L’Austria dice no al velo islamico nelle scuole elementari e negli asili. Il governo del Cancelliere Sebastian Kurz dichiara di voler estendere il divieto di indossare l’hijab, Kopftuchverbot, anche alle bambine al di sotto dei 10 anni. Un disegno di legge specifico, Kinderschutzgesetz (Legge sulla Protezione dei bambini), all’interno del quale sarà contenuto il bando del velo, verrà preparato entro l’estate. Nulla si sa finora sui contenuti del Kinderschutzgesetz. Ad esso lavorerà il Ministro dell’Educazione, il popolare Heinz Faßmann, con la collaborazione del Ministro delle Pari Opportunità Juliane Bogner-Strauß (sempre dell’ÖVP) e del Ministro per l’Integrazione Karin Kneissl (FPÖ). Solo dopo la sua stesura, che dovrebbe avvenire prima della pausa estiva, il disegno di legge potrà essere approvato dal Parlamento. Obiettivo del Cancelliere: “dare un segnale chiaro contro la creazione di società parallele”, offrendo “a tutti i bambini le stesse opportunità ed evitando che vi siano discriminazioni e stigmatizzazioni”, aggiungendo che “non c’è posto in Austria per l’uso del velo in così giovane età”.
A Kurz fa eco anche il Vice-Cancelliere Heinz-Christian Strache, forte sostenitore del provvedimento. Il leader dell’ultradestra in un’intervista rilasciata a Pasqua alla Krone Zeitung, ha detto: “Se non si inizia con l’integrazione fra i più piccoli non ci si può poi sorprendere di averli già persi da adolescenti”. Il rischio, però, è che questa dichiarazione d’intenti di Sebastian Kurz resti solo un annuncio. Infatti, perché sia approvato in tutti i suoi punti, è necessario che vi sia una maggioranza dei due terzi del Parlamento. In pratica la coalizione ÖVP-FPÖ avrà bisogno anche dei voti dei Socialdemocratici, e/o dei NEOS per poter trasformare in legge il proprio provvedimento anti-velo islamico negli asili e nelle elementari. Una dichiarazione d’intenti che ha quindi soprattutto il sapore del gesto simbolico. Un proclama politico, strategicamente pianificato, che arriva proprio a ridosso dei primi 100 giorni, durante i quali il governo turchese-blu non ha certo brillato per iniziative concrete. Almeno di questo vengono accusati Kurz e il suo Vice-Cancelliere Strache dalle opposizioni. Sebbene Sebastian Kurz non intenda mercanteggiare con l’opposizione, sarà giocoforza costretto a scendere a patti con SPÖ e/o NEOS se vorrà davvero tradurre in legge il suo annuncio. Vediamo cosa comporterà il bando del velo islamico negli asili e nelle scuole elementari.
Divieto velo, solo un atto simbolico?
L’hijab indossato in tenera età è piuttosto raro, non si configura certo come un fenomeno di massa. Quindi a ben vedere il provvedimento del bando del velo, Kopftuchverbot, avrebbe uno scarso impatto in termini di numeri. Al momento, infatti, il Ministro Heinz Faßmann (ÖVP) non è stato in grado di fornire alcun dato a supporto della necessità di tale misura. Anzi, senza alcun infingimento, Faßmann ha evidenziato che il valore del disegno di legge sta proprio “nell’essere indubbiamente un atto simbolico”, ovvero è importante perché sancisce in modo chiaro che l’Austria è uno stato secolarizzato. Il Ministro dell’Educazione ha anche sottolineato che si tratta di “una misura che servirà a non discriminare ed emarginare le bambine fin da piccole in classe e nella comunità”. Ad enfatizzare la validità del provvedimento anche le dichiarazioni del Vice-Cancelliere Heinz-Christian Strache: “Le ragazzine saranno protette fino all’età di 10 anni e potranno crescere in un ambiente di libertà e integrazione”. Assieme all’obbligo della lingua tedesca prima di accedere al sistema scolastico austriaco il passo successivo per il leader dell’ultradestra è “assicurare l’integrazione”. L’idea è quindi quella di partire da asili ed elementari per poi procedere ad un’estensione di tale norma anche alle bambine di età maggiore, per tutta la durata della scuola dell’obbligo. Però ad oggi non è chiaro come si intenda realmente procedere, anche perché si delineerebbero possibili conflitti costituzionali, legati alla libertà di culto religioso. Fumoso è anche il modo in cui il provvedimento potrà essere applicato alle scuole elementari e agli asili privati.
Trattare o non trattare con l’opposizione, questo è il dilemma
Senza ottenere l’appoggio di una parte dell’opposizione il futuro disegno di legge del governo turchese-blu corre il serio rischio di non vedere mai la luce e restare una mera dichiarazione d’intenti. Infatti si tratta di una legge costituzionale, per la cui approvazione occorre avere la maggioranza dei due terzi del Parlamento. I Socialdemocratici hanno manifestato riserve temendo che questo bando del velo possa isolare ed emarginare maggiormente le bambine. L’SPÖ ha già fatto sapere di non essere pregiudizialmente contrario alla discussione del disegno di legge, ma chiede a gran voce che il pacchetto preveda anche una serie di misure che puntino a maggiori investimenti a sostegno di programmi per l’integrazione. Il leader socialdemocratico Christian Kern ha detto che singole misure non risolvono il problema dell’integrazione nella sua sfaccettata complessità e se il governo turchese-blu non annullerà i tagli che intende applicare alle misure per garantire l’integrazione, non prolungherà di un altro anno l’asilo gratuito, non estenderà il tempo pieno, i pasti gratuiti e i programmi ricreativi fino al 2025, non sarà disponibile a votare a favore del Kopftuchverbot. “Non vogliamo proclami, ma una seria negoziazione” ha ribadito Kern.
La posizione del mondo islamico austriaco
Il governo di Popolari e ultra destra cerca la collaborazione attiva della Comunità religiosa islamica in Austria, IGGÖ (Islamische Glaubensgemeinschaft in Österreich), che però non si è pronunciata affatto a favore del Kopftuchverbot, anzi lo ha definito “un provvedimento populista” e ha messo in guardia l’esecutivo a guida Kurz dal trasformare “l’Islam in un nemico”.
La Responsabile per i Media e Rappresentante delle Donne dell’IGGÖ, Carla Amina Baghajati, ha dichiarato che “l’atteggiamento paternalistico della politica” è “decisamente controproducente”, mentre il metodo più efficace è sempre quello del dialogo. La Baghajati, in un’intervista a Die Presse ha anche sottolineato come il fenomeno del velo islamico negli asili sia marginale e quasi sconosciuto in Austria evidenziando, invece, come questo divieto renda l’hijab ancor più interessante agli occhi delle ragazzine.
L’incostituzionalità è dietro l’angolo?
Il divieto del velo islamico per le bambine al di sotto dei 10 anni è un modo per aggirare l’ostacolo dell’obbligatorietà dell’hijab imposta nel mondo islamico a partire dall’età della pubertà. Così non vi sarebbero gli estremi per una discriminazione di tipo religioso. Solo in una fase successiva si procederebbe ad un’estensione del bando a tutta la scuola dell’obbligo. In che modo, però, non è dato sapere. In Germania una legge simile è stata bloccata dalla Corte Costituzionale e lo stesso potrebbe avvenire in Austria. Gli esperti costituzionalisti austriaci ritengono che la sfida stia proprio nei problemi legati all’estensione della legge a tutto il periodo della scuola dell’obbligo.