Gianna Nannini, la regina del rock italiano, si esibirà al Millennium Amphitheatre dell’Expo portando atmosfere mediterranee e la sua voce potente e graffiata. Si sente vicina al mondo arabo e a Dubai, ne è straordinariamente affascinata, sentendosi attratta da suoni e voci che per lei sono come musica. “Dubai per me rappresenta un mondo arabo che mi piace tantissimo per la musica. Penso di avere una voce molto vicina a questo mondo mediterraneo, mi ci riconosco, anche se non so l’arabo, mi sento parte di Dubai”. Di questa città multiculturale e in costante evoluzione, che ha visto vent’anni fa di passaggio da Baghdad dice che “era tutta un’altra cosa. Non c’era ancora ‘La Palma’, c’era solo la sabbia. Ora hanno costruito tutto”.
Le piace proprio questa poliedricità che la rende un melting pot unico. E del pubblico dice: “Mi piace questa internazionalità che credo sia un aspetto anche della mia musica, della mia ricerca musicale -racconta la Nannini- Tutto questo mondo della cultura musicale araba che viene dall’Iraq, da Baghdad è quello che ho sempre cercato di mettere vicino alla mia voce”. Un amore quasi deciso dal destino, quello della Nannini per il mondo arabo, che sembra essere scritto nel suo nome: “Gianna in arabo vuol dire paradiso, mi sento beata. Vorrei imparare l’arabo perché lo sento vicino alla mia vocalità. Cantare qui mi piace perché mi piace il clima, l’aria, il caldo che fa bene alla voce, secco. Ho l’asma ma qui non ce l’ho”. Eppure anche se conosce l’arabo, che pure la seduce con le sue sonorità, Gianna Nannini proporrà al pubblico dell’Expo anche una canzone araba “che ho conosciuto quando sono andata a Baghdad nel 2003. Una canzone molto popolare che si chiama Allah Ya Baba, che cantano tutti e che considero una canzone che mi appartiene. In ogni Paese in cui vado mi piace citare una canzone del luogo” spiega la Nannini. Scopriamo di più su Gianna Nannini attraverso l’intervista rilasciata al Padiglione Italia.
Un padiglione pieno di futuro
Gianna Nannini visita con grande coinvolgimento il Padiglione Italia, guidata nel suo tour dal Commissario Generale dell’Italia all’Expo, Paolo Glisenti. Si entusiasma vedendo le alghe che rigenerano l’aria catturando CO2 e che fanno respirare il padiglione. Guarda con curiosità e attenzione i sensori applicati alle piante dell’orto mediterraneo, posto a metà strada del percorso esperienziale disegnato per il padiglione italiano. “L’Italia è uno dei Paesi con più biodiversità, come natura e anche come esseri umani, direi. Questa è una cosa da mantenere, è preziosa -sottolinea la Nannini- Nel nostro padiglione, bellissimo, la tecnologia sta aiutando l’agricoltura. Non conoscevo queste clip che si mettono sulle piante per capire quanto bisogno hanno dell’acqua. Questo vuol dire un grande risparmio energetico, dell’acqua, del futuro. Bisogna rivolgere uno sguardo al futuro perché le risorse finiscono e questo padiglione è un grande esempio di sostenibilità e del futuro non solo dell’Italia, ma del pianeta”. Si mette simpaticamente alla prova dirigendo l’orchestra dopo aver cercato di far tesoro dei suggerimenti del Maestro Antonio Pappano, rimane folgorata dal corridoio insonorizzato che pensa sia perfetto per poter incidere brani musicali. La colpisce molto il gemello del David di Michelangelo: “È stato una sorpresa. Con questa scansione digitale abbiamo colto dei particolari emozionanti. Ti emoziona anche se non è quello originale. È come se fosse originale. Bello e possibile”.