Retire in Dubai è un programma, appena lanciato dal governo, che permette ad espatriati già residenti e a stranieri di almeno 55 anni di stabilirsi nell’emirato. È la prima iniziativa volta ad attrarre pensionati e persone in età pensionabile nella regione mediorientale, con facilitazioni amministrative e fiscali, incentivi e un visto a lunga scadenza. l’Ente del Turismo (Dubai Tourism) e il Direttorato Generale di Residenza e Affari Esteri (GDRFA-Dubai), stanno mettendo a punto con altri partner -tra cui Dubai Holding, Meraas, Emaar e Emirates NBD– un’offerta che comprende assistenza sanitaria, offerta immobiliare, condizioni bancarie vantaggiose, polizze assicurative su misura, per far sì che l’emirato risulti estremamente appetibile per chi voglia trascorrervi gli anni della pensione, diventando particolarmente competitivo in questo specifico settore.
Dubai è il tempio del lusso, una delle mete turistiche preferite dai millennial, alla costante ricerca di esperienze sensazionali ed emozioni uniche. È la prima destinazione nell’area MENA e l’undicesima a livello mondiale, nella top 20 dei Paesi con maggiori investimenti in capitale di rischio nel 2020. L’emirato offre servizi finanziari di qualità, attira gli investimenti a livello globale e garantisce condizioni sicure per fare affari. Se Dubai resta uno dei luoghi più amati dal turismo internazionale, soprattutto giovane, il programma rivolto ai pensionati punta in modo evidente ad incrementare ulteriormente l’afflusso di turisti, rendendo l’emirato attraente anche per adulti, non più giovanissimi e ad alto reddito. Una scelta quasi obbligata secondo alcuni analisti. Negli ultimi 4 anni, infatti, si è registrato un netto calo della presenza di espatriati, accentuato negli ultimi mesi dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Un periodo di contrazione della popolazione e dei consumi, accompagnato invece da un’impennata nel settore dell’edilizia residenziale e nella realizzazione di infrastrutture di ospitalità, intrattenimento, sport e divertimento. Analizziamo insieme nei suoi punti principali la proposta fresca di lancio.
Retire in Dubai, cosa offre e a chi
L’obiettivo del programma Retire in Dubai è rimuovere ogni tipo di ostacolo burocratico e amministrativo, per attrarre un numero sempre crescente di pensionati. Nella sua fase iniziale intende rivolgersi soprattutto agli expat già residenti nell’emirato che abbiano raggiunto l’età pensionabile e che vi abbiano lavorato per più di 10 anni. Per poi essere esteso anche ai cittadini stranieri che decidano di scegliere Dubai quale luogo in cui trascorrere la propria vecchiaia. Il programma punta ad intercettare persone dai 55 anni in su che abbiano un’assicurazione sanitaria valida negli Emirati Arabi Uniti.
Quali sono i requisiti?
Per beneficiare dell’iniziativa occorre soddisfare uno dei tre requisiti finanziari richiesti: disporre di entrate mensili pari a 20.000 AED (circa 4.600 Euro), oppure possedere un patrimonio di 1 milione di AED (circa 230.000 Euro), o ancora essere proprietari di un immobile a Dubai del valore approssimativo di 2 milioni di AED (circa 460.000 Euro). Il piano prevede il rilascio di visti a lunga scadenza, rinnovabili in modo automatico ogni 5 anni per l’applicante e per il proprio coniuge, ammesso che continuino a rispondere ai requisiti richiesti.
Un forte impulso per il turismo
Tra le facilitazioni previste sono comprese condizioni vantaggiose per spostamenti aerei nei Paesi d’origine e tariffe ridotte anche per i familiari. Il processo di iscrizione avviene online, attraverso il sito Retire in Dubai. Nel caso la domanda non dovesse essere approvata le compagnie che hanno rilasciato l’assicurazione medica consentono la rescissione del contratto e il rimborso per un periodo di 30 giorni. “La vicinanza di Dubai alla maggior parte dei Paesi di origine dei cittadini stranieri che vi risiedono, rende l’emirato una destinazione conveniente per chi decida di stabilirvisi una volta andato in pensione” ha dichiarato Helal Al Marri, Direttore Generale dell’Ente del Turismo di Dubai. “Un impulso notevole per il turismo -ha aggiunto Al Marri- attraverso le visite frequenti di familiari e amici dei pensionati, e un incremento delle visite da quei mercati in cui è maggiormente nutrita la presenza di anziani”.
Porte aperte e tolleranza
Un programma, Retire in Dubai, che fa parte della visione di apertura e tolleranza di cui è promotore lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Dubai. Un progetto che intende posizionare l’emirato come luogo iconico e destinazione preferita quanto a stile di vita e qualità dei servizi, una città globale e cosmopolita, dove c’è il più alto tasso di crescita e la maggior concentrazione di culture e nazionalità diverse.
Tra gli atout che Dubai vanta vi sono un sistema sanitario di eccezionale qualità, tra i più quotati al mondo; vicinanza geografica e facilità di collegamento con moltissimi Paesi; gestione della successione ereditaria sicura e con tassazione competitiva (DIFC Wills Service Centre); un regime fiscale estremamente favorevole. Un programma che pone l’emirato in competizione con Singapore che però negli ultimi tempi ha perso alcune delle sue caratteristiche di convenienza, dando a Dubai un margine per insidiarla.