Dubai, aiuti umanitari e SDG

Gli SDG, obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, dominano la DIHAD, la conferenza e mostra sugli aiuti e lo sviluppo umanitario di Dubai. Giunta alla 18esima edizione, l’appuntamento annuale è diventato la più grande piattaforma di interscambio e confronto per il settore degli aiuti umanitari nell’area del Medio Oriente, Nord Africa e Sud dell’Asia, e un punto di riferimento dell’intero comparto a livello mondiale. Cambiamenti climatici, parità di genere, salute e benessere, qualità delle acque, sviluppo sostenibile, eliminazione della fame nel mondo, crescita economica e lavoro per tutti, pace e giustizia, l’importanza delle partnership per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, sono i temi toccati attraverso dibattiti e momenti di confronto.

Sullo sfondo la pandemia, dalla quale non siamo ancora usciti, e il violento conflitto in Ucraina che stanno colpendo in maniera dura proprio le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale, aggravando piaghe endemiche. “Il mondo non è affatto in buone condizioni. Il numero di persone che soffrono la fame è aumentato, la sicurezza alimentare è sotto grande pressione e questa situazione si è protratta negli ultimi dieci anni a causa dei conflitti, perché le guerre sono il principale motivo per cui esiste la fame nel mondo -mi racconta Mageed Yahia, Direttore del World Food Programme negli Emirati e Rappresentante nell’area GCC- In Yemen, Siria, Sud Sudan, Etiopia la situazione di crisi è prodotta dai conflitti in atto. Poi ci sono i cambiamenti e gli shock climatici che portano siccità, alluvioni. Questi cambiamenti climatici sono reali e stanno concretamente compromettendo la sicurezza alimentare. Guardiamo a ciò che sta accadendo nel Corno d’Africa, nel Sahel in Africa, in Afghanistan, dove conflitti e cambiamenti climatici sono oggi le principali cause della fame”.

Un elemento chiave che è emerso dal dibattito è l’importanza dell’innovazione che sta ridefinendo i modelli di intervento e collaborazione delle organizzazioni umanitarie. “Le tecnologie sono straordinariamente a disposizione e ci permettono di fare cose incredibili a distanza di migliaia di chilometri -mi dice Giuseppe Saba, CEO International Humanitarian City (IHC) di Dubai- Quest’anno la DIHAD è focalizzata sugli SDG e soprattutto sul numero 17, relativo alla partnership. Fare azione umanitaria non può essere un atto individuale, ma va fatto in partenariato, insieme ad altri, perché ognuno ha le proprie capacità, mandati, specializzazioni, ma ciò di cui c’è bisogno è muoversi insieme, sfruttando al massimo le sinergie. L’innovazione è un imperativo categorico. Eventi come la DIHAD mettono in contatto anche con questa parte dell’innovazione tecnologica che comunque va sollecitata, perché possiamo offrire qualcosa di meglio e più innovativo che semplici tende e coperte”. Scopriamo di più sui temi affrontati alla DIHAD e sul quadro delineato dagli operatori del settore umanitario.  Continua a leggere



Un Diamante 2.0 all’Expo di Dubai

Il nuovo treno diagnostico ad alta velocità che a 300 chilometri all’ora monitora l’infrastruttura ferroviaria diventa protagonista al Padiglione Italia. Non solo riflessioni teoriche ma anche sperimentazione, sebbene virtuale. Grazie agli oculus, infatti, ci si può muovere all’interno del Diamante 2.0. Un viaggio immersivo e interattivo che rende l’evento “New technologies for safe and sustainable infrastructures” un vero e proprio happening. L’innovazione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Italferr, le sfide della mobilità ferroviaria, le infrastrutture sostenibili, interconnesse, accessibili, sono i principali temi analizzati nel corso dell’iniziativa.

Per realizzare questo cambiamento è in atto “il più grande piano d’investimento degli ultimi 50 anni, che riceve un grande sostegno finanziario dall’Unione europea”, come spiega nel suo intervento l’Ad di RFI, Vera Fiorani. Un investimento ingente, senza precedenti, in linea con il PNRR. Il finanziamento dell’Ue arriva perché la maniera più sostenibile per spostare persone e merci in Europa e nel mondo è su rotaia. “Stiamo lavorando a questo piano di investimento molto importante, parliamo di circa 24 miliardi di euro di nuovi investimenti in diversi campi del sistema di infrastrutture -dice Fiorani- Per migliorare la rete di alta velocità nel sud Italia, migliorare il livello tecnologico delle infrastrutture, lo sviluppo dei servizi nel contesto urbano e la manutenzione delle linee esistenti”. 

Tra i punti chiave vi è il livello qualitativo dei progetti che vedranno il coinvolgimento di tutto il sistema economico. “Tutto quello che pianifichiamo di realizzare nell’aumentare la qualità dei servizi, la capacità di mantenere le nostre infrastrutture e aumentare il numero di treni che corrono sulla nostra rete, va nella direzione di aumentare la sostenibilità del nostro Paese e dell’Europa” mette in evidenza Fiorani. “Oggi, anche grazie alle risorse del PNRR, stiamo realizzando le infrastrutture del domani, che uniranno ancora di più l’Italia e garantiranno la nuova mobilità del Paese -aggiunge Fiorani- Ad Expo 2020 però non presentiamo quelle che saranno le infrastrutture del futuro ma parliamo del futuro delle infrastrutture esistenti”.  Scopriamo di più sull’iniziativa del Gruppo FS e sul treno diagnostico ad alata velocità Diamante 2.0.  Continua a leggere



Capossela tra terra e sostenibilità

Vinicio Capossela torna all’Expo di Dubai con un concerto che parla di terra e sostenibilità. Attraverso la musica e l’arte i paesi dell’entroterra italiano, con tutto il loro patrimonio folklorico e culturale, entrano in dialogo con la megalopoli del futuro, proiettata in una dimensione globale. Un contrasto capace di generare creatività e interconnessione, tanto che il variegato e multiculturale pubblico di Dubai si è fatto piacevolmente coinvolgere dal ritmo di ballate che uniscono le radici della musica popolare alla dimensione colta, con testi che sanno parlare dei grandi temi esistenziali con la forza dell’universalità. “È un concerto che è stato pensato soprattutto per parlare di sostenibilità, in questo luogo che mi pare il più insostenibile del pianeta, come realizzazione in sé -mi racconta Vinicio Capossela– Però, allo stesso tempo, proprio perché è il luogo in cui l’imprinting dell’uomo, l’antropocene, raggiunge forse il suo più alto picco è il luogo adatto per interrogarsi sulla sostenibilità”. Un viaggio attraverso le terre interne spaziando prevalentemente nel repertorio delle “Canzoni della Cupa”, esportando il modello dello Sponz Fest, il festival ideato da Capossela che si svolge in Alta Irpinia, giunto quest’anno alla sua decima edizione.

Un’esperienza mobile, che ha coinvolto molti luoghi e paesi, soprattutto il paesaggio naturale, architettonico e umano. Una crasi tra Sponz Fest e Expo 2020 Dubai per un connubio glocal che stimola la riflessione su grandi temi e sfide del mondo contemporaneo attraverso l’arte e le note. “Un gioco di parole, Expo, Ex-ponz Dubai -mi spiega Capossela- Perché lo Sponz Fest è l’esperienza che mi ha premesso di approfondire di più questo aspetto delle realtà delle terre interne”. Nella sua esibizione sul palco del Millennium Amphitheatre Capossela tocca anche il tema della guerra in Ucraina. L’ultimo brano, una sorta di preghiera alla luna, lo canta portando indosso come un mantello la bandiera della pace, “l’unica bandiera nella quale mi riconosca”. Dal palco lancia un monito contro la guerra e un appello alle coscienze: “Quando il senno sembra essere andato via, sulla luna, nel mondo non resta che la follia”. Scopriamo di più sul concerto e su ciò che ci ha raccontato Vinicio Capossela.   Continua a leggere



Art Dubai, anche NFT e arte digitale

Art Dubai trasforma la città nel cuore pulsante dell’arte con una sezione separata interamente dedicata a NFT e digital art. È la fiera del mercato dell’arte più importante della regione mediorientale che quest’anno ospita più di un centinaio di gallerie provenienti da oltre 44 Paesi. Offre una panoramica delle tendenze artistiche locali e internazionali, alternando la presenza di artisti giovani e nomi affermati, con un’attenzione particolare a quel settore in gran fermento che vede l’esplosione del fenomeno degli NFT e della realtà virtuale del Metaverse. “Siamo tornati a Jumeirah, la sede di Art Dubai, dopo tre anni. L’anno scorso siamo stati la prima fiera d’arte a riprendere in presenza al DIFC con una riduzione a 60 gallerie. Questa è l’edizione in cui Art Dubai torna al suo splendore nella sua sede storica -mi racconta Pablo Del Val, Direttore Artistico di Art Dubai- Questa è la più grande edizione di sempre con più di 100 gallerie, trenta che partecipano per la prima volta e anche una nuova sezione dedicata al digitale”.

Un progetto espositivo che stimola i collezionisti e introduce al mondo dell’arte appassionati e curiosi. Vi si scoprono giovani generazioni di artisti che toccano temi legati all’importanza della techne, dell’artigianalità, della creatività, della geografia dei luoghi, delle tradizioni e della cultura di Paesi lontani. Un enorme salone ospita le correnti dell’arte moderna, un altro altrettanto ampio quelle dell’arte contemporanea, attraversando stili diversissimi, dall’iper-realismo all’astrattismo, da linguaggi più espressionisti e intimisti a quelli di denuncia. “Abbiamo lavorato per molti anni per far sì che la fiera fosse sempre più un progetto unico come nessun altro, concentrandoci e specializzandoci in alcune aree geografiche che generalmente non si vedono così spesso in Occidente. Quello che si può vedere da queste regioni nelle fiere occidentali in genere è un 3%. Noi siamo quel 3%, il nostro 90% è il 3% -mi dice con soddisfazione Del Val- Ed è decisamente entusiasmante dare una lettura della produzione artistica internazionale che non sia focalizzata sull’Occidente e che non provenga da un retroterra legato alla tradizione giudaico-cristiana. Qui si vedono le energie arrivare da culture e geografie che coprono un retroterra storico completamente diverso”. Scopriamo di più su Art Dubai e la sua sezione Art Dubai Digital. Continua a leggere



Lazio ed Emirati sempre più vicini

La Regione Lazio vuole essere presente a Dubai anche dopo l’Expo. Nella sua missione il Presidente Nicola Zingaretti ha siglato importanti protocolli d’intesa. “Gli Emirati sono nativi del futuro, noi vogliamo stare negli Emirati e non andare più via”, con queste parole Zingaretti apre la sua missione emiratina. Una due giorni per lanciare il “Lazio Innovation Hub”, uno sportello della regione presso la Camera di Commercio italiana negli Emirati Arabi Uniti attraverso cui assistere le imprese laziali che intendano affacciarsi sul mercato degli Emirati e nelle aree mediorientale e del Golfo. L’Hub, come Zingaretti sottolinea nel suo intervento al Grand Millennium Hotel di Business Bay è “un tassello della nuova programmazione europea che nel 2021-2027 apre la sua stagione di investimenti”. Il Lazio infatti passerà da 2,7 miliardi di euro della vecchia programmazione a 4,4 miliardi della nuova programmazione. “Poi stiamo già pianificando i circa 10 miliardi di investimenti che prevediamo legati al PNRR -prosegue il Presidente Zingaretti- Il Lazio produce oltre 11% del PIL nazionale, ma esporta molto poco. Un gap legato alla pigrizia e a un’economia troppo legata alla spesa pubblica e per un tessuto produttivo ricco, vario, di qualità, ma di troppo piccole e medie imprese”. All’evento al Grand Millennium Hotel coinvolti anche i rappresentati del sistema Italia negli Emirati Arabi Uniti, dalla Camera di Commercio Italiana negli Emirati, all’ICE di Dubai e all’ufficio Sace di Dubai.

“Expo Dubai è una straordinaria occasione per accrescere la vocazione internazionale della nostra regione e Dubai è una porta di accesso per un mercato più ampio -mette in evidenza Paolo Orneli, Assessore allo Sviluppo economico del Lazio- Abbiamo un potenziale enorme di crescita nell’export e continueremo a investire”. L’importanza dell’internazionalizzazione delle imprese laziali negli Emirati è un punto messo in luce anche dal Presidente di Unindustria Angelo Camilli. “Gli Emirati rappresentano un’importante opportunità, perché sono un Paese che ha grandi risorse finanziarie ma soprattutto una capacità di pianificazione e programmazione del futuro molto significativa -dice il Presidente Camilli- Qui si parla di piani al 2071 e al 2121, quindi le imprese che riescono ad insediarsi qui riescono ad avere una prospettiva e una capacità di programmazione dei propri investimenti e business molto importanti”. Vede possibile una maggiore internazionalizzazione delle imprese laziali il Presidente CCIAA di Roma, Lorenzo Tagliavanti: “La regione ha grandi imprese, ma soprattutto piccole e medie. La nostra sfida è portare le PMI a conquistare il mondo”. Scopriamo di più sugli accordi firmati dalla Regione Lazio con le controparti emiratine, sul Regional Day del Lazio e sulla pubblicazione realizzata in occasione dell’avventura all’Expo 2020 Dubai.  Continua a leggere



Dubai, 8 marzo e divario di genere

La giornata della donna all’Expo si celebra con una conferenza internazionale al Padiglione Italia su parità di genere nella politica e nelle istituzioni. “Women’s Status in Institutions and Culture” è un’occasione per intensificare anche il dialogo e la cooperazione tra l’Europa, gli Emirati e l’area più allargata dei Paesi del GCC. Un elemento emerge chiaramente: c’è molta strada da fare perché si colmi quella disparità che fa sembrare ancora sensazionale la nomina di una donna alla guida di un’istituzione. “L’elezione o la nomina di una donna a capo di un’istituzione fanno ancora notizia. -dichiara nel suo intervento la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia– I dati confermano che c’è ancora un ampio divario di genere nelle istituzioni pubbliche: in media i Parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea hanno solo il 32% dei seggi detenuti da donne. Nessun parlamento in Europa ha una maggioranza di sesso femminile”.

Analizzando il sistema giudiziario il quadro sembrerebbe migliore. “Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea sull’Efficienza della Giustizia, le donne rappresentano il 61% della magistratura nei Paesi OCSE-UE, variando dall’81% della Lettonia al 33 % del Regno Unito. Eppure, ai vertici giudiziari e della Corte suprema, le cifre sono invertite -prosegue la Ministra Cartabia- Le donne sono ancora sottorappresentate come Presidenti dei tribunali e Procuratori generali, a conferma che maggiore è il livello gerarchico, minore è il numero delle donne. E il mio paese non fa eccezione”. Anche la Ministra per per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti mette in evidenza la necessità di una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali pubblici e privati. “È il giorno della nostra responsabilità, di trasformare le nostre ambizioni in realtà. E la nostra ambizione è chiara: raggiungere la parità di genere e l’emancipazione femminile in tutti i settori della nostra società”. Scopriamo di più sull’evento “Women’s Status in Institutions and Culture”.  Continua a leggere



Roberto Bolle e la pace in Ucraina

Attraverso arte, danza e musica Roberto Bolle lancia un messaggio di pace per l’Ucraina dall’Expo di Dubai con lo spettacolo “Roberto Bolle and Friends”. La sua performance diventa non solo strumento per far conoscere la cultura italiana e la danza, ma anche un mezzo per diffondere un modello di bellezza che sa farsi impegno sociale e portatrice di istanze di fratellanza e pacifica coesistenza. Bellezza e grazia, poesia e potenza muscolare. Roberto Bolle incanta il pubblico dell’Expo 2020 Dubai portando in scena la danza nella sua essenza. Sul palco vi sono solo le luci e l’atmosfera regalata dalla musica e dalle coreografie dei ballerini. L’essenzialità dell’allestimento e il minimalismo dei costumi fanno concentrare su ciò che conta: la plasticità, l’armonia di quei corpi, la fluidità dei movimenti e l’emozione delle interpretazioni. “Roberto Bolle and Friends” è uno spettacolo di “danza pura, non c’è una scenografia, non ci sono grandi costumi, c’è solo la danza che è protagonista della serata, con tecniche e stili diversi degli artisti, ma che riesce a emozionare e arrivare al cuore delle persone -spiega Roberto Bolle- Così negli anni siamo riusciti a portarlo da New York a Shanghai, e in Italia dall’Arena di Verona a Caracalla. È un piacere poter essere qui a Dubai ed essere ancora una volta ambasciatore della cultura e dell’arte italiana, cercando di rappresentare al meglio il nostro Paese”.

Roberto Bolle sa arrivare dritto al cuore e con doti interpretative non comuni è in grado di trasmettere sensazioni che restano scolpite nell’anima. Meraviglioso e impeccabile nel repertorio del balletto classico, colpisce ancor più quando si cimenta in brani di danza contemporanea. Sono quelli i momenti di straordinaria intensità, di potente poesia, come quando Bolle si esibisce con tormento sulle note di Ezio Bosso o quando sul finale, accompagnato dal violino di Alessandro Quarta, tratteggia con la sua arte il dramma dell’uomo del XXI secolo, frastornato da smartphone, selfie, webcam, autocompiacimento e FOMO (fear of missing out), la paura di perdersi qualcosa, sebbene già da tempo abbia smarrito la propria identità, rimasta come un riflesso sbiadito in uno specchio. È un’umanità autoreferenziale e obnubilata, a caccia di like e di consensi, di follower e autoaffermazione sui social media, quella trasposta in danza da Bolle, mentre le corde del violino sembrano impazzite e sincopate toccano vette stridenti al ritmo di un mondo che accelera e sembra andare, inesorabilmente, verso l’autodistruzione. E la forza di quel monito si fa messaggio di fratellanza e unità in chiusura, quando Roberto Bolle e i ballerini che lo accompagnano arrivano sul palco mostrando cartelli con la scritta “PEACE”, pace, e la bandiera dell’Ucraina tenuta dalla ballerina Iana Salenko, di Kiev, che lì ha ancora padre e fratello, mentre il violino di Alessandro Quarta suona l’inno ucraino tra gli applausi scroscianti del pubblico. Un calore e una partecipazione sentiti di un mondo in drammatica apprensione. Scopriamo di più sullo spettacolo e sull’intervista che Roberto Bolle ha rilasciato.  Continua a leggere



L’Italia geniale all’Expo di Dubai

L’Italia della ricerca è di scena all’Expo con l’Intellectual Property Award, con la partecipazione di Gilberto Pichetto, Viceministro dello Sviluppo Economico. 217 brevetti innovativi che comprendono ambiti quali agritech, cyber sicurezza, tecnologie verdi, scienze della vita, energie alternative, aerospazio, mobilità del futuro. Tra questi ne sono stati selezionati 35 e da questa rosa, presentata nella due giorni al Padiglione Italia, i migliori 7 hanno ricevuto un premio, uno per ciascuna categoria. Una premiazione organizzata grazie alla collaborazione del MISE e il consorzio per la valorizzazione della ricerca Netval. “Questi brevetti sono un’evoluzione dell’Italia geniale, perché l’Italia geniale è l’esaltazione della capacità di pensare al futuro come invenzione, qui è ricerca, è un salto qualitativo più alto -mi dice Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico- È su questo che noi possiamo vincere la sfida, perché è la dimostrazione che abbiamo una struttura di ricerca universitaria, e nel nostro caso c’è anche il CNR che è parallelo all’università ed è un grande soggetto di stato, che possono dare risultati importanti, così come nella storia del passato il nostro Paese si è caratterizzato con la fantasia dell’invenzione. Significa che l’Italia con la Germania è il Paese che ha maggiori richieste di deposito di brevetti”.

Un’attività di ricerca dei nostri atenei ed enti e centri di ricerca, come il CNR, che dimostrano la competitività dell’Italia in questo settore chiave per affrontare le sfide globali del futuro. “Ci permette di svolgere un ruolo importante in campo aperto a livello internazionale ed è uno stimolo sulla parte più strettamente produttiva che è il mercato e il sistema produttivo interno, per poter crescere -mi racconta il Viceministro Pichetto- La nostra difficoltà nel mondo attuale rispetto alla ricerca è che quella che sul fronte produttivo era considerata la nostra grande forza ovvero l’elasticità di migliaia di piccole e medie imprese, oggi si trova in forte difficoltà ad acquisire le conoscenze e a strutturarsi per le produzioni. La sfida è da un lato riuscire a trasferire le competenze e dall’altra irrobustire i soggetti utilizzatori di questi brevetti, se vogliamo che sia nostra anche la bandiera della produzione, che è la seconda vittoria”. Scopriamo di più sulla premiazione e sugli spunti della due giorni dedicata alle invenzioni innovative al Padiglione Italia.  Continua a leggere



Dubai, regioni italiane protagoniste

Al Padiglione Italia la giornata dedicata alle regioni propone alla platea dell’Expo le risorse migliori dei territori italiani. ”The Beauty of Italian Regions at Expo 2020 Dubai” è l’occasione di incontri internazionali per aiutare il tessuto delle PMI ad affacciarsi sui mercati della area MENASA, creare collaborazioni economiche e commerciali, riaffermarsi come destinazione del turismo internazionale, e attrarre investimenti stranieri proprio a partire dal Paese ospitante, gli Emirati Arabi Uniti. In questa Esposizione universale le regioni italiane si presentano come centri di eccellenza non solo in settori che ci vedono primeggiare da sempre quali manifatturiero, agroalimentare, moda, ma anche e soprattutto in ambito tecnologico e scientifico, coprendo domini quali l’AI e Big Data, nanotecnologie, medicina di precisione, aerospazio, energie sostenibili, economia circolare, design industriale. Territori, quelli regionali italiani, capaci di favorire una cooperazione tra accademia, centri di ricerca, settore pubblico e privato, creando ecosistemi che generano sviluppo e produttività.

“È la prima volta che il sistema delle regioni italiane si presenta insieme e abbiamo scelto l’evento più importante che c’è a livello globale che è l’Expo -dice Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome– A Dubai il sistema delle regioni ha presentato le sue eccellenze, non soltanto quelle legate al turismo, all’architettura, alla cultura, ma quelle legate all’innovazione, agli investimenti, allo sviluppo economico, alle imprese e al patrimonio enorme che abbiamo in Italia. Il futuro del Paese passa attraverso i territori, attraverso le nostre diversità che sono la ricchezza dell’Italia e per questo tutte le regioni hanno deciso di collaborare e lavorare insieme, presentandosi al mondo in modo unito”.

Anche la Ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, in collegamento da remoto ha spiegato quanto importante sia la necessità di internazionalizzazione per le aziende italiane e l’apertura da parte delle regioni a relazioni con i Paesi dell’area del Medio Oriente, Nord Africa e Sud dell’Asia. “L’obiettivo principale del progetto dell’Italia a Expo 2020 Dubai è migliorare l’internazionalizzazione culturale, economica e scientifica dei territori del Paese, con un forte impegno delle regioni -dichiara la Ministra Gelmini- Sono 17 le regioni che si sono unite al Padiglione Italia, un livello senza precedenti di partecipazione”. Vediamo insieme la giornata regionale e una serie di iniziative che si sono svolte anche fuori dall’Expo. 

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Vienna, arte interconnessa

Esplorare il presente con uno sguardo archeologico al passato per capire il futuro. L’arte interconnessa di Nives Widauer è in mostra a Vienna. L’artista, di origini italiane, nata a Basilea, da molti anni ha scelto la capitale austriaca come sua città d’elezione. Da sempre mescola nella sua arte scienza, storia e vari mezzi, tra cui la video-arte, creando un ponte tra analogico e digitale. Alla Galerie Rauminhalt è in corso “Opening Softly or The Cabinet of The Archeologist of Undefined Future” in cui sono esposti lavori che abbracciano circa trent’anni di attività. La Widauer indaga attraverso la lente di un’archeologa, a tratti reale a tratti sognata, che potrebbe anche essere uno dei suoi tanti, possibili alter ego, le dimensioni dell’esistenza. Lo spazio espositivo mette in scena una sorta di archivio che è al tempo stesso fisico e mentale, con tutta la ricchezza di elementi concettuali che caratterizzano la poetica della Widauer.

Come lei stessa dice “L’archeologa non è presente, ma potrebbe essere la sua abitazione, o forse il suo studio”. Ovunque vi sono frammenti del passato e parti consistenti della dimensione presente che vivono e si arricchiscono di senso e di nuovi significati grazie all’intervento creativo dell’artista.

Nives Widauer si serve spesso di oggetti trovati, realizzando vere e proprie installazioni. Un continuo gioco con le sue opere, un’incessante trasformazione che è metafora dell’esistere. Ricomponendole, riassemblandole, riplasmandole, ricontestualizzandole l’artista dona loro ad ogni intervento una nuova vita e nuovi contenuti semantici. Questa stratificazione e coabitazione tra passato, presente e futuro mette al centro l’essere umano per comprenderne anche le sue relazioni con il mondo circostante, perché il tema della natura e del rispetto per l’ambiente sono sempre presenti nel suoi lavori. Scopriamo di più su Nives Widauer e sulla sua mostra viennese.  Continua a leggere