Bella Hadid, Dior, gli Emirati

Non sono bastate le scuse, in inglese e in arabo. Su Bella Hadid, modella tra le più pagate al mondo e testimonial di Dior, si è scatenata l’ira furibonda dei fan di mezzo mondo. La sua colpa: un post giudicato razzista su Instagram. E dopo le vibrate proteste sui social media le sue immagini sono state rimosse da tutti i negozi della casa di moda Dior, negli Emirati Arabi Uniti e in tutti i Paesi del Golfo. Ma non è tutto, sembra che i fan, inferociti, abbiano anche attuato forme di boicottaggio dei prodotti di bellezza del marchio del lusso francese, proprio per punire la Hadid e il suo post offensivo.

La modella statunitense, di origini palestinesi e olandesi, ha realizzato la campagna pubblicitaria della maison francese e adesso non c’è boutique o punto vendita Dior negli EAU e nei Paesi del GCC (Arabia Saudita, Bahrain, Oman, Qatar, Kuwait) che non abbia ritirato tutte le foto della Hadid, a partire dal famosissimo Dubai Mall. E non è tutto. Anche il Mall of the Emirates, lo shopping center di Dubai famoso per la sua pista da sci, ha preso le distanze dalla modella e ha confermato di aver annullato un evento che avrebbe dovuto avere come protagonista casa Dior.

A scatenare queste violente reazioni e un coro unanime di condanna è stato un post pubblicato su Instagram da Bella Hadid che, in attesa del volo in aeroporto, mostra i piedi accavallati e poggiati contro il vetro di una finestra, con indosso un paio di stivaletti. Dietro la suola delle sue scarpe, sullo sfondo, si vedono chiaramente i velivoli di due compagnie aree arabe, quella emiratina e quella saudita, con la scritta: “anotha one”. Rivolgere la suola delle scarpe a qualcuno è un’offesa gravissima nel mondo arabo. Da qui l’ira suscitata da quello scatto, con l’hashtag #BellaHadidIsRacist diventato in poco tempo virale. Vediamo insieme il post pubblicato e successivamente cancellato da Bella Hadid

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Selfie e piedi in primo piano

Doveva essere uno dei classici post con piedi in primo piano, di quelli che si è soliti pubblicare in Italia come negli Stati Uniti, in alternativa al selfie. Una testimonianza dell’essere qui ed ora, senza però apparire ritratti nell’autoscatto. Invece, si è trasformato nella pietra dello scandalo. Così il caso di Bella Hadid è quasi diventato un affare di stato, con gravi conseguenze diplomatiche ed economiche. Per Dior è stato un duro colpo, con possibili ripercussioni anche sul fatturato, soprattutto se il boicottaggio dei suoi prodotti dovesse iniziare a diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo arabo. Moltissimi hanno documentato il momento in cui hanno gettato via trucchi, profumi e prodotti di bellezza Dior.

Quel piede dalla caviglia sottile, con quel tatuaggio sexy composto da due piccole ali, che nel 2017 ha fatto sognare milioni di fan in tutto il mondo, stavolta ha concentrato su di sé una mole copiosa di risentimento e odio. Il Dubai Mall ha dovuto prendere posizione su Twitter, in risposta alle petizioni lanciate sui social media da migliaia di fan che hanno chiesto la rimozione delle fotografie che ritraggono la Hadid nei punti vendita Dior, per rispetto della sensibilità, della cultura e delle nazioni che hanno subito l’affronto della modella ventiduenne.

Scuse non accettate

Subito dopo il flusso inarrestabile di commenti al veleno, Bella Hadid ha rimosso il post dal suo account Instagram, dove ha ben 24,9 milioni di follower. E successivamente ha pubblicato un lunghissimo messaggio di scuse in due lingue: inglese ed arabo, per fugare ogni equivoco: “I would never want my posts or platform to be used for hate against anyone, especially those of my own beautiful & powerful heritage” (Non vorrei mai che i miei post o il mio account fossero usati per diffondere odio contro chiunque, specialmente contro quella parte meravigliosa ed importante del mio patrimonio culturale).

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Poi ha continuato dicendo: “I love and care so much about the Muslim and Arab side of my family as well as my brothers and sisters throughout the world” (Io amo e coltivo molto la parte musulmana e araba della mia famiglia -il padre di Bella, infatti, è un magnate del settore immobiliare palestinese- tanto quanto i miei fratelli e sorelle sparsi nel mondo).

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Ha aggiunto di essersi sempre schierata dalla parte del Medio Oriente, ma che stavolta il messaggio del suo post non aveva alcun riferimento politico o significato oltraggioso nei confronti dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, ribadendo di non essersi resa conto degli aerei sullo sfondo. Chissà se la vicenda ci riserverà un ulteriore capitolo?

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Mohamed Hadid difende Bella

Nella controversia tra la topmodel e i fan indignati interviene anche il padre Mohamed Hadid, rilasciando un’intervista ad Arabian Business. Spezza una lancia in favore della figlia, dichiara che si tratta solo di hater che vogliono distruggere la carriera di Bella. Li muove la gelosia per il suo successo e l’odio immotivato, afferma senza alcuna esitazione il facoltoso immobiliarista. Sottolinea quanto Bella si sia sempre spesa per la causa araba e di quanto abbia combattuto in prima persona contro il bando imposto ai musulmani dall’amministrazione Trump. Secondo Mohamed Hadid molti degli account che hanno lanciato le peggiori invettive sono troll che diffondono fake news.

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