Dubai, l’agrifood italiano vola

L’Italia è protagonista alla fiera Gulfood con 200 espositori e la significativa presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. È la prima volta che un Ministro della Repubblica italiana è presente a Dubai sia all’apertura dell’evento dedicato al food & beverage più importante del Medio Oriente, sia all’inaugurazione del Padiglione Italia allestito dall’Agenzia ICE. È un trionfo per il nostro Paese, forte degli ottimi risultati delle esportazioni del settore agroalimentare che ha raggiunto a livello mondiale la cifra record di 60 miliardi di euro nell’ultimo anno, registrando una crescita del 17%. Un successo che si riverbera anche nell’interscambio commerciale tra Italia ed Emirati fortemente trainato proprio dall’agrifood che nell’ultimo anno ha toccato un valore complessivo di 400 milioni di euro, con una crescita eccezionale del 46%. La partecipazione attiva del Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare, e delle Foreste, Francesco Lollobrigida è nei fatti una dichiarazione d’intenti del governo, esprime la volontà chiara dell’Italia di aprirsi a nuovi mercati, a consolidare le relazioni diplomatiche, a rafforzare i rapporti e gli scambi commerciali già esistenti e svilupparne di nuovi, e soprattutto a muoversi come sistema Paese nelle strategie di promozione del Made in Italy.

“Abbiamo attenzione nei confronti degli Emirati e puntiamo a una relazione che si consolidi -dice al taglio del nastro il Ministro Lollobrigida- C’è la volontà di poter utilizzare mercati come questi per permettere ai nostri prodotti di affermarsi ancora di più e anche, non lo nego, per avere la possibilità di un’interlocuzione dal punto di vista politico con nazioni che riescano a supplire a quelle che sono le nostre carenze, energetiche ad esempio, che abbiamo visto purtroppo emergere durante il conflitto russo-ucraino, che probabilmente avrebbe dovuto prevedere strategie ben diverse da quelle che sono state messe in campo in questo tempo”. A dimostrazione che l’obiettivo sia quello di muoversi uniti e trarre il massimo beneficio possibile per l’economia del nostro Paese fa eco al Ministro anche il Presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas, fresco di nomina e già sul campo a rappresentare le piccole e medie imprese italiane: “È stato molto importante vedere come la presenza del governo si è espressa attraverso il Ministro Francesco Lollobrigida, con il quale abbiamo fatto un giro per tutti i padiglioni italiani. È stato interessante vedere la predisposizione e la vicinanza verso gli imprenditori dimostrata dal Ministro. Ci sono stati dei primi contatti che spero ci portino a lavorare bene tutti insieme uniti, compatti, anche perché l’interesse è uno ed unico: far aumentare l’export dell’Italia e questo a cascata ha tantissimi vantaggi anche sulla nostra economia locale”. Scopriamo di più sulla fiera Gulfood, sull’Italia e sulle strategie del Ministro Lollobrigida in materia di sicurezza alimentare. 

Italia ed Emirati sempre più vicini

Le esportazioni dell’Italia verso gli Emirati hanno raggiunto nel 2022 oltre 5,4 miliardi di euro, registrando una crescita del 25,3%, con un surplus di 3,3 miliardi. Un settore trainante è proprio quello agroalimentare. Un risultato ottimo che ha visto un notevole impulso proprio in questa parte di mondo. “Sì, l’agroalimentare italiano è qualità ed eccellenza ed è garantito dal metodo di produzione e metodo di trasformazione, agganciato alla tipicità spesso che rende i nostri prodotti ineguagliabili, che hanno un potenziale di mercato enorme -mi dice il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare, e delle Foreste, Francesco Lollobrigida– Un potenziale che sta già dando risposte nel nostro export che arriva a 60 miliardi nel mondo, ma che è ancora poco rispetto alle sue vere potenzialità. Lo vediamo anche qui negli Emirati dove l’export è cresciuto arrivando quasi al 50% con una crescita che si può definire esponenziale. Questo dato può essere significativamente aumentato perché c’è sete di prodotti italiani”. Secondo il Ministro occorre far conoscere ancora di più e meglio i prodotti italiani attraverso il settore della ristorazione in uno sforzo corale tra utilizzo di ingredienti di alta qualità, la realizzazione di ricette da parte dei cuochi italiani che il Ministro definisce i nostri ambasciatori nel mondo, stimolando i palati internazionali avvicinandoli alle tante tipicità alimentari del nostro territorio, così da attirare l’attenzione e l’interesse della distribuzione. Il governo tutto intende fare la sua parte.

“Dobbiamo riuscire a compensare queste capacità imprenditoriali con un sostegno ulteriore che magari è mancato anche in termini diplomatici con gli Emirati -prosegue il Ministro Lollobrigida- Questo lavoro intendiamo farlo, perché ne rispettiamo la struttura e anche le capacità di governo, che mette in condizione di vivere in modo agiato, di rispondere a caratteristiche di sicurezza per i cittadini, di combattere il terrorismo sul piano internazionale, che per noi è importante, e anche di guardare all’Italia come a un partner privilegiato”. 

Italia centrale negli equilibri geopolitici mondiali

Il Medio Oriente e la più ampia area del Golfo stanno diventando sempre più strategici, con gli Emirati Arabi Uniti che si sono ritagliati sempre più un ruolo a livello internazionale, trasformando il Paese in una sorta di snodo diplomatico decisivo per la risoluzione di questioni geopolitiche sia nella regione, sia su scala mondiale. Quanto secondo lei è importante per l’Italia riuscire a presentarsi come sistema Paese, cosa che finora sono riusciti a fare molto bene Francia e Gran Bretagna mentre noi forse potremmo fare ancora meglio per presentarci un po’ più compatti? “Gli Emirati hanno raccolto una sfida, quella di farsi portatori delle esigenze dei tempi contemporanei che producono nuove sfide, riuscendo a coniugarle con la percezione dell’importanza di valori di riferimento che permettano ad una società di non perdere le proprie caratteristiche in nome del progresso -mi spiega il Ministro Lollobrigida- Gli Emirati sono riusciti ad aprirsi anche nel dialogo interreligioso, sono una delle nazioni più avanzate in tal senso, e per questo guardiamo a loro con grande stima. A nostro avviso anche l’Europa deve avere la capacità di guardare agli Emirati come un esempio virtuoso da sostenere e incentivare. Non hanno certo bisogno di sostegno economico ma hanno invece bisogno di un apprezzamento di questo modello e di un riconoscimento di questo modello che a mio avviso passa anche attraverso una revisione di quello che è stato il modo e l’approccio di alcune nazioni tra cui l’Italia che è stato deficitario di questa consapevolezza, che non è riuscito a comprendere l’importanza strategica degli Emirati Arabi Uniti sul piano internazionale”. Il Ministro delinea poi le intenzioni del governo in tal senso, preannunciando anche una visita del Primo Ministro Giorgia Meloni negli Emirati. “Oggi questa situazione è cambiata e vede noi al governo, e ci vede guardare a questa regione con attenzione sapendo distinguere anche i comportamenti virtuosi da quelli invece che sono penalizzanti per lo sviluppo di un’integrazione a livello mondiale nel rispetto delle diversità, rispetto che si riesce a riscontrare qui negli Emirati”. 

Sicurezza alimentare, agritech, sfide climatiche

Negli Emirati si sta investendo molto sul discorso dell’autosufficienza e della sicurezza alimentare, quindi anche dell’uso di tecnologie nel mondo dell’agricoltura come ad esempio le vertical farm, l’agricoltura di precisione. Abbiamo ottime coltivazioni biologiche, prodotti di straordinaria qualità, ma abbiamo anche una expertise nel settore dell’innovazione. Potremmo riuscire a ritagliarci un ruolo in questo ambito con gli Emirati, visto che è la direzione verso cui il mondo contemporaneo sta andando, con una crisi energetica che deriva dalla guerra in Ucraina, una pandemia che ci ha bloccato per due anni e la minaccia di possibili future pandemie, e i cambiamenti climatici? “Lei ha ragione, siamo nell’era delle consapevolezze. Avevamo alcune certezze che sono venute meno a causa della pandemia, a causa della guerra scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, e tanti altri casi che ci hanno fatto percepire e rendere consapevoli che non si poteva più ragionare solo in termini economici basando solo l’elemento di valutazione sul costo e quindi nel tentativo di abbattere costi di produzione si demoralizzava, si lavorava su filiere lunghe -afferma il Ministro Lollobrigida- Questa è un’epoca nella quale le nazioni hanno inteso garantire la sicurezza alimentare anche attraverso la sovranità alimentare, quindi la percezione che ogni nazione debba avere un’indipendenza da contingenze che la mettono in condizione di dipendere da qualcuno o da qualcosa che non è controllabile. Questo elemento che qui negli Emirati hanno cominciato a valutare, essendo in una zona particolarmente calda, con il rischio da un giorno all’altro di avere dei fornitori di beni primari che vengono meno, e quindi di immaginare delle filiere che li rendano in grado di sopravvivere o di continuare a vivere pur in fasi congiunturali negative”. 

Crisi energetica e relazioni internazionali

L’Italia sta emergendo come partner anche nell’ambito agritech. “Su questo piano loro lavorano anche con nazioni come l’Italia e credo che questo possa essere implementato in una gestione complessa ma significativa che veda anche l’intervento in termini di acquisizioni di partecipazioni in aziende nazionali che restano di proprietà degli imprenditori locali ma che possano garantire delle forniture implementate e utili al mercato emiratino”. Sul fronte domestico il piano del governo prevede una netta riduzione della dipendenza dell’Italia anche sul fronte energetico.

“Stiamo lavorando anche su questo, sulle vicende energetiche, per cercare di dotarci di fonti che siano utili a garantirci gli approvvigionamenti nelle fasi congiunturali negative, e che nelle fasi congiunturali positive possano riuscire a renderci l’hub energetico magari del sistema Europa, anche grazie alla nostra collocazione geografica. Questo dato ci permette di immaginare un processo che cambia un po’ lo scenario, non ci si affida alla globalizzazione senza avere antidoti rispetto alle degenerazioni di questo modello di sviluppo e credo che siamo in uno stato di riflessione avanzato e nella fase di attuazione di alcuni processi di carattere interno e di relazioni internazionali che vede l’Italia nuovamente protagonista e cerca altre nazioni che abbiano la medesima necessità, diverse ricchezze rispetto alle nostre, per un interscambio in un rapporto virtuoso di carattere economico, ma non solo, anche in un virtuoso rapporto di carattere geopolitico che metta in condizione di crescere le nazioni rispettose di un quadro di non prevaricazione”. 

Gulfood e l’Italia

Gulfood ospita quest’anno ben 5mila aziende provenienti da 125 Paesi re crea le basi per una piattaforma di discussione sulle grandi sfide del nostro tempo e un terreno di dialogo e cooperazione. “Sicuramente è una fiera molto importante. Per l’Italia è una prima porta di accesso anche per tutto l’East e Far East, perché qui confluiscono un po’ tutte le entità -mi racconta Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE– Vedo molto agroalimentare, molta industria, c’è un segnale forte anche ottimistico di ripresa, si inizia ad avere un certo ottimismo rispetto alla situazione congiunturale di crisi energetica causata dai conflitti bellici, e anche l’onda lunga del Covid che sta impattando molto le varie produzioni e non solo. Questa è una delle prime fiere importanti che si svolge senza mascherina, senza restrizioni, ed è un segnale di apertura, un segnale forte. Quello che stupisce molto in senso positivo è che il comparto agroalimentare, che è il terzo comparto più forte delle esportazioni dall’Italia verso gli Emirati nell’ultimo anno ha avuto una crescita del 46%, un attestato sia di grande fiducia, ma anche una progressione che speriamo sia volta a uno sviluppo di questo mercato per gli imprenditori italiani che potrebbe anche solo essere l’inizio”. Questo trend positivo potrebbe determinare il raggiungimento di ulteriori record nei prossimi mesi e anni, ecco perché occorre lavorare in maniera concertata, vedendo tutti gli attori, dalle istituzioni alle imprese, uniti in un clima di cooperazione.

“Le opportunità sono tantissime, ricordiamo che prima dell’agroalimentare ci sono solo due comparti: oro e gioielleria, e il settore meccanico, che si stanno esprimendo molto bene, ma naturalmente l’agroalimentare che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy qui fa assolutamente da padrone -continua il Presidente Zoppas- In questa fiera poi si vede molto fermento, imprenditori molto concentrati negli incontri B2B, e dai primi commenti che abbiamo sentito in tanti stanno dando dei riscontri che indicano che il volano sta girando”. L’elemento della qualità ci rende un po’ speciali rispetto a tanti altri Paesi, altrettanto la nostra ricchissima biodiversità e aver sviluppato così bene nel tempo anche il settore biologico. “Io lo chiamerei il nostro DNA, che è qualità, servizio, prodotti che si distinguono molto e vengono visti molto diversi da parte dei nostri clienti internazionali -conclude Zoppas- Quando si parla di Made in Italy si vedono sgranare gli occhi, ad indicare un fortissimo interesse economico e, quando parliamo di Made in Italy, sappiamo che la qualità, il servizio, tutte le eccellenze che ci sono nei nostri prodotti costituiscono una prima garanzia per i nostri imprenditori quando vanno all’estero che, oltre al loro marchio, hanno attaccato anche il prestigioso marchio del Made in Italy, che li sostiene, imprimendo loro un’accelerazione”. 

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