L’Expo di Dubai finisce. L’eredità più significativa è la posizione centrale che gli Emirati hanno conquistato nello scacchiere geopolitico internazionale. In questi sei mesi il Paese e la sua leadership si sono ritagliati il ruolo importante di mediatori, creatori di una piattaforma di dialogo, protagonisti di rapporti bilaterali che pongono le basi per una più forte cooperazione mondiale sui grandi temi del futuro e sulle sfide che l’umanità sarà chiamata ad affrontare negli anni a venire. Dagli Abraham Accord alla prima visita di Stato del Presidente israeliano Isaac Herzog, gli Emirati Arabi Uniti sono stati costantemente impegnati ad intessere rapporti con Paesi chiave, quali appunto Israele, che si riveleranno decisivi per ridisegnare gli assetti dell’intera regione mediorientale e dell’area allargata del Golfo. Ma il contributo emiratino alla ridefinizione degli equilibri mondiali si allarga anche oltre il Medio Oriente in una fase così delicata e complessa in cui si delineano nuove dinamiche politiche anche in seguito al conflitto tra Ucraina e Russia. Emirati come crocevia non solo commerciale, ma come punto di incontro e scambio per idee, progetti, soluzioni innovative, per dare vita ad un nuovo approccio collaborativo a livello internazionale.
“Oggi non è la fine dell’Expo 2020, ma un nuovo inizio”, con questo messaggio lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati e sovrano di Dubai chiude l’Esposizione Universale di Dubai. Non è un augurio, ma la consapevolezza di aver seminato istanze che germoglieranno, contribuendo a creare un mondo migliore. E la visione lungimirante emiratina, che sa guardare in prospettiva costruendo bene il presente perché il futuro sia pieno di opportunità, viene sintetizzata dalla frase pronunciata dallo Sceicco Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della Tolleranza e Coesistenza degli Emirati e Commissario Generale dell’Expo 2020: “Le conclusioni rappresentano sempre nuovi inizi così è come noi guardiamo i percorsi che ci porteranno a raggiungere tutti i nuovi traguardi che verranno”. Scopriamo di più sull’eredità dell’Expo e sui risultati del Padiglione Italia.
Il senso dell’Expo 2020 Dubai
Il significato dell’Expo 2020 Dubai è stato quello di aver creato le premesse per avviare dialogo e collaborazione tra i popoli. All’Expo di Dubai tutto è stato possibile: musicisti dell’Arabia Saudita hanno suonato assieme a musicisti vietnamiti, arabi e israeliani si sono incontrati, conosciuti, scoperti, esperti dei più svariati settori si sono confrontati su questioni importanti che attanagliano la nostra società contemporanea. È stato il luogo in cui le Isole Tonga e l’Italia hanno stretto rapporti attraverso la solidarietà manifestata a seguito dello tsunami che il 15 gennaio ha colpito l’arcipelago dell’Oceano Pacifico meridionale. Expo è stata la cornice in cui a capodanno si è festeggiata la Notte della Taranta pugliese davanti al Padiglione saudita, la cornice in cui le donne sono state protagoniste di dibattiti sul divario di genere favorendo quell’opera di cambiamento che porterà a raggiungere una parità in tutti i settori, è stato il luogo in cui è stato possibile sensibilizzare tutti sugli SDG, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in una esposizione universale che è stata ispirata e realizzata cercando di ottemperare a tutti i principi di sostenibilità e ridotto impatto ambientale. È stato l’evento internazionale che ha permesso di rivedersi e riabbracciarsi dopo due anni di pandemia, segnati da restrizioni e isolamento, che ha consentito di poter vedere il mondo in un momento in cui è ancora difficile viaggiare e spostarsi liberamente così come eravamo abituati a fare prima dell’irrompere del Covid-19 nelle nostre vite.
I record dell’Italia
Per l’Italia è stata un’esposizione universale dei record. In sei mesi di attività ed iniziative il Padiglione Italia all’Expo di Dubai ha raggiunto oltre 1 milione e 619mila visitatori in presenza, arrivando a 13 milioni di utenti online collegati da tutto il mondo. “Expo Dubai ha offerto all’Italia un’occasione unica per valorizzare innovazione, tecnologie e nuove prassi, per sviluppare partnership tecnologiche, opportunità di investimenti esteri e collaborazione internazionale tra imprese, organismi accademici e scientifici” ha dichiarato il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio in un messaggio video inviato al Padiglione Italia nel corso dei festeggiamenti di chiusura.
Il nostro Paese ha rafforzato la sua posizione di leadership del Mediterraneo allargato, portando centinaia di best practice e progetti per il futuro riunendo assieme territori regionali, aziende, istituzioni politiche, scientifiche, culturali e accademiche. “L’Italia esce a testa alta da Expo 2020 Dubai, con riconoscimenti e attestati internazionali per aver mostrato con il Padiglione le proprie eccellenze nell’innovazione, nella sostenibilità e nella creatività” è il commento di Paolo Glisenti, Commissario Generale per l’Italia a Expo 2020. Bottino di premi e riconoscimenti per il Padiglione Italia: miglior Padiglione agli UAE Innovates Awards, come progetto più innovativo nella categoria “Best innovation that achieves sustainability” e un bronzo nei premi del Bureau International des Expositions (BIE) per la “Miglior interpretazione del tema”. Già ottenuti nei mesi scorsi anche il premio di The Exhibitor Magazine (USA) per il “Miglior elemento del percorso espositivo di un Padiglione a Expo Dubai” per la riproduzione in 3D del David di Michelangelo e quello di “Miglior progetto imprenditoriale dell’anno” per i Construction Innovation Awards (UAE). L’eredità italiana che resterà dopo l’Expo prevede lo sviluppo di progetti nell’ambito educativo e della ricerca, finanziati con il PNRR: la realizzazione di un campus arabo-mediterraneo, un centro di ricerca e alta formazione per la digitalizzazione e ricostruzione dei beni culturali distrutti o danneggiati in zone di guerra, un campus di ricerca e formazione sulla trasformazione del cibo.
Un gran finale
L’Expo 2020 Dubai ha dimostrato il valore delle partnership, l’importanza di una piattaforma di dialogo in un mondo che, con ogni probabilità, potrebbe trovarsi ad affrontare nuove pandemie. Lavorare insieme diventa un imperativo se si vogliono vincere le sfide del domani. “Apriamo un nuovo capitolo insieme, di collaborazione e partnership. In questi mesi abbiamo imparato molto insieme e abbiamo provato che gli uomini sono di una sola essenza e un solo destino” sono queste le parole pronunciate nella cerimonia conclusiva dell’Expo dallo Sceicco Nahyan bin Mubarak Al Nahyan. E se l’Expo ha aperto la strada ad un nuovo corso nel modo in cui i Paesi collaborano insieme il percorso verso Osaka 2025 è già ben delineato. “Expo 2020 Dubai è stata un faro per ricordarci che per navigare tra le sfide, dobbiamo unirci e lavorare all’unisono” rilancia Jai-chul Choi, Presidente dell’Assemblea Generale del BIE. La bandiera del BIE, che ha sventolato sotto la spettacolare cupola di Al Wasl Plaza per sei mesi, viene ammainata e la consegna al Ministro per Expo 2025 Osaka, Wakamiya Kenji, e al Governatore della Prefettura giapponese di Osaka, Yoshimura Hirofumi, segna una pagina di profonda commozione. L’Expo 2020 Dubai è stata un’edizione di successo, malgrado la pandemia ne abbia ritardato lo svolgimento e penalizzato l’affluenza di visitatori da tutto il mondo. Eppure, la prima esposizione universale ad aver luogo nel mondo arabo è riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi: oltre 23 milioni di visite, rientrando nel range inizialmente fissato tra 22,9 e 25,4 milioni di visite, di cui più della metà costituiti da turisti, e ben 197 milioni di visite virtuali online.