Dubai, l’Expo celebra l’Italia

L’Expo 2020 Dubai rende onore all’Italia e anche la maestosa cupola di Al Wasl Plaza si illumina dei colori della nostra bandiera. Una giornata nazionale celebrata con la visita ufficiale del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Padiglione Italia e iniziative di business promosse da ItalyExpo 2020 e ITA – ICE Agenzia che puntano i riflettori sul nostro Paese, che si avvia verso la transizione ecologica ed è pronto ad attrarre investimenti stranieri.

L’Italia possiede solide realtà industriali e un tessuto imprenditoriale maturo in settori quali elettronica, Intelligenza Artificiale, robotica, aerospazio, automazione, meccatronica, elettronica dei semiconduttori, farmaceutico, biomedicale, ICT. Design, moda e agroalimentare, settori trainanti del Made in Italy e simbolo della creatività e dell’ingegno italiani nel panorama internazionale, non esauriscono la nostra competenza e competitività. Il nostro Paese è anche molto forte nell’innovazione tecnologica, ambito in cui vanta expertise apprezzate in tutto il mondo riuscendo a conquistare posizioni di sempre maggior rilievo.

Scopriamo insieme di più sul Padiglione Italia, tra i più visitati di Expo 2020, sulle ricadute di business per il nostro Paese e sulla visita del Ministro Di Maio.  

La bellezza unisce le persone e attira visitatori

“Sono molto contento dei numeri del nostro Padiglione Italia che si classifica quinto su 192 Paesi partecipanti all’Expo di Dubai -dice ai media italiani il Ministro Luigi Di Maio– Abbiamo già raggiunto i 500mila visitatori, e a livello di contatti virtuali siamo a 5 milioni”. Esprime soddisfazione anche perché gli investimenti fatti sul nostro padiglione nazionale si sono tradotti in un aumento record dell’export del Made in Italy nel mondo, che ha raggiunto 377 miliardi nei primi 9 mesi di quest’anno, che vale il 30% del nostro PIL, anche grazie al lavoro fatto all’Expo 2020 Dubai, un segno evidente di apprezzamento per quanto fatto finora dal Commissario Paolo Glisenti.

E proprio da Dubai Luigi Di Maio lancia la candidatura di Roma per l’Esposizione Universale del 2030.

“Abbiamo una marcia in più, l’Italia ha tanto da dire -prosegue Di Maio- Lo stiamo dimostrando con il Padiglione Italia a Dubai, negli Emirati, e lo faremo con la candidatura della nostra capitale, Roma, ad Expo 2030”.

Ad Expo 2020 Dubai nella giornata nazionale dedicata a celebrare l’Italia sono andati in scena lo stile, la cultura, la creatività e l’ingegno italiani. Uno spettacolo lungo 24 ore che ha visto tra gli altri l’esibizione della Banda dell’Arma dei Carabinieri ad Al Wasl Plaza e il concerto dell’Accademia Teatro alla Scala nel suggestivo Dubai Millennium Amphitheatre. 

Economia, pandemia, rischio lockdown

Ci sono 230 miliardi di euro di PNRR da spendere in tre anni e Luigi Di Maio spiega come sia intenzione del governo costruire tutte le condizioni, con riforme della giustizia, dell’economia, della burocrazia, in modo da poter creare un ambiente adatto ad attrarre più investimenti esteri possibile. Di Maio considera il 2021 “un anno d’oro per l’attrazione di investimenti stranieri” perché oltre all’investimento di Intel che vale decine di miliardi di euro vi sono altre aziende straniere pronte ad investire in Italia. Ci si prepara ad “una crescita di oltre il 6% della nostra economia e proprio il Made in Italy e l’export sono il traino” prosegue raggiante Di Maio.

Sul rischio della risalita di contagi e di un eventuale nuovo lockdown Di Maio non ha dubbi: “45 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, oltre l’86% della popolazione è vaccinata. L’Italia è un modello per quanto fatto con le vaccinazioni e dobbiamo cercare di esportare questo modello nel mondo così che altri Paesi possano raggiungere i nostri tassi di vaccinazione anti Covid-19”. La quarta ondata del coronavirus che sta colpendo l’Europa e che sta facendo risalire i contagi anche in Italia non deve paralizzare l’economia aggiunge che “è chiaro che solo grazie agli italiani che hanno risposto così bene al piano vaccinale sia possibile mantenere aperti gli impianti, lasciare aperta e far correre l’economia italiana. Perciò se servono misure più rigide sulle vaccinazioni per far lasciare aperto il Paese e far camminare l’economia e rispettare quei 45 milioni di italiani che si sono vaccinati, si assumano queste misure, perché io non credo che ci possiamo permettere un altro lockdown”. 

L’Italia è pronta a fare affari

L’Expo ha fatto crescere l’interesse internazionale nei confronti del nostro Paese. L’iniziativa “Italy is Back on Track: Recovery, Resilience and Atttractiveness” organizzato dall’ITA – ICE Agenzia e dal Commissariato Italiano per L’Expo 2020 ha permesso anche di siglare due intese importanti tra Confindustria e Global Manufacturing and Industrialisation Summit (GMIS) e tra ITA – ICE Agenzia e UAE In ternational Investors Council. “Questo evento ha testimoniato ancora una volta che c’è momentum, che c’è una grande attenzione da parte di investitori e uomini d’affari in tutto il mondo verso l’Italia. Si vede nei dati dell’export che sta crescendo in Italia più rapidamente che in altri Paesi e che i primi nove mesi dell’anno ha segnato un più 5,8% rispetto ai livelli pre-Covid e si vede nell’attenzione verso l’Italia nella combinazione tra i fattori di forza del bello e ben fatto italiano tradizionale e un’Italia partner dello sviluppo smart e sostenibile dei Paesi. Tutti temi che sono molto presenti nel Padiglione Italia” mi racconta Carlo Ferro, Presidente ITA – ICE Agenzia.

L’Expo accresce le opportunità commerciali e d’investimento e rinsalda i  rapporti di cooperazione con gli Emirati Arabi Uniti, hub da cui è possibile avvicinare un ampio mercato, dal grande potenziale. “Questa area è molto importante perché è quella del Medio Oriente, Nord Africa e Sud dell’Asia, una regione a quattro ore di distanza da Dubai in cui abitano più di 3 miliardi di persone e di consumatori” conclude Ferro.

#ItalyisDifferent

A conferma del fatto che l’Italia sia una destinazione capace di attrarre capitali di investitori esteri anche i dati diffusi dal Global Attractiveness Index redatto da European House Ambrosetti che vede l’Italia al 20esimo posto su 144 Paesi considerati e in aspettativa di crescita malgrado la battuta d’arresto provocata dalla pandemia. Metodi di analisi basati su variabili qualitative come dinamismo, sostenibilità e aspettativa di crescita e un’analisi di uno storico di sei anni (dal 2015 al 2021). Studi e sondaggi che analizzano fatti, volti a sfatare luoghi comuni e pregiudizi che spesso gli italiani hanno di loro stessi, sono alla base dei parametri di valutazione adottati dal GAI di Ambrosetti che, ad esempio, vede l’Italia prima in Europa quanto a economia circolare davanti a Germania e Francia, ritagliandole così un ruolo di primo piano in un mondo che sempre più si avvia verso la sostenibilità. Un primato che può portarci ad esportare il nostro know-how su scala globale. Per spazzar via idee preconcette, evidenziare i punti di forza e aumentare la fiducia in noi stessi è possibile è anche in atto una campagna di comunicazione dal nome evocativo: #ItalyisDifferent portata avanti dal Ministero degli Esteri in cooperazione con European House Ambrosetti. 

Philip Morris ha scelto Bologna

Tutto è iniziato quando Philip Morris ha smesso di essere un’azienda di sigarette per diventare una innovation company. In seguito a questa trasformazione epocale con la costituzione ex novo di due centri di ricerca e sviluppo a Singapore e a Neuchâtel. In seguito, impiegando 430 scienziati e mettendo sul piatto 8 miliardi di investimenti, nasce un nuovo prodotto che consente di consumare tabacco senza combustione, scaldandolo a 300 gradi con un sistema altamente innovativo. Viene scelta l’Italia per la produzione di questo nuovo dispositivo perché è un Paese tabacchicolo, con più di 1.000 aziende del settore affiliate a Coldiretti nelle regioni di Veneto, Umbria e Campania, e un tema industriale importante con la meccatronica in Emilia Romagna, con realtà in grado di creare da zero il nuovo prodotto. Oggi Philip Morris ha aperto a Crespellano in provincia di Bologna la più grande fabbrica italiana degli ultimi 20 anni, 1 miliardo e 100 di investimento, e l’impianto più avanzato in termini di industria 4.0. “Abbiamo 1.600 operai nel bolognese e altri 2.500 dipendenti in Italia, più di 30mila persone che lavorano con noi direttamente o indirettamente, tra cui 21mila coltivatori diretti -mi racconta Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia– Sono 9 miliardi di peso sul PIL italiano, oltre mezzo punto di PIL, con uno sviluppo verso l’estero molto significativo, infatti la fabbrica esporta in 40 Paesi del mondo”. Un Made in Italy che potrebbe diventare il fiore all’occhiello del nostro Paese mi dice con orgoglio Hannappel: “La nostra realtà esporta più dell’olio d’oliva, più dei formaggi stagionati e dei ciclomotori che sono tutte filiere molto importanti”. Sempre in Italia inaugurato da poco un centro servizi che diventerà il luogo dove realizzare nuove fabbriche nel resto del mondo. Una tecnologia, quella di Philip Morris, che va oltre la nicotina con inalatori che potranno essere utilizzati anche nel settore del para-farmaco creando sinergie future per applicazioni di principi attivi attraverso l’aerosol. 

Altre esperienze di FDI in Italia

Equinix ha deciso di investire in Italia perché il nostro è uno dei Paese più importanti d’Europa. “L’Italia ha moltissime eccellenze in termini di esportazione, di produzione e anche eccellenze a livello globale, come ad esempio nel settore aerospaziale” mi spiega Emmanuel Becker di Equinix. L’Italia non solo ha una posizione geografica molto interessante, ma diventa anche strategica perché si trova al centro di una serie di corridoi in cui avvengono scambi digitali. “Abbiamo stimato che con la trasformazione digitale si concentrerà molto sui suoi bisogni interni, ma avrà anche un ruolo centrale nella digital transformation non solo Europea” continua Becker. Equinix è una capital intensive company che sta investendo molto nel nostro Paese, trasformando Genova invece di Marsiglia in uno snodo digitale del prossimo futuro.

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