Erdogan, sultano a Vienna

Pioggia di consensi per Erdogan in Austria. Il leader dell’AKP si è aggiudicato il 72% delle preferenze a queste elezioni presidenziali anticipate. Una vittoria che gli conferirà immensi poteri, grazie alla riforma costituzionale approvata con il referendum dell’aprile 2017. Un plebiscito sul suolo austriaco per il Capo dello Stato uscente.

Recep Tayyip Erdogan gode di un amplissimo sostegno da parte dei cittadini turchi residenti in Austria. Invece, il suo principale sfidante, il laico Muharrem Ince del CHP, ha raccolto appena il 16,8% dei consensi. Scopriamo insieme le percentuali relative ai 3 milioni e mezzo di cittadini turchi residenti all’estero che hanno votato per Erdogan, l’affluenza alle urne e le accuse di manipolazioni lanciate dall’opposizione

Austria, maggioranza bulgara del 72% per Erdogan

L’affluenza alle urne è stata massiccia: l’87% degli aventi diritto si è recato a votare. In Austria la percentuale di voti intercettata da Erdogan è stata del 72%. Tra i cittadini turchi residenti all’estero, però, 3 milioni e mezzo concentrati soprattutto in Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, la percentuale complessiva di sostegno per Erdogan è stata minore rispetto a quella registrata in Austria: ha votato per il Capo dello Stato uscente il 58,5%, mentre per Muharrem Ince il 26,5%. Anche in Germania il risultato riportato da Erdogan è stato notevole: il 65% dei cittadini turchi residenti sul suolo tedesco, per lo più di area conservatrice, provenienti dall’Anatolia, ha votato per Erdogan. Mentre in Svizzera ha scelto il Capo dello Stato uscente solo il 38%, essendo presente soprattutto una maggioranza curda. In Austria durante le fasi del voto era presente come osservatore l’ex Segretario di Stato Muna Druzda (SPÖ).

Trionfo anche in Parlamento

In Turchia si votava anche per il Parlamento e in Austria l’AKP, il partito di Erdogan, ha totalizzato il 62,3% dei voti; il partito filo-curdo HDP si è attestato al 12,4%; il partito laico di centro-sinistra CHP di Muharrem Ince ha preso l’11,3%. Notevole la differenza dei dati austriaci rispetto ai voti espressi dai cittadini turchi residenti negli altri Paesi stranieri. Infatti la media ottenuta dall’AKP risulta più debole rispetto ai dati registrati in Austria, con il 47%; il CHP è al 20%; l’HDP al 15%. Grazie all’exploit dei nazionalisti dell’MHP, con l’11,37%, i veri vincitori di queste elezioni, Erdogan mantiene la maggioranza assoluta in Parlamento. Il dazio che il leader dell’AKP dovrà pagare sarà notevole. L’MHP non solo non vuole una revoca dello stato di emergenza, ma pretende anche una linea dura contro i curdi.

L’ombra di pesanti manipolazioni

L’opposizione, soprattutto rappresentata dal laico Muharrem Ince, ha lanciato pesanti accuse di manipolazioni e brogli all’AKP. “La competizione non è stata equa, ma accetto la vittoria di Erdogan” ha comunque dichiarato Ince, che ha ottenuto in Turchia il 30% dei consensi, un risultato che il CHP non raggiungeva dagli anni Settanta. Il partito pro-curdo HDP ha superato la soglia di sbarramento del 10%, malgrado il proprio leader carismatico, Selahattin Demirtas, abbia condotto la campagna elettorale in prigione, dove è rinchiuso dal novembre 2017 con l’accusa di propaganda terroristica. A molti osservatori è stato impedito l’accesso ai seggi, soprattutto nel Sud-Est della Turchia. Secondo l’OSCE è stato difficile per le opposizioni poter fare campagna elettorale, visto il controllo mediatico di cui godono Erdogan e il suo partito l’AKP, nonché l’uso che il governo fa della pubblica amministrazione.

Scintille tra Austria e Turchia

Il Ministro degli Esteri Karin Kneissl (FPÖ), sottolinea come per l’Austria, a fronte del risultato elettorale, la Turchia non sia un candidato ideale per un possibile ingresso nell’Unione europea. Il governo austriaco, infatti, si sta adoperando per scongiurare ulteriori concessioni e avvicinamenti da parte dell’Ue alla Turchia. La posizione austriaca sembra di netta chiusura. A dimostrazione di ciò anche le dichiarazioni di Johann Gudenus (FPÖ): “L’integrazione di migliaia di turchi nel nostro Paese è fallita miseramente e la colpa è della politica buonista dei socialdemocratici” ha detto senza mezzi termini il capogruppo dell’ultradestra. Ed è persino andato oltre invitando i turchi residenti in Austria ad andarsene: “Tutti coloro che alle elezioni presidenziali turche hanno votato per Recep Tayyip Erdogan starebbero meglio in Turchia e non in Austria”.