L’Ibizagate e il caos

Incertezza in Austria dopo l’Ibizagate, lo scandalo che ha creato un terremoto politico senza precedenti. Lunedì è atteso in Parlamento il voto per la mozione di sfiducia al Cancelliere Sebastian Kurz, che potrebbe far precipitare il Paese nella crisi. Attualmente alla guida dell’Austria c’è un esecutivo monocolore di minoranza dell’ÖVP. Infatti, proprio mercoledì hanno giurato i ministri tecnici che hanno rimpiazzato gli esponenti dell’ultradestra.

screen shot

È uscito di scena Herbert Kickl, sostituito al Ministero dell’Interno da Eckart Ratz, ex Presidente della Corte Suprema. Al Welfare è arrivato l’ex dirigente statale Walter Poeltner; alla Difesa Johann Luif, vicecapo di Stato Maggiore; Valerie Hackl, che era a capo di Austro-Control è diventata Ministro delle Infrastrutture, mentre Hartwig Loeger, il Ministro delle Finanze, è il nuovo Vice Cancelliere. Prima del voto per la mozione di sfiducia ci sono le elezioni europee che potrebbero scompaginare notevolmente gli equilibri attuali. Vediamo insieme quali potranno essere le conseguenzeContinua a leggere



Lo scandalo di Ibiza

Ultradestra azzerata in Austria e governo al capolinea. È l’effetto della tempesta perfetta scatenata dalla diffusione di un video girato ad Ibiza nel luglio 2017 che documenta macchinazioni e finanziamenti illeciti milionari da parte di investitori russi. Registrazioni segrete che in meno di 24 ore hanno mutato il panorama politico austriaco. Spazzati via i vertici dell’FPÖ, con le dimissioni di Heinz-Christian Strache, leader del partito e Vice Cancelliere, e del capogruppo Johann Gudenus. Crisi di governo e fine della coalizione turchese-blu. Richiesta di elezioni anticipate.

Un terremoto senza precedenti che ha scosso fin dalle fondamenta il rapporto tra uomini politici e cittadini. Tanto che il Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen conta di andare al voto ad inizio settembre, per restituire prima possibile fiducia nelle istituzioni. Elezioni inevitabili, dopo quanto accaduto. Il Cancelliere Sebastian Kurz non aveva altra scelta. “Genug ist genug” (La misura è colma), ha dichiarato Kurz alla stampa sabato, nella giornata storica in cui si è chiusa definitivamente l’esperienza di governo tra ÖVP e Partito della Libertà. Troppi i rospi che il Cancelliere ha dovuto mandar giù in questo anno e mezzo di coalizione turchese-blu, al punto da arrivare a definire l’ultradestra incapace di governare. Le immagini pubblicate da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung venerdì dimostrano in tutta chiarezza l’attitudine di una classe politica che ha in spregio la legalità, che non ha rispetto per i soldi dei contribuenti, che non si fa scrupoli nel favorire i propri finanziatori promettendo di elargire appalti pubblici, che vuole avere il controllo dei mezzi d’informazione per condizionare l’opinione pubblica. L’Ibiza-Affäre, lo scandalo di Ibiza, ha avuto conseguenze drammatiche per la politica austriaca. Perché, seppure non si sia mai passati dalle parole ai fatti, le frasi pronunciate da Strache e Gudenus in quel filmato pesano come macigni. Parole inaccettabili per chiunque voglia fare politica, diventate pietre tombali per l’ultradestra e le sue ambizioni di governo. Vediamo le fasi salienti del video e chi vi sia dietro questa registrazione fatta con telecamera nascostaContinua a leggere



Invito shock per Salvini

Dopo la porta in faccia sbattuta da Maiorca è la volta della mano tesa dell’Austria. Ma oltre alle vacanze fa discutere una proposta shock per Matteo Salvini: l’invito a fare un tour nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen. Il Ministro dell’Interno Salvini è stato invitato dall’FPÖ dell’Alta Austria, ad andare a visitare la città di Wels. Un modo per far sentire l’amicizia e la vicinanza dell’ultradestra al leader leghista, fresco dello smacco provocato dalla decisione dell’isola spagnola di dichiararlo persona non gradita.

A questo invito, però, ne è subito seguito uno di tutt’altro tenore. Il deputato dei Verdi della città di Wels, Michel Reimon, ha detto a Salvini di volerlo portare a visitare il campo di concentramento austriaco di Mauthausen, offrendosi persino di fargli da guida. Come per l’isola più grande delle Baleari anche il deputato verde critica aspramente la linea del Ministro dell’Interno italiano in materia di immigrazione. Secondo Reimon, Salvini dovrebbe andare a visitare Mauthausen in compagnia del Cancelliere Sebastian Kurz, del Vice-Cancelliere Heinz-Christian Strache e del Ministro dell’Interno austriaco Herbert Kickl.  Scopriamo insieme la reazione del mondo politico austriaco e cosa abbia intenzione di fare Matteo SalviniContinua a leggere



Il piano segreto sui rifugiati

Il piano segreto dell’Austria sui rifugiati prevede di bloccare totalmente le richieste di asilo sul territorio dell’Ue. Entrerà solo chi ha davvero bisogno di protezione e chi rispetterà valori, diritti e libertà occidentali, in barba a quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra. Il Cancelliere Sebastian Kurz (ÖVP) vorrebbe quindi usare il semestre di presidenza europea per portare avanti la sua linea dura contro l’immigrazione illegale e regolare, condizionando in modo pesante le decisioni dell’Unione. Sembra così emergere gradualmente qualche dettaglio in più su quella rivoluzione copernicana in materia di profughi e richiedenti asilo tante volte annunciata e mai precisata dal Ministro dell’Interno Herbert Kickl (FPÖ).

Il settimanale austriaco Profil ha pubblicato questo piano dell’Austria sui migranti, che forse sarebbe dovuto rimanere segreto. Si tratta di un documento di nove pagine, destinato ai funzionari del COSI (Comitato per la Cooperazione sulla Sicurezza interna del Consiglio Europeo). Un dossier ufficioso, si difende la Cancelleria austriaca, che nel confermarne l’autenticità ne minimizza la portata, sottolineando come sarebbe ormai già in qualche modo superato dalle decisioni prese il 28 giugno scorso dal Consiglio europeo. Eppure il Vice Cancelliere Heinz-Christian Strache oggi rincara la dose e rilancia: “Non sarà possibile presentare domande di asilo non solo sul territorio dell’Unione europea, ma anche nei centri di detenzione in Africa”, perché solo così sarà possibile scoraggiare nuovi viaggi della speranza verso l’Europa. “Quello che vogliamo assolutamente evitare -ha dichiarato il leader dell’ultradestra– è un nuovo massiccio flusso migratorio”. Però è bene ribadire che i dati smentiscono non solo che vi sia questo rischio in un immediato futuro, ma anche che vi sia alcuna emergenza legata a fenomeni di immigrazione incontrollata. Scopriamo insieme le cifre esatte relative al numero di profughi e andiamo più a fondo nell’analisi del documentoContinua a leggere



Il pasticciaccio italiano

La crisi italiana viene vista da Vienna con grande preoccupazione e campeggia su tutte le prime pagine dei giornali. “Il populismo all’italiana mette in pericolo anche noi”, titolano allarmati alcuni quotidiani. Altri, invece, mettono in guardia dicendo che il rischio di un governo populista in Italia non è stato evitato, ma solo rimandato. Anche perché andando a nuove elezioni la campagna elettorale di Matteo Salvini sarà ancor più focalizzata su posizioni anti-tedesche e anti Unione europea, con toni più accesi e veementi dei mesi scorsi, che gli faranno guadagnare ancor più estesi consensi. Tutti i media austriaci concordano su un fatto: lo scarso se non inesistente rispetto delle istituzioni da parte sia della Lega, sia del M5S. Si parla di un Presidente della Repubblica ricattato, ostaggio dei leader populisti, qualcosa che nella storia italiana del dopoguerra non si era mai vista.

Sul rischio deriva populista in salsa italiana qualcuno a casa nostra potrebbe obiettare che l’Austria non è certo il Paese che possa scagliare la prima pietra, con un Vice Cancelliere dell’ultradestra e metà dei ministri dell’esecutivo che fanno capo all’FPÖ. Eppure in Austria si è davvero convinti di essere riusciti ad arginare un pericoloso scivolamento verso l’estremismo grazie ad un governo di coalizione, quello turchese-blu, che ha stilato un programma di compromesso con l’ultradestra, a garanzia del quale c’è un partito, quello dei Popolari, che è conservatore ma moderato e allineato su posizioni saldamente europeiste. Insomma, gli austriaci ritengono che il populismo, servito con una panatura stile Wiener Schnitzel, faccia meno danni e desti meno timore di quello alla padana. Per tutti i commentatori una cosa è certa: nel braccio di ferro tra Salvini e Mattarella, ha vinto il Presidente che, seppur tenuto sotto scacco, ha mostrato una forza inattesa. Vediamo insieme i principali titoli dei quotidiani austriaci e analizziamo i loro spunti di riflessioneContinua a leggere



Gerusalemme, un invito di troppo?

L’Austria sembra schierata a favore dell’apertura dell’Ambasciata americana a Gerusalemme. Ma è davvero così? “Abbiamo risposto con un gesto di cortesia diplomatica -dichiara Karin Kneissl, Ministro degli Esteri austriaco all’indomani delle polemiche scatenate dalla presenza di Martin Weiss, Ambasciatore d’Austria ad Israele, al ricevimento che si è tenuto domenica scorsa. “Un invito -ha sottolineato la Kneissl- arrivato dal Ministro degli Esteri israeliano”, dicastero che di fatto è lo stesso Premier Benjamin Netanyahu a gestire. Così Karin Kneissl, Ministro in quota all’FPÖ, il partito di ultradestra, giustifica la presenza dell’Austria al ricevimento che ha avuto luogo 24 ore prima dell’apertura ufficiale della nuova sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, precisando inoltre che Vienna non è intervenuta all’inaugurazione ufficiale, che si è invece svolta il giorno successivo, ossia lunedì.

A quel ricevimento ufficioso hanno preso parte diplomatici di 34 Paesi degli 86 inizialmente invitati. Dell’Unione europea, però, hanno presenziato soltanto Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. In pratica un’edizione leggermente ridotta del Gruppo di Visegrád. La decisione di essere presente a questo evento non ufficiale è stata presa dall’Ambasciatore austriaco ad Israele in modo autonomo anche se, per sua stessa ammissione, vi sarebbe stata una consultazione con il Ministro Kneissl nella giornata di sabato, nella quale il Ministero degli Esteri ha caldeggiato l’opportunità di parteciparvi. L’opposizione esprime il più vivo dissenso per la decisione del Ministro Kneissl e il dibattito sui media austriaci si infiamma.  Secondo alcuni esperti la decisione del Ministro degli Esteri austriaco nasconderebbe il tentativo di recuperare i rapporti con il governo Netanyahu, che finora si è dimostrato più che gelido nei confronti dei ministri dell’ultradestra. Vediamo insieme qual è in realtà la posizione dell’Austria e quali siano i problemi dell’FPÖ con il governo israelianoContinua a leggere



Bando del velo a scuola

L’Austria dice no al velo islamico nelle scuole elementari e negli asili. Il governo del Cancelliere Sebastian Kurz dichiara di voler estendere il divieto di indossare l’hijab, Kopftuchverbot, anche alle bambine al di sotto dei 10 anni. Un disegno di legge specifico, Kinderschutzgesetz (Legge sulla Protezione dei bambini), all’interno del quale sarà contenuto il bando del velo, verrà preparato entro l’estate. Nulla si sa finora sui contenuti del Kinderschutzgesetz. Ad esso lavorerà il Ministro dell’Educazione, il popolare Heinz Faßmann, con la collaborazione del Ministro delle Pari Opportunità Juliane Bogner-Strauß (sempre dell’ÖVP) e del Ministro per l’Integrazione Karin Kneissl (FPÖ). Solo dopo la sua stesura, che dovrebbe avvenire prima della pausa estiva, il disegno di legge potrà essere approvato dal Parlamento. Obiettivo del Cancelliere: “dare un segnale chiaro contro la creazione di società parallele”, offrendo “a tutti i bambini le stesse opportunità ed evitando che vi siano discriminazioni e stigmatizzazioni”, aggiungendo che “non c’è posto in Austria per l’uso del velo in così giovane età”.

A Kurz fa eco anche il Vice-Cancelliere Heinz-Christian Strache, forte sostenitore del provvedimento. Il leader dell’ultradestra in un’intervista rilasciata a Pasqua alla Krone Zeitung, ha detto: “Se non si inizia con l’integrazione fra i più piccoli non ci si può poi sorprendere di averli già persi da adolescenti”. Il rischio, però, è che questa dichiarazione d’intenti di Sebastian Kurz resti solo un annuncio. Infatti, perché sia approvato in tutti i suoi punti, è necessario che vi sia una maggioranza dei due terzi del Parlamento. In pratica la coalizione ÖVP-FPÖ avrà bisogno anche dei voti dei Socialdemocratici, e/o dei NEOS per poter trasformare in legge il proprio provvedimento anti-velo islamico negli asili e nelle elementari. Una dichiarazione d’intenti che ha quindi soprattutto il sapore del gesto simbolico. Un proclama politico, strategicamente pianificato, che arriva proprio a ridosso dei primi 100 giorni, durante i quali il governo turchese-blu non ha certo brillato per iniziative concrete. Almeno di questo vengono accusati Kurz e il suo Vice-Cancelliere Strache dalle opposizioni. Sebbene Sebastian Kurz non intenda mercanteggiare con l’opposizione, sarà giocoforza costretto a scendere a patti con SPÖ e/o NEOS se vorrà davvero tradurre in legge il suo annuncio. Vediamo cosa comporterà il bando del velo islamico negli asili e nelle scuole elementariContinua a leggere



Ultradestra e servizi segreti

Lo scandalo dei servizi segreti rischia di travolgere l’ultradestra. Al centro dell’intricato intreccio c’è il Ministro dell’Interno Herbert Kickl. Tutto inizia con la richiesta della stampa di 190.000 passaporti biometrici nordcoreani in bianco e con una lettera anonima, a seguito della quale scatta un’indagine imponente che dura circa tre anni. Assieme a tantissimo materiale confiscato dalle EGS (Einsatzgruppen zur Bekämpfung der Straßenkriminalität), le Unità preposte a combattere il crimine di strada, 19 gigabyte tra CD, DVD, pennette USB, telefoni cellulari, laptop e computer, notebook e file vari, finisce anche una lista di persone degli ambienti neonazisti, sui quali sono in corso accertamenti e indagini.

Un’operazione denominata “lupenrein”, perfetto, dal Ministro dell’Interno, ma una vicenda sulla quale gravano pesantissime ombre, tra coperture di ambienti delle confraternite neonaziste, regolamenti di conti tra FPÖ e ÖVP -il dicastero dell’Interno è stato per anni una roccaforte del Partito Popolare-, uno strano caso di omicidio del 2004 che ha come protagonista Werner Neymayer, soprannominato anche “il bombarolo della Höhenstraße”, implicato in un traffico di armi dalla ex Jugoslavia all’Austria attraverso presunti uomini dei servizi segreti austriaci, che ha ucciso la sua segretaria con una granata. Come i file relativi al “bombarolo di Höhenstraße” siano finiti nel materiale confiscato resta ancora tutto da accertare. Quei file non erano nell’elenco della richiesta presentata dalla Procura anticorruzione (WKStA). Sospette sia la tempistica della massiccia perquisizione, sia le modalità della sua autorizzazione, a totale insaputa del Ministro della Giustizia Josef Moser, giurista dell’FPÖ.

Quanto mai fumosa la vicenda della riconferma di Peter Gridling a capo dei Servizi segreti e Antiterrorismo BVT (Bundesamt für Verfassungsschutz und Terrorismusbekämpfung), poi finito tra gli indagati e sospeso dal suo incarico proprio da Herbert Kickl che a gennaio ne aveva ratificato la nomina per altri 5 anni, nomina approvata anche dal Presidente Federale Alexander Van der Bellen. Ora la Presidenza della Repubblica chiede spiegazioni su tutto l’affaire, mentre il Ministro della Giustizia Moser ha aperto un’inchiesta per accertare modalità e correttezza dell’indagine e della perquisizione. Vediamo insieme le principali tappe dello scandalo dei servizi segreti che inizia con i passaporti biometrici nordcoreani.  Continua a leggere



Nazisti di sinistra?

Il nazi-scandalo, delle canzoni naziste con versi antisemiti e razzisti, non risparmia nessuno e coinvolge anche la sinistra e diventa trasversale. Una delle 4 persone attualmente sotto inchiesta farebbe parte dell’SPÖ. Sorprendentemente anche i Socialdemocratici vengono lambiti dall’affaire dei cori nazisti, sul quale avevano dimostrato una perentoria intransigenza. Infatti, l’illustratore del contestato libretto di canzoni oggetto dell’inchiesta da parte della procura è un membro del Partito Socialdemocratico della Bassa Austria. Si tratterebbe di un ex magistrato che negli anni ’90 faceva anche il disegnatore per hobby e che avrebbe avuto una certa contiguità con l’ambiente della confraternita al centro dello scandalo. Sarebbero sue le immagini che sono state inserite tra una canzone e l’altra all’interno di un libretto, adottato da “Germania zu Wiener Neustadt”, la confraternita di ultradestra della quale faceva parte Udo Landbauer, candidato capolista dell’FPÖ in Bassa Austria, costretto poi a dimettersi, rinunciando ai suoi incarichi politici locali e nazionali. Canzoni finite nel mirino della procura per alcuni versi antisemiti e razzisti che infrangono la NS-Verbotsgesetz, la legge che vieta la ricostituzione del partito nazista.

Non si conosce ancora il nome del membro del Partito Socialdemocratico coinvolto, ma sembra che nella sua abitazione la polizia abbia anche rinvenuto armi detenute illegalmente e memorabilia naziste, tanto che per lui sarebbe scattato l’arresto. L’illustratore sarebbe già stato espulso dall’SPÖ, anche se avrebbe professato la sua estraneità ai fatti contestati. Infatti le illustrazioni da lui realizzate non sarebbero legate alle porzioni di testo incriminate. Però, come se non bastasse, un’altra tegola si abbatte sui Socialdemocratici: sarebbe anche spuntata una fotografia che ritrae Peter Wittmann, altro personaggio di rilievo del partito in Bassa Austria, assieme a una delegazione della confraternita sotto indagine. La foto risale al 1994, quando il socialdemocratico era sindaco di Wiener Neustadt. Fu scattata in occasione di un evento-recital al quale aveva partecipato anche la confraternita “Germania”, che aveva tra l’altro omaggiato il sindaco con una targa, come testimonia la foto in questione. Grida al complotto Peter Wittmann, dichiarando la sua totale estraneità al mondo delle confraternite. Lo scandalo, però, sembra allargarsi a macchia d’olio, arrivando a toccare anche partiti politici molto distanti ideologicamente, dimostrando così la trasversalità dei rigurgiti nazisti, che pervadono ogni insospettabile sostrato della società austriaca. Scopriamo altri dettagli sul nazi-scandalo, sull’illustratore, sulle immagini e sulla reazione del leader socialdemocratico Christian KernContinua a leggere



Canzoni naziste

Lo scandalo delle canzoni naziste con testi antisemiti e razzisti non accenna a placarsi e cadono le prime teste. Alla fine Udo Landbauer, capolista dell’FPÖ in Bassa Austria, è stato costretto a dimettersi. Alle elezioni amministrative di domenica scorsa aveva ottenuto un seggio nel neoeletto parlamento della Bassa Austria, ma ha dovuto rimettere il proprio mandato. A prendere il suo posto è Gottfried Waldhäusl. Come diretta conseguenza della sua rinuncia il 31enne Udo Landbauer sarà anche automaticamente escluso dal Parlamento federale austriaco. Troppe pressioni, troppa eco mediatica. Incolmabile la presa di distanza netta sia del Cancelliere Sebastian Kurz, sia del Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen. Inaccettabili le parole del libretto adottato nella confraternita “Germania zu Wiener Neustadt”, della quale Landbauer ha fatto parte per 18 anni.

L’opinione pubblica austriaca si è chiaramente schierata a riguardo, punendo l’ultradestra alle elezioni amministrative in Bassa Austria che si sono tenute il 28 gennaio. Ben 150.000 elettori del Partito della Libertà hanno deciso di non andare a votare. La candidata dell’ÖVP Johanna Mikl-Leitner, ex Ministro dell’Interno federale, ha invece ottenuto un successo elettorale senza precedenti, conquistando il 49,6% delle preferenze. Un deludente 14,8% per l’FPÖ, che non riesce a capitalizzare a livello locale il patrimonio di voti conquistati su scala nazionale. Un risultato su cui ha comunque pesato non poco l’affaire delle canzoni naziste. Sostiene di aver fatto un passo indietro per tenere lontano dai riflettori la sua famiglia, Udo Landbauer, ormai da giorni al centro di accesissime polemiche sui media austriaci e assediato a St. Pölten da frotte di giornalisti. Tra le sue prime dichiarazioni la governatrice Mikl-Leitner ha subito messo in chiaro che non avrebbe mai collaborato con Landbauer. Un passo indietro d’obbligo per il capolista dell’FPÖ in Bassa Austria, malgrado il leader del partito e Vice Cancelliere Heinz-Christian Strache abbia cercato in tutti i modi di difenderlo, facendo il possibile per evitare le sue dimissioni e l’autosospensione dall’FPÖ, perché sicuro che Landbauer possa provare la sua estraneità ed innocenza. Dimissioni necessarie, ma giudicate tardive da SPÖ, Verdi e NEOS. Con l’uscita di scena di Udo Landbauer in Bassa Austria l’ultradestra sembra essere sempre più a corto di politici di esperienza. Vediamo cosa hanno detto Heinz-Christian Strache e Sebastian Kurz e scopriamo dettagli ulteriori sulla confraternita “Germania” di Udo LandbauerContinua a leggere