Emirati e Italia più vicini

La missione italiana negli Emirati Arabi Uniti è stata un successo. Tre i MoU (Memorandum of Understanding), che aprono a future cooperazioni, siglati dal Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e dal Ministro dell’Economia emiratino Sultan Bin Saeed Al Mansouri. Inoltre, sono state stabilite importanti partnership in settori strategici come l’innovazione, le startup, l’energia. 200 aziende italiane hanno preso contatti e si sono confrontate con altrettante controparti emiratine, intessendo preziosi rapporti d’affari nel corso del business forum di Dubai, organizzato dall’ICE Italian Trade Agency.

Una visita con un preciso obiettivo: rinsaldare le relazioni tra i due Paesi ponendo le basi per intensificare anche la collaborazione economica. L’agenda di incontri di Di Maio è stata fittissima di appuntamenti e ha previsto anche un incontro con il Ministro dell’Intelligenza Artificiale degli EAU, Omar bin Sultan Al Olama, 29enne, primo al mondo alla guida del dicastero dedicato all’AI, nominato nel dicembre 2017. 

Mentre i giornalisti italiani si sono concentrati di più su temi legati alle contraddizioni e continue frizioni di un governo costantemente in cerca di equilibrio e sintesi tra le sue due componenti, gialla e verde, i media internazionali hanno incalzato maggiormente il Ministro dello Sviluppo Economico e Vice Presidente del Consiglio sull’economia italiana e sui suoi rapporti con gli altri Paesi dell’Unione europea. Scopriamo insieme qualche altra curiosità sulla futura cooperazione tra Emirati Arabi Uniti e Italia

Sullo sfondo Expo 2020

La missione di sistema italiana si è svolta tenendo sempre presente la prospettiva rappresentata da Expo 2020 Dubai, iniziativa nella quale l’Italia è fortemente impegnata. Non a caso il Ministro Luigi Di Maio nel rivendicare la solidità dell’economia italiana, nonostante la difficile congiuntura economica, che sta penalizzando tutti i Paesi membri dell’Ue, comprese Germania e Francia, ha sottolineato come l’Italia per affrontare questa fase congiunturale debba investire di più su export e innovazione.

Di Maio ha detto al ministro emiratino Al Mansouri che il governo italiano convocherà immediatamente “dei tavoli tecnici per approfondire il dossier esportazioni ma anche per arrivare a Dubai 2020 con risultati concreti”. “Dietro a tante grandi aziende italiane che hanno finora realizzato importanti opere e infrastrutture negli Emirati, come ad esempio la Grande Moschea ad Abu Dhabi, esiste tutta una filiera di piccole e medie imprese che devono ancora emergere e farsi conoscere, tra cui anche tante startup” ha detto Di Maio.

Il Ministro dell’Economia degli EAU ha raccontato alla stampa come con Di Maio abbia parlato di cooperazione e investimenti. “Voi siete un ponte tra il mondo arabo e il resto dell’Europa -ha dichiarato Sultan Bin Saeed Al Mansouri– La nostra è una storia di successo”, facendo presagire nuove sinergie tra Italia ed Emirati.

Partner economici e politici

Nel corso della missione negli EAU non sono mancate visite e riunioni d’affari presso realtà del mondo dell’energia rinnovabile come IRENA (International Renewable Energy Agency), il cui Direttore Generale è un italiano, Francesco La Camera, e a colossi dell’Oil & Gas come Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, con cui Eni ha già partecipazioni nel settore della raffinazione. 

“Gli incontri con i fondi emiratini sono stati molto incoraggianti e fanno segnare un saldo positivo a questa missione” ha messo in evidenza Luigi Di Maio. Un passo ulteriore verso una cooperazione che non è destinata ad essere soltanto economica ma che trasformerà l’Italia in un partner politico per stabilizzare la regione e per aiutare a tutelare gli interessi negli investimenti in Paesi terzi.

“Nei prossimi anni gli investimenti nei Paesi africani saranno fondamentali anche per gli Emirati e noi abbiamo una grandissima reputazione in quegli stati, non abbiamo mai avuto un atteggiamento divisivo e godiamo di profondo rispetto che si rivelerà molto utile per lavorare con gli EAU ad investimenti nel Nord Africa” ha dichiarato Luigi Di Maio. Questa non sarà l’unica, ma la prima di successive missioni, ha assicurato il Ministro, “perché la parola d’ordine è continuità; non ci si può aspettare tutto in tre giorni”.

Fondi, innovazione, ambiente

“Sono stati avviati percorsi importanti che andranno consolidati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero degli Esteri che lavoreranno con i Ministeri interessati agli investimenti qui e in Italia” ha aggiunto Di Maio. “I nostri fondi e le nostre società di stato, come Cassa Depositi e Prestiti, lavoreranno a stretto contatto anche per valutare opportunità di investimenti comuni assieme ai fondi sovrani, e la nostra Ambasciata negli Emirati Arabi Uniti, che svolge una preziosa opera di raccordo, consentirà a noi e alle controparti emiratine di restare sempre in contatto e pianificare gli interventi” ha spiegato Di Maio.

L’altra parola d’ordine per il Ministro è l’innovazione e a tal proposito ha annunciato la creazione di un Fondo Nazionale Innovazione presso Cassa Depositi e Prestiti: “Ci saranno 2 miliardi di euro per il venture capital e si comporterà sia come fondo diretto per finanziare idee innovative, sia come fondo dei fondi per finanziare fondi di venture capital privati -ha rilanciato Di Maio- e magari stimolare la crescita di nuovi venture capital privati, visto che ne abbiamo solamente cinque”.

Un fondo che obbligherà le partecipate statali a versare il 15% degli utili nel Fondo Innovazione. “In questo modo energie rinnovabili, ambiente e sostenibilità diventano uno strumento per favorire lavoro e business da una parte -ha sottolineato Luigi Di Maio- e far sì che questo ecosistema di imprese private e iniziative pubbliche venga messo al servizio dell’ambiente e della qualità della vita degli italiani”.