Dubai, tecnologie italiane e medicina

Intelligenza Artificiale e machine-learning applicati alla salute sono un punto di forza del settore tecnologico italiano protagonista a Expo 2020 Dubai. Al Padiglione Italia l’evento “Artificial intelligence applied to medicine: Italian excellence in telemedicine and telesurgery” organizzato dall’Agenzia ICE punta i riflettori sull’expertise italiana all’avanguardia nell’innovazione tecnologica applicata alla salute. Un’iniziativa per analizzare i possibili sviluppi che la gestione strategica dei dati, le tecniche predittive, l’uso degli algoritmi applicati alla salute possono offrire nel fronteggiare la pandemia, il suo impatto sui servizi sanitari, la creazione di vaccini e strumenti di trattamento e cura come ad esempio gli anticorpi monoclonali, e il ruolo sempre più decisivo dei big data per la tutela della salute pubblica e l’indirizzo delle politiche sia delle istituzioni sia del settore privato. Un’opportunità per rafforzare i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e favorire nuove partnership internazionali anche grazie alla vetrina dell’Expo.

Parlando delle relazioni tra il nostro Paese e gli Emirati Nicola Lener, Ambasciatore d’Italia negli Emirati, mette in evidenza come il settore della salute conti molto e sia destinato a contare sempre di più: “Per gli Emirati lo era già in precedenza ed è diventato ancor più prioritario con l’accelerazione impressa dalla pandemia. Ci sono grandi investimenti sia ad Abu Dhabi sia a Dubai in generale nella medicina e nell’ambito farmaceutico e ci sono grandi opportunità per noi. Ci sono player italiani ed esistono già collaborazioni tra istituzioni sanitarie italiane e locali, ma ci sono anche opportunità per investimenti da parte di gruppi italiani nel settore sanitario emiratino e c’è sicuramente spazio per collaborazioni congiunte”. Il Covid ha reso quanto mai importante il settore della medicina e le tecnologie sviluppate dall’Italia per questa industria, sempre più centrale a livello globale, potrebbero fare la differenza.

“Un terzo del nostro export nel mondo è fatto di innovazione” mi racconta Amedeo Scarpa, Direttore dell’Ufficio ICE di Dubai. L’iniziativa promossa dall’ICE rappresenta anche un’occasione per “riposizionare l’Italia come Paese dell’innovazione e stimolare collaborazioni”. Il nostro Paese viene spesso associato a cibo e moda, occorre quindi demolire un luogo comune: “Normalmente l’Italia viene letta con le quattro F: Food, Furniture, Fashion e Fun, anche qui negli Emirati -rilancia il Direttore Scarpa- Tuttavia, l’export italiano è fatto di tecnologia, innovazione e in questo caso, attrezzature mediche”. Scopriamo di più sulle novità tecnologiche per la medicina, sul know how italiano nel settore e su quanto stiano facendo gli Emirati. 

Le tecnologie cambieranno la medicina

“La medicina è sicuramente uno degli ambiti nei quali, anche alla luce dell’esperienza della pandemia, c’è da investire di più, nella ricerca e nelle soluzioni tecnologiche -mi dice Nicola Lener, Ambasciatore d’Italia negli Emirati- L’intelligenza artificiale è una di quelle tecnologie abilitanti che aiutano a migliorare su tutti gli aspetti, dalla diagnosi alla cura dei pazienti, al rapporto con i medici, all’analisi dei dati e quindi all’elaborazione anche di politiche nel settore della sanità”. La centralità del ruolo di Intelligenza Artificiale, strategica per il nostro Paese viene sottolineato dall’Ambasciatore Lener: “È certamente molto utile focalizzarci su questo settore, nel quale l’Italia sta investendo risorse importanti, grazie anche al PNRR e alla luce di una strategia che abbiamo da novembre dello scorso anno sull’Intelligenza Artificiale finalizzata ad accrescere la ricerca, le competenze, le applicazioni in una serie di settori, tra i quali c’è naturalmente la medicina”. L’importanza delle tecnologie e della ricerca ha spinto l’Italia a creare lo Human Technopole, Istituto di Ricerca Italiano per le Scienze della Vita, che porta avanti l’eredità di Expo 2015 Milano con l’obiettivo di favorire collaborazioni internazionali e creare un vero e proprio ecosistema della ricerca scientifica nel nostro Paese e in Europa.

“La tecnologia legata all’intelligenza artificiale e machine-learning è fondamentale nella sua applicazione nelle scienze della vita, sia per consentire dei progressi più rapidi e più efficaci in presenza di tantissimi dati che oggi abbiamo a disposizione grazie alle nuove tecnologie genomiche -mi dice Marco Simoni, Presidente dello Human Technopole, Istituto di Ricerca Italiano per le Scienze della Vita- Sia per assicurare la sostenibilità del nostro sistema sanitario, che a causa dell’invecchiamento della popolazione sarà sempre più sottoposto a pressioni”.

Dubai e l’uso integrato dei dati in ambito sanitario

Gli Emirati e soprattutto Dubai hanno investito molto nelle tecnologie e nella digitalizzazione anche del settore della salute. Un tessuto e un ecosistema smart che ha permesso di non farsi trovare impreparati al sopraggiungere del Covid-19, con applicazioni di tracciamento e raccolta dei dati fondamentali per indirizzare le scelte governative e salvaguardare la salute dei cittadini. “Abbiamo investito in tecnologia da molto tempo e al momento della pandemia siamo stati fortunati ad avere un’infrastruttura pronta per offrire servizi alla popolazione e fornire i dati al momento giusto perché le istituzioni fossero pronte a prendere decisioni” dichiara Mohammad Abdulqader Al Redha, Direttore del Dipartimento Health Informatics & Smart Health della Dubai Health Authority (DHA).

“La DHA ha lavorato molto bene con gli altri enti governativi di Dubai e degli Emirati Arabi Uniti, dove tutti lavorano come un unico corpo per servire la popolazione, perché i pazienti possono muoversi liberamente in tutti e sette gli emirati della federazione -racconta Al Redha- Questo è stato possibile solo grazie alla tecnologia che era pronta. Disponevamo di dati chiari, unificati, di eccellente qualità per permettere ai leader degli Emirati di agire in modo rapido”. “Abbiamo unificato l’infrastruttura elettronica sanitaria di Dubai con un progetto chiamato NABIDH (Network Analysis Backbone for Integrated Dubai Health), che è anche connesso con le cartelle cliniche nazionali dei pazienti. Questo ci consente di avere un quadro chiaro sul futuro che vedrà maggiore integrazione, una circolazione continua dei dati nel Paese e consentirà di servire meglio i pazienti e proteggere la salute pubblica” conclude Al Redha. 

Emirati, uso delle tecnologie e pandemia 

Il gruppo G42 di Abu Dhabi è stato impegnato in prima linea nello sviluppo del vaccino anti Covid-19. A Francesco Redivo, Senior Vice President di G42 Healthcare chiedo quanto siano state determinanti le tecnologie nella rapidità con cui si è riusciti a creare un vaccino: “Abbiamo collaborato sin dai primi giorni della pandemia con Sinopharm, l’azienda cinese che ha sviluppato uno dei primi vaccini ed è stato il gruppo che negli UAE e nel Medio Oriente ha lanciato questo primo studio clinico con oltre 40mila pazienti in cinque Paesi, per testare il siero e distribuirlo. Per provarne l’efficacia è stato il primo studio a livello mondiale, ancor prima della Cina”.  Le tecnologie oggi consentono di sequeziare il genoma del virus e creare non solo vaccini ma anche cure mirate.

“Il nostro laboratorio Biogenix sequenzia il virus per capire di quale variante stiamo parlando. Questi dati servono per lo sviluppo di successivi booster o vaccini che coprano da altre varianti, per prepararci a ciò che succederà dopo”. Sul fronte dei vaccini G42 sta già lavorando a modelli predittivi per arrivare a capire in anticipo eventuali ulteriori mutazioni del virus. “Stiamo collaborando con altre aziende per sviluppare dei meccanismi che aiutino a predire la prossima variante. Ciascun governo sta cercando di attrezzarsi per guadagnare mesi e settimane per campagne volte a proteggere la popolazione -spiega Redivo- Sul lato farmaci questo deriva dal sequenziamento del genoma che è in corso d’opera e che nel medio termine servirà per passare dalla cosiddetta medicina reattiva alla medicina proattiva e personalizzata” uno sviluppo che permetterà, in prospettiva, di prevenire e curare alcune malattie croniche che colpiscono questa regione del mondo, come il diabete, che assorbono una grande quantità di risorse. 

Dati e Intelligenza Artificiale al servizio della salute pubblica

L’Intelligenza Artificiale e l’integrazione dei dati tra i diversi Paesi sono assolutamente essenziali nella lotta contro il Covid-19, come ha sottolineato nel suo intervento da remoto Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

Sull’importanza dei dati gli fa eco Giuseppe Italiano, Professore di Computer Science dell’Università Luiss: “Sono stati importantissimi, ci hanno aiutato a capire cosa stava succedendo e a fare previzioni su cosa sarebbe potuto succedere un domani e a capire l’efficacia di alcune strategie”.

La sfida che attende gli ospedali è anche legata ai dati e alla loro gestione con personale altamente specializzato, come racconta l’Ingegnere Elena Bottinelli, Head of Innovation, Digitalization and Sustainability del Gruppo San Donato che aggiunge quanto risulti importante da una parte trovare il modo di “governare questa trasformazione digitale e come non farsela sottrarre da grandi tech che indirizzano i pazienti in base ad algoritmi sviluppati da loro senza coerenza e con l’esperienza degli ospedali. Dall’altra, come gli ospedali si trasformano per accogliere i pazienti. Perché il paziente digitale è abituato a non aspettare, ad avere delle risposte facili, dei report digitali. L’ospedale deve mettersi in condizione di dare questa offerta e produrre al suo interno dei dati che possa lui stesso utilizzare, possibilmente in condivisione con altri”, anche se questo pone delle questioni di interoperabilità dei sistemi e di privacy da risolvere. L’Intelligenza Artificiale si rivela decisiva anche nella diagnosi delle patologie. “La diagnostica per immagini può vedere nell’Intelligenza Artificiale un alleato per poter ulteriormente potenziare il suo ruolo centrale in tutto il management della patologia, dalla prevenzione al trattamento. Come Bracco, cerchiamo di sfruttare questa opportunità” dichiara Elena Magalotti, Global Brand Manager Contrast Management & Digital Health di Bracco Imaging.

“Bracco è in una posizione chiave per la sua expertise clinica nel campo della diagnostica per immagini e per il suo network globale di collaborazioni con accademia e centri di ricerca -aggiunge Magalotti- La diagnostica per immagini è al centro della medicina di precisione e credo che la pandemia abbia semplicemente ulteriormente sottolineato questo aspetto”. La Bracco intende continuare a sviluppare soluzioni che “permettano di anticipare il più possibile la diagnosi, rendendola sempre più accurata anche proponendo soluzioni che ottimizzino la somministrazione dei prodotti” conclude Magalotti.