Una mostra fotografica piena di colori, come solo l’India sa regalare. Immagini piene di poesia, che catturano in un istante i sentimenti e la vita segreta delle donne del Gujarat. Livia Comandini, fotografa friulana, ha raccolto i suoi scatti nel corso di un viaggio di circa tre settimane, alla scoperta di questo stato, situato all’estremità nord-occidentale del subcontinente indiano. Poco meno di 200.000 chilometri quadrati, con ben 1.600 chilometri di coste affacciate sul Mare Arabico, e 60 milioni di abitanti, prevalentemente di religione Hindu. Un luogo carico di storia e di siti sacri. Le donne del Gujarat si mostrano con i loro vestiti di seta impalpabile, con i loro monili, fermate in momenti della loro quotidianità, fatta di lavoro e famiglia. Nelle foto della Comandini sono racchiuse intense emozioni, si disvelano piccole storie e mondi sconfinati. Particolarmente suggestivo l’allestimento curato a Vienna dall’artista, regista e performer Monica Giovinazzi, nell’Associazione culturale Rotehaare. Nello spazio arredato dalla creatività di Monica Giovinazzi, le donne ritratte dalla Comandini fluttuano nell’aria, come sospese, angeli dai colori sgargianti, creature gentili che popolano una natura aspra e primordiale. Quei volti che ondeggiano, ridisegnano la spazialità, creando la magia di un incanto, prodotto da un gioco di segrete corrispondenze tra sguardi e anime. Lo spettatore, addentrandosi in quel labirinto di visi più o meno segnati dal tempo, viene come avvolto in un abbraccio, accarezzato da sorrisi rubati e dal lampo di iridi illuminate da un’energia straordinaria.
“Il Gujarat è una regione dell’India particolare, dove sono presenti molte etnie -mi racconta la fotografa Livia Comandini– Non sono una studiosa, ma mi incuriosisce andare alla ricerca delle minoranze etniche. Mi piace incontrarle e tentare di documentarle. Nel Gujarat poche donne portano il sari. Hanno modi e vesti diverse da quelle di altre parti dell’India”. Ora la mostra viennese si sposta in Italia. Donne del Gujarat sarà in Friuli Venezia Giulia, a Lestans di Sequals, in provincia di Pordenone, nelle stanze della Villa Savorgnan, a partire dal 25 aprile.
Ogni incontro è l’intreccio di piccole storie
È riuscita a catturare con il suo obiettivo tutte le emozioni che andava cercando e che voleva fermare nelle sue immagini? “Ogni incontro è stata una piccola storia -mi dice commossa Livia Comandini– È bellissima l’arte di fare ritratti. Riuscire a trovare persone disponibili ad avere uno scambio, tra culture così diverse, parlando lingue diverse”.
Tra donne, però, si vince la timidezza, riuscendo ad instaurare immediatamente estrema sintonia.
“Si sono aperte e di alcune sono riuscita a scattare addirittura una sequenza di più foto -mi spiega la Comandini- All’inizio mi guardavano infastidite mentre alla fine, si aprivano, facendomi bellissimi sorrisi. È qualcosa di straordinario, ma non così insolito in India”.
Sorrisi malgrado la grande povertà
“Hanno tutte una incredibile dignità e tanta eleganza. Per quanto povere, hanno una eleganza innata -dice Livia Comandini- Fanno mestieri faticosissimi, che fanno sudare, tanto. Una di loro, per esempio, raccoglieva cotone sotto il sole. Invece di essere disfatta dal caldo e dalla fatica era tutta vaporosa, con indosso un foulard. Sembrava uscita da una prima a teatro”.
Spesso le donne del Gujarat indossano orecchini vistosi e molti gioielli, anche se questo è un particolare piuttosto comune in tutta l’India. Dai diversi tipi di orecchini si riconoscono le diverse etnie.
La tecnica per stabilire un contatto adottata dalla Comandini e instaurare così, pian piano, un rapporto di fiducia era dire loro: “Che begli orecchini, posso fotografarla?”. Alcune indossavano orecchini lavoratissimi e anche molto pesanti. Talvolta dalla preziosità e dalla fattura più o meno raffinata dei gioielli indossati, si può capire anche il censo a cui appartengono le donne ritratte.
I colori tipici dell’India
“In India, ovunque si vada, si incontrano colori magnifici. Le foto vengono sempre bene con tutti quei colori -mi racconta sorridendo Livia Comandini– Il mio scopo, comunque, era andare oltre quella trappola dei colori bellissimi e catturare gli sguardi, le personalità, cercare l’anima, la persona”.
Una ricerca dell’intimità più nascosta, che si percepisce in ogni scatto, illuminato da colori vivacissimi e da un’energia potentissima.
Donne fissate nell’istante del loro lavoro quotidiano, mentre trasportano sulla testa pesce, legna, cotone.
Gioventù e vecchiaia a confronto, la dolcezza della maternità.
Risate fragorose, prima o dopo la fatica del lavoro.
Chiacchiere tra amiche, appena sussurrate. Dettagli inediti, la simbiosi tra umanità e ambiente circostante.
La mostra viennese e quella italiana
“Un bellissimo allestimento, una grande idea -sottolinea Livia Comandini– Perché sono 80 foto, sono tantissime, tutte scattate con una Canon 7D. Le abbiamo divise in gruppi. Le anziane, le bambine, i diversi mestieri”.
Effettivamente nella mostra organizzata a Vienna mesi addietro il tocco creativo di Monica Giovinazzi ha saputo creare suggestioni che si sono aggiunte a colori ed emozioni.
Gli spazi dell’Associazione culturale Rotehaare Alberi Kulturbau, punto di riferimento della comunità italiana, nel settimo distretto di Vienna, si sono accesi di rossi, verdi, gialli, arancioni, rosa catturati nelle foto di Livia Comandini, così brillanti da colpire l’immaginazione e l’anima.
A Lestans, dal 25 aprile, si replicherà. Le donne del Gujarat torneranno ad affascinare e a stupire con l’eleganza dei loro sguardi, dei loro sorrisi, dei loro gesti. Anche stavolta l’allestimento sarà curato da Monica Giovinazzi.
Donne del Gujarat, a Villa Savorgnan, Lestans di Sequals. Inaugurazione il 25 aprile, alle ore 17:00. In mostra fino al primo maggio.