Dubai, donne al top nell’alta cucina

Le donne si fanno strada nell’alta ristorazione di Dubai. Una delle realtà più interessanti è il locale di cucina italiana Chic Nonna guidato dalla chef Ilaria Zamperlin. Tradizione e innovazione sono i pilastri su cui si fonda il concept di questo ristorante che fa della ricercatezza il proprio tratto distintivo. Il progetto nasce dalla collaborazione tra lo chef lucano Vito Mollica, che per molti anni ha legato il suo nome a quello del gruppo Four Seasons, e Mine & Yours Group, azienda italiana specializzata nella realizzazione di idee ristorative d’avanguardia. Negli ultimi mesi Chic Nonna Dubai ha fatto incetta di premi, vincendo dal riconoscimento quale miglior ristorante italiano per TimeOut a quello di migliore nuovo ristorante per What’s On, fino al recentissimo cappello assegnato dalla guida Gault Millau quale riconoscimento per essere stati selezionati tra i cinque candidati al premio “Best Future Chef of the Year”.

Situato nel cuore pulsante della città, il distretto finanziario DIFC, a pochi passi da Downtown e dal Burj Khalifa, questo lussuoso locale ha una cantina fornitissima quanto scenografica distribuita su più piani, e un bar d’eccezione che si è aggiudicato il primo premio tra quelli all’interno di un ristorante. Completano l’offerta piatti classici della cucina italiana rivisitati con sensibilità moderna, e una lounge con vista mozzafiato sul Burj Khalifa nella quale trattenersi fino a tarda notte godendosi l’atmosfera creata da raffinata musica jazz e chill out. Inorgoglisce sapere che a firmare l’esperienza gastronomica di quello che in meno di un anno dalla sua apertura sta diventando uno dei più amati ristoranti dell’emirato sia una chef donna, italiana, di grande talento come Ilaria Zamperlin. Scopriamo di più sulla sua storia e sui segreti del suo successo. 

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Vienna, tra arte e trasparenza

La mostra “Sfarzo e fascino” al Museo MAK di Vienna celebra 200 anni di Lobmeyr, azienda austriaca leader nell’arte del vetro, attraverso creazioni antiche e contemporanee. La seduttività delle forme, la bellezza degli intagli, l’intreccio inscindibile tra innovazione e tradizione, creatività e sperimentazione quali elementi essenziali nella produzione, sono i tratti distintivi di una dinastia di artigiani che lega indissolubilmente il proprio nome alla manifattura del vetro in Austria. Lampadari, bicchieri, specchi, coppe, vasi, installazioni, piatti, sono esposti per lo più senza filtri, senza la mediazione di barriere protettive, dando al pubblico la sensazione di poterli quasi toccare, riuscendo così ad arrivare in tutta la loro forza emotiva direttamente al cuore dei visitatori, con una potenza espressiva tanto più manifesta quanto più fragili e preziosi sono gli oggetti. Un dettaglio non trascurabile, che rappresenta un’opportunità straordinaria, difficilmente replicabile in altri spazi museali.

“La storia che lega Lobmeyr e il MAK risale all’inizio della fondazione del museo perché Ludwig Lobmeyr era molto coinvolto sia nello sviluppo delle arti applicate sia nella fondazione stessa del Museo di Arti Applicate di Vienna -mi spiega Alice Stori Liechtenstein, curatrice mostra Glitz and Glamour – 200 Years of Lobmeyr- La cosa che ci premeva molto era non creare una narrativa cronologica, perché quella si presta quando le cose sono già finite e invece noi auguriamo a Lobmeyr almeno altri 200 anni. L’idea era di creare una sorta di fili conduttori, degli abbinamenti di oggetti tra passato e presente per far vedere da un lato quale sia il DNA dell’azienda e dall’altro per far emergere quanto siano sempre stati innovativi e al passo con i tempi”. Scopriamo di più sulla mostra e su alcuni degli artisti e designer che vi hanno preso parte. 

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