Israele-UAE-Bahrain, prove di pace

La firma a Washington degli Abraham Accord tra Israele, Emirati e Bahrain è un’opportunità di stabilità per il Medio Oriente. Il Presidente americano Donald Trump, che ha dominato la scena nel corso dell’intera cerimonia alla Casa Bianca, ha sottolineato come “dopo decenni di divisioni e conflitti si può salutare l’alba di un nuovo Medio Oriente grazie al coraggio dei leader visionari di questi tre Paesi”. Un “cambiamento del corso della storia”, lo ha definito con toni trionfalistici Trump.

A ben guardare c’è più di un motivo per cui questi accordi di normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e due influenti Paesi del Golfo arabico, quali Emirati Arabi Uniti e Bahrain, acquistano un significato importante. Sullo sfondo aleggia la possibile intesa sugli aerei F-35 stealth fighter e gli EA-18G Growler che gli Stati Uniti potrebbero vendere agli Emirati, desiderosi da tempo di rinnovare i propri arsenali e che finora non potevano neppure sperare di poter acquistare. Dal canto suo il Bahrain ha più di un motivo per temere l’Iran, che fino al 1969 reclamava i territori bahreiniti come propri possedimenti. Inoltre il Bahrain, governato dalla casa reale sunnita, deve fare i conti con una maggioranza della popolazione sciita. Analizziamo insieme alcuni motivi che fanno sì che gli Abraham Accord contino e anche molto per i futuri equilibri della regione e gli assetti geopolitici mondiali.  Continua a leggere



Bahrain-Israele, nuova era di pace

Gli Emirati sono stati i primi a normalizzare i rapporti con Israele. Adesso è la volta del Bahrain. Manama annuncia l’avvio delle relazioni diplomatiche con Tel Aviv. “È l’inizio di una nuova era di pace”, ha commentato a caldo il Primo Ministro Benjamin Netanyahu. La decisione del re Hamad bin Isa Al Khalifa contribuisce alla sicurezza e alla stabilità del Medio Oriente ed è stata presa nell’interesse del regno, in piena autonomia, fanno sapere fonti vicine al sovrano bahreinita, sebbene sia avvenuta con la mediazione degli Stati Uniti

La formalizzazione dei rapporti tra i due Paesi avverrà il 15 settembre alla Casa Bianca, in concomitanza con la firma dell’Abraham Accord (Accordo di Abramo), la storica intesa tra Emirati Arabi Uniti e Israele annunciata lo scorso 13 agosto. Il Ministro degli Esteri del Bahrain, Abdullatif bin Rashid Al Zayani, ritiene che la pace appena siglata sia importante e possa favorire la fine nel conflitto israelo-palestinese, salvaguardando al tempo stesso i diritti del popolo palestinese. Anche l’Oman ha salutato con favore la posizione del Bahrain, secondo Paese del Golfo Arabico ad aver allacciato rapporti diplomatici con Israele. Il sultanato, tra quei Paesi che potrebbero presto procedere alla normalizzazione delle relazioni con lo stato ebraico, si dice sicuro che questo sia un passo fondamentale per la costruzione della pace nella regione. E che l’Oman abbia da tempo optato per una linea di apertura lo dimostra anche la visita di Netanyahu al sultano Qaboos bin Said nel 2018, un incontro mai avvenuto negli ultimi 20 anni. Plauso per la decisione del Bahrain è stato espresso anche dalle autorità emiratine che con il loro accordo hanno dato un contributo decisivo ad un nuovo clima di distensione. Vediamo insieme i punti strategici per il raggiungimento della pace nella regione mediorientale e la posizione assunta dall’Iran.  Continua a leggere



COVID19, cresce l’IVA in Arabia Saudita

A luglio l’Arabia Saudita innalzerà al 15% l’imposta sul valore aggiunto, causa COVID-19. Emirati e Bahrain restano per ora fermi al 5%. Mentre gli altri Paesi del Golfo sembrano voler rallentare il regime di transizione verso l’introduzione dell’IVA. La decisione dei sauditi arriva come una doccia fredda e rappresenta un vero choc per i consumatori che vedono improvvisamente triplicare l’imposta sul valore aggiunto a partire dal primo luglio.

Gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita hanno introdotto assieme l’IVA il primo gennaio 2018. Il Bahrain ha fatto altrettanto un anno dopo. Nel 2018 gli introiti derivanti dall’IVA sono stati 27 miliardi di AED negli Emirati. A metà novembre il regno saudita ha dichiarato di aver avuto un gettito dell’imposta sul valore aggiunto pari a 46,7 miliardi di riyal. Sono molti i settori che hanno chiesto alle autorità emiratine un periodo di sospensione dell’IVA di almeno 6 mesi, per dare una boccata d’ossigeno alle imprese, fortemente destabilizzate dalla pandemia, e consentire ai consumatori di riacquistare fiducia. Ecco perché al momento non sembra che il governo emiratino abbia intenzione di ritoccare l’IVA. Al contrario, mantenerla al 5% produrrebbe vantaggi notevoli per le imprese locali. Vediamo insieme perché l’Arabia Saudita abbia adottato questa misura e cerchiamo di capire se gli Emirati andranno in scia.  Continua a leggere



Emirati leader nel blockchain

Nuovo passo verso la regolamentazione delle criptovalute negli Emirati Arabi Uniti. BitOasis, una piattaforma di cambio su tecnologia blockchain basata negli EAU ed operativa in Medio Oriente e Nord Africa, sarà la prima ad ottenere una licenza speciale per svolgere la propria attività nella regione mediorientale. Un’approvazione preliminare è già arrivata dall’Autorità che regola i Servizi Finanziari negli Emirati, che dipende dall’Autorità del Mercato Globale di Abu Dhabi.

Il settore delle cryptocurrency è per lo più privo di licenze e regole in molti dei principali hub finanziari mondiali. Questa situazione ancora poco chiara ha dato spazio alla creazione di piccole giurisdizioni a Malta e nel Liechtenstein, ma poco si è fatto finora su scala più ampia. Alla fine di febbraio il Bahrain, il più piccolo Paese del mondo arabo, ha legiferato in materia di criptovalute.

Per il mondo di Bitcoin e blockchain, però, la notizia del coinvolgimento di un Paese così importante nell’area del Golfo e nello scacchiere internazionale come gli Emirati Arabi Uniti, potrebbe segnare un decisivo cambio di passo, mettendo ordine nell’attuale giungla deregolamentata. Scopriamo di più su BitOasis e su quanto importanti stiano diventando criptovalute e tecnologia blockchain negli EAU e nel Medio OrienteContinua a leggere