A Expo il primo summit umanitario

L’International Humanitarian Summit (IHS) esordisce a Expo. Una piattaforma di dialogo che punta a favorire la cooperazione internazionale su temi umanitari. Un’occasione di confronto che contribuisce alla creazione di un ecosistema che mette assieme organizzazioni internazionali, ONG, fondazioni filantropiche, settore pubblico e privato, per definire soluzioni innovative che consentano di affrontare le emergenze e le sfide del futuro. È significativo che ad ospitare la prima edizione sia stata l’Esposizione Universale di Dubai. Una scelta che vede la sua ragion d’essere nell’eredità che Expo 2020 lascia al mondo: aver posto le basi per una collaborazione tra Paesi che abbraccia economia, scienza, tecnologia, formazione, cultura, creando le premesse per una pacifica coesistenza.

Cambiamenti climatici, conflitti, catastrofi naturali, possibili nuove pandemie sono le grandi sfide che l’umanità si troverà davanti negli anni a venire. L’unità può fare la differenza e la via tracciata dall’Expo di Dubai è quella del lavoro di squadra, del confronto pacifico, delle sinergie, dello sforzo comune. A tenere a battesimo questa prima edizione lo Sceicco Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della Tolleranza e Coesistenza degli Emirati Arabi Uniti e Commissario Generale di Expo 2020 Dubai, con un discorso introduttivo che mette in evidenza il ruolo sempre più centrale degli Emirati nello scacchiere geopolitico internazionale e la visione che ispira la leadership emiratina. Al suo fianco anche lo Sceicco Ahmed bin Saeed Al Maktoum, Presidente dell’Autorità dell’Aviazione Civile di Dubai e Presidente e fondatore della Emirates. Scopriamo di più sul summit e sui temi sviluppati. 

Dibattiti per favorire uguaglianza e inclusione

Attraverso sei tavole rotonde e alcuni faccia a faccia con esperti del settore umanitario, tra cui Zondwa Mandela, Presidente della Mandela Legacy Foundation, Valerie Nkamgang Bemo, Vice Direttore dell’Emergency Response della Bill & Melinda Gates Foundation, si sono toccati temi quali inclusione, parità di genere, giustizia, uguaglianza, sostenibilità, pacifica convivenza. Con la presentazione di Giuseppe Saba, CEO della International Humanitarian City di Dubai, il più grande hub per il pre-posizionamento e lo stoccaggio di aiuti umanitari del mondo, si è avuta una panoramica di come si articoli la risposta alle emergenze agendo all’ombra dei 17 SDG dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e l’importanza del coinvolgimento dei governi nelle attività umanitarie. 

Due storie di superamento dei limiti

Belle e commoventi le storie raccontate da due protagonisti di imprese straordinarie che parlano della forza di volontà che vince su tutto, anche sui limiti apparentemente imposti dalla disabilità. Safiya Abdullah Mohamed Al Bahlani è una ragazza disabile che ha trovato nell’arte un mezzo d’espressione e una ragione di vita. Attraverso la sua Safiya Arts Gallery promuove non solo l’Oman e la cultura omanita, ma realizza corsi di conoscenza di sé attraverso l’arte e sviluppando una sensibilità artistica. Altrettanto meravigliosa la storia di Abdelrahman Mohamed Omran Elshazily, ingegnere specializzato in Machine Learning Technology e Data Scientist che grazie alle sue eccezionali competenze in settori innovativi ha vinto premi e riconoscimenti a livello internazionale e ha inventato e sviluppato una sedia a rotelle smart che può rivoluzionare il mondo della disabilità. 

Le voci di chi opera sul campo 

Per rendere il confronto ricco di spunti per ripensare un modello di aiuti che sia al passo con le sfide del mondo contemporaneo si è dato spazio alle voci di chi opera sul campo, fornendo una panoramica delle varie sfaccettature di cui si compone l’azione umanitaria. L’estrema povertà i cui effetti letali si sono aggravati con l’irrompere del Covid-19; la disabilità che in casi emergenziali diventa un ulteriore fattore di discriminazione e non inclusione, gli aiuti sanitari in contesti fragili; inclusione finanziaria tra gruppi di persone vulnerabili, con un focus sul mondo femminile; il settore umanitario e la sostenibilità, con attenzione all’ambito privato, alla Corporate Social Responsibility, e alle organizzazioni internazionali per la creazione di una società migliore. Sono queste le varie tematiche approfondite attraverso sessioni di dibattito. Tra i punti chiave emersi: l’importanza delle partnership, la creazione di ecosistemi che rendano efficaci gli interventi e gli aiuti, l’ascolto delle comunità locali, l’uso di soluzioni innovative per incrementare l’efficacia della risposta alle emergenze. 

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