Lo scandalo di Ibiza

Ultradestra azzerata in Austria e governo al capolinea. È l’effetto della tempesta perfetta scatenata dalla diffusione di un video girato ad Ibiza nel luglio 2017 che documenta macchinazioni e finanziamenti illeciti milionari da parte di investitori russi. Registrazioni segrete che in meno di 24 ore hanno mutato il panorama politico austriaco. Spazzati via i vertici dell’FPÖ, con le dimissioni di Heinz-Christian Strache, leader del partito e Vice Cancelliere, e del capogruppo Johann Gudenus. Crisi di governo e fine della coalizione turchese-blu. Richiesta di elezioni anticipate.

Un terremoto senza precedenti che ha scosso fin dalle fondamenta il rapporto tra uomini politici e cittadini. Tanto che il Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen conta di andare al voto ad inizio settembre, per restituire prima possibile fiducia nelle istituzioni. Elezioni inevitabili, dopo quanto accaduto. Il Cancelliere Sebastian Kurz non aveva altra scelta. “Genug ist genug” (La misura è colma), ha dichiarato Kurz alla stampa sabato, nella giornata storica in cui si è chiusa definitivamente l’esperienza di governo tra ÖVP e Partito della Libertà. Troppi i rospi che il Cancelliere ha dovuto mandar giù in questo anno e mezzo di coalizione turchese-blu, al punto da arrivare a definire l’ultradestra incapace di governare. Le immagini pubblicate da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung venerdì dimostrano in tutta chiarezza l’attitudine di una classe politica che ha in spregio la legalità, che non ha rispetto per i soldi dei contribuenti, che non si fa scrupoli nel favorire i propri finanziatori promettendo di elargire appalti pubblici, che vuole avere il controllo dei mezzi d’informazione per condizionare l’opinione pubblica. L’Ibiza-Affäre, lo scandalo di Ibiza, ha avuto conseguenze drammatiche per la politica austriaca. Perché, seppure non si sia mai passati dalle parole ai fatti, le frasi pronunciate da Strache e Gudenus in quel filmato pesano come macigni. Parole inaccettabili per chiunque voglia fare politica, diventate pietre tombali per l’ultradestra e le sue ambizioni di governo. Vediamo le fasi salienti del video e chi vi sia dietro questa registrazione fatta con telecamera nascosta

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Quel pasticciaccio brutto di Ibiza

Alle 12:00 di sabato 18 maggio, a poche ore dall’uscita del video di Ibiza sui giornali tedeschi Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung, Heinz-Christian Strache, leader dell’FPÖ, rassegna le proprie dimissioni da ogni carica all’interno dell’esecutivo e del partito. Lo definisce “un assassinio politico”, “un attacco dei servizi segreti”. Chiede scusa, dice di aver esagerato, ma si sente vittima di un’imboscata. Sottolinea come non sia mai arrivato neppure un centesimo nelle casse del suo partito e come quelle parole fossero solo il frutto dei fumi dell’alcol, “Es war eine besoffene Geschichte” (Era una storia da ubriaco) dichiara in conferenza stampa. Di lì a poco arrivano anche le dimissioni di Johann Gudenus. L’FPÖ passa nelle mani del numero due, Norbert Hofer, attuale Ministro delle Infrastrutture. Si parla insistentemente delle dimissioni, al momento non ancora arrivate, del Ministro dell’Interno Herbert Kickl, fortemente volute dal Cancelliere Kurz.

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Poi di dimissioni in blocco di tutti i ministri dell’ultradestra. Nella fase di transizione che porterà alle elezioni anticipate si parla anche della formazione di un nuovo governo che non sarà guidato da Kurz. L’SPÖ chiede a gran voce che i tre ministeri chiave Interno, Difesa e Giustizia attualmente nelle mani del Partito della Libertà vengano affidati a tecnici.

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Due estati fa, il video

Il video mostra Heinz-Christian Strache e il suo fedele consigliere Johann Gudenus in una villa ad Ibiza. È l’estate del 2017, tre mesi prima delle elezioni politiche austriache. Strache e Gudenus parlano con una possibile facoltosa finanziatrice russa. Le trame che emergono sono inquietanti. I due snocciolano tutti i possibili modi per aggirare le leggi sul finanziamento ai partiti, anche attraverso un’associazione no profit. Promettono di favorire gli interessi russi e di elargire commesse pubbliche alla finanziatrice parente stretta di un oligarca. Esternano losche trame per riuscire ad entrare in possesso della Kronen Zeitung e costituire così un polo mediatico che faccia propaganda per l’FPÖ, sulla falsa riga di quanto creato da Viktor Orbàn in Ungheria. Individuano giornalisti giudicati scomodi ed altri vicini all’ultradestra con cui sostituirli. Sei ore di conversazione che se anche non hanno portato a nessuna conseguenza concreta dimostrano senza ombra di dubbio una propensione alla corruzione e una gestione opaca e fuori dalle regole, priva di ogni moralità. Colpe gravissime che incrinano la fiducia riposta dagli elettori, anche se non si fosse mai passati ai fatti. La vita politica è irta di insidie e anche una trappola come questo video rubato può stroncare definitivamente una carriera. Sembra che dietro la realizzazione del video di Ibiza vi sia un’organizzazione di attivisti tedeschi, Zentrum für politische Schönheit (Centro per la Bellezza Politica). C’è anche chi pensa che vi sia lo zampino dei servizi segreti, forse in risposta allo scandalo Bvt, quando nel 2018 la polizia, su ordine del Ministero dell’Interno, perquisì gli uffici dei servizi segreti e antiterrorismo in modo del tutto irrituale.

Mentre Heinz-Christian Strache continua a fare riferimenti al caso Silberstein, altro scandalo emerso nel corso dell’infuocata campagna elettorale delle politiche nell’ottobre 2017. Il Cancelliere Kurz ha chiesto che venga subito avviata un’indagine indipendente.

Elezioni, chi ci guadagna?

Gli scenari che si delineano con elezioni anticipate sono vari. Il Partito Popolare di Sebastian Kurz potrebbe fare il pieno di voti arrivando al 40% e decidere sia di mettere in piedi un governo con i liberali di NEOS, sia un governo di minoranza. Più difficile che l’ÖVP raggiunga da solo la maggioranza. Esclusa la coalizione con l’SPÖ perché i programmi non hanno punti comuni e perché verrebbe meno la portata dirompente della proposta di Kurz, di voler far dimenticare l’era della Große Koalition. Verdi e NEOS potrebbero beneficiare di elezioni anticipate. Meno preparati sembrano i Socialdemocratici con la guida di Pamela Rendi-Wagner, che pure potrebbero trarre qualche vantaggio dal voto. Malgrado il crollo di immagine l’FPÖ gode sempre di uno zoccolo duro di elettorato fedele che non verrà troppo scalfito dall’Ibizagate.

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