L’aviaria è un’emergenza non ancora risolta in Austria? Prima ha fatto scalpore l’eliminazione della colonia di pellicani infetti dello zoo di Schönbrunn, a Vienna. Adesso è la volta dell’allarme lanciato dagli avicoltori. Infatti, dal 10 gennaio in Austria, per precauzione, tutti i volatili devono essere tenuti al chiuso, o comunque in luoghi protetti. Questa misura è stata imposta per evitare il possibile contagio dell’influenza aviaria, la A(H5N8). Chi non rispetta questa norma può incorrere in una denuncia. Eppure, il rischio che polli, galline, tacchini degli allevamenti avicoli possano essere contagiati venendo in contatto con escrementi di uccelli selvatici, viene considerata un’eventualità piuttosto remota.
Tra competenze distrettuali e federali la confusione impera, lasciando margini perché alcuni allevatori non rispettino le misure precauzionali. Tenere polli e galline al chiuso, all’interno dei pollai, rappresenta un problema non indifferente, soprattutto in primavera. Con il clima più mite e con l’innalzarsi delle temperature, costringere gli animali in spazi ridotti crea problemi di diffusione di parassiti e frequenti problemi di coabitazione tra i vari esemplari. Secondo l’Istituto Veterinario di Salisburgo, però, i casi di aviaria stanno gradualmente diminuendo. Il virus della A(H5N8) è molto pericoloso per il pollame, ma ad oggi non sono stati riscontrati casi di trasmissione all’uomo. Dalla sua prima apparizione in Austria, nel novembre 2016, l’influenza aviaria ha finora fatto registrare la morte di 152 esemplari di volatili selvatici, il contagio di un allevamento di tacchini in Voralberg e uno di polli nel Burgenland. Fino all’episodio dei pellicani dello zoo di Schönbrunn, che sette giorni fa ha scatenato un acceso dibattito nell’opinione pubblica austriaca, soprattutto via social media.
Vienna: il sacrificio dei pellicani dello zoo
Uno dei pellicani dello zoo di Vienna era positivo al virus A(H5N8), ma solo qualche giorno dopo anche gli altri esemplari erano risultati infetti, costringendo il veterinario Thomas Voracek e lo staff dello zoo a procedere alla soppressione dell’intera colonia, composta da 20 pellicani. È la prima volta che un focolaio di aviaria viene segnalato nello zoo di Vienna, che conta 800 volatili di specie diverse. I fenicotteri, ad esempio, continuano ad essere tenuti in quarantena nelle loro gabbie invernali, mentre si è provveduto ad un’accurata opera di disinfestazione. Non si sa se la colonia di pellicani ricci dello zoo di Schönbrunn, una delle più grandi del mondo, verrà ripopolata. Comunque il virus A(H5N8) non rappresenta una minaccia per l’uomo, ecco perché non c’è nessun rischio per i visitatori dello zoo, anche se per precauzione alcune aree sono state temporaneamente chiuse al pubblico.
Polli, galline e uova
Ad occuparsi dell’influenza aviaria e della sua diffusione in Austria e nei Paesi confinanti è l’Ages, Agentur für Gesundheit und Ernährungssicherheit (l’Agenzia per la Salute e la Sicurezza Alimentare), che poi fornisce tutti i dati al Ministero della Salute. Per il momento non si sa per quanto durerà la situazione di allarme e fino a quando resteranno in vigore le norme cautelative in avicoltura.
Anche se da settimane vige questa sorta di quarantena in via precauzionale, negli scaffali dei supermercati non mancano ad esempio uova di allevamenti all’aperto.
Questo perché, nonostante le norme veterinarie vigenti impediscano agli animali di uscire dai capannoni, per legge i produttori possono continuare a vendere per altre 12 settimane le uova, come prodotto di galline tenute all’aperto.
La Pasqua in arrivo
Le attuali misure saranno applicate al settore avicolo fino al 4 aprile, ma il Ministero dell’Agricoltura prevede eventuali prolungamenti.
Gli avicoltori potranno continuare ad etichettare i prodotti come provenienti da galline allevate all’aperto se dispongono di uno spazio esterno delimitato e protetto.
Il noto produttore austriaco di uova Toni’s Freilandeier ha confermato alla stampa che molti degli allevamenti in Austria sono dotati di simili spazi, dove le galline possono razzolare, ma con attorno le necessarie protezioni e recinzioni.
Quindi per Pasqua non mancheranno uova prodotte da allevamenti all’aperto, malgrado le restrizioni imposte a livello federale.