Il magico deserto di Liwa

A Liwa, immerso in uno dei paesaggi più suggestivi della Penisola arabica, c’è un resort con tende di lusso per vivere l’esperienza nel deserto con ogni comodità. Dalle forme e dai colori unici, l’area desertica di Liwa è il lembo più a nord del Rub’ al Khali, il cosiddetto “Quarto vuoto”, il più grande deserto di sabbia del mondo. L’oasi di Liwa si trova 150 chilometri a sud-ovest della città di Abu Dhabi e rappresenta uno dei gioielli paesaggistici degli Emirati Arabi Uniti. ‘Liwa Nights’, questo il nome dell’originale struttura, ha la particolarità di aver saputo coniugare elementi tradizionali della cultura beduina con un concetto dell’ospitalità moderno e confortevole.

La formula è quella del cosiddetto glamping, parola che nasce dalla fusione di camping e glamour, un concept che permette di assaporare la vita nel deserto, a stretto contatto con una natura selvaggia, senza il venir meno di comfort a cui non sapremmo mai rinunciare. Un connubio perfetto che ha a cuore l’ambiente e che si pone come alternativa agli hotel super lussuosi che intaccano pesantemente aree naturali con costruzioni invasive. “Ho lavorato nell’ambito culturale e ho notato che gli expat residenti negli Emirati non avevano molte occasioni di conoscere la popolazione locale” mi racconta Salem Mazrouie ideatore del progetto e proprietario del resort Liwa Nights. Aver saputo intercettare il bisogno di chi non è nato negli Emirati di entrare in contatto con la popolazione locale è la grande intuizione di Salem Mazrouie. Scopriamo di più su questo resort unico, circondato solo da una distesa sconfinata di dune di sabbia.  Continua a leggere



A Dubai c’è il “fresco urbano”

Dubai è meno calda delle altre città della regione. I numerosi grattacieli creando i cosiddetti “canyon urbani” riducono la temperatura di 3 gradi. A rendere questo effetto di raffrescamento ancor più evidente e percepibile contribuisce l’arido deserto che circonda la metropoli emiratina. L’area desertica si surriscalda molto in fretta, anche per la mancanza di umidità, raggiungendo temperature torride, ma altrettanto repentinamente si raffredda, subendo forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

Grazie a questo “fresco urbano” le aree cittadine registrano temperature più miti rispetto alle zone rurali. Questo fenomeno si verifica durante il giorno. Di notte, invece, è la città ad essere più calda di 2 gradi rispetto al deserto circostante. In parte responsabili di questa calura notturna sono le acque tiepide del Golfo.

Questi fenomeni sono stati studiati e comparati con altre città. A Dubai le isole di fresco urbano sono più significative che non a Madrid o Tehran. Le aree di verde urbano quali i parchi, ad esempio, rendono generalmente più freschi i distretti limitrofi, in parte perché rilasciano acqua per evaporazione o traspirazione, processi nei quali viene usato il calore per rinfrescare immediatamente l’ambiente. Scopriamo di più sugli studi e sui motivi che portano a questo effetto di “fresco urbano”.  Continua a leggere



L’ultima moda è la staycation

Negli Emirati impazza la staycation. Trascorrere la vacanza nel proprio Paese, o nella propria città, fa tendenza. Tra le mete preferite: lussuose spa, hotel da favola, parchi a tema. Che sia un weekend lungo o un periodo di una settimana e più, la staycation, (crasi di stay home e vacation), è diventata la moda del momento, complice anche il COVID-19. Negli Emirati le misure restrittive imposte dalla pandemia sono state notevolmente allentate nelle ultime settimane, sebbene restino in vigore l’obbligo di indossare mascherine e il distanziamento sociale. Recarsi all’estero non è privo di difficoltà, così non resta che scegliere il meglio dell’offerta locale.

Anche per questo tanto a Dubai, quanto ad Abu Dhabi non mancano promozioni e offerte pensate apposta per staycation, o holistay (holiday + stay home). Negli Emirati e soprattutto a Dubai sono riaperti i cinema, molti parchi a tema, sono riprese esperienze mozzafiato legate a sport estremi come lo skydiving, concerti e musica dal vivo.

Gli emirati del nord, come Ras Al Khaimah, Sharjah, Ajman, ampliano il ventaglio delle proposte, come ad esempio la riapertura della zip line più lunga del mondo, la Jebel Jais Flight, un volo della lunghezza di 3,83 chilometri, con vista impareggiabile. Qui, a due ore di macchina da Dubai e ad 1,6 chilometri sopra il livello del mare, è possibile ammirare da un lato le montagne Al-Hajar, dall’altro il Golfo Arabico, aggiungendo alla bellezza del panorama il brivido del volo, sostenuti solo da un’imbracatura. Vediamo insieme quali luoghi sono maggiormente apprezzati in questa estate 2020 di vacanze non passate all’estero.  Continua a leggere



Deserto rosso sulle Alpi

La sabbia dell’Africa è arrivata in Europa, attraverso piogge e tempeste. Assieme alla polvere rossastra proveniente dal deserto del Sahara sono arrivati anche batteri e funghi alieni al nostro territorio, che possono rappresentare un pericolo per l’equilibrio dell’ambiente e anche per la salute dell’uomo. Il fenomeno meteorologico più eclatante è stato quello registrato nel febbraio 2014, quando in pieno inverno una tempesta di sabbia sahariana si è abbattuta sull’Europa Centrale, interessando un’area di oltre 2.500 chilometri. Particolarmente colpite: Italia, Austria, Germania. Sulla sola Austria sono caduti ben 2 milioni di tonnellate di polvere africana

 

Come conseguenza non c’è stato solo l’effetto di una patina color rosso aranciato su carrozzeria e vetri delle automobili, o problemi per chi soffre di allergie e difficoltà respiratorie, ma anche una forte concentrazione di questa polvere a 2000-3000 metri di altezza. Infatti, in questa occasione, un quantitativo ingente di polvere rossastra africana si è riversata anche sulle Alpi.

Di recente un team di studiosi italiani e austriaci  ha analizzato questa sabbia e i risultati della loro ricerca sono sorprendenti e destano anche qualche preoccupazione. “Se questi microrganismi e funghi riescono ad insediarsi, possono rappresentare una minaccia” dice Tobias Weil della Fondazione Edmund Mach e capo del team che ha effettuato lo studio sulle Dolomiti. Ovviamente sono un rischio per l’ecosistema estraneo nel quale vengono depositati, perché se dovessero svilupparsi, potrebbero entrare in competizione con flora e fauna locali. Ad essere analizzata da microbiologi, geologi, chimici, bioclimatologi, sono stati campioni di quella neve rossastra, intrappolata tra altri strati nevosi e ghiacciati, che ha mantenuto pressoché sigillati i microrganismi sahariani al suo interno. Campioni di neve raccolti da Marmolada e LatemarContinua a leggere