“Wood You Rather Be Happy?” indaga attraverso le opere di 6 artisti sull’importanza della connessione con la natura per l’essere umano. Gli artisti presenti nella collettiva sono accomunati dall’utilizzo del legno quale mezzo espressivo. Nello spazio espositivo della galleria Firetti Contemporary, ad Alserkal Avenue, a Dubai, incontro Taher Jaoui, artista di origini tunisine cresciuto e formatosi in Francia, che per l’occasione ha realizzato un dipinto di grande formato suddiviso in 14 parti, dal titolo “Garden Of Hope” (“Giardino della speranza”).
Il tema della natura e della connessione vengono sviluppati attraverso l’idea delle quattro stagioni, articolata attraverso il linguaggio tipicamente astratto ed espressionista che contraddistingue Jaoui, che si ispira alla graffiti art, all’arte primitiva africana, alla filosofia e alla matematica, inserendo stratificazioni di elementi formali diversi, dai fiori ai teschi, da mani a formule matematiche, da forme geometriche a macchie di colore brillanti e sgargianti, che invadono la tela come un automatico flusso di coscienza e di emozioni. “Tutta la mostra è incentrata sul legno e sulla natura -mi racconta Taher Jaoui- L’obiettivo è connettere gli spettatori e i potenziali collezionisti alla natura, che è oggigiorno diventata sempre più importante nella nostra vita contemporanea, con tutte le tematiche di stringente attualità legate alla salvaguardia dell’ambiente e ai cambiamenti climatici. L’idea è promuovere un’arte sostenibile, realizzata con materiali sostenibili, lavori anch’essi sostenibili come anche le collezioni, perché non conta la quantità ma la qualità delle opere d’arte”. Scopriamo di più sulla mostra e sull’artista Taher Jaoui.
Giardino della Speranza
La mostra è un progetto al quale la Amalgame Gallery ha lavorato per alcuni anni e che ha poi trovato la sua realizzazione grazie alla collaborazione con la Firetti Contemporary di Dubai. “Ero interessato a realizzare un’opera che parlasse della natura e che si sviluppasse attorno al tema delle quattro stagioni. La sfida era realizzare un lavoro di queste incredibili dimensioni, oltre 10 metri di lunghezza, l’opera più grande che abbia mai realizzato finora -mi dice Taher Jaoui- Quando ho realizzato il dipinto nel mio studio era un’unica gigantesca tela, poi abbiamo deciso di scomporlo in varie parti. Il titolo è “Garden Of Hope” (Giardino della speranza)”. Vi sono 14 giardini, quante sono le parti in cui è stata divisa la tela, con l’intento di creare una comunità che condivida opere e un progetto di maggior connessione interpersonale e con la natura. “L’idea di suddividere l’enorme tela iniziale intende anche enfatizzare il concetto di condivisione, una sorta di connessione, di legame tra tutti coloro che decideranno di acquistare uno dei giardini, una delle tele. Ciascun lavoro andrà nella casa di un collezionista diverso e in collezioni differenti, ma attraverso la mostra e attraverso il legame che unisce le singole parti al tutto, si creerà una connessione anche tra i collezionisti, quindi tra le opere, le persone e la natura” mi spiega Jaoui. Un’opera di notevoli dimensioni che ha impegnato molto l’artista. “È stata per me una sfida entusiasmante lavorare a questo soggetto, cercare i colori e le forme giuste, in una composizione che avesse un senso e fosse adatta ad un’opera d’arte di così grande formato. È molto divertente realizzare dipinti di così grande formato, ma al tempo stesso non è affatto facile. Far sentire i collezionisti parte di qualcosa di ancora più grande dell’opera stessa, di un progetto più ampio, che collegasse e mettesse assieme altre persone, e diventare parte di una comunità”.
Formule matematiche e personaggi astratti
Forse in queste composizioni ci sono leggermente meno numeri e formule matematiche, che appaiono a tratti qua e là. “Dopo vari anni che sto costruendo il mio stile e la mia tecnica c’è sempre un collegamento con le opere precedenti. Sono lavori automatici e istintivi che ripropongono forme già utilizzate e anche numeri e formule matematiche per quanto stavolta abbia voluto concentrarmi soprattutto sui colori e sul tema della natura -sottolinea Taher Jaoui- Ecco perché c’è molto verde, ci sono diverse sfumature di blu e rosso, che creano un ideale passaggio dalle stagioni fredde a quelle più calde così come si susseguono durante l’anno. La mia estate è più un’estate indiana, ma si passa dall’inverno, posto sul lato sinistro dell’opera alla primavera e all’estate, le stagioni calde, sul lato destro”. Ultimamente ho visto che hai iniziato a realizzare opere in cui emergono anche elementi figurativi e personaggi. “Durante il Covid ho iniziato a dipingere opere che hanno elementi figurativi. La pandemia ha fatto diventare l’essere umano sempre più centrale, così ho colto l’opportunità di presentare dei personaggi che però vengono sempre rappresentati in modo emotivo, primitivo, naif, e con una certa componente astratta che mi appartiene, senza mai entrare nei dettagli. I miei lavori figurativi sono sempre astratti, astrazioni del figurativo, usano quel linguaggio e gli stessi elementi che fanno parte del mio modo di dipingere”.
La natura, i numeri e Dubai
Viviamo in tempi di grande incertezza. Quanto è importante la natura nella tua arte e nella nostra vita contemporanea? “La natura per me è il primo riferimento al vero senso della nostra esistenza. La vera bellezza viene proprio dalla natura, da tutto ciò che ci offre la natura, dal caldo al freddo, dal mare alle montagne, le forme e i colori con i loro contrasti, sono fonte di ispirazione per l’essere umano nelle sue creazioni, dalle opere d’arte alla musica, al cinema -mi dice Taher Jaoui- Credo che i contrasti realizzino la bellezza in qualunque caso. Mescolare elementi diversi mettendoli assieme in una composizione è ciò che crea la bellezza. Come esseri umani quanto più la società è composta da persone diverse, con retroterra differenti, più la società è ricca di idee e di futuro. Per me la bellezza è contrasto e il contrasto è bellezza”. E l’importanza dei numeri per te che provieni da una formazione universitaria legata alla matematica, all’ingegneria informatica, alla finanza, e quanto lo sono per la tua arte? “I numeri e la matematica sono per me un altro aspetto del contrasto di cui parlavamo prima -mi racconta Taher Jaoui- Quando ho deciso di abbandonare completamente l’ingegneria e l’investment banking a Parigi, ho pensato che fosse possibile incorporare i numeri e le formule matematiche ai miei lavori, perché sono simboli noti, comprensibili, ma che messi assieme in maniera astratta perdono parte del loro senso”. Taher Jaoui ha deciso di trasferirsi a Dubai lasciando dopo alcuni anni Madrid. “Ciò che mi piace è l’energia di questa città, della gente che vive qui, forse perché sto sempre molto attento ai sentimenti, alle emozioni -prosegue Taher Jaoui- Le persone qui sono molto coinvolte e credono in ciò che fanno, sono concentrate, e ho subito avuto l’impressione che sia un luogo in cui tutto è possibile. Mi ricorda un po’ New York, per alcuni aspetti. Ci sono spazi grandi e molti artisti contemporanei, e poi io lavoro molto con l’Estremo Oriente, con il Sud dell’Asia, Corea, Hong Kong, e anche con il Medio Oriente, Tel Aviv, quindi Dubai probabilmente mi offre la possibilità di essere maggiormente in contatto con i miei collezionisti e con color che seguono la mia arte. Poi tra l’anno scorso e quest’anno gallerie famose come la Galerie Perrotin sono arrivate a Dubai, e infine c’è Art Dubai, una fiera sempre più autorevole, che dall’anno scorso ha creato una sezione speciale sull’arte digitale e gli NFT, che ha suscitato grande attenzione a livello internazionale. C’è ancora molto da fare e forse posso partecipare nella costruzione qualcosa di nuovo. Vengo da un Paese musulmano, la Tunisia, e posso portare il mio background, il mio tocco che ha elementi arabi ma anche francesi, e forse questo mix culturale di cui sono portatore, che è dentro di me, può portare un punto di vista diverso nell’arte e nella pittura”.
La mostra è visitabile fino al 25 marzo.