I viticoltori della Stiria dicono no al muro anti-rifugiati

L’Austria è l’unico paese dell’area Schengen che ha iniziato a costruire una barriera al confine con la Slovenia, per arginare l’ondata di rifugiati provenienti dai Balcani.

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Questa recinzione, realizzata con una rete metallica alta 2 metri e mezzo, si snoda per circa 3,7 chilometri, dei ben 330 chilometri di confine che l’Austria condivide con la Slovenia. La costruzione di questo muro è iniziata il 7 dicembre e dovrebbe essere terminata entro la fine dell’anno. 

In queste ore, però, i lavori di realizzazione incontrano difficoltà. Da un lato, secondo sondaggi recentemente pubblicati, il governo federale può contare sul fatto che la metà degli Austriaci siano favorevoli alla costruzione della barriera. Dall’altro, però, deve fare i conti con i viticoltori della zona, la regione della Stiria, che solo qualche giorno fa hanno impedito di srotolare la rete metallica e piantare i pali lungo i propri terreni coltivati a vigneti. Il risultato è che la recinzione, che dovrebbe proteggere un valico di passaggio, scelto dai rifugiati quale via per raggiungere l’Austria dalla rotta balcanica, dovrebbe avere 800 metri d’interruzione, proprio in corrispondenza dei possedimenti dei viticoltori che si sono irrevocabilmente opposti alla costruzione di questo muro.

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Le autorità austriache sostengono che quel breve tratto potrà essere tranquillamente tenuto sotto controllo da polizia e militari.

Secondo i viticoltori della Stiria esistono altri passaggi e strade che mettono in comunicazione l’Austria con la Slovenia, e in molti si chiedono se il governo intenda erigere muri anche lungo quelle altre vie alternative. Molti dei vigneti, tra l’altro, sconfinano spesso in Slovenia. Inoltre, la proposta governativa di creare delle porte nella recinzione, delle quali soltanto i viticoltori abbiano le chiavi, sembra impraticabile ai produttori di vino della zona soprattutto per la natura piuttosto scoscesa del terreno.

Un proprietario terriero della zona, Helmut Strobl, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa austriaca, dicendo che aver impedito il passaggio della barriera lungo i suoi possedimenti, rappresenta la sua personale forma di protesta per quella che ai suoi occhi sembra essere una decisione priva di senso da parte delle autorità austriache. Un muro giudicato un’opera inutile da molti agricoltori della zona, per la costruzione del quale il governo ha stanziato 10 milioni di euro, ma che ci si augura costi una somma inferiore.

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Per rasserenare gli animi il Cancelliere Federale Werner Faymann ha assicurato che il motivo per cui la barriera è stata realizzata, è esclusivamente quello di tenere maggiormente sotto controllo l’afflusso massiccio di rifugiati che si è riversato in Austria, a partire dalla scorsa estate, con un’ondata senza precedenti.

Solo una settimana fa almeno 1.200 migranti erano bloccati a Sentilj, in Slovenia, in attesa di attraversare la frontiera e di poter raggiungere l’Austria. Molti dei rifugiati sono solo in transito, diretti verso Germania e Scandinavia. Eppure l’Austria prevede quest’anno un record delle richieste di asilo, che potrebbero arrivare ad essere oltre 95.000.