude ermeticamente per un difetto di manifattura. Insomma, non sigilla le buste preposte a contenere le preferenze dei cittadini che votano a distanza, avvalendosi del voto postale, invalidandolo.

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Così il ballottaggio per le presidenziali si tinge di toni farseschi. Tanto che il quotidiano conservatore Die Presse ha titolato: “Republik Banane”, ovvero “La Repubblica delle Banane”. Arrivando a invocare un intervento dell’OSCE e dell’ONU, in mancanza di una democrazia degna di questo nome, che non è in grado di organizzare neppure semplici elezioni.  Continua a leggere



Austria: vietato velo integrale al lavoro

In Austria il divieto di indossare sul posto di lavoro il velo islamico integrale, quello per intenderci che lascia scoperti solo gli occhi, non è un atto discriminatorio. Lo ha stabilito qualche giorno fa la Corte Suprema di Giustizia austriaca (Der Oberste Gerichtshof), che ha respinto il ricorso di una donna musulmana, dipendente di uno studio notarile, licenziata per essersi rifiutata di non indossare più il velo integrale al lavoro. La motivazione della sentenza pone l’accento sul principio del volto scoperto, quale elemento essenziale alla base delle regole della comunicazione interpersonale in Austria. Impossibile, per la Suprema Corte austriaca, comunicare tra superiori e sottoposti, tra collega e collega, tra impiegati e clienti, senza avere il volto ben visibile.

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Vietare di portare il velo integrale non è discriminatorio. Di conseguenza l’ostinato rifiuto della donna di togliere il velo integrale nello studio nel quale era impiegata è stato giudicato motivo di giusta causa per il suo licenziamento.  Continua a leggere



Il borsino della fiducia

In Austria il neo nominato Cancelliere Federale, il socialdemocratico Christian Kern, è considerato il leader politico più credibile, aggiudicandosi il 53% delle preferenze del campione di austriaci consultati. È il risultato di un sondaggio fatto dall’Istituto di Ricerca sociale e Consulenza (SORA), uno dei più importanti istituti di ricerca nel Paese. Sempre stando all’indagine del SORA il leader politico con minore credibilità, fermo al 35%, sarebbe Heinz-Christian Strache. Subito dopo Kern si piazza il Vice-cancelliere, il cristianodemocratico Reinhold Mitterlehner, con il 49%. In terza posizione con il 42%Eva Glawischnig, alla guida dei Verdi. L’ex Cancelliere Werner Faymann nel 2015 aveva totalizzato il 42%, scendendo rispetto all’anno prima in cui aveva raccolto il 51% delle preferenze.

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Matthias Strolz, il capo dei NEOS, conquista invece il 40% delle preferenze. Strache con il suo 35%, tuttavia cresce in credibilità di un punto percentuale rispetto al 34% del 2015.  ll risultato del numero uno dell’FPÖ in ogni caso non stupisce: è destino delle opposizioni quello di non agire e non poter realizzare le promesse fatte. Da vedere se al di là delle enormi aspettative suscitate negli austriaci Kern mantenga questo risultato ragguardevole anche in futuro. Insomma sarà ancora il più credibile quando si passerà dalle parole ai fatti?  Continua a leggere



Uscita di sicurezza per Austria e Ungheria?

Sarà l’effetto Brexit, ma dopo il successo del Leave al referendum britannico in molti Paesi dell’Ue è forte la tentazione di sottoporre ai cittadini un quesito referendario pro o contro la permanenza nell’Unione europea. Soprattutto in quei Paesi dove sono cresciuti, o andati al governo, partiti di destra populista. Se Norbert Hofer, in Austria, prima propone l’Auxit, poi a distanza di alcuni giorni fa marcia indietro, il premier ungherese Viktor Orban vuole sottoporre ai cittadini la questione dei migranti. Nel frattempo l’Austria decide di intensificare i controlli di tutti coloro che arrivano dall’Ungheria. Per tutta risposta le autorità magiare iniziano a fare altrettanto. Risultato: tra lunedì e mercoledì della scorsa settimana le code per chi entrava in Austria dall’Ungheria e viceversa erano chilometriche. Che siano prove tecniche di uscita? Riprendendo, sia pure temporaneamente e in modo mirato, controlli in vigore prima della libera circolazione di persone e merci?

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Nel radar della polizia austriaca ufficialmente ci sono i trafficanti di esseri umani. Le organizzazioni senza scrupoli che prosperano alle spalle di migranti disperati. Ad essere controllati sono soprattutto i furgoni. È alta la paura che possa verificarsi un altro incidente come quello dell’estate scorsa, quando un camion fu trovato lungo l’autostrada, tra Neusiedl e Parndorf, con 71 migranti morti per soffocamento.  Continua a leggere



La Corte austriaca, l’Australia, i canguri

C’è ancora chi confonde l’Austria con l’Australia. E tanta è la confusione che a Vienna, tra i vari souvenir, si vendono anche magliette con su scritto: No Kangaroos in Austria. Eppure il destino di questi due Paesi sembra intrecciarsi di continuo ultimamente. Prima in materia d’immigrazione, con la discussa proposta del Ministro Sebastian Kurz. Ora con un parallelismo sulle questioni elettorali.

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L’Austria che dopo la decisione della Corte Costituzionale ripeterà il prossimo 2 ottobre le presidenziali, perché nello scrutinio dei voti sono emerse irregolarità diffuse in moltissimi dei 117 distretti. L’Australia che invece ha votato per le elezioni federali sabato 2 luglio e ancora non sa il risultato. Per conoscere l’esito delle elezioni australiane ci vorranno ancora giorni, tanto che il Paese affronterà un’altra settimana senza governo. Se l’esito del referendum per la Brexit lo abbiamo conosciuto in poco più di 6 ore dalla chiusura delle urne e se quello delle presidenziali austriache, vista la presenza di voti postali da conteggiare per legge solo il giorno successivo alla chiusura dei seggi, lo abbiamo saputo il lunedì 23 maggio attorno alle 16, in Australia si resterà con il fiato sospeso per giorni e giorni. Però non per insipienza degli scrutatori, bensì perché questo prevedono le procedure, con l’obiettivo anche di evitare errori.  Continua a leggere



Austria: tutto da rifare! Ballottaggio annullato

Tutto da rifare! Le elezioni presidenziali del 22 maggio scorso saranno ripetute. Una decisione di portata storica. È la prima volta che in Austria viene annullato un ballottaggio. Si voterà di nuovo in autunno, tra fine settembre e inizio ottobre, per scegliere il nuovo Presidente della Repubblica. Così ha deciso la Corte Costituzionale, accettando il ricorso presentato dall’FPÖ di Heinz-Christian Strache.

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Ad annunciarlo il Presidente della Corte Gerhart Holzinger. “Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia -ha detto- e il nostro compito è di garantirne il regolare svolgimento. La sentenza non determina né vincitori, né vinti, ma serve a ristabilire fiducia nelle istituzioni e deve rafforzare il nostro Stato di diritto”. Il Presidente della Corte Holzinger ha anche affermato che nessuna delle deposizioni rilasciate da oltre una novantina di testimoni ascoltati “ha messo in alcun modo in evidenza brogli”.  Continua a leggere



Presidenziali nel caos: si riapre il duello?

Caos in Austria. Prima il duello serrato alle presidenziali vinto per un pugno di voti da Alexander Van der Bellen. Poi il ricorso presentato dal candidato dell’FPÖ Norbert Hofer per presunte irregolarità nel conteggio dei 759.968 voti postali e su una possibile alterazione del risultato elettorale. Ora l’attesa è tutta per il verdetto della Corte Costituzionale (Verfassungsgerichtshof), chiamata a pronunciarsi in merito, per stabilire se ci siano stati brogli. Un verdetto atteso per domani.

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L’Hofburg-gate si ingigantisce di giorno in giorno. Sullo spoglio delle schede emergono pasticci e approssimazione. In alcuni distretti, 6 per l’esattezza, c’è stata la violazione delle procedure: le schede postali sono state scrutinate in anticipo rispetto alle norme previste dalla legge. L’audizione di oltre 67 testimoni, da 20 distretti, che hanno deposto nell’arco di 30 ore davanti ai 14 giudici costituzionali, ha fatto luce su una gestione tutt’altro che precisa e rispettosa delle regole. Le polemiche imperversano sui media. Risultato: la confusione regna sovrana sulla successione della Presidenza della Repubblica austriaca. Van der Bellen si insedierà davvero l’8 luglio all’HofburgContinua a leggere



Prima Brexit, poi Auxit?

Dopo la Brexit è la volta dell’Auxit? O come dicono gli austriaci dell’Öxit? A chiedere l’uscita dell’Austria dall’Ue è l’ex candidato alle presidenziali e vice capo dell’FPÖ, Norbert Hofer. Il temuto effetto domino post Brexit sta forse per trasformarsi in realtà? Hofer sembra essere determinato, il suo appare come un ultimatum. C’è tempo un anno per imprimere all’Ue una svolta diversa, per abbandonare il centralismo e snellire la burocrazia.

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Se l’Unione europea proseguirà verso una deriva sempre più dirigista e centralista, e se la Turchia dovesse davvero entrare a far parte dell’Unione, il numero due del Partito della Libertà propone anche in Austria un referendum analogo a quello inglese, pro o contro l’uscita dall’Ue. Così com’è l’Unione è disegnata male e non funziona, dice Hofer. Se non saranno recuperati i valori fondanti, se non si ridefiniranno gli equilibri, rilancia il numero due dell’FPÖ, occorrerà chiedere agli austriaci se vogliono ancora farne parte.  Continua a leggere



A tu per tu con il Presidente

In una tiepida sera estiva viennese, ho avuto l’onore e il privilegio di essere l’unica giornalista a intervistare il Presidente Federale austriaco uscente Heinz Fischer. L’occasione, un concerto di musica jazz a Palais Metternich a Vienna. Un uomo affabile e dotato di grande senso dell’umorismo, Fischer.

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Tutto è iniziato con le note seducenti del compositore e pianista Glauco Venier, accompagnato da Alessandro Turchet al contrabbasso e Luca Colussi alla batteria. Prima l’intensità di pezzi composti da Venier, espressione autentica della sua terra d’origine, il Friuli. Poi riecheggiano brani di Peter Gabriel, Madonna, Frank Zappa e Jimi Hendrix jazzati. Per finire, uno scambio di battute divertentissimo. A Glauco Venier che si dice emozionato perché non ha mai suonato per un Presidente della Repubblica, Heinz Fischer risponde che è lui a non aver mai ascoltato in tutta la sua vita un trio italiano, il cui leader è un musicista friulano, che suona Jimi Hendrix in versione jazz, a Palazzo Metternich, sede dell’Ambasciata d’Italia a Vienna.

Di seguito il frutto del nostro incontro.  Continua a leggere