COP28, Italia al top nelle rinnovabili

Alla COP28 di Dubai un workshop organizzato dall’Agenzia ICE accende i riflettori sull’Italia, quinto esportatore al mondo di tecnologie ambientali. Il veto annunciato dall’OPEC è arrivato come una doccia fredda alla Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che si avvia verso la fine. Sembra ormai assai improbabile raggiungere un accordo unanime sulla dismissione dei combustibili fossili con un calendario coerente con il limite di 1,5 gradi centigradi di riscaldamento globale del Pianeta e il raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2050. In uno scenario nel quale il fattore tempo è determinante, perché la crisi climatica non aspetta i cicli della politica, si profilano per il nostro Paese opportunità di partnership e collaborazione negli Emirati e nella più ampia area del GCC per fornire soluzioni e componentistica d’avanguardia per sviluppare il settore delle energie rinnovabili in una regione in cui l’economia è ancora prevalentemente basata sui combustibili fossili.

“COP28 è sicuramente un appuntamento importante. È iniziato con una buona notizia per quanto riguarda il fondo sulle compensazioni e speriamo però che possa consentire di portare a casa di più. C’è ancora speranza -mi dice Lorenzo Galanti, Direttore Generale dell’Agenzia ICE– In questo contesto però quello che ci interessa è anche che sia un’occasione di sensibilizzazione sul tema della transizione ecologica e sull’urgenza, anche nella prospettiva delineata a Dubai dal Presidente del Consiglio Meloni, e cioè di una sostenibilità che sia tanto ambientale, ma anche sociale ed economica. Questo è un approccio di cui l’Italia si è fatta portatrice e che credo sia importante, ed è condiviso anche da altri Paesi”. Scopriamo di più sul workshop dell’Agenzia ICE al Padiglione Italia alla COP28 di Dubai. 

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Dubai, la moda Made in Italy vince

Taller Marmo, fashion brand italiano nato a Dubai, spopola in Medio Oriente e non solo. A crearlo, Riccardo e Yago, innamorati dei caftani. Il loro sodalizio è iniziato a Milano. Si sono conosciuti mentre frequentavano entrambi un corso di moda triennale che poi non hanno mai portato a termine. Sono l’esempio più vivido di come la creatività unita all’azione porti a risultati di successo, quando a sostenerla c’è anche uno spirito imprenditoriale fuori dal comune. Riccardo Audisio, italiano, e Yago Goicoechea, argentino, sono una coppia nella vita e nel lavoro. Li ho incontrati in occasione di un evento a Dubai, una serata in cui a fianco di influencer locali, clienti e amiche che indossavano gli abiti dell’ultima collezione si esibiva anche Omar Souleyman, il famoso cantante di origini siriane che incanta il Medio Oriente con uno stile multiculturale e vanta collaborazioni con giganti della musica come Bjork. “Yago ed io ci siamo conosciuti a scuola, l’Istituto Marangoni di Milano. Era un corso di tre anni e noi ne abbiamo frequentati solo due -mi racconta Riccardo Audisio- Yago è argentino ed è venuto in Italia da solo per studiare. Poi abbiamo deciso di lasciare la scuola e quasi per caso di trasferirci a Dubai. All’epoca avevamo vent’anni appena compiuti, quindi non potevamo neppure aprire la società perché eravamo troppo piccoli”.

Era il 2012, un anno in cui Riccardo e Yago si prendono il tempo necessario per studiare il mercato, costruire la loro idea stilistica e imprenditoriale. Sarà solo l’anno successivo, nel 2013, che fonderanno la loro azienda a Dubai. “Siamo stati a Dubai per tre anni e mezzo -prosegue Riccardo- Poi visto che abbiamo sempre realizzato tutto in Italia, facendo tutto Made in Italy, eravamo costretti a fare troppe volte avanti e indietro con l’Italia, così siamo tornati a Milano, abbiamo comprato l’ufficio e iniziato ad avere dipendenti, creando l’azienda vera e propria. Perché all’inizio eravamo due ragazzini che giocavano a fare gli stilisti”. Scopriamo di più su Taller Marmo e sui due fashion designer che lo hanno creato. 

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Emirati, infrastrutture Made in Italy

L’Expo supera 20 milioni di visite e l’Agenzia ICE fa un bilancio di 6 mesi di attività promozionale del Made in Italy e dell’internazionalizzazione delle PMI italiane. 4.000 incontri B2B per 800 aziende italiane con 300 operatori, distributori, importatori, buyer, agenti arrivati, nonostante la pandemia, da oltre 25 Paesi. Queste le tante iniziative organizzate dall’ICE per mostrare l’immagine dell’Italia dell’innovazione, che emergono con la forza dei numeri nell’incontro “Connecting Infrastructures: Transports, Logistics and Networks” organizzato al Padiglione Italia. “Questo è il 14esimo Innovation Talk con cui si chiudono le nostre attività di internazionalizzazione connesse all’Expo, ma continueranno nei giorni a seguire -mi dice Roberto Luongo, Direttore Generale dell’ICE- Mi piace sottolineare che abbiamo partecipato a 20 fiere in questi sei mesi e abbiamo avuto 4mila incontri bilaterali con portato 300 delegati da 25 Paesi, anche quelli limitrofi come Iraq, Giordania, Egitto e Paesi dell’Estremo Oriente. Quanto realizzato ci consentirà di preventivare un programma di azioni future”.

14 Innovation Talk organizzati dall’ICE al Padiglione Italia e 9 diverse iniziative nelle quali sono stati coinvolti 75 relatori italiani e molti rappresentanti di istituzioni, imprese, università emiratine e internazionali. “Il nostro è uno dei dieci Paesi focus con i quali gli Emirati Arabi Uniti intendono aumentare del 10% l’interscambio commerciale nei prossimi anni. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo realizzato questi Innovation Talk, per dare un panorama sull’Italia -sottolinea Luongo- Con gli Emirati abbiamo circa 8 miliardi di interscambi, in crescita del 6-7% nel 2021 rispetto al 2019”. A delineare il ritratto di un’Italia tecnologica e dalle elevate competenze in settori chiave dell’innovazione è anche l’Ambasciatore d’Italia negli Emirati, Nicola Lener: “Il contributo italiano in tecnologia e innovazione è importante. Siamo qui per partenariati con aziende degli Emirati e della regione e vogliamo davvero continuare a investire in cooperazione, nell’innovazione e tecnologia, specialmente nel campo delle infrastrutture”. Scopriamo di più sull’Innovation Talk “Connecting Infrastructures: Transports, Logistics and Networks”, sulle competenze italiane in ambito infrastrutturale e sulle future partnership con gli Emirati.  Continua a leggere



Dubai, l’Expo celebra l’Italia

L’Expo 2020 Dubai rende onore all’Italia e anche la maestosa cupola di Al Wasl Plaza si illumina dei colori della nostra bandiera. Una giornata nazionale celebrata con la visita ufficiale del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Padiglione Italia e iniziative di business promosse da ItalyExpo 2020 e ITA – ICE Agenzia che puntano i riflettori sul nostro Paese, che si avvia verso la transizione ecologica ed è pronto ad attrarre investimenti stranieri.

L’Italia possiede solide realtà industriali e un tessuto imprenditoriale maturo in settori quali elettronica, Intelligenza Artificiale, robotica, aerospazio, automazione, meccatronica, elettronica dei semiconduttori, farmaceutico, biomedicale, ICT. Design, moda e agroalimentare, settori trainanti del Made in Italy e simbolo della creatività e dell’ingegno italiani nel panorama internazionale, non esauriscono la nostra competenza e competitività. Il nostro Paese è anche molto forte nell’innovazione tecnologica, ambito in cui vanta expertise apprezzate in tutto il mondo riuscendo a conquistare posizioni di sempre maggior rilievo.

Scopriamo insieme di più sul Padiglione Italia, tra i più visitati di Expo 2020, sulle ricadute di business per il nostro Paese e sulla visita del Ministro Di Maio.   Continua a leggere



Moda etica nella grigia Vienna

L’invisibile prende forma. Si veste di colori vivaci e diventa borsa. Etica ma di lusso, la mini bag Wafaa arriva a Vienna, illuminandola. La si può ammirare e acquistare all’interno dell’hotel Andaz Am Belvedere, concept dell’ospitalità firmato Hyatt. Sulla pelle morbida e pregiata con cui è realizzata sbocciano fiori che sono piccoli guizzi di creatività. Wafaa non è solo una borsa di grande artigianato italiano, è il simbolo bello e gioioso di un’opportunità. Un Made in Italy dal design raffinato che dell’empowerment di categorie fragili fa il proprio elemento fondante. Wafaa è uno scrigno di emozioni, in cui bellezza e giustizia sociale arrivano a compenetrarsi. Behuman, l’azienda italiana che produce la mini bag, ha infatti deciso di intraprendere la strada dell’imprenditoria sostenibile e solidale, offrendo chance di inclusione sociale a chi non le aveva, donando la speranza di un futuro lavorativo a chi era negato, rendendo possibile l’impossibile. Wafaa supera il concetto di borsa per diventare un “contenitore di ottimismo” come amano definirla i suoi creatori.

Espressione di un lusso consapevole, coniuga design accattivante, materie prime di alta qualità, tradizione artigianale, linee minimaliste, e può essere personalizzata a seconda del look, regalando a chi la indossa il soffio vitale dell’energia positiva che promana dalla sua storia. Il progetto coinvolge infatti una designer 30enne di origine marocchina, Wafaa Moukabil, che alla mini bag ha dato il suo nome, e Tommy Nicoletti, un giovane artista che attraverso la pittura ha trovato la propria dimensione esistenziale ed espressiva. Senza Behuman entrambi sarebbero rimasti invisibili. Scopriamo di più sulla mini bag, su Wafaa, Tommy e Behuman, l’azienda italiana che la realizza.   Continua a leggere



Nel giardino dei samurai

Tokyo doveva essere la destinazione dell’estate 2020, grazie alle Olimpiadi. Anche senza giochi, slittati causa COVID-19, c’è più di un motivo per visitarla. Una breve vacanza a Tokyo è possibile, purché si abbia a disposizione qualche giorno. Si vola per esempio con Emirates anche dall’Europa, facendo eventualmente scalo a Dubai. Oppure con volo diretto di altre compagnie. Bisognerà però aspettare fino al 31 agosto, perché in Giappone sono ancora in vigore misure restrittive che vietano l’ingresso ai cittadini di 146 Paesi compresa l’Italia, con possibilità di ulteriori proroghe. Anche grazie all’isolamento con l’esterno, la pandemia in Giappone si è mantenuta su livelli contenuti, consentendo uno stato di emergenza meno duro rispetto a quello italiano. Basti confrontare i casi totali di coronavirus nella capitale, ad oggi 7.000, e quelli registrati in tutto il Paese, poco più di 20.000, confrontandoli con quelli dell’Italia che ne ha avuti 245.338, di cui 95.633 in Lombardia. Questo contenimento dei contagi rende il Giappone e la sua capitale luoghi sicuri, anche se per il momento restano interdetti agli stranieri a qualsiasi titolo (business, studio, turismo).

Tra i gioielli che Tokyo custodisce c’è anche la suggestiva sede dell’Ambasciata d’Italia, forse la rappresentanza diplomatica più bella tra tutte quelle ospitate, che racchiude al suo interno anche un giardino storico di raro pregio. I rapporti ufficiali tra l’Italia e il Paese del Sol Levante iniziano nel maggio 1866, con l’arrivo della corvetta “Magenta” nel porto di Yokohama. Appena tre mesi dopo i due Paesi firmano un Trattato di Amicizia e Commercio. Vediamo insieme il giardino e il palazzo dell’Ambasciata, scoprendo inedite curiosità anche sui rapporti tra Italia e Giappone.  Continua a leggere



Dubai e la cupola Made in Italy

Nel sito di Expo 2020 è stata completata la cupola di Al Wasl Plaza. Un monumento iconico che resterà come segno architettonico distintivo di Dubai. Il pezzo finale, costituito dalla calotta di metallo intrecciato, è stato realizzato dall’impresa italiana Cimolai Rimond.

La scenografica copertura del cuore pulsante del sito di Expo 2020 si trasformerà in un gigantesco schermo panoramico immersivo a 360 gradi, il più grande del mondo, sul quale saranno proiettate immagini e filmati che arricchiranno l’esperienza del pubblico dell’Esposizione Universale di Dubai.

La cupola di Al Wasl Plaza è uno degli elementi più importanti delle strutture permanenti di Expo 2020 che resteranno in eredità all’emirato. Scopriamo insieme qualche curiosità in più su questa spettacolare opera architettonica “Made in Italy”. Continua a leggere



Sapori d’Italia a Dubai

Lo Speciality Food Festival ha inondato Dubai di sapori, profumi, cibi e ingredienti gourmet provenienti da tutto il mondo. In questa fiera dei prodotti agroalimentari di nicchia più grande del Medio Oriente si possono trovare dalle spezie rare come il pepe del Sichuan agli ortaggi freschi biologici, dai datteri più pregiati al pane appena sfornato, fino ai dolci artigianali provenienti da luoghi lontani del pianeta. L’Italia, con la sua biodiversità, con i suoi prodotti Igp e Dop, e con la ricchezza delle proprie tradizioni regionali ha avuto un ruolo di primo piano.

Il centro catalizzatore è stato l’ampio padiglione dell’ITA (Italian Trade Agency – ICE), che ha ospitato una quarantina di aziende provenienti da ogni parte del nostro territorio, mettendo in mostra alcuni dei fiori all’occhiello del settore agroalimentare italiano. Tra gli stand dell’ITA c’era il meglio del cibo “Made in Italy”, dai formaggi ai cannoli siciliani, dalle olive da tavola e l’olio extravergine d’oliva ai confetti artigianali. Una porzione del padiglione dell’ITA ha permesso di scoprire tutti i segreti della vera colazione all’italiana.

Nel Breakfast Made in Italy non c’erano solo torte fatte in casa, cornetti fragranti e miscele di caffè aromatiche utilizzate per ottimi cappuccini e per il classico espresso, ma anche tutti quegli equipaggiamenti necessari a rendere il primo pasto della giornata un momento unico, dove fare il pieno di energia in modo sano, seguendo sempre i principi nutrizionali della nostra dieta mediterranea. Non sono mancate coinvolgenti competizioni gastronomiche. Però il vero punto di attrazione è stato il Food Lab, il laboratorio con sessioni culinarie del padiglione italiano, che ha ospitato alcuni degli chef più famosi a livello internazionale. Vediamo insieme le novità high-tech del Breakfast Made in Italy e alcune delle più ghiotte ricette proposte dagli chef italiani presenti allo Speciality Food FestivalContinua a leggere



Il gusto italiano è Wienissimo

L’Italia trionfa alla festa del gusto. Il nostro buon cibo la fa da padrone a Wienissimo, il festival gourmet nel cuore di Vienna. Una stuzzicante invasione di sapori, prodotti enogastronomici e ricette tipiche. Stavolta l’iniziativa ha aperto i battenti con una maestosa tavola imbandita, lunga ben 65 metri, che ha ospitato più di 200 invitati. Tutti commensali sceltissimi e sopraffini gourmand. L’effetto scenografico è stato ancor più spettacolare dell’anno scorso nel cortile del Rathaus. Il parco di fronte al Castello dell’Augarten è diventato per una sera un’immensa sala da pranzo. Una tovaglia di lino bianco che sembrava non finire mai, raffinati cristalli e candelabri d’argento, piatti e sottopiatti della famosa fabbrica artigianale di porcellane Augarten, composizioni floreali lussureggianti con un tripudio di peonie e ranuncoli. Una cena esclusiva con ospiti illustri, tra cui l’Ambasciatore d’Italia a Vienna Sergio Barbanti.

Antonio Ventresca

Un’anticipazione del ricco programma che si è aperto ufficialmente ieri e che proseguirà nel week-end fino al 9 giugno. Centro propulsore della festa del gusto è la suggestiva piazza Am Hof, uno degli angoli più caratteristici del centro storico viennese e poi Judenplatz, altro piccolo gioiello architettonico della capitale austriaca. Tanti chioschi e stand, aperti dalle 10 del mattino alle 22, dove si possono degustare vini pluripremiati, specialità culinarie della regione del Burgenland, pane, prodotti da forno e alta pasticceria per ricche colazioni, offerte gratuitamente al mattino, o spuntini pomeridiani da assaporare tra gli edifici d’epoca che circondano Am Hof.

Antonio Ventresca

Quest’anno sono tre i Paesi coinvolti: Austria, Italia e Spagna. Il vero protagonista, però, è il Made in Italy, con i suoi prodotti agroalimentari di qualità e con le sue ricette regionali. Per la prima volta vengono proposti agli austriaci dai passatelli ad un riso invecchiato 24 mesi. Ricercatezze e ingredienti sceltissimi per comporre un piccolo affresco italiano. Abbiamo assaggiato per voi alcuni dei piatti preparati dallo chef Sergio Ferrarini che all’Èmile Bar im Hilton Plaza ha creato un menù degustazione con piatti dell’Emilia Romagna rivisitati con il suo tocco geniale. Ecco le ricette più ghiotte e qualche sorpresa come l’olio evo 2.0Continua a leggere



Vienna mangia italiano

Il cibo italiano è protagonista a Vienna e nel mondo per un’intera settimana. È il primo appuntamento, destinato a rinnovarsi ogni anno, per promuovere e difendere il made in Italy enogastronomico e i prodotti tipici del nostro Paese su scala planetaria. Una settimana di eventi organizzati grazie all’azione congiunta del Ministero degli Esteri e del Ministero delle Politiche Agricole. Tantissime le iniziative, non solo a Vienna, dove c’è stato il coinvolgimento congiunto dell’Istituto Italiano di Cultura, dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano per il Commercio Estero, ma anche in altri 105 Paesi del mondo. Un’offerta di 1.300 eventi dedicati a far conoscere la nostra tradizione culinaria, a far scoprire i nostri prodotti agroalimentari, a puntare i riflettori sulla nostra enogastronomia, sinonimo di eccellenza riconosciuta a livello internazionale. “I turisti internazionali decidono di visitare l’Italia soprattutto per il suo buon cibo -dice Clara Bencivenga Trillmich, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura- Come dicono recenti dati dell’ENIT e di Slow Food Italia, la prima motivazione resta quella del suo straordinario patrimonio artistico, ma immediatamente al secondo posto c’è l’enogastronomia a far scegliere come meta del proprio viaggio l’Italia, della quale si apprezzano la cucina e i vini”.

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Il programma viennese è stato fitto di iniziative: concorsi fra chef, degustazioni, seminari, cene a tema, presentazioni di libri, incontri e dibattiti e prosegue anche oggi con il Prof. Pietro Antonio Migliaccio che parlerà della dieta mediterranea.  Continua a leggere