L’Apple Store sbarca finalmente a Vienna, con un variopinto contorno di manifestazioni di protesta. Il punto vendita, nella centralissima via pedonale Kärtner Straße, tra il Duomo e l’Opera, è stato inaugurato sabato. Un evento in bilico tra mondanità e contestazione, tra happening e sit-in. Il freddo polare non ha impedito il formarsi di lunghe code di appassionati dei prodotti del colosso di Cupertino, che si sono accalcati per non perdere l’occasione di entrare per primi nel negozio più di tendenza del nostro tempo.
Ai fan della Apple l’opportunità di provare tutti i nuovi prodotti, tra cui l’iPhone X. In una città che finora aveva solo pochi premium reseller, si è trattato di un evento epocale, che ha inserito a pieno titolo la capitale austriaca nel circuito delle grandi capitali europee.
A Vienna, però, convivono molte anime, in netto contrasto tra loro. Ecco perché anche in un’occasione di pura evasione a sfondo commerciale, non sono mancate vibrate manifestazioni di dissenso da parte di rappresentanti di varie ONG. L’associazione Südwind ha inscenato scenografiche dimostrazioni per chiedere migliori condizioni di lavoro nelle fabbriche dove vengono prodotti i device della Apple. La ONG Attac, invece, ha protestato perché entrino in vigore sistemi di tassazione più severi nei confronti delle multinazionali. L’Austria esce quindi dai Paesi negletti, non considerati strategicamente utili per il proprio business dalla Apple, che finora aveva preferito aprire punti vendita in Italia, Germania e Svizzera. Scopriamo insieme altre curiosità legate all’apertura dell’Apple Store viennese.
Gelo siberiano e maniche corte
I 3 gradi sotto zero delle 9:30 del mattino non hanno impedito ai commessi dell’Apple Store di uscire in strada, correre incontro ai fan in maglietta a maniche corte, dispensando sorrisi, gridando ad alta voce “Kärtner Straße!” e salutando tutti con il tipico high-five, nello stile della casa di Cupertino. Lo spazio, distribuito su due livelli, rispecchia le linee guida architettoniche della Apple in tutto il mondo, da Singapore a Hong Kong, da Dubai a Zurigo. Entrata angolare, ampie vetrate per connettere il punto vendita con la realtà esterna.
Design d’interni minimalista, pietra naturale proveniente dal Portogallo per la facciata esterna e per le pareti all’interno, grandi tavoli di legno dove vedere e provare i prodotti Apple.
Una realtà che impiega 150 persone, che parlano ben 44 lingue diverse, per accogliere i tanti turisti che visitano ogni giorno Vienna.
Un ampio programma fatto di workshop e sessioni dedicate dalla fotografia alla musica, dalla programmazione all’arte e al design, e poi anche speciali programmi educativi per i bambini. Previsto anche il supporto per programmatori e imprenditori, anche perché in Austria vi sono 70.000 esperti di programmazione e più di 20.000 app per iOS.
Basta iSlave! Stop iProfit!
Accanto a frotte di fan adoranti che per niente al mondo si sarebbero persi l’inaugurazione del loro negozio preferito, si sono organizzati gruppi di protesta più o meno colorata.
Vienna è una città dove c’è spazio per tutti, anche per chi ha idee diametralmente opposte. Un luogo pieno di contrasti. Anche in questo caso oltre ai fan sfegatati, c’era chi manifestava contro.
L’associazione Südwind ha dato vita alle coreografie di maggior impatto. Cartelli provocatori, come quello con su scritto: “No more iSlave”. Rappresentanti dell’associazione hanno inscenato il loro dissenso in modo plateale, sdraiandosi per terra, fingendo di essere cadaveri in una scena del crimine, attirando così l’attenzione dei passati incuriositi.
In parallelo l’ONG Attac ha scandito slogan contro gli interessi del colosso tecnologico di Cupertino e mostrato striscioni con la richiesta di far pagare più tasse alle corporation come Apple. Non solo slogan ma anche una petizione da far arrivare al maggior numero di governi possibile, perché vengano smantellate le scorciatoie fiscali di cui godono le multinazionali.