La Corte austriaca, l’Australia, i canguri

C’è ancora chi confonde l’Austria con l’Australia. E tanta è la confusione che a Vienna, tra i vari souvenir, si vendono anche magliette con su scritto: No Kangaroos in Austria. Eppure il destino di questi due Paesi sembra intrecciarsi di continuo ultimamente. Prima in materia d’immigrazione, con la discussa proposta del Ministro Sebastian Kurz. Ora con un parallelismo sulle questioni elettorali.

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L’Austria che dopo la decisione della Corte Costituzionale ripeterà il prossimo 2 ottobre le presidenziali, perché nello scrutinio dei voti sono emerse irregolarità diffuse in moltissimi dei 117 distretti. L’Australia che invece ha votato per le elezioni federali sabato 2 luglio e ancora non sa il risultato. Per conoscere l’esito delle elezioni australiane ci vorranno ancora giorni, tanto che il Paese affronterà un’altra settimana senza governo. Se l’esito del referendum per la Brexit lo abbiamo conosciuto in poco più di 6 ore dalla chiusura delle urne e se quello delle presidenziali austriache, vista la presenza di voti postali da conteggiare per legge solo il giorno successivo alla chiusura dei seggi, lo abbiamo saputo il lunedì 23 maggio attorno alle 16, in Australia si resterà con il fiato sospeso per giorni e giorni. Però non per insipienza degli scrutatori, bensì perché questo prevedono le procedure, con l’obiettivo anche di evitare errori. 

Australia: perché aspettare così tanto?

Il conteggio dei voti in Australia viene preso con estrema serietà, soprattutto dopo che nel 2013 si sono perse 1.375 schede alle elezioni federali per il Senato dell’Australia Occidentale. Da allora la AECAustralian Electoral Commission, ha messo in piedi un sistema sicurissimo per trasportare le schede tra i vari distretti. Tanto sicuro che adesso ci vogliono due giorni perché giungano a destinazione senza andare perdute, o rischiare di essere manipolate. 

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Austria: crolla il mito dell’efficienza

Lo scenario austriaco che si è dischiuso dopo il ricorso presentato dal candidato della destra radicale Norbert Hofer, invece, ha soprattutto mostrato come nei vari distretti ci sia stato uno scarso rispetto delle regole. Una “sciatteria diffusa”, come l’ha definita la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sua storica sentenza. Infatti mai prima d’ora un ballottaggio era stato annullato. Gli occhi del mondo intero erano puntati sull’Austria perché per la prima volta poteva diventare Presidente della Repubblica un candidato dell’ultradestra. Le pressioni del Ministero dell’Interno per avere l’esito dei conteggi in tempi rapidi sono state molto forti. La risposta dei vari seggi e distretti non è stata quella dell’efficienza. Al contrario si sono verificate numerose irregolarità, soprattutto con lo spoglio dei voti postali iniziato in anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge, sgretolando così il mito della efficienza e precisione asburgica.

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Australia: un sistema complesso di preferenze

Il Parlamento australiano è bicamerale: per la Camera dei deputati (House of Representatives) vige un sistema maggioritario con preferenza a turno secco. Per il Senato (Senate) un sistema proporzionale. Il sistema di scrutinio dei voti australiano è comunque complesso e prevede procedure che richiedono più giorni. La sera della chiusura dei seggi avviene unicamente lo spoglio dei voti ordinari. Nessuno scrutinio, invece, dei voti postali. In pratica si contano le prime preferenze per la Camera Bassa, dove vengono anche individuati i due candidati più votati. Inoltre si contano le prime preferenze del Senato.

In Australia fanno la conta per bene

Inoltre l’assegnazione delle preferenze è un complicatissimo e continuo conteggio e riconteggio, con annessa attribuzione di preferenze. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta si procede con l’eliminazione del candidato con il minor numero di voti, per poi ripartire le preferenze in favore degli altri candidati più votati, con ulteriori successive eliminazioni e assegnazioni di preferenze, finché un candidato non raggiunga una maggioranza assoluta. Inutile addentrarsi nei dettagli. La sostanza è che occorrono settimane per avere la certezza di chi abbia vinto. Impensabile nell’era del web!

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Coniugare correttezza e velocità ai tempi di internet

In un mondo dominato e cambiato così profondamente della presenza di internet, alla fine le elezioni federali australiane si trasformano quasi in una soap opera d’altri tempi, precipitando il Paese in una situazione di limbo per giorni e settimane. In Austria, al contrario, si è costretti a rivotare perché di fatto non si è stati capaci di applicare le procedure previste dalla legge coniugando il rispetto delle norme con i tempi stretti di un mondo che va sempre più veloce. Pressanti erano le richieste dei media e dei commentatori che ormai informano in tempo reale. Giuste le aspettative dei candidati che esigono di conoscere i risultati prima possibile, ma che devono poter essere sicuri che i loro diritti vengano rispettati e i principi democratici applicati con serietà. 

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La democrazia nell’era della globalizzazione

Le irregolarità commesse alle elezioni presidenziali austriache sono senza dubbio esecrabili. Anche se fa un po’ sorridere la notizia che alcuni esponenti dell’ÖVP vogliano chiedere la presenza di una delegazione dell’OSCE al prossimo ballottaggio del 2 ottobre. Notizia ancora non confermata dall’OSCE. Tuttavia c’è da chiedersi se sia giusto rivotare dopo così tanto tempo, quando lo scenario austriaco, europeo e mondiale è così drasticamente mutato. Tutto un altro contesto rispetto al 22 maggio scorso. La vittoria della Brexit e gli ultimi sanguinosi attentati terroristici peseranno come macigni, entrando prepotentemente nel dibattito politico e nella lunga campagna elettorale.

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Un conflitto d’interesse non trascurabile

Inoltre l’incarico della Presidenza Federale assegnato dalla Costituzione ad interim al Consiglio Nazionale, per la prima volta per un tempo così lungo, creerà un inedito conflitto d’interesse. Hofer è uno dei due vice presidenti del Consiglio Nazionale e quindi non solo correrà come candidato alle elezioni, ma svolgerà anche la funzione di Presidente con i suoi due colleghi Doris Bures (Presidente) e Karlheinz Kopf (vice-presidente) per quasi tre mesi, di fatto godendo di una copertura mediatica maggiore rispetto al suo avversario di centrosinistra Alexander Van der Bellen.

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Il sistema democratico è fatto da pesi e contrappesi, ma possiamo davvero dire che in questo caso il rispetto delle regole, ossia la decisione presa dalla Corte di ripetere il voto, non abbia in alcun modo alterato il regolare corso democratico? Forse è meglio aspettare di più per conoscere il risultato elettorale come in Australia e non vedersi annullare un ballottaggio come è accaduto in Austria, perché per la fretta si è deciso di non rispettare la legge. Fare i canguri in Austria, come ricorda la famosa t-shirt, non paga.

 

2 risposte a “La Corte austriaca, l’Australia, i canguri

  1. grazie. analizzando e riflettendo sul concetto del tuo articolo , ho meglio capito il principio del conflitto d’interesse.

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