Università e ricerca italiane a Dubai

A Expo Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e Ricerca, annuncia 7 milioni di euro di stanziamento per progetti di alta formazione nell’area mediorientale. Sarà anche questa l’eredità della partecipazione dell’Italia all’Expo di Dubai.“Siamo pronti a iniziare a rendere questi progetti realtà e realizzeremo consultazioni con il Ministero degli Affari Esteri, i Ministri della Cultura e della Salute e con il Commissario Generale per l’Italia all’Expo 2020. Il decreto sarà adottato a breve, per consentire un rapido avvio dei progetti. Tutte le aree d’intervento, dall’educazione alla valorizzazione del patrimonio culturale, al cibo, si sposano bene con i programmi di ripresa economica nazionali ed europei” dice il Ministro Messa nel suo intervento all’evento “Beyond Expo 2020. Education as Legacy” al Padiglione Italia.

L’università e la ricerca italiane sono sulla ribalta internazionale grazie alla piattaforma offerta dall’Expo e proprio in questo contesto di grande cooperazione viene siglato un importante protocollo d’intesa tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Ministero dell’Economia degli Emirati, un accordo che ha il sapore del mai fatto prima, con un perfetto equilibrio di genere. A sottoscriverlo vi sono infatti Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR, e Abdulla Al Saleh, Sottosegretario all’Economia, alla presenza del Ministro Messa e del Ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, Abdulla bin Touq Al Marri.

Una condivisione di conoscenza che favorisce la cooperazione tra Paesi, la sola che possa consentirci di vincere le difficili sfide del futuro. “Abbiamo realizzato il più grande programma di mobilità degli studenti durante la pandemia -racconta Paolo Glisenti, Commissario Generale per l’Italia all’Expo- Più di 8.000 studenti hanno risposto alla call, 59 studenti sono giunti qui da 41 università e questo è il più grande progetto di mobilità internazionale degli ultimi anni in Italia”. Scopriamo di più sulla missione del Ministro Messa e sul forum. 

Investire sulla formazione

“Come sapete, stiamo gestendo un piano di ripresa per l’Italia particolarmente importante in termini economici e parte di questo programma sarà dedicato alla ricerca e formazione: 11 miliardi per la ricerca e 2,5 miliardi per altri programmi di apprendimento. Non dobbiamo dimenticare l’Europa e il resto del mondo -spiega il Ministro Messa nel suo intervento al forum- Questa è una occasione molto buona per ricordare che tutti i nostri progetti dovranno essere molto internazionali e molti di questi si adattano bene con l’eredità che vogliamo realizzare dopo l’Expo”. Nel suo intervento il Ministro Messa mette in evidenza le potenzialità degli ecosistemi italiani in settori quali scienza e innovazione. “Expo ha dimostrato come l’Italia sia un Paese leader e attraente, non solo per la bellezza del suo territorio e il suo patrimonio culturale, ma anche per la scienza e la tecnologia che produce e per l’eccellenza della sua formazione superiore. Inoltre, la partecipazione a Expo è stata utile anche per il consolidamento dei rapporti scientifici e accademici”. 

L’eredità italiana per il futuro

Chiedo al Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa in cosa si  traduca l’eredità dell’Expo dal punto di vista scientifico e formativo. “La forza che ha oggi lo sviluppo della competenza e della conoscenza generale nell’economia e nell’aspetto dello sviluppo sociale dei nostri Paesi. In questo senso è un’ottima occasione per rilegare dal punto di vista delle accademie e dei centri di ricerca italiani con questo mondo che è internazionale per definizione”. Le aspettative sono un rafforzamento dei rapporti e dell’interscambio, anche perché la diplomazia culturale e scientifica sono elementi fondamentali per le relazioni del futuro, ma anche per una crescita economica. “Quello che ci si aspetta è che ci sia un maggiore scambio, non solo di studenti e docenti, ma proprio anche con delle sedi strutturate che continuino questi percorsi, originali, quindi non classici corsi di laurea ma percorsi molto trasversali e interdisciplinari, e programmi di ricerca fatti dagli enti e dalle università che mettano insieme le grandi forze -mi spiega il Ministro Messa- Perché abbiamo visto che la sostenibilità richiede uno sforzo collettivo e di gruppo molto più ampio. In un mondo come quello di oggi con una guerra in Europa, secondo me alla fine fa prevalere la forza della diplomazia scientifica e dei giovani come elemento di pace. La diplomazia scientifica può essere un volano veramente importante”.  

L’Italia dell’innovazione deve unirsi in filiere

Chiedo al Ministro Messa che cosa si possa fare perché l’Italia dell’innovazione possa essere maggiormente conosciuta a livello internazionale. “L’Italia non avendo massa critica, essendo rappresentata da tanti piccoli gruppi, creativi e forti ma piccoli, non fa notizia -mi dice il Ministro Messa- Il fatto che in Italia abbiamo creato con il PNRR queste grandi filiere ci permette di presentarci  e di avere una visibilità anche diversa. Noi siamo noti per il mondo per il design, il cibo ma sicuramente dietro a questi c’è molta tecnologia e molta scienza. Quindi dobbiamo semplicemente dare a questa tecnologia e scienza la forza e la massa critica per diventare più visibile”. Chiedo al Ministro Messa se il governo abbia stanziato fondi in tal senso: “Abbiamo appena messo a bando 6 miliardi di euro per fare le filiere e concluderemo tutto l’iter entro fine giugno. Quindi da fine giugno avremo 5 centri nazionali, 12 ecosistemi della ricerca, 30 infrastrutture di ricerca, che rappresenteranno un po’ la ricerca italiana in maniera più collegata, più connessa, visto che qui ad Expo parliamo di connessione”. Inoltre il Ministro mette in evidenza come vi siano anche stanziamenti nazionali ed europei allocati per la ricerca pura. “Poi abbiamo investito anche molti fondi nazionali nella ricerca di base, perché non dobbiamo dimenticare la ricerca di base, il nostro ERC (European Research Council) italiano, e inoltre siamo un partner europeo importante, che adesso con questa struttura ci presentiamo anche a livello europeo e internazionale, per esempio con i Paesi del Nord Africa. E di nuovo, questa connessione con il Medio Oriente può essere molto importante, perché la ricerca non ha confini”.  Parlando di partnership dico al Ministro Messa che la pandemia ha dimostrato l’importanza di lavorare insieme. “Sicuramente l’insegnamento che ci ha dato il Covid è quello di prevedere, di mettere da oggi delle basi per non avere nel futuro questo tipo di dolori. Uno dei centri che abbiamo previsto riguarda proprio le tecnologie mRNA e la terapia genica, che sono quelle del futuro, per non trovarci impreparati. Da medico posso dire che la prevenzione è fondamentale”. 

Un memorandum che punta su innovazione e start-up

L’accordo d’intenti firmato da CNR e Ministero dell’Economia emiratino potrà creare sinergie tra il nostro Paese e gli Emirati su temi quali innovazione e sostenibilità, per i quali sono richieste competenze di alto livello. “Sono molto felice della firma di questo memorandum d’intesa sulla cooperazione scientifica con il Ministero dell’Economia degli Emirati. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande ente pubblico di ricerca in Italia e svolge attività multidisciplinare nei propri istituti, per promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale della ricerca -dice Carrozza- Sono sicura che questo memorandum stabilirà un quadro per lo sviluppo di programmi e progetti collaborativi di reciproco interesse per rafforzare ulteriormente la cooperazione nella ricerca scientifica. Il CNR metterà a disposizione di questa collaborazione il suo mondo della ricerca, che significa più di 8.000 persone, con le loro capacità, impegno e idee”. Lo scambio della conoscenza e il ruolo sempre più centrale delle start-up nell’economia sono punti chiave per gli Emirati che riconoscono all’Italia una forte competenza nell’innovazione e vedono proprio su questo terreno notevoli sviluppi e partnership.

“Una delle priorità degli Emirati per i prossimi 50 anni è la costruzione di una economia più forte basata sulla conoscenza e l’innovazione e con l’ecosistema avanzato dell’Italia, specialmente nell’innovazione, credo che la cooperazione tra i nostri due Paesi porterà nuove opportunità per il futuro, in cui potremo collegare le start-up di entrambi i Paesi -dice Abdulla Al Saleh, Sottosegretario all’Economia- Possiamo esplorare idee e le invenzioni del CNR, portare investitori emiratini nelle start-up e incoraggiare il settore privato nel portare le loro sfide al CNR, che può fornire soluzioni. Inoltre, parte della cooperazione riguarderà la formazione attraverso i laboratori italiani dove i ricercatori degli Emirati potranno andare e sviluppare le loro idee con le controparti italiane”.

Il dopo Expo in tre progetti

L’eredità che l’Italia lascia dopo l’Expo secondo il Commissario Generale Paolo Glisenti si articola in tre progetti che lasceranno il segno negli Emirati e nella regione. Di questi tre progetti il primo è “il campus arabo-mediterraneo per la formazione sulle nuove competenze che lavorerà su una piattaforma digitale offertaci dalla Federico Secondo di Napoli e che includerà anche le 17 università africane che sono legate all’Università Cattolica di Milano. In secondo luogo, abbiamo sviluppato e lanciato un centro di alta formazione per la digitalizzazione e ricostruzione dei beni culturali, grazie anche al grande progetto che si vede nel Padiglione, della statua del David, guidato dall’Università degli Studi di Firenze. In terzo luogo, abbiamo lanciato il campus di ricerca e alta formazione sulla trasformazione del cibo”. Progetti che permettono al nostro Paese di esercitare un soft power attraverso la diplomazia culturale e formativa, stringendo partnership e alleanze in un’area che abbraccia il Medio Oriente e si allarga arrivando fino al Nord Africa e al Sud dell’Asia. 

Un programma formativo in 450 ore

Traccia un bilancio, il Commissario Glisenti, e attraverso i numeri delinea gli sforzi e le attività che hanno visto il mondo accademico, gli studenti e i centri di ricerca lavorare assieme per porre le basi di future collaborazioni internazionali e per lasciare una traccia duratura a Dubai e negli Emirati. “Durante l’Expo abbiamo sviluppato un programma formativo molto ampio che ha coinvolto 80 scuole italiane, 30 università, 4 centri di ricerca e diverse aziende ‘Edu-based’. Tutto questo ci ha permesso di fare 123 attività didattiche ed eventi, 140 giornate didattiche per un totale di 450 ore di formazione e apprendimento. 1.985 partecipanti in presenza nel nostro spazio Accademia, 4.070 partecipanti totali, sia in presenza sia da remoto, di 26 nazionalità diverse che hanno lavorato con noi. Questo ci ha permesso di avere 500 studenti presenti durante il semestre, provenienti da molti paesi. E poi abbiamo fatto i cinque concerti di musica tematica diretti dall’orchestra nazionale dei conservatori italiani”. Nel corso delle iniziative formative il Padiglione Italia ha contribuito ad individuare nuove capacità, nuovi strumenti di apprendimento, nuovi metodi di avvicinarsi all’innovazione e alla sostenibilità, nell’ottica di un approccio multidisciplinare. 

La scienza come veicolo di pace

Nella sua missione a Dubai il Ministro Maria Cristina Messa ha voluto visitare il Padiglione dell’Ucraina, per portare una testimonianza di solidarietà. Anche lei ha lasciato un biglietto con un messaggio sulle pareti del padiglione ucraino che ormai sono interamente tappezzate di post-it, trasformando l’intera struttura in un monumento alla pace. “Ogni ucraino è uno di noi. Siamo tutti con voi. Che la scienza sia portatrice di pace”, questo il messaggio del Ministro Messa. “Ho voluto rimarcare come l’Italia sia vicina all’Ucraina. Ho trovato un padiglione fiero, come stanno dimostrando di essere fieri gli ucraini -sottolinea il Ministro Messa all’uscita dal Padiglione ucraino- Dimostra un senso profondo di dignità che vede un futuro, cerca di dire ‘torneremo, ricominceremo’. E poi c’è questa voglia di far capire al mondo cosa sta succedendo veramente e questo è un punto fondamentale per evitare la propaganda. E’ una fonte di visione, immagini, raccolta che tutto il mondo può vedere”. Poi sulle competenze del suo Ministero: “L’università e la ricerca italiani sono stati tra i primi a dare segni di accoglienza, in primo luogo per gli studenti e studentesse ucraini ma anche ricercatori, professori, dottorandi -continua Messa- Tutti coloro che a causa di questa guerra sono scappati o comunque non possono continuare i loro studi. Abbiamo un provvedimento che ha stanziato 500 mila euro, ma sono già diventati un milione, che sarà convertito a breve proprio per supportare università ed enti di ricerca che vogliono ospitare queste persone con borse di studio e contribuire al finanziamento di queste iniziative”.