Austria: via 8.000 rifugiati

Non passa giorno che non si parli di rifugiati sui media austriaci. Un dibattito legato anche alla lunghissima campagna elettorale delle presidenziali. Nel 2016 sono andati via dall’Austria 8.000 migranti, secondo un rapporto del Ministero dell’Interno. 4.515 hanno lasciato il territorio austriaco su base volontaria. 3.311 sono stati invece deportati, secondo le regole comunitarie stabilite dal Trattato di Dublino, che impone di farsi carico delle procedure relative alla richiesta di asilo al primo Paese dell’Unione europea nel quale il rifugiato è arrivato ed è stato registrato. Quando l’Austria ha stabilito di mettere un tetto al numero di rifugiati ammessi sul suo territorio nel 2016, si temeva un afflusso di profughi simile a quello del 2015, quando ben 90.000 rifugiati hanno presentato domanda di asilo. Invece, a fine settembre 2016, è stato raggiunto solo il 75% dei 37.500 richiedenti asilo previsti, ovvero sono state 34.657 le domande presentate finora in Austria dall’inizio dell’anno. Si presume che il tetto non venga sforato, ma se così dovesse accadere, prima della fine dell’anno, scatteranno misure di emergenza.

image

Il Ministro dell’Interno Wolfgang Sbobotka (ÖVP) però precisa: “potrebbe essere una misura da applicare solo per pochi giorni, se non addirittura non necessaria”. In ogni caso una nuova legge consentirà al governo di dichiarare lo stato di emergenza sulla crisi dei migranti e respingere quasi tutte le richieste di asilo, anche quelle che arrivino da rifugiati provenienti da Paesi martoriati dalla guerra, come nel caso della SiriaContinua a leggere



Bamako Parigi solo andata

Mamadou l’ho incontrato un anno fa, in Croazia. Ero al seguito di un convoglio umanitario che portava aiuti ai rifugiati, in un campo sorto in maniera spontanea, nei pressi della stazione ferroviaria di Tovarnik, cittadina croata al confine con la Serbia. Mamadou era uno dei pochi migranti provenienti dall’Africa, in mezzo a migliaia di profughi siriani, iracheni e afghani. Mi aveva subito colpito, Mamadou, lo sguardo buono, pieno di fierezza. Si era avvicinato mentre distribuivamo vestiti e scarpe. Aveva freddo, cercava un cappotto che gli tenesse più caldo e lo proteggesse dall’umidità di una rigida notte d’inizio inverno, che minacciava pioggia da un momento all’altro.

Varnik

La sua dignità, la sua compostezza, la sua gentilezza, avevano attirato subito la mia attenzione. Per questo ho iniziato a fargli qualche domanda e poi ci siamo scambiati numero di telefono e contatto via WhatsApp. Mamadou arriva dal Mali. Ma perché fugge da Bamako? E perché ha attraversato la rotta balcanicaContinua a leggere



Imponente esercitazione antiterrorismo a Vienna

Vienna blindata, sotto attacco. Truppe scelte anti-terrorismo EKO-Cobra (Einsatzkommando Cobra) e forze paramilitari WEGA (Wiener Einsatzgruppe Alarmabteilung), irrompono, armate, in assetto d’assalto. Scendono da mezzi speciali. Indossano elmetti, hanno il volto coperto, imbracciano fucili automatici di precisione. Stanno per fare un’irruzione. È in corso un attacco terroristico, portato a segno da un commando, che si è asserragliato in un edificio. Un intervento d’emergenza, tanto che arrivano rinforzi, anche dal cielo. Gli elicotteri della Polizia perlustrano l’area. Alcuni atterrano nelle immediate vicinanze. Segue il lancio di lacrimogeni. I primi colpi vengono esplosi. Poi lo scontro a fuoco impazza. Sopraggiungono ambulanze e mezzi di soccorso. Finché non si ode lo squasso di una potente deflagrazione. Dall’edificio divampano le fiamme. Le truppe d’assalto penetrano all’interno. Il blitz è fulmineo. I terroristi vengono sopraffatti e catturati.

Thomas Cerny

Thomas Cerny

Almeno così sembra, in apparenza, ma si tratta solo di un’esercitazione, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Interno. La più grande mai organizzata a Vienna e la prima di questo genere: con un ampio coinvolgimento di unità speciali sul campo e testando il flusso della comunicazione e delle informazioni e la macchina decisionale in un simile scenario di emergenza.  Continua a leggere



L’Austria cancella Hitler

La casa natale di Adolf Hitler sarà demolita. L’annuncio è stato dato ieri dal Ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka (ÖVP). L’Austria, quindi, pone una netta cesura tra sé e il nazismo, distruggendo, o meglio, apprestandosi a distruggere, uno dei simboli di questo ingombrante e scomodo passato. Per ora resta solo una dichiarazione d’intenti. Ad oggi il Parlamento non ha ancora approvato la legge federale che ratifichi tale demolizione. L’emendamento inizierà entro breve l’iter parlamentare, ma ancora ci vorrà del tempo. “La casa di Hitler sarà distrutta -ha dichiarato il Ministro Sobotka- Le sue fondamenta potranno essere conservate, ma al suo posto sorgerà un nuovo edificio”.

c_2_articolo_3036935_upiimagepp

Il punto nodale è comunque la fine di una lunghissima ed estenuante battaglia legale, durata anni, tra la Repubblica Federale Austriaca e Gerlinde Pommer, la proprietaria del palazzo d’angolo al numero civico 15 della Salzburger Vorstadt, a Braunau am Inn, una cittadina vicina al confine con la Germania, dove Hitler nacque nel 1889Continua a leggere



Dal ghiaccio dell’Austria a Marte

La prossima spedizione umana su Marte che, stando a quanto promette Obama, potrebbe essere realtà nel 2030, dovrà dire grazie all’Austria e alle simulazioni effettuate sul ghiacciaio del Kaunertal in Tirolo. Infatti, in questa zona delle Alpi austriache, dove c’è il Ghiacciaio Weissseeferner, a ben 2.750 metri d’altezza, scienziati e astronauti provenienti da 19 Paesi si sono trovati per dare vita ad AMADEE-15, una missione che ha simulato una vera e propria spedizione sul pianeta rosso. In questo ambiente montano, isolato, impervio, ma non irraggiungibile, esistono condizioni simili ad alcune zone della superficie marziana, dove un tempo sembra esservi stata presenza di acqua e ghiaccio.

c_2_articolo_3035924_upiimagepp

Il luogo ideale, quindi, per ricreare un’esercitazione, il più possibile vicina a ciò che si potrebbe incontrare arrivando davvero su Marte.

Continua a leggere



Computer quantico, tra hacker, spie e criminalità

L’arrivo del quantum computer scuoterà le fondamenta di internet. A niente servirà la cover dell’ex talpa NSA Edward Snowden, per segnalare se lo smartphone è intercettato, perché ogni sistema sarà vulnerabile e aperto. Gli hacker di oggi sembreranno preistoria. Il futuro è il computer quantico. Una rivoluzione che cambierà tutto, creando un potente terremoto nel mondo della sicurezza e in quello dell’intelligence. La diffusione di email private, che in questi giorni influenza il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi, sarà un episodio confinato nel giurassico dell’era di internet. Il computer quantico non conosce barriere, non incontra ostacoli, e sarà realtà forse solo nel giro di 10, massimo 15 anni. Non ci saranno password sicure, né sistemi informatici inviolabili, il quantum computer è un super computer che tutto legge e tutto decritta, senza che nulla di ciò che oggi conosciamo in termini di crittografia e sicurezza possa bloccarlo.

Google Touchscreen Laptop

Paura? C’è da averne, eccome! Specie per tutte quelle informazioni sensibili, che oggi sono segrete, ma che, con l’arrivo del computer quantico sarà possibile decodificare senza alcuna difficoltà. Uno scenario che solo a ipotizzarlo fa tremare i polsi, soprattutto in ambito governativo e d’intelligence.

Continua a leggere



La ricetta AIEA contro il virus degli animali

A Seibersdorf, nei modernissimi laboratori del centro dell’AIEA, alle porte di Vienna, si lavora per preparare test sierologici applicabili su larga scala per sconfiggere, in tempi relativamente brevi, la Dermatite nodulare infettiva (Lumpy Skin Desease – LSD), una malattia che colpisce il mondo animale. Da vari mesi l’Europa sud-orientale ha registrato la comparsa di questo virus, che non esisteva sul nostro continente. La sua presenza in Africa è testimoniata da oltre 90 anni. La Grecia, è stato il primo Paese europeo dove la LSD ha fatto la sua comparsa, nell’agosto-settembre 2015. Sulle prime la diffusione della LSD sembrava essere sotto controllo. Nell’aprile 2016, però, questo pericoloso virus è ricomparso, non solo sul territorio greco, ma anche in Bulgaria e in Macedonia. Gradualmente il contagio si è esteso anche ad altri Paesi limitrofi come Serbia, Montenegro e Albania, rischiando così di raggiungere il cuore dell’Europa.

img_3044

La LSD non viene trasmessa all’uomo, colpisce esclusivamente il mondo animale e specificamente solo i bovini. Questa malattia danneggia pesantemente l’economia, perché compromette non solo la produzione di carne e latte, ma anche quella del pellame. Ecco perché è importante frenarne la diffusione e preparare personale specializzato, capace di diagnosticare, curare ed eradicare questo morbo.  Continua a leggere



Terminator scarica Trump

Il celebre attore Arnold Schwarzenegger ha dichiarato che non voterà per Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca. La star di Hollywood si schiera così con coloro che nel partito, e non solo, hanno preso le distanze dal Tycoon dopo la diffusione delle frasi sessiste. La comunicazione sulle sue intenzioni di voto, Schwarzenegger, l’ha resa nota via Twitter. “Sono orgoglioso di essere Repubblicano -queste le sue parole- ma sopra ogni altra cosa sono fiero di essere americano”. Nato a Thal, in Stiria, nel sud-est dell’Austria, naturalizzato statunitense nel 1983, esponente di spicco del Partito Repubblicano ed ex Governatore della California, Schwarzenegger sul suo profilo Twitter prosegue così: “Per la prima volta da quando sono diventato cittadino statunitense nel 1983, non voterò per il candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti”.

c_4_articolo_2148276_upiimagepp

Il protagonista di Terminator, che dopo due mandati come Governatore della California, ha smesso dal 2011 di dedicarsi alla politica attiva per tornare al cinema, sembra prendere nettamente le distanze da The Donald. Dimostrando di essere fortemente combattuto tra dovere di scuderia, senso di appartenenza al partito dei Repubblicani, al quale è legato dal 1968, e lo spiacevole comportamento del candidato.  Continua a leggere



Gaia Trionfera, una promessa italiana del violino

Il violino lo ha ascoltato suonare quando era appena nata. È uno strumento che fa parte di lei, un’appendice del proprio corpo, che ama abbracciare e con il quale vive un rapporto passionale, fisico, tattile e mentale. Gaia Trionfera è una giovanissima virtuosa del violino. Ha 16 anni appena compiuti, ma è un talento straordinario. Italiana, ancora adolescente, eppure pronta a esibirsi tra i grandi, sui palcoscenici internazionali. Il prossimo 12 ottobre per lei, un prestigioso concerto a Palazzo Metternich, all’Ambasciata d’Italia a Vienna, acclamata da un pubblico speciale e da personalità della musica.

img_3008

L’insegnante di Gaia è Dora Schwarzberg, una violinista di eccezionale bravura che sa trasmettere ai suoi allievi l’amore per uno strumento che, a suo dire, deve saper “parlare e piangere”. Per studiare al fianco della Schwarzberg, Gaia ha lasciato l’Italia da meno di un anno per vivere a Vienna.  Continua a leggere



Black Monday: essere donna in Polonia

A migliaia sono scese in piazza contro il governo che vuole cancellare il diritto all’aborto. Migliaia di donne polacche, vestite di nero, in segno di lutto. Perché il Parlamento minaccia di assassinare  il loro diritto a procreare e a poter decidere del proprio corpo e del proprio futuro liberamente. Perché come dice chi ha partecipato alla marcia di protesta, non si può demandare alla politica una simile scelta. Uno sciopero totale, dal lavoro e dalla famiglia. Un grido d’allarme, un segno tangibile, una rivolta pacifica, ma espressa con granitica fermezza da una minoranza rumorosa. Un fiume in piena di donne si è riversato per le vie delle principali città polacche, da Varsavia a Cracovia, da Danzica a Breslavia.

c_2_articolo_3034426_upifoto1f

Malgrado una fetta consistente della propria forza lavoro abbia incrociato le braccia, la Polonia non è stata paralizzata in modo totale. Era attesa una massiccia partecipazione. Decine di migliaia di donne sono scese in strada in almeno una sessantina di città, in un Paese con una popolazione di 38 milioni di abitanti, dei quali l’87% di fede cattolica. Manifestazioni di solidarietà si sono svolte anche in molte altre capitali europee come Berlino, Bruxelles, Parigi, Londra e BelfastContinua a leggere