La decisione del governo austriaco di riaprire le frontiere con tutti i Paesi confinanti, tranne l’Italia, crea frizioni con Roma. Una posizione che fotografa il momento attuale, dicono da Vienna, sulla base del numero di casi confermati di COVID-19 e del tasso di contagiosità. Il Ministro degli Esteri Alexander Schallenberg (ÖVP) difende la validità della linea dura, in uno dei fitti colloqui con il suo omologo Luigi Di Maio. Alla base della scelta austriaca l’analisi dei numeri. L’Austria attualmente ha solo 31 nuovi casi positivi al coronavirus, 318 ammalati e 45 persone guarite. In Italia i dati sulla diffusione del COVID-19, che pure sono confortanti, esprimono valori molto diversi: 321 nuovi casi confermati, 39.297 infetti, 160.938 persone guarite. Proprio la curva dei contagi, che denota una progressiva normalizzazione ma che non tranquillizza ancora l’Austria, continuerà ad essere tenuta sotto stretto controllo.
Non si tratta di una decisione presa contro l’Italia, ma proprio considerando l’attuale situazione sanitaria italiana ha detto il Ministro degli Esteri federale. Il filo diretto tra Schallenberg e Di Maio sarà costante, facendo presagire una possibile riapertura delle frontiere nei giorni a venire. Denuncia una discriminazione contro il nostro Paese il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tace l’Unione europea. La situazione è però molto fluida e l’atteggiamento di Vienna potrebbe smussarsi di fronte ad un’ulteriore diminuzione di nuovi contagi. Analizziamo insieme la posizione austriaca e il parere del nostro virologo Andrea Crisanti, ampiamente citato dalla stampa austriaca. Continua a leggere