Vi racconto Vienna e il coronavirus

In Austria crescono i contagi da coronavirus. Vi racconto la mia esperienza per le strade di Vienna, dove ero l’unica a indossare la mascherina all’aperto. 1.958 i casi di Covid-19 registrati ieri. L’impennata dei positivi al SARS-CoV-2 non stupisce vista la disinvoltura nell’uso della mascherina e la mancanza di rispetto del distanziamento sociale che ho constatato nella capitale austriaca. In giro si vedono poche ffp2, mentre moltissime sono le mascherine fai da te in stoffa o le chirurgiche, talvolta tenute sotto il mento o lasciando il naso scoperto. All’aperto regna l’anarchia e chi si premuri di utilizzare presidi anti-covid viene guardato con un misto di meraviglia e scherno.

Le distanze interpersonali non vengono rispettate, ma ciò che inspiegabilmente non viene applicato è lo scaglionamento all’entrata di esercizi commerciali o supermercati, con il rischio di trovarsi in ambienti affollati per tempi lunghi. In alcuni ristoranti, non particolarmente ampi, non vi è spazio adeguato tra i vari tavoli, ma vengono accettate tante prenotazioni, quasi come se la pandemia non esistesse. I moduli per tracciamento e autocertificazione vengono consegnati come se si trattasse di una noiosa procedura da espletare e non perché rappresentino uno strumento importante per il contenimento della diffusione del virus. La percezione è che la popolazione tenda a sottovalutare la gravità dell’infezione. Vediamo insieme alcune situazioni a rischio e quali provvedimenti il governo Kurz si stia apprestando a varare. 

Ressa nei supermarket, nessuna attenzione per strada

Avventurarsi nei supermercati nelle ore di punta sembra far precipitare in epoca pre-covid. In una Billa di grandi dimensioni ci si può trovare uno accanto all’altro tra i vari reparti, alla gastronomia, al banco del pane, oppure alle casse. Delle distanze non solo nessuno si cura, ma anche gli addetti e i cassieri non sembrano affatto preoccupati di far rispettare le norme di sicurezza che dovrebbero essere diventate per tutti automatiche. Si percepiscono poca cura e una generalizzata insofferenza alle regole.

Questa la situazione alle casse in un supermercato in zona centrale e trafficata. Si sta in fila troppo vicini, ci si accalca sia alle casse automatiche, sia a quelle presidiate dai cassieri. 

Ristoranti e bar, meglio se con tavoli all’aperto

Alcuni ristoranti si sono attrezzati con tavoli all’aperto, grazie a funghi e lampade riscaldanti, ma il clima rigido della capitale austriaca non è d’aiuto. In questo ottobre 2020 piove spesso e le temperature sono scese parecchio.

Inoltre, il vento viennese si alza di frequente, rendendo difficile l’uso diffuso di tavoli all’aperto.

Nei parchi o per le strade nessuno porta la mascherina. Sembrano inesistenti i controlli, almeno nelle aree centrali della città.

Si prospetta un nuovo lockdown?

Attualmente vi sono 960 persone ricoverate in ospedale. I morti per coronavirus sono 925. Poco meno di 2.000 le persone infette nelle ultime 24 ore, la maggior parte delle quali registrate a Vienna. Il governo turchese-verde sta per varare nuove misure per contenere i contagi, provvedimenti che dovrebbero entrare in vigore venerdì. Nella bozza dell’ordinanza del Ministero della Salute, che il Kurier ha potuto leggere, sembra che verranno banditi gli schermi di plastica trasparente che coprono naso e bocca utilizzati soprattutto nel settore eno-gastronomico.

Non proteggerebbero dall’aerosol, si dice nella bozza, e per questo saranno vietati. Per la messa al bando di visiere e schermi in materiale plastico sarà comunque previsto un periodo di transizione. Molteplici gli scenari che si profilano all’orizzonte, ma le condizioni legali per imporre un nuovo lockdown prevedono il superamento di una soglia critica da parte del sistema sanitario nazionale. È quindi necessario che dei 2.000 posti letto disponibili in terapia intensiva Il 40% venga occupato da pazienti affetti da Covid-19, ossia almeno 800. Solo al superamento di tale limite l’esecutivo a guida Kurz ha l’obbligo di intervenire con misure restrittive. Malgrado i record negativi registrati con un numero sempre crescente di casi positivi, attualmente i posti letto in terapia intensiva assegnati a pazienti contagiati da SARS-CoV-2 sono 157.

Le nuove misure anti-covid

Il governo turchese-verde ha varato le nuove misure restrittive per arginare il diffondersi del coronavirus sul territorio austriaco. La tanto attesa nuova ordinanza del Ministro della Salute Rudolf Anschober (Verdi), entrerà in vigore a partire da domenica 25 ottobre. Tra i punti salienti vi è il ripristino dell’obbligo del distanziamento sociale di un metro nei luoghi pubblici, escluso tra persone appartenenti allo stesso nucleo familiare; restrizioni per il consumo degli alcolici all’aperto che, dopo il coprifuoco, non potranno più essere consumati fino a 50 metri dai locali; la messa al bando delle visiere di plastica trasparente che, non proteggendo adeguatamente dall’aerosol, dovranno essere sostituite dalle mascherine entro il 7 novembre; obbligo della mascherina negli spazi pubblici chiusi, ma anche nei passaggi sotterranei, sui mezzi pubblici, alle fermate, nelle stazioni ferroviarie, ad eventi.

Ai tavoli dei ristoranti possono sedere fino ad un massimo di 6 persone negli spazi chiusi, fino a 12 persone all’aperto; ai funerali possono partecipare un massimo di 100 persone (prima il limite era di 500); eventi con più di sei o dodici persone possono svolgersi solo se vi sono posti assegnati e vi sarà sempre l’obbligo di indossare la mascherina; per eventi ufficialmente approvati potranno intervenire al massimo 1.000 persone al chiuso, 1.500 in caso di svolgimento all’aperto. Anche nello sport torna l’obbligo del distanziamento, tranne che per gli sport da contatto; nessun obbligo di indossare la mascherina per chi faccia attività fisica. Alcuni giuristi, però, hanno sollevato obiezioni dicendo che misure restrittive generalizzate applicate indistintamente su tutto il territorio federale non terrebbero conto del fatto che vi siano aree dell’Austria che non hanno registrato molti contagi. Chiedono invece l’applicazione delle misure solo in quelle città o zone in cui siano state registrate impennate di casi positivi.