La prima missione spaziale si è da poco conclusa e gli Emirati Arabi Uniti si dicono già pronti per la conquista di Marte. È durato 8 giorni, grosso modo 128 orbite attorno alla Terra, il viaggio nello spazio di Hazzaa AlMansoori, il primo astronauta arabo sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. L’astronave Soyuz è atterrata a Zhezqazghan in Kazakhstan, nel pomeriggio del 3 ottobre, alle 16:59 ora italiana, utilizzando un paracadute che si è aperto 11 chilometri di altezza prima dell’atterraggio, diminuendo così la velocità e rendendo l’impatto con il suolo terrestre più morbido possibile.
Come ha rimesso piede sulla Terra, Hazzaa, sereno e sorridente, ha immediatamente baciato la bandiera del suo Paese. Poi, avvolto nel vessillo rosso, verde, bianco e nero degli Emirati, è stato accompagnato ai controlli medici. L’astronauta emiratino, che ha portato a termine il suo storico viaggio spaziale, ispirerà nuove generazioni di ragazzi appassionati, desiderosi di compiere gesta simili. Quella sulla stazione spaziale ISS si preannuncia solo come l’inizio di un’era che vedrà il mondo arabo impegnato in missioni spaziali che porteranno fino a Marte. Scopriamo insieme curiosità sul rientro dalla missione spaziale e come il suo Paese abbia deciso di celebrare astro Hazzaa.
Curiosità sul rientro di Hazzaa
La Soyuz ha viaggiato nello spazio ad una velocità di 17.500 km all’ora, percorrendo negli otto giorni un totale di 5 milioni di chilometri. Rientrare sulla Terra ha l’effetto di un incidente d’auto e la forza di gravità esercitata a 35 chilometri dalla superficie terrestre fa avvertire il proprio corpo svariate volte più pesante del normale.
Gli esperimenti nello spazio
Negli otto giorni della sua permanenza Hazzaa ha condotto 16 diversi esperimenti, tra cui quello sulla dinamica dei fluidi in assenza di gravità; studi sull’impatto della microgravità sulla germinazione dei semi, sulla crescita di organismi acquatici, sul livello di ossidazione del ferro. L’astronauta emiratino ha anche effettuato esperimenti sul corpo umano, di tipo motorio, sui tempi di percezione, e anche un’analisi delle conseguenze della permanenza nello spazio sulle ossa. Inoltre, Hazzaa ha realizzato studi sul DNA per misurare l’età dei tessuti e dei tipi di cellule, e anche ricerche sul cervello, grazie alla tecnica di DTI, una versione migliore di risonanza magnetica.
Le foto di Hazzaa e una moneta per celebrarlo
In orbita Hazzaa ha scattato, da una distanza di 400 chilometri, la foto di un luogo della Terra e l’ha poi postata su Twitter. Il post ha registrato ben 24.000 like e oltre 1.000 commenti. Si tratta degli Emirati Arabi Uniti, ma in tanti si sono lanciati in ipotesi più o meno credibili. C’è chi ritiene di aver individuato nell’immagine una veduta del Rub’ al Khali, il più grande deserto contiguo del pianeta, che si trova nella Penisola Arabica; chi ha invece visto nello scatto l’oasi di Liwa, oppure Al Ain; chi uno scorcio dell’Oman. Hazzaa AlMansoori è diventato un vero e proprio eroe, tanto che la sua impresa ha spinto la Banca Centrale degli Emirati ad emettere una moneta per celebrare la sua missione nello spazio.
Astro Hazzaa torna a casa
Il Mohammed Bin Rashid Space Centre ha confermato che Hazzaa AlMansoori lascerà Mosca per tornare negli Emirati Arabi Uniti sabato 12 ottobre. Tutti i controlli medici sono stati completati con successo. Nella sua prima apparizione pubblica, durante una conferenza stampa presso il Gagarin Cosmonaut Training Centre di Mosca, effettuata assieme al comandante Alexey Ovchinin, l’astronauta emiratino è sembrato fresco e riposato. “È stata una magnifica esperienza, ho imparato tanto negli otto giorni trascorsi nello spazio sulla ISS e nel centro di addestramento moscovita -ha dichiarato astro Hazzaa- Adesso il mio compito è trasferire questo bagaglio di conoscenze a coloro che mi succederanno nelle prossime missioni spaziali. L’augurio è che possano raggiungere traguardi migliori del mio”.
Cooperazione senza confini
Alla domanda cosa ti manca di più dello spazio Hazzaa ha risposto con un messaggio che vuol essere un augurio per un futuro di cooperazione per il bene dell’umanità tutta: “Prima del lancio in orbita avrei risposto la microgravità, dopo aver lasciato la Staziona Spaziale Internazionale posso dire che a mancarmi di più è la squadra con cui ho condiviso quegli otto giorni. Persone provenienti da Paesi diversi che lavorano assieme per il progresso dell’umanità. È sicuramente questo ciò che mi mancherà di più della mia missione spaziale”.