Emirati, avanti col nucleare

Gli Emirati, primo Paese arabo a produrre energia nucleare, hanno iniziato a far funzionare al 50% della capacità l’impianto di Barakah, ad Abu Dhabi. La centrale, la cui accensione è avvenuta lo scorso agosto, è costata 19 miliardi di euro (22,4 miliardi di dollari). Realizzata con tecnologia sudcoreana, fornita dalla KEPCO, dispone di quattro reattori di nuova generazione a fissione, con reazione a catena nucleare controllata. L’annuncio dell’aumento di potenza dell’operatività dell’unità 1, è arrivata in concomitanza con la riconferma dell’assegnazione agli Emirati Arabi Uniti di un seggio all’interno del consiglio direttivo dell’AIEA. Il consiglio è una delle massime autorità a livello mondiale sull’uso dell’energia atomica a scopi pacifici.

ENEC (Emirates Nuclear Energy Corporation)

Una rielezione che rappresenta il segno tangibile della fiducia nell’operato delle autorità emiratine e che conferisce al Paese un ruolo sempre più importante nel processo di elaborazione delle politiche nucleari internazionali. Il programma nucleare degli Emirati e l’impianto di Barakah, infatti, sono stati realizzati con il supporto dell’AIEA.

Sempre nel mese di agosto sono avvenuti collegamento, integrazione e sincronizzazione del reattore 1 alla rete elettrica nazionale, dopo una lunga serie di test di sicurezza. Operazione che ha fornito i primi megawatt di energia pulita al Paese. Vediamo insieme quanto manca alla fine della costruzione dell’impianto di Barakah e quali rischi può rappresentare la presenza di una centrale nucleare nell’area del Golfo.  Continua a leggere



Proteggere l’energia atomica dal terrorismo

L’energia atomica da oggi sarà più sicura. Da ieri infatti, è entrato in vigore un nuovo accordo sulla sicurezza nucleare che ridurrà i rischi legati ad attacchi terroristici e al sabotaggio di impianti nucleari. Inoltre, tale accordo, renderà più difficile il traffico illegale di materiale nucleare e radioattivo. Decisivo in tal senso il summit sul nucleare a Washington un mese fa, e l’avvertimento del Presidente Obama sulla concreta minaccia rappresentata dal terrorismo. Dopo gli attacchi di Bruxelles appare chiaro che gli impianti presenti in Europa e in tutto il mondo rappresentano obiettivi sensibili che possono essere presi di mira dai terroristi, soprattutto quelli di matrice islamica.

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L’emendamento che integra e rafforza le misure di sicurezza sul nucleare dell’AIEA, opera proprio in tal senso, per intensificare non solo la protezione di siti e impianti a livello domestico, in ogni singolo Paese che aderisca alla Convenzione, ma garantire anche adeguate sanzioni per chi si macchi di simili crimini, o sia coinvolto in traffici illegali.  Continua a leggere