COVID19, la Vienna a luci rosse riapre

Interrotta dalla pandemia, la prostituzione sta per riprendere in Austria, dove il business è legale. La riapertura di locali con prostitute e bar a luci rosse dovrebbe avvenire a luglio, ma non c’è ancora una data certa. Tante le offerte, per tutte le tasche, dai cosiddetti Puff, ossia i bordelli, che spaziano da quelli di lusso a quelli modesti, ai peep show per voyeur, ai massage parlor.

Un piccolo emendamento inserito nel pacchetto di misure appena varato dal Ministro della Salute Rudolf Anschober (Grünen) stabilisce che le attività delle case chiuse possano riprendere dopo la fine di giugno. Ecco perché ci si aspetta una riapertura nel corso del mese di luglio. Tutti da chiarire i protocolli di sicurezza da osservare che devono prevedere anche disposizioni specifiche contro la diffusione del coronavirus. Attualmente bisogna indossare le mascherine se si effettuano massaggi e nei centri fitness. Le autorità federali dovranno determinare in che modo applicare le misure protettive anti SARS-CoV-2 al settore della prostituzione.

Altro aspetto non chiaro riguarda la prostituzione nelle strade, la cui ripresa ad oggi, non si sa se verrà autorizzata. Il governo federale turchese-verde, guidato dal Cancelliere Sebastian Kurz, scioglierà i vari nodi irrisolti nei prossimi giorni. Scopriamo insieme cosa impedisca finora la riapertura di bordelli e locali a luci rosse.  Continua a leggere



COVID19, vacanze in Italia?

Riuscirà l’Italia a salvare la stagione turistica estiva 2020 assicurandosi presenze straniere, soprattutto da Germania e Austria? Il Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola ha avuto fitti colloqui telefonici con il suo omologo austriaco, Karoline Edtstadler. L’obiettivo è scongiurare la chiusura delle frontiere con il nostro Paese per timori sanitari ingiustificati. L’Italia ha tutti i requisiti per ricevere in sicurezza turisti da tutta Europa, ha fatto sapere il Ministro Amendola, rifiutando la politica dei “corridoi bilaterali” turistici e chiedendo invece misure coordinate tra tutti i Paesi membri dell’Unione.

Altrettanto impegnato nel contrastare i corridoi bilaterali e per far sì che non persistano divieti di spostamento in Italia anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, atteso a Vienna dopo il 3 giugno, per un incontro con il collega austriaco Alexander Schallenberg. Un’attività intensa, per il Ministro Di Maio, che prevede analoghe visite in Germania e Slovenia, e un appuntamento già fissato con il Ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian il 4 giugno a Roma. Solo qualche giorno fa l’appello del Governatore del Veneto Luca Zaia in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa austriaca APA. “Nelle spiagge venete di Caorle, Bibione, Jesolo e Sottomarina gli austriaci sono di casa” ha dichiarato Zaia, e quelle località di mare sono pronte ad accogliere i turisti austriaci in piena sicurezza. “Se il settore turistico del Veneto è cresciuto molto lo dobbiamo soprattutto ai turisti austriaci e tedeschi che nella nostra regione si sentono a casa” ha affermato il Governatore Zaia. La crisi economica innescata dalla pandemia di COVID-19 potrebbe costare al Veneto 50.000 posti di lavoro, di cui 35.000 proprio nel settore dell’ospitalità. L’intervento di Zaia punta a scardinare ogni divieto e forma di chiusura nei confronti dell’Italia. Vediamo insieme la situazione in Veneto e come si stiano organizzando gli altri Paesi dell’Unione europea per quest’estate 2020.  Continua a leggere



COVID19, Vienna senza mare italiano

Tra le possibili mete scelte dagli austriaci quest’estate non sembrano esservi le spiagge italiane, causa COVID-19. Forse sarà più facile andare in Francia per cercare sole e mare tra luglio e agosto, anche se il Cancelliere Sebastian Kurz nutre la speranza che si preferiscano le località turistiche austriache a quelle straniere. “La situazione viene costantemente monitorata -ha dichiarato Kurz- ma al momento non vi sono le condizioni per riaprire le frontiere con l’Italia”.

Mentre la diffusione del coronavirus sembra essersi stabilizzata in Germania, che ha appena riaperto i propri confini con l’Austria, l’emergenza sanitaria nel nostro Paese non rassicura Vienna che, al contrario, ha già iniziato a sondare la riapertura delle frontiere il 15 giugno con Svizzera e Liechtenstein. Tutto dipenderà dal numero dei contagi che dovrà mantenersi basso. Il Cancelliere Kurz da un lato si aspetta che gli austriaci sostengano l’economia nazionale decidendo di trascorrere le vacanze estive nel proprio Paese, dall’altro confida molto nell’arrivo dei turisti tedeschi per risollevare le sorti del settore dell’ospitalità, duramente colpito dalla crisi innescata dal COVID-19. E con ragione, visto che nell’estate 2019 i tedeschi che hanno scelto l’Austria per le proprie vacanze sono stati poco meno di 8 milioni, con 29,5 milioni di pernottamenti, contro 23,3 milioni presenze domestiche. A fine maggio gli hotel austriaci riapriranno, pronti per affrontare il trimestre giugno-agosto, che di fatto è la stagione più propizia per il turismo. Ma i confini aperti non vogliono dire automaticamente afflusso di turisti. Vediamo come stia procedendo la riapertura in Austria e quanto l’economia stia risentendo della crisi provocata dalla pandemia.  Continua a leggere



COVID19, l’Austria riapre davvero

In Austria finisce il lockdown. Dal primo maggio stop alle misure restrittive del movimento. Si potrà uscire di casa con le mascherine, tenendo una distanza di almeno un metro dagli altri. Rimangono vietati gli assembramenti. Dal 2 maggio saranno aperti tutti i negozi ed esercizi commerciali, compresi i parrucchieri, sia pur con norme molto severe. Il 15 maggio toccherà a ristoranti, bar e café, aperti dalle 6:00 alle 23:00, mentre il 29 maggio sarà la volta degli hotel e delle piscine all’aperto. Le scuole riprenderanno l’attività didattica in modo scaglionato dal 4 maggio, arrivando ad avere quasi un completo ritorno sui banchi del milione e cento alunni austriaci il 15 maggio.

Il governo chiede ai singoli il massimo senso di responsabilità, il rispetto delle norme igieniche e delle distanze interpersonali deve avvenire non perché si temano eventuali sanzioni, ma perché si ritengono giuste ed efficaci per contrastare il diffondersi del coronavirus. In Austria la cosiddetta fase due è iniziata già a partire dal 14 aprile, con la riapertura dei negozi di piccole dimensioni. Tutti però indossano le mascherine, obbligatorie non solo nei supermercati ma nei negozi, sui mezzi pubblici, sui taxi. Adesso, però, il governo turchese-verde decide di porre fine a quel provvedimento che ha limitato per 6 settimane la libertà di movimento a causa del COVID-19. Uscire di casa sarà possibile, senza più giustificazioni, e non solo per motivi legati a necessità primarie. Si potrà andare a far visita a congiunti, ma sono ancora vietate riunioni di gruppo e assembramenti. Il limite per i raduni è di 10 persone, mentre per i funerali non si deve essere in più di 30. Analizziamo le ragioni che hanno portato alla riapertura in Austria e le modalità con cui riprenderanno le varie attività commerciali e di servizi, tra cui anche i parrucchieriContinua a leggere



COVID19, dalla neve al deserto

Il contagio da coronavirus non conosce confini. Dalle piste di sci dell’Austria arriva fino a Dubai. Un dipendente della sede emiratina di una grande società di consulenza statunitense ha contratto il COVID-19 dopo un soggiorno in una località sciistica austriaca. Anche un secondo impiegato della stessa azienda, che ha avuto contatti con il primo contagiato, è risultato infetto.

La sede della società di consulenza americana ha immediatamente adottato formule di “smart working”, facendo lavorare da casa i propri dipendenti e, al tempo stesso, ha attivato una capillare opera di disinfezione degli uffici. Inoltre, tutti i dipendenti entrati a vario titolo in contatto con il primo impiegato positivo al coronavirus sono stati invitati ad effettuare i necessari test.

Il primo caso di COVID-19 registrato negli Emirati Arabi Uniti risale al 29 gennaio. Attualmente i casi confermati sono 113, mentre sono 26 le persone guarite. Tutti gli ultimi casi di coronavirus sono stati individuati grazie ai tamponi effettuati all’arrivo in aeroporto. Per tutti, anche per gli asintomatici, è stato imposto il regime di quarantena. Il governo emiratino ha deciso di non rilasciare più visti all’arrivo ai viaggiatori. Le restrizioni al momento riguardano 72 Paesi. Anche i residenti, attualmente all’estero, non potranno fare ritorno negli Emirati, una disposizione stabilita nelle ultime ore e che rimarrà in vigore per varie settimane. Restano per ora esclusi da misure restrittive solo i diplomatici. Molti i collegamenti aerei sospesi a causa del diffondersi del coronavirus. Vediamo quali misure abbia adottato Dubai per far fronte al diffondersi del COVID-19Continua a leggere



Coronavirus, Austria in quarantena

Il governo austriaco ha imposto drastiche misure restrittive in tutto il Paese, mentre sono oltre 1.000 i casi confermati di coronavirus. Il COVID-19 si diffonde con estrema rapidità, con un incremento dei contagiati del 18% in più ogni giorno. Tre finora i decessi. L’ultima vittima del COVID-19, spirata in Stiria, è una donna già in trattamento per varie patologie pregresse. Sei le persone guarite.

L’appello del Cancelliere Sebastian Kurz è perentorio: “State a casa!”. Tanto che il governo turchese-verde ha varato un pacchetto di misure restrittive per far fronte all’emergenza coronavirus, il Corona-Gesetzespaket, che limita fortemente la possibilità di uscire e vieta assembramenti.

È possibile lasciare la propria abitazione solo in tre casi: per motivi improrogabili di lavoro, soprattutto per quelle categorie come il personale medico e le forze dell’ordine; per andare a fare la spesa o acquistare farmaci; per assistere persone che non sono autosufficienti. Restano aperti solo: farmacie, supermercati, banche, uffici postali, benzinai, tabaccai. Ristoranti, bar e café potranno rimanere aperti solo fino alle 15:00. Il Ministro delle Finanze Gernot Blümel (ÖVP), ha deciso un ulteriore finanziamento di 2 miliardi di euro in aggiunta ai 4 miliardi già stanziati, per assicurare liquidità alle imprese e mantenere intatti i posti di lavoro. Da giovedì verrà sospeso il traffico aereo di Austrian Airlines e Laudamotion. 40.000 cittadini austriaci attualmente in viaggio in giro per il mondo sono stati invitati a rientrare in patria con urgenza. Il regime di quarantena varato per St. Anton am Arlberg e per la Valle Paznaun in Tirolo, dove sono presenti pericolosi focolai, è stato esteso anche ad Heiligenblut in Carinzia. Tutte le persone che hanno soggiornato nelle seguenti località sciistiche: Ischgl, Kappl, See, Galtür, Heiligenblut e St. Anton am Arlberg a partire dal 28 febbraio devono assolutamente mettersi in stato di auto-quarantena nella propria abitazione. Altrettanto deve fare chiunque sia venuto in contatto con esse, anche in assenza di sintomi. Vediamo insieme perché questa disposizione è così importanteContinua a leggere



Coronavirus, nuove misure in Austria

Nel giorno in cui i casi confermati di coronavirus salgono a più di 500, l’Austria annuncia le prime zone rosse. St. Anton am Arlberg e la Valle di Paznaun in Tirolo, sedi di focolai di COVID-19, saranno poste in regime di quarantena per le prossime due settimane.

Da lunedì i negozi resteranno chiusi, ad eccezione di supermercati, farmacie, uffici postali, banche, benzinai e tabaccai. Ristoranti, bar e café potranno rimanere aperti solo fino alle 15:00.

Queste misure resteranno in vigore per una settimana ma, se necessario, potranno essere prolungate. Saranno introdotti controlli al confine con la Svizzera. Interrotti, sempre a partire da lunedì, i voli verso Francia, Spagna e Svizzera. Vista l’emergenza da coronavirus, il Ministero degli Esteri austriaco sconsiglia di intraprendere viaggi in questo periodo. Dichiarata chiusa la stagione sciistica nel Salisburghese, Tirolo e Vorarlberg. Se la situazione dovesse aggravarsi ulteriormente, a Vienna si predispone il necessario per trasformare entro la prossima settimana la struttura espositiva e centro congressi Messehalle a Leopoldstadt in un enorme ospedale con 880 posti letto. Vediamo quali altre misure verranno prese in Austria a partire dalla prossima settimana

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Coronavirus, primo decesso in Austria

I casi confermati di COVID-19 in Austria sono più di 360. Il contagio ha una rapida progressione, oltre 60 nuove persone infettate ogni giorno. Registrato anche il primo decesso da coronavirus. È un uomo di 69 anni rientrato dall’Italia e già debilitato da patologie preesistenti. La prima vittima del COVID-19 è spirata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale viennese Kaiser Franz-Josefspital. Aveva problemi cardiovascolari e vari organi compromessi, tra cui reni e fegato, e i danni provocati dal virus gli sono stati fatali. 4 finora le persone guarite. 5.869 i test effettuati fino a questo momento in tutta l’Austria.

Peter Hacker, Assessore alla Salute della capitale (SPÖ), ha annunciato drastiche misure di sicurezza negli ospedali di Vienna: niente visite per i pazienti, rigidi controlli in entrata e uscita, posticipati tutti gli interventi chirurgici non urgenti. Divieto di visite anche nelle case di riposo. Provvedimenti restrittivi delle visite di familiari e amici anche nei nosocomi in Tirolo, Stiria, Burgenland. Posticipate le elezioni amministrative nei due stati federali di Vorarlberg e Stiria, in programma rispettivamente il 15 e il 22 marzo. Ferie forzate per 25.000 poliziotti su tutto il territorio austriaco. Secondo i calcoli del Complexity Science Hub Vienna (CSH), la capacità di posti in rianimazione è tale da poter reggere i ritmi imposti dai ricoveri di pazienti affetti da coronavirus per i prossimi 14 giorni. La Repubblica Ceca annuncia di introdurre controlli al confine con l’Austria. Vediamo quali altri provvedimenti si accinge a varare il governo federale austriaco guidato dal Cancelliere Sebastian KurzContinua a leggere



Austria, 206 casi di coronavirus

I casi confermati di COVID-19 in Austria sono 206. A Vienna 4 persone sono in gravi condizioni, ricoverate nei reparti di terapia intensiva, altre due in Stiria. Gli ultimi 9 contagiati da coronavirus si sono registrati in Tirolo. Cancellate al momento le lezioni in tutte le università austriache, mentre si incentiveranno offerte di e-learning. Chiusi tutti i musei federali, i grandi teatri, sospesi i concerti e le rappresentazioni dell’opera almeno fino alla fine di marzo. Banditi eventi all’aperto con più di 500 persone e al chiuso con più di 100 persone. Uniche eccezioni: le riunioni parlamentari, quelle dei consigli comunali, delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco.

Rimangono aperti centri commerciali e supermercati. Aperti anche bar, ristoranti, discoteche e pub, ma senza superare il limite imposto di 100 persone. Restano attivi i mezzi pubblici. Si giocherà a porte chiuse l’amichevole di calcio tra Austria e Turchia, in programma nella capitale, all’Ernst Happel Stadion il 30 marzo. Cancellate le finali di Coppa Europa di sci alpino previste a Saalbach dal 16 al 22 marzo. La maratona di Vienna, prevista per il 19 aprile, è stata annullata. Le autorità austriache si preparano anche a far entrare in vigore l’eventuale chiusura di scuole e asili nido, anche se per ora non vengono sospese le lezioni, ma solo gite ed eventi scolastici. Il Cancelliere Sebastian Kurz propone di incentivare il lavoro da casa, mentre il Ministro della Salute Rudolf Anschober (Grünen) chiede ai cittadini austriaci di usare cautela e particolare attenzione nei confronti dei più vulnerabili, ovvero le persone al di sopra dei 70 anni d’età e quelle con patologie pregresse. Vediamo quali siano le misure stabilite lungo i confini con l’Italia.

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Coronavirus, 140 casi in Austria

Salgono a 140 i casi di coronavirus in Austria. Nel lunedì nero della borsa si sono registrati 28 nuovi contagi, la maggior parte concentrati in Bassa Austria e a Vienna. 16 persone infette in Tirolo, 35 nella capitale. 9 finora le persone giudicate guarite. Almeno 15 i malati in gravi condizioni, perlopiù anziani, già debilitati da altre patologie.

Nelle prossime ore in Carinzia, nelle località di Hermagor e Villach, vicine al confine, e in Tirolo verrà misurata la febbre a chiunque attraversi la frontiera dall’Italia. 59 austriaci sono bloccati alle Maldive, nell’Isola di Kuredu, per il sospetto che vi siano malati di COVID-19 nell’hotel in cui stanno soggiornando. Dovranno osservare 14 giorni di quarantena. Il sindaco  di Vienna, Michael Ludwig (SPÖ), fa sapere che intende investire un milione di euro nella ricerca sul coronavirus, con particolare attenzione nelle misure per contenere la diffusione dell’infezione. Il Cancelliere Kurz dichiara di voler attuare una serie di misure cautelative per arginare il contagio, quali la chiusura temporanea di scuole e asili nido. Vediamo cosa succeda in alcuni ospedali e quanti siano i cittadini austriaci attualmente nel Nord ItaliaContinua a leggere