A Vienna la Pinocchia di Benni

Lo humor di Stefano Benni in scena a Vienna. A portare nella capitale austriaca la divertente commedia “Pinocchia” ci ha pensato la compagnia italiana Kompasso. Il testo rappresentato al Theater Brett è uno dei primi lavori teatrali scritti da Benni, verso la fine degli anni ’90. La storia di Pinocchio di Carlo Collodi viene completamente rivisitata, tanto che, come il titolo stesso suggerisce, la figura protagonista è al femminile. Sparisce il burattino di legno costruito da Geppetto e irrompe una Pinocchia che è una sorta di bambola oggetto sessuale, che deve alleviare la solitudine di un Geppetto, vecchio e solo.

“È molto interessante perché contiene molti spunti che se riletti a posteriori hanno poi dato i loro frutti nel nostro modo di vivere contemporaneo. Il modo in cui ad esempio usiamo i social media” mi racconta Roberto Sacco, regista della pièce teatrale andata in scena qualche giorno fa, con grande successo di pubblico. Temi estremamente contemporanei, seppure la commedia sia stata scritta agli albori di internet. “Benni riprende la favola di Pinocchio ma a modo suo, con molto del suo humor, scardinando tutti i punti fermi della storia, ribaltandoli completamente -mi spiega Roberto- Tutto si snoda partendo da una certa ambiguità, legata al fatto che non è chiaro se Geppetto voglia solo un oggetto sessuale, o se invece desideri dare sfogo al suo istinto di paternità”.

Stefano Benni mette a nudo i nostri difetti, le nostre contraddizioni e delinea i tratti schizofrenici della società contemporanea che, nella rilettura della compagnia Kompasso, è dominata da tv e social media. Una commedia che fa riflettere il pubblico, tra mille risate. Lo stravolgimento della favola di Collodi investe anche personaggi accessori come la Fata Turchina, il Gatto e la Volpe, e Benni fa persino sparire alcuni personaggi come Lucignolo e Mangiafuoco. Scopriamo di più sulla commedia e sulla compagnia di attori che l’ha portata in teatro a ViennaContinua a leggere

La nuova arte a Vienna

L’arte contemporanea domina la scena viennese. È in pieno svolgimento la Vienna Contemporary, la fiera mercato di arte contemporanea tra le più prestigiose del mondo. Un’edizione ancora più bella degli anni precedenti, con una selezione di artisti, opere e gallerie sempre più curata e di alto livello. Questi i numeri della kermesse che apre una finestra sull’Austria e sui Paesi di Centro ed Est Europa: 118 partecipanti di cui 110 gallerie d’arte e 8 istituzioni provenienti da 27 Paesi diversi, più di 400 artisti, 5.000 opere in mostra e ci si aspetta un’affluenza di pubblico di oltre 30.000 visitatori.

Sempre forte la funzione di cerniera tra Occidente e Oriente che Vienna ormai ha consolidato, come mi spiega il Direttore Artistico Christina Steinbrecher-Pfandt: “Rappresentiamo una vetrina di un numero sempre crescente di Paesi dell’Est Europa. Quest’anno abbiamo l’Ucraina, la presenza della Serbia e sempre più gallerie dal Belgio, segno che il rapporto di fiducia che abbiamo costruito in questi anni ormai tende a consolidarsi e a dare i suoi frutti”. Una Vienna Contemporary incentrata anche sul ruolo chiave delle nuove tecnologie e dei media digitali, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana. Interessante l’esperimento di augmented reality attraverso una app che interagisce con le opre d’arte esposte. “Le connessioni tra arte e digital media sono sempre più strette e cambieranno velocemente il modo in cui si fruirà della cultura e dell’arte, il nostro modo di rapportarci ad esse, il modo in cui si produrranno opere d’arte e il nostro consumo di arte e cultura -mi racconta Dimitry Aksenov, Presidente della Vienna Contemporary- Si aprono nuove sfide e per questo sarà anche stimolante iniziare ad investire in startup che lavorino sull’uso delle tecnologie digitali in ambito artistico e culturale. Ma ciò che cambierà sarà anche il fatto che le tecnologie aumenteranno il valore dell’arte e il ruolo che l’arte avrà nella nostra società”.

Il ruolo chiave di Vienna come crocevia tra Ovest ed Est viene messo in evidenza anche dal Direttore Generale Renger Van der Heuvel: “Vienna geograficamente e storicamente ha un’importanza straordinaria come ponte, come anello di congiunzione tra questi due mondi. Quando sono arrivato per la prima volta dieci anni fa ho immediatamente sentito in modo palpabile la presenza dell’Europa dell’Est. Abbiamo puntato a migliorare ulteriormente la qualità delle gallerie che espongono e questo è stato possibile grazie alla reputazione sempre più consolidata della fiera”. Importante il focus sull’Armenia, “un Paese dell’ex Unione Sovietica, estremamente interessante anche sotto il profilo politico, per la rivoluzione pacifica che ha vissuto” sottolinea Van der Heuvel. Vediamo insieme le quattro gallerie italiane presenti e le opere più stimolanti della Vienna ContemporaryContinua a leggere

La classe di Kiera Chaplin

Kiera Chaplin, nipote del grande Charlie Chaplin, ha illuminato con la sua presenza la Vienna Fashion Week 2018. L’apparizione in passerella della top model e attrice britannica, ha trasformato in uno spettacolo unico la sfilata di punta di tutta la settimana della moda viennese, quella della stilista Anelia Peschev. Con indosso l’abito da sera da sogno della fashion designer di origini bulgare, ma viennese di adozione, Kiera è sembrata quasi una visione celestiale.

by Mauro John Maloberti

Un trionfo la serata di Anelia Peschev che nella decima edizione della Vienna Fashion Week ha festeggiato i 10 anni dalla nascita della sua casa di moda. Una collezione che ridefinisce il concetto di dea, secondo canoni contemporanei. La donna di Anelia Peschev è immersa nella sua contemporaneità, mostrando senza esitazione i suoi molti ruoli e la sua sfaccettata personalità.

by Mauro John Maloberti

Le creazioni primavera estate 2019 sono all’insegna dei colori: blu, turchese, verde menta, rosso brillante, giallo e bianco. Tagli sartoriali, morbidi drappeggi, tessuti di manifattura italiana, operati, ricamati, con oro e argento nella trama. Abiti che esaltano le forme e trasformano chi li indossa in divinità da venerare.

by Mauro John Maloberti

Ho incontrato e intervistato Kiera Chaplin, che mi ha raccontato non solo della sua passione per la moda e le passerelle e per la recitazione, ma anche dei suoi nuovi progetti che la vedono impegnata sia sul fronte creativo, sia nella diffusione a livello mondiale dell’eredità del nonno, riconosciuto universalmente come personaggio cardine della storia dell’industria cinematografica. Ecco la mia chiacchierata con Kiera ChaplinContinua a leggere

Vienna, tempo di moda

La moda ha invaso il cuore di Vienna. La Fashion Week 2018 ha acceso i riflettori sulla capitale austriaca, festeggiando quest’anno la sua decima edizione. Un susseguirsi di sfilate ed eventi satellite ha riempito di colore e creatività il MuseumsQuartier, sede di ben quattro tra i principali musei della città, trasformatosi per l’occasione nella location perfetta per ospitare le collezioni primavera estate 2019.

In passerella molti stilisti austriaci e non solo. Un settembre particolarmente mite sta regalando piacevolissime giornate caratterizzate da un tepore quasi estivo. Così tra party esclusivi all’aperto, inaugurazioni con personalità della politica, dello spettacolo, dell’editoria, e programmi serrati di sfilate la Vienna Fashion Week 2018 si è snodata per un’intera settimana. Importante, nella serata inaugurale della settimana della moda viennese, la presenza del Ministro federale dell’Arte e della Cultura Gernot Blümel, che ha salutato con parole di stima e apprezzamento il lavoro svolto dai tanti stilisti austriaci presenti con le loro creazioni.

Prosegue la solida collaborazione con la Thailandia, che ha stupito il pubblico con capi di grande impatto visivo. I fashion designer thailandesi sanno mescolare sempre in modo sorprendente elementi della cultura orientale e occidentale, fondendoli insieme in un riuscitissimo stile sincretico, caratterizzato da innovazione e vivacità. Vediamo quali saranno le tendenze per la primavera estate 2019 e quali stilisti abbiano stimolato di più la nostra curiosità.  Continua a leggere

Vienna, Dubai, l’ecologia

L’Expo del 2020 a Dubai rappresenterà per l’Austria una porta aperta sugli Emirati Arabi Uniti. Lo ha detto il Ministro per gli Affari Economici Margarete Schramböck (ÖVP). “Ci sono oltre 230 aziende austriache operative negli Emirati e il nostro lavoro -ha detto il Ministro Schramböck al quotidiano Der Standard– è di continuare ad incrementare gli export facendo sì che l’Expo possa dischiudere le porte degli Emirati, un mercato importante per l’Austria”. Il motto dell’Expo sarà: “Connecting Minds, Creating the Future” (Connettere le menti, creare il futuro). Un evento al quale sono attesi 25 milioni di visitatori.

Le tematiche legate all’ambiente e alle innovazioni ecologiche e sostenibili sono temi molto sentiti in Austria, che può vantare in questi ambiti notevole competenza. “Un’opportunità straordinaria perché l’Austria possa presentare il proprio know-how, secondo Harald Mahrer, Presidente della Camera Federale di Commercio Austriaca (WKO), che contribuisce alla creazione del padiglione austriaco finanziando il 25% del progetto. Gli Emirati Arabi Uniti sono il Paese con le maggiori emissioni di gas serra e con il più alto consumo di acqua pro capite del pianeta. Il progetto emiratino è dunque molto ambizioso: introdurre all’interno del Paese un ampio know-how ecologico. A tal scopo nei prossimi anni sorgeranno quattro impianti nucleari che copriranno un quarto del fabbisogno totale di energia. E sempre negli anni a venire l’obiettivo è far sì che il settore non petrolifero possa contribuire al 70% del PIL. Ci si concentra soprattutto sui settori della siderurgia, su quello dell’aviazione, sui trasporti e sul turismoContinua a leggere

Invito shock per Salvini

Dopo la porta in faccia sbattuta da Maiorca è la volta della mano tesa dell’Austria. Ma oltre alle vacanze fa discutere una proposta shock per Matteo Salvini: l’invito a fare un tour nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen. Il Ministro dell’Interno Salvini è stato invitato dall’FPÖ dell’Alta Austria, ad andare a visitare la città di Wels. Un modo per far sentire l’amicizia e la vicinanza dell’ultradestra al leader leghista, fresco dello smacco provocato dalla decisione dell’isola spagnola di dichiararlo persona non gradita.

A questo invito, però, ne è subito seguito uno di tutt’altro tenore. Il deputato dei Verdi della città di Wels, Michel Reimon, ha detto a Salvini di volerlo portare a visitare il campo di concentramento austriaco di Mauthausen, offrendosi persino di fargli da guida. Come per l’isola più grande delle Baleari anche il deputato verde critica aspramente la linea del Ministro dell’Interno italiano in materia di immigrazione. Secondo Reimon, Salvini dovrebbe andare a visitare Mauthausen in compagnia del Cancelliere Sebastian Kurz, del Vice-Cancelliere Heinz-Christian Strache e del Ministro dell’Interno austriaco Herbert Kickl.  Scopriamo insieme la reazione del mondo politico austriaco e cosa abbia intenzione di fare Matteo SalviniContinua a leggere

Sudore, rap e divieti

La linea della metropolitana U6 è la più malfamata di Vienna. Nel tempo ha ispirato un pezzo rap, diventato quasi un inno, e ora ha anche il suo kit deodorante, pensato per neutralizzare gli effetti spiacevoli dell’afoso caldo estivo. La Wiener Linien, l’azienda municipalizzata dei trasporti urbani, ha infatti promosso un’iniziativa piuttosto discutibile: distribuire gratis ai passeggeri, per lo più immigrati e austriaci poco abbienti, 14.000 confezioni di deodoranti, per contrastare l’insopportabile calura estiva che sta attanagliando la città. Un provvedimento che ha il sapore discriminatorio e l’odore acre del sudore di pendolari, operai, extracomunitari.

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L’amministrazione comunale rosso-verde, con Socialdemocratici e Grünen in coalizione, lega l’iniziativa dei kit deodoranti all’annuncio di una serie di miglioramenti anche sotto il profilo della sicurezza che gradualmente verranno realizzati sulle carrozze. Si tratta per lo più di vagoni vecchi sui quali verranno installati impianti di condizionamento e film protettivi contro i raggi solari sui vetri dei finestrini, perché buona parte del percorso si snoda in superficie e attraversa quartieri etnici e disagiati della capitale austriaca, teatro di spaccio e microcriminalità, andando dall’estremità sudovest fino alla parte più a nord di Vienna. Corre da Siebenhirten, nel 23esimo distretto, il quartiere di Liesing, abitato per lo più da pensionati e immigrati balcanici, soprattutto serbi, montenegrini, bosniaci, ma anche da polacchi e turchi, a Floridsdorf, il 21esimo distretto, un quartiere difficile, povero e degradato, pieno di edifici popolari, con una presenza massiccia di immigrati di origini slave e turche. Inoltre da settembre, sempre e solo sull’U6, entrerà in vigore il divieto di consumare cibo, soprattutto quello che emana effluvi molto forti.

Forse proprio per la sua criticità la U6 ha rappresentato la fonte di ispirazione per due ragazzi di vent’anni che le hanno dedicato un pezzo rap: Giacomo, nome d’arte Dago, nato a Düsseldorf in Germania ma di origini italiane, e Philip, in arte Cozy Banks, viennese. “La U6 è la linea della metropolitana più odiata dai viennesi -mi racconta Dago- Visto che noi ci viaggiamo frequentemente abbiamo voluto fare una sorta di safari nella U6. Noi siamo gli esploratori e nel corso del nostro viaggio incontriamo molta gente strana”. Scopriamo di più sul rap dedicato alla famigerata U6, sui suoi autori e vediamo quali saranno i cibi dall’odore forte banditi a partire da settembre. Continua a leggere

Affronto sovranista?

C’è tensione tra Vienna e Roma sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha sollecitato l’Ambasciatore d’Italia a Vienna, Sergio Barbanti, a chiedere chiarimenti in merito al governo austriaco. Anche il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, esprime inquietudine definendolo “un atto inopportuno e ostile” che il governo italiano intende “respingere con fermezza”. A dire il vero finora si è trattato solo di indiscrezioni trapelate a mezzo stampa.

Quanto rivelato dal Tiroler Tageszeitung non è mai stato avallato ufficialmente dal governo austriaco che, invece, attraverso il suo portavoce Peter Launsky-Tieffenthal, non conferma né l’esistenza della bozza del disegno di legge per dare il doppio passaporto ai cittadini dell’Alto Adige, né il 7 settembre quale data di presentazione della stessa. Anzi, sempre l’ufficio del portavoce del governo fa sapere che i requisiti legislativi perché il provvedimento possa vedere la luce non si realizzeranno prima del 2019-2020. Anche il Ministero dell’Interno austriaco smentisce che sia stata fissata alcuna data per la presentazione del provvedimento di legge sul doppio passaporto ai sudtirolesi. Inoltre, tutti si affrettano a ribadire che nessuna iniziativa verrà intrapresa senza consultare Roma e Bolzano. Sembrerebbe una mezza marcia indietro, eppure la data del 7 settembre, riportata dal Tiroler Tageszeitung è quella del prossimo incontro fissato per proseguire la stesura della bozza. Inoltre, proprio nei giorni scorsi anche il governatore della Regione Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher (SVP), si era espresso positivamente sui progressi finora raggiunti con l’Austria sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Segno evidente che i contatti tra Vienna e Bolzano ci sarebbero, mentre a latitare sarebbero quelli con Roma, anche a giudicare dalle reazioni della Farnesina. Scopriamo qualche informazione in più sulla bozza del disegno di legge austriaco e sulla sua reale fattibilitàContinua a leggere

La ragazza, l’emoji, il velo

Nella giornata internazionale dell’emoji, ecco la mia intervista alla 16enne che ha creato l’emoji con l’hijab. Si chiama Rayouf Alhumedhi e a fine 2017 è stata inserita da Time nell’elenco dei trenta teenager più influenti del pianeta. Rayouf è di origini saudite, ma vive a Vienna. Frequenta il liceo internazionale alla VIS con successo. È una ragazza intelligente, simpatica, socievole. Rayouf è musulmana e indossa il velo islamico, ovvero la sciarpa che copre testa e spalle, lasciando libero il volto.

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È lei che ha ideato e fatto in modo che quell’immagine di giovane donna con l’hijab diventasse un emoticon che tutti abbiamo notato all’interno del nostro smartphone, sia esso iPhone o Android. Qualche mese addietro oltre all’onore e alla gioia di essere diventata famosa per la sua iniziativa, il suo caso ha suscitato scalpore perché Rayouf è stata oggetto di un’incredibile ondata di odio in rete. Una pagina incresciosa dell’era dei social media, che ha visto coinvolti anche membri di spicco del mondo politico viennese. Attraverso le sue parole scopriamo di più sui suoi hater, su di lei e sul suo Paese, l’Arabia SauditaContinua a leggere

Migranti, cambio di passo

Vienna, Berlino e Roma stringono un patto e dichiarano di voler azzerare l’immigrazione illegale. I tre Ministri dell’Interno Kickl, Seehofer e Salvini in conferenza stampa congiunta annunciano di voler agire in modo concreto e puntano a dettare l’agenda dell’Unione europea, focalizzando l’attenzione sul problema dei migranti. Dopo questo vertice trilaterale si trasforma così l’asse dei volenterosi (“Achse der Willigen”) nella cooperazione degli attivi, dei fattivi, di coloro che agiscono (“Kooperation der Tätigen”). Quel riferimento all’asse evocava un periodo buio della storia mondiale ed europea e forse, facendo tesoro del suggerimento del Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, è stato proprio il Ministro dell’Interno austriaco a cambiare nome all’accordo. Dopo la colazione a tre di Innsbruck si è passati quindi dalla volontà all’azione, almeno questa sembra essere l’intenzione. L’obiettivo è frenare le partenze dalle coste africane, diminuire gli sbarchi in Europa, controllare maggiormente i confini esterni, creare centri di rimpatrio in Paesi terzi. Solo così sarà possibile accogliere e aiutare chi ha davvero bisogno di protezione, dicono i Ministri dell’interno austriaco, tedesco e italiano.

Parla di ”Paradigmenwechsel vorantreiben” Herbert Kickl ostentando soddisfazione per un’intesa che dimostra sulla spinosa questione dei migranti una identità di vedute con i suoi omologhi tedesco e italiano. “Vogliamo mettere ordine, evitare il traffico di esseri umani, fare in modo che in futuro non sia più così facile arrivare nell’Ue e vogliamo accettare solo chi è vulnerabile, chi fugge da guerre, chi ha bisogno di essere protetto”. A chi gli fa notare che occorre però che vi sia una soluzione europea condivisa, che metta d’accordo tutti i 28 Paesi membri dell’Unione sulla politica dei richiedenti asilo, Kickl risponde che non c’è alcun motivo per essere pessimisti e che questo cambio di approccio è già un risultato impensabile fino a poco tempo fa. Ma è davvero uscito qualcosa di nuovo e sostanziale dall’incontro informale di Kickl, Seehofer e Salvini? Scopriamo insieme tutti i dettagliContinua a leggere