Migranti: svolta australiana a Vienna?

I rifugiati continuano a essere al centro del dibattito politico in Austria, soprattutto dopo il terremoto elettorale delle presidenziali. La proposta del Ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz (ÖVP) di adottare in Europa il modello australiano in materia di migranti, è arrivata come una doccia fredda sul governo del Cancelliere Christian Kern. L’armonia che aveva apparentemente contraddistinto le fasi iniziali del nuovo esecutivo hanno lasciato il posto alle solite schermaglie tra rossi e neri, tra socialdemocratici e popolari. Un déjà vu che ha stancato gli elettori austriaci. Sebastian Kurz vorrebbe che i migranti giunti illegalmente in Europa venissero tutti deportati a Lesbo, impedendo loro l’accesso all’Europa continentale, trattenendo così i rifugiati nell’enorme centro di accoglienza-prigione nel quale si trasformerebbe l’isola greca. 

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Insomma il Ministro degli Esteri Kurz auspicherebbe per l’Austria e per l’Europa una soluzione che argini l’afflusso dei migranti, in tutto simile a quella messa in atto in Australia, compresa la politica sui richiedenti asilo.

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I rifugiati vanno in scena

I rifugiati vanno in scena, raccontando le loro storie sul palco. Si intitola Badluck, sfortuna, cattiva sorte, la performance al Teatro Nestroyhof Hamakom di Vienna, della quale proprio mercoledì c’è stata l’ultima replica. Uno spettacolo che si è protratto per circa nove settimane, recitato quasi completamente in inglese. Sull’onda del successo, in tempi brevi, questo lavoro teatrale sarà trasformato anche in un film. Sul palcoscenico non ci sono attori professionisti. Solo persone normali con le loro piccole storie di vita quotidiana. Sullo sfondo, l’inferno della guerra.

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Attorno a una struttura fissa, stabilita, c’è sempre spazio per l’introduzione di nuovi elementi, legati anche all’attualità. È stato necessario recuperare attraverso i ricordi le storie di ognuno, con un delicato lavoro di maieutica, per far emergere dai recessi della memoria la loro vita, cercando di rendere quel groviglio di emozioni e sensazioni, che di fatto è l’umano esistere. Ecco perché alcune parti cambiano di volta in volta. Spesso vengono inserite le reazioni dei rifugiati-attori ai fatti drammatici che accadono in Siria o in Iraq. I bombardamenti a Baghdad, o al campo profughi in Siria, hanno reso potenti e dense di pathos alcune delle repliche, come quella intensissima dello scorso 12 maggio.  Continua a leggere

Austria: venti agitati sulle presidenziali

Le presidenziali che si terranno il 24 aprile non saranno elezioni che si risolveranno alla prima tornata. Sicuramente sarà necessario andare al ballottaggio il 22 maggio, perché nessun candidato è così forte da essere in grado di conquistare la maggioranza dei voti al primo colpo. Anzi è caccia all’ultimo voto, in una corsa disperata ad accaparrarsi il favore di un elettorato che mai come stavolta sembra diviso, ondivago e sfuggente.

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I sentimenti che serpeggiano tra gli austriaci sono contrastanti. Una porzione del Paese guarda con crescente sospetto e paura al gran numero di rifugiati che si sono riversati sul suolo austriaco negli ultimi mesi. Ecco perché la crisi dei rifugiati ha dominato e domina la campagna elettorale.  Continua a leggere

Pagati per andarsene

Sono 2.800 i rifugiati che hanno presentato richiesta di asilo in Austria e che sono stati rimandati a casa nei primi tre mesi del 2016. L’anno scorso le richieste di asilo non andate a buon fine e i migranti espulsi dal territorio austriaco sono stati 8.365. Negli ultimi mesi, però, la politica in materia d’immigrazione è molto cambiata in Austria. Attualmente sono previste misure che favoriscono il più possibile il ritorno dei rifugiati nei loro Paesi d’origine.

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Un rimpatrio che, invece di assumere il carattere della deportazione, che tra l’altro implica costi ingenti, si trasforma in una scelta volontaria.  Continua a leggere

Il tetto sui richiedenti asilo in Austria è illegittimo?

Il tetto imposto dall’Austria sul numero di richiedenti asilo è o non è illegittimo? Da un lato il limite di 37.500 imposto per il 2016 dalle autorità austriache sul numero dei richiedenti asilo sembrerebbe non contravvenire alcuna norma dell’Unione Europea, secondo uno studio commissionato dal governo federale austriaco del quale ha dato notizia la Reuters. Dall’altro, però, il Presidente della Corte Costituzionale austriaca, Gerhart Holzinger, sembra aver definito il tetto massimo imposto dall’Austria illegittimo e incostituzionale, secondo quanto pubblicato dalla stampa austriaca.

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Il dibattito è acceso e controverso. Il Cancelliere austriaco Werner Faymann (SPÖ) ha più volte chiesto alla Germania di introdurre a sua volta un tetto massimo giornaliero sul numero di richiedenti asilo. Anche il Vice Presidente Reinhold Mitterlehner (ÖVP) ha ribadito che la cosiddetta “rotta balcanica” deve rimanere chiusa. Nell’arco del 2015 l’Austria, un Paese con 8,5 milioni di abitanti, ha ricevuto 90.000 richieste di asilo. Continua a leggere

Spot anti-rifugiato in Afghanistan, niente asilo in Austria

Il governo di Vienna sta per lanciare una campagna pubblicitaria per dissuadere i rifugiati provenienti dall’Afghanistan dal richiedere asilo in Austria per motivi economici. “I trafficanti di esseri umani mentono, informatevi! Niente asilo in Austria per motivi economici” esordisce così lo spot, che si ripropone di funzionare come deterrente per migliaia di afghani disperati in cerca di standard di vita migliori sul territorio austriaco. Il battage pubblicitario prevede spot sui social media e in tv, ma anche poster e cartelloni pubblicitari per le strade. Un vero bombardamento mediatico su Facebook, in televisione, per le strade di cinque tra le maggiori città dell’Afghanistan, sugli autobus della capitale Kabul, su oltre un migliaio di siti web afghani, per far diminuire drasticamente all’origine il numero di migranti e far capire loro che in Austria non riceveranno un caloroso benvenuto.

 BMI / Alexander Tuma

BMI / Alexander Tuma

“L’Afghanistan rappresenta il primo passo di questa campagna pubblicitaria -spiega il Ministro dell’Interno federale austriaco Johanna Mikl-Leitner– ma a mano a mano verranno aggiunti altri Paesi”.  Continua a leggere

In Grecia è quasi crisi umanitaria, mentre l’Austria non toglie il tetto sui rifugiati

Sono oltre 8.500 i migranti bloccati al confine nord della Grecia, nel piccolo villaggio di Idomeni, in un campo profughi attrezzato per ospitare non più di 1.500 persone. L’UNHCR fa sapere che sono 20.000 i migranti rimasti intrappolati sul territorio greco, dopo che l’Austria e altri Paesi balcanici hanno intensificato i controlli alle frontiere e hanno in vari casi imposto tetti massimi sul numero di migranti in transito giornalmente.

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Il rischio è che entro la fine di marzo i migranti bloccati in Grecia possano diventare 70.000.  Continua a leggere

Ue sotto scacco, stretta tra muri e migliaia di rifugiati

Il futuro dell’Unione Europea è messo a rischio. Il grido d’allarme arriva dall’Austria. “Occorre ridurre il flusso di rifugiati immediatamente, ne va della sopravvivenza dell’Ue” dice il Ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner a chiusura dell’incontro dei Paesi dei Balcani Occidentali che si è tenuto ieri a Vienna.

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In assenza di una risposta unitaria e condivisa, le nazioni lungo i Balcani sono state costrette a ridurre l’afflusso di migranti, con il pericolo che la situazione possa degenerare in una vera e propria crisi umanitaria.  Continua a leggere

Istruzione negata a una bambina

Shalizah è una bambina afghana di circa 12 anni. È fuggita da quelle porzioni di Afghanistan ancora sotto il controllo dei Talebani. Ha lasciato il suo Paese assieme alla sua famiglia: madre, padre e un fratellino più piccolo. Hanno fatto richiesta di asilo in Austria e sono ancora in attesa della chiusura della loro pratica. Per lei, il diritto all’istruzione era negato, perché alle donne, in alcune parti dell’Afghanistan ancora oggi non è consentito studiare.

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A Vienna Shalizah potrebbe avere l’opportunità della vita, potrebbe coronare il suo sogno di diventare un giorno una scienziata capace di lasciare un segno nella storia.  Continua a leggere

Austria blindata a prova di rifugiato

L’Austria decide di mettere un tetto massimo alle richieste giornaliere di asilo: non ne saranno accettate più di 80 al giorno. Una contromisura resa necessaria dall’afflusso massiccio di migranti che preme quotidianamente ai confini meridionali.

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L’annuncio è stato dato ieri dal Ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner. Inoltre il governo austriaco garantirà ogni giorno l’entrata di soli 3.200 rifugiati, che intendano presentare domanda d’asilo in altri Paesi limitrofi. Tali misure entreranno in vigore a partire da domani. In mancanza di una soluzione data dall’Unione Europea, l’Austria, fortemente sotto pressione per il numero elevatissimo di migranti accolti e transitati sul suo territorio, deve, secondo il Ministro dell’Interno, adottare una soluzione in modo autonomo, per arginare il flusso di migranti e per poter salvaguardare le proprie frontiere. E anche oggi, prima del vertice Ue di Bruxelles, il Vice Cancelliere Reinhold Mitterlehner ha dichiarato che l’Austria è stata costretta ad agire unilateralmente, inasprendo la politica nei confronti dei migranti, in mancanza di una politica “solidale” dell’Ue.  Continua a leggere