I conservatori trionfano

In Austria stravincono i conservatori e crolla l’ultradestra. Un successo senza precedenti. Neppure Sebastian Kurz pensava di ottenere il 37,4% dei consensi e crescere del 5,63% rispetto alle politiche del 2017 e del 2,55% rispetto ai risultati delle europee. Un plebiscito per l’ex Cancelliere che si prepara a guidare un nuovo esecutivo, magari sperimentando coalizioni inedite con Verdi e NEOS. “Gli ultimi quattro mesi sono stati molto duri -ha dichiarato Kurz- ma i cittadini ci hanno scelto di nuovo”. Resta quasi senza parole, Sebastian Kurz, mentre la folla lo acclama gridando “Cancelliere Kurz, Cancelliere Kurz”.

Tra i vincitori di questa tornata elettorale vi sono senza alcun dubbio i Grünen. Sotto la guida dell’economista della Stiria, Werner Kogler, sono riusciti a raggiungere il 13,8%, tornando di nuovo in Parlamento dopo il risultato rovinoso del 2017. Sonora sconfitta per i Socialdemocratici, malgrado si confermino il secondo partito, per loro c’è solo un più che deludente 21,8%, il peggior risultato di sempre. Mai si è registrato un divario così consistente tra i primi due partiti, ben 15,6 sono i punti percentuali che separano l’SPÖ dai Popolari. La leadership evanescente di Pamela Rendi-Wagner ha prodotto danni considerevoli. Dopo l’insuccesso alle europee e a queste elezioni politiche, per lei c’è solo una possibilità: farsi da parte. Disfatta totale per l’ultradestra che senza il suo leader carismatico implode sotto la pressione degli scandali e si attesta su un disastroso 16,1%. Non solo l’Ibizagate, pesano sull’FPÖ anche quelle spese mensili esorbitanti forse effettuate con i soldi dei contribuenti che hanno gettato ombre su tutte le figure di primo piano del partito. Buon risultato per i NEOS che arrivano al 7,8%. Fuori dal Parlamento Peter Pilz. In lieve calo rispetto al 2017 l’affluenza alle urne che però si attesta sul 76,6%. Scopriamo di più sui risultati di queste elezioni anticipate in Austria, sui protagonisti in campo, sulle possibili coalizioni

Ultradestra annichilita

Si pensava che l’ultradestra potesse tenere nonostante lo scossone provocato dal video di Ibiza e l’emergere di ulteriori scandali sulle spese pazze dei suoi vertici. Eppure a pesare come un macigno è stata l’uscita di scena di Heinz-Christian Strache. Infatti, né Norbert Hofer, dalla salute cagionevole e dal carisma sbiadito, né Herbert Kickl, più bravo a fare l’eminenza grigia che l’uomo di punta, sono stati in grado di portare il Partito della Libertà a toccare le vette raggiunte con Strache.

Sembra un miraggio quel 26% del 2017, ad un soffio dal sorpasso, con i Socialdemocratici al 26,9%. Il disastro di oggi vede l’FPÖ appena al 16,1% e dimostra come l’ultradestra sia legata a doppio filo al suo leader, Heinz-Christian Strache, l’unico ad aver conquistato risultati di portata storica. Senza di lui sembra che il Partito della Libertà sia privo di forza, slancio, capacità di visione. Piccola nota a margine, a causa della debacle dell’FPÖ sembra che Philippa Strache non riesca ad ottenere il mandato di parlamentare.

Crescono i NEOS

I NEOS (Das Neue Österreich und Liberales Forum) escono molto rafforzati da queste elezioni anticipate e ottengono un rotondo 7,8%. Un risultato ottimo rispetto a due anni fa, quando raggiunsero il 5%. La guida di Beate Meinl-Reisinger si è rivelata un successo, ha portato la formazione liberale al miglior risultato di sempre. Sembra aver funzionato lo slogan degli ultimi giorni di campagna elettorale in cui la leader dei NEOS gridava di non permettere che la coalizione turchese-blu potesse continuare anche in questa nuova legislatura. Unico rammarico per i rosa è che la loro presenza in un governo di coalizione non sia necessaria: i Popolari, infatti, hanno i numeri per governare assieme ai Verdi, sebbene la distanza tra i due partiti sembri al momento incolmabile.

Quale governo?

Una riedizione della coalizione turchese-blu sarebbe per certi versi la più semplice da negoziare e si baserebbe sull’accordo già siglato nel 2017. In questo caso la presenza dell’ultradestra sarebbe fortemente ridimensionata, uscirebbe di scena Herbert Kickl, ex Ministro dell’Interno, che troppi attriti ha avuto con Sebastian Kurz che al suo fianco stavolta avrebbe Norbert Hofer. L’idea di una Große Coalition con i Socialdemocratici piace poco al leader dei Popolari. Riproporrebbe una formula vecchia che l’elettorato non dimostra di apprezzare. Anche se Kurz vorrebbe fortemente coinvolgere in un governo di coalizione i Verdi, restano molte le differenze da appianare. Ma in questo sta la vera sfida a cui è chiamato l’ex Cancelliere e trovare una soluzione non sembra impossibile.

Kogler fa sapere che occorre una netta inversione di rotta da parte dell’ÖVP. Un governo turchese-verde potrebbe smussare alcune posizioni del Partito Popolare e inserire nel programma dell’esecutivo le istanze ecologiste per troppo tempo dimenticate. Di sicuro una coalizione turchese-verde avrebbe l’approvazione del Presidente della Repubblica Van der Bellen e porterebbe una ventata di novità nell’ingessato quadro politico austriaco. L’ultima carta per Kurz, se tutti i possibili negoziati fallissero, sarebbe quella di un governo di minoranza, ovvero i Popolari da soli al comando.

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