Droni, Dubai aiuta Londra

SOS sicurezza in volo. Londra chiede aiuto a Dubai per risolvere il problema del controllo dei droni nei propri spazi aerei. Dopo il caos nei cieli londinesi, con gli aeroporti di Gatwick e Heathrow tenuti sotto scacco nel periodo natalizio dalla minaccia dei droni, la capitale inglese si rivolge all’emirato in cerca di soluzioni efficaci.

Ad oggi Dubai è la città con il know how più avanzato nella gestione e regolamentazione dei droni. Una capacità conquistata a caro prezzo, dopo aver sperimentato nel 2015 la chiusura del proprio aeroporto, il terzo al mondo per numero di passeggeri, per un allarme causato da un drone. Quella dell’emirato fu tra le più lunghe e devastanti paralisi del traffico aereo verificatesi su scala planetaria, costata attorno al milione di dollari al minuto (3,6 milioni di AED).

Una dura lezione che è servita a sviluppare un’expertise e a formulare una strategia vincente, ponendo argini all’uso indiscriminato dei velivoli radiocomandati attraverso regole severe e l’applicazione di pene detentive e multe salatissime ai trasgressori. Scopriamo cosa preveda la legislazione emiratina, quale scambio sia finora avvenuto tra Londra e Dubai e quanto pericolosi possano essere i droni

London calling

Per ora ci sono stati solo contatti informali, come ha dichiarato alla stampa locale Michael Rudolph, Responsabile della Sicurezza degli Spazi Aerei dell’Aviazione Civile di Dubai. “Abbiamo avuto uno scambio con l’aviazione sia dello scalo di Gatwick, sia di Heathrow riguardo agli episodi avvenuti nelle scorse settimane -ha spiegato Rudolph- Abbiamo parlato dei possibili passi da fare e delle misure da adottare per non incorrere più in simili incidenti”.

Se gli aeroporti londinesi dovessero chiedere a Dubai aiuto concreto, l’Aviazione Civile dell’emirato sarà più che lieta di condividere le proprie misure di sicurezza, ha fatto sapere Michael Rudolph.

Regole ferree e certezza della pena

Nella sua intervista a Gulf News il Responsabile della Sicurezza degli Spazi aerei dell’Aviazione di Dubai, Michael Rudolph, ha anche precisato quali siano i protocolli adottati a Dubai e il perché della loro efficacia: “Dovevamo recuperare credibilità e dimostrare rapidamente che gli spazi aerei dell’emirato erano sicuri, così abbiamo stilato una regolamentazione molto rigida”.

Le regole, infatti, sono precisissime in materia e sono un ottimo deterrente che scoraggia chiunque dal sorvolare alcune aree.

Per chi trasgredisca si aprono le porte del carcere e vi sono multe fino a 100.000 AED (25.000 euro). Ad essere tutelato non è solo lo spazio aereo aeroportuale, ma anche quello pubblico dell’intera area urbana. 

Non c’è drone che sfugga

Ma non è tutto, chiunque voglia far volare droni nei cieli di Dubai deve sottoporsi ad un addestramento.

Solo così sarà possibile registrare il proprio velivolo radiocomandato, che viene associato all’identità del possessore, in modo da risalire subito al proprietario in caso di uso improprio.

Inoltre, l’assicurazione è obbligatoria, come pure controlli periodici effettuati da autorità terze preposte a verificare lo stato di sicurezza dei droni. Tanto che è previsto un processo di nuova registrazione per sancire l’abilitazione al volo dei velivoli radiocomandati.

Ad essere registrati non sono solo i droni di un certo peso, come avviene in alcuni Paesi, ma tutti i velivoli radiocomandati, da quelli amatoriali adoperati per hobby a quelli di tipo commerciale.

Quali danni può causare un drone?

Da una ricerca condotta dalla University of Dayton in Ohio è emerso che anche droni di piccole dimensioni possono provocare danni strutturali agli aerei. Un velivolo radiocomandato del peso di 952 grammi è stato lanciato dai ricercatori universitari americani contro un aeroplano di 1.533 chilogrammi di peso che viaggiava a 383 chilometri l’ora. Il piccolo drone scagliato contro l’ala ha prodotto un buco che ha seriamente compromesso le capacità di volo dell’aeromobile.