A Dubai la musica che unisce

La Jerusalem Orchestra East & West con le sue atmosfere mediorientali, in bilico tra pop e Maghreb, tra oriente e occidente, si è esibita all’Expo di Dubai. Un progetto musicale multiculturale e innovativo che si avvale della direzione artistica del maestro Tom Cohen. Una performance bella e coinvolgente che dimostra quanto questa Esposizione universale sia la più inclusiva e spettacolare di sempre. La musica fusion dell’orchestra israeliana, ricca di contaminazioni che spaziano da Israele, al mondo arabo, andando fino all’Europa dove si tinge di sonorità yiddish, spingendosi poi oltreoceano, ha saputo accendere i cuori di un pubblico variegato che ha affollato copioso gli spalti del Millennium Amphitheatre, partecipando tra applausi e danze. La Jerusalem Orchestra East & West rappresenta un’esperienza straordinaria di collaborazione creativa che fa delle differenze un punto di forza.

Musicisti di estrazione culturale, età, religione diverse possono essere uniti, condividere la stessa passione, lavorare insieme e raggiungere vette artistiche impensabili per proprio conto. “Sento che le differenze sono un arricchimento nella mia vita di ogni giorno con l’orchestra -mi racconta Tom Cohen, Direttore artistico e Direttore della Jerusalem Orchestra East & West- Ecco perché per me è così semplice parlare, perché penso che il nostro progetto non abbia nulla a che vedere con la politica. Quando tutte le persone che provengono da background culturali diversi, che abbracciano religioni differenti e appartengono anche a generazioni diverse, trascorrono così tanto tempo insieme diventano una famiglia”. Uno sforzo corale di coesistenza con l’obiettivo di produrre musica di qualità, un valore capace di creare amore, passione, armonia nelle differenze. La politica resta fuori, c’è spazio solo per le note. “Noi ci concentriamo su ciò che è davvero importante ossia la musica”. Scopriamo insieme di più sul travolgente concerto della Jerusalem Orchestra East & West.

Sulle note della musica israeliana contemporanea

Sono in tanti a pensare che la Jerusalem Orchestra East & West sia un esperimento riuscito che insegna cosa potrebbe succedere se ci fosse la pace nella regione mediorientale. Il maestro Cohen però ritiene che la loro sperimentazione sia già qui e ora: “Questa orchestra rappresenta qualcosa che sta già accadendo, è un’esperienza che vive del prezioso contributo dei fantastici musicisti che vi lavorano. È un progetto che deve essere conosciuto anche all’estero per poter incidere sempre di più a beneficio della pace e del cambiamento”. I ritmi presi dalle sonorità arabe si sono intrecciate a voci di artisti straordinari che hanno regalato emozioni forti e trascinato con le note dei loro strumenti, dagli archi agli ottoni, dalle percussioni a basso e chitarre elettriche.

“La nostra è musica composta in Israele, ma vi sono anche pezzi classici del secolo scorso ripresi dalla tradizione di Iraq, Egitto, Siria, Marocco, Europa dell’Est e da moltissimi luoghi del mondo che fanno parte dell’eredità dei nostri genitori, nonni e bisnonni. Una musica che riflette questa melting pot culturale e crea al tempo stesso qualcosa di nuovo -mi dice Tom Cohen– In qualche modo è un progetto che va oltre l’arte per inseguire una visione, con un ottimismo dato da questo nuovo linguaggio musicale che non deve costringerti a scegliere da quale parte stare, se a Est o a Ovest, ma capire che se puoi parlare entrambe le lingue, o quante più lingue possibile puoi raggiungere altezze impensabili”.

Il linguaggio musicale del futuro

Un nuovo linguaggio musicale che fa tesoro del passato e costruisce in modo creativo con la sensibilità del presente. “Credo che questo linguaggio sta iniziando a prendere forma e riesce ad essere sia da una parte sia dall’altra -mi spiega Tom Cohen- È sia arabo sia occidentale, è groove e pop come il suono americano e al tempo stesso contiene tutte le sfumature della musica che arriva dal mondo arabo e musulmano. Tutti questi elementi uniti insieme è ciò che stiamo cercando di creare ed è ciò che abbiamo presentato al pubblico dell’Expo 2020 Dubai”. Grande l’eccitazione alcune ore prima del loro concerto, tanto che Lea Gadaev, violinista e cantante, mi dice: “Sono molto contenta all’idea di confrontarmi con un pubblico così multiculturale e vario. Sono curiosa di vedere se piacerà la nostra musica, se balleranno, se si faranno coinvolgere come spesso accade ai nostri concerti”. Poche ore dopo l’intera platea composita, fatta di emiratini, israeliani, residenti internazionali e turisti da tutto il mondo ha ripagato i musicisti della Jerusalem Orchestra East & West con battiti di mani, balli e applausi pieni di calore, perché la musica è un linguaggio universale che può solo unire.