Il sosia di Hitler beve acqua austriaca

Lo hanno soprannominato “Hitler-Doppelgänger”, il sosia di Hitler, ed è stato arrestato dalla polizia in Alta Austria, dopo giorni di caccia all’uomo. Ha 25 anni ed è stato catturato a Braunau am Inn, città dove il Führer nacque il 20 aprile del 1889 e dove era stato avvistato parecchie volte negli ultimi giorni. La somiglianza è tutta giocata sulla stessa pettinatura, con la riga da una parte, gli stessi caratteristici baffi e sull’uso di abiti che ricordano la divisa nazista. La polizia austriaca è venuta a conoscenza del sosia grazie a una serie di foto circolate su Facebook, che ritraggono il giovane con indosso una sorta di divisa, o con un loden, o anche con i Lederhosen, i tipici pantaloni di pelle tirolesi. Quando i poliziotti lo hanno individuato e arrestato, il 25enne non ha opposto alcuna resistenza. Molti i testimoni che lo avevano visto aggirarsi nei paraggi della casa dove Adolf Hitler ha trascorso la sua infanzia. Alcune settimane fa era stata segnalata la presenza della copia di Hitler a Vienna e a Graz, ma sembra che il giovane si fosse spostato in Alta Austria a partire dalla metà di gennaio.

“Apparentemente sembra glorificare il regime nazista e il Führer” ha dichiarato David Furtner, portavoce della Polizia dell’Alta Austria alla stampa. L’apologia del nazismo, mostrarne i simboli e promuoverne l’ideologia, è un reato per la giustizia austriaca, secondo quanto prevede una legge costituzionale (Verbotsgesetz) in vigore dal 1947. Un reato punibile con la reclusione, da uno a dieci anni. Il 25enne sembra che si facesse chiamare “Harald Hitler” e che si fosse fatto notare, oltre che per il suo aspetto, anche per aver insistito affinché gli venisse servita al bar “acqua minerale austriaca”. La notizia della cattura del clone di Hitler ha avuto molta eco sui media austriaci, dove nelle scorse settimane si è anche dato spazio all’incerto destino che attende la casa natale del dittatore nazista, al centro di una lunga vicenda giudiziaria. 

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Ossessionato dal nazismo

Il clone di Hitler è stato sottoposto dagli inquirenti a lunghi interrogatori, per due giorni, e resta ancora in custodia cautelare. Sembra che il giovane, originario della Stiria, avesse intenzione di recarsi a Monaco, in Germania, per fare attività politica, ma che fosse rimasto a corto di soldi. Da qui la decisione di ripiegare per Braunau am Inn, dove ha affittato un appartamento parzialmente ammobiliato a partire da gennaio. La polizia ha confermato che il 25enne è ossessionato dal nazismo, tanto che nel suo alloggio sono stati rinvenuti documenti e materiale sul Terzo Reich. Si tratterebbe di un vero simpatizzante dell’ideologia nazista e di Adolf Hitler, e non presenterebbe segni di squilibrio mentale. Secondo alcuni media austriaci il giovane avrebbe abbandonato gli studi d’arte per dedicarsi alla recitazione, uno degli obiettivi: imparare a muoversi esattamente come il Führer. Il sosia di Hitler adesso si troverebbe a Linz, seguito dal Dipartimento per la tutela della Costituzione, preposto a indagare su questo tipo di reati, come l’apologia del nazismo.

 

La casa di Hitler e la lunga battaglia legale

Il 25enne è stato arrestato dalla polizia proprio nei pressi della casa natale del Führer, un edificio d’angolo situato nel centro della città di Braunau am Inn, rivestito con intonaco di colore giallo, e oggetto di una lunga contesa giudiziaria, che vede protagonisti il governo federale austriaco e la proprietà. Per evitare che il palazzo diventi un santuario e un luogo di ritrovo per neo-nazisti da tutto il mondo, il governo austriaco ha deciso, dopo un lungo iter legale e il varo di una legge fatta apposta per dirimere il contenzioso, di espropriare la proprietaria Gerlinde Pommer. La donna, dagli anni ’70, affitta l’edificio al Ministero dell’Interno, ma si rifiuta da tempo sia di vendere, sia di effettuare i necessari lavori di ristrutturazione. A fine gennaio la Pommer ha presentato un ricorso contro l’esproprio. La Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla validità della legge e sembra che ci vorranno mesi prima che venga emessa la sentenza.

Lo strascico giudiziario potrebbe continuare

Se la Corte Suprema dovesse dar ragione al governo austriaco, Gerlinde Pommer sarebbe pronta ad appellarsi alla Corte europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo. A dire dei suoi legali non sussisterebbero gli estremi per un esproprio. La famiglia Pommer possiede il palazzo in questione da un secolo: 800 metri quadrati che sono rimasti vuoti dal 2011, quando è iniziato il contenzioso con le autorità federali austriache. Fino ad allora il palazzo era stato utilizzato come struttura per disabili, e per l’uso il Ministero dell’Interno corrispondeva a Gerlinde Pommer una somma mensile di 4.800 euro.

Un simbolo per simpatizzanti neo-nazisti

Anche se Adolf Hitler è vissuto in quella casa per poco tempo, è considerata un luogo simbolico da molti simpatizzanti neo-nazisti, che il 20 aprile di ogni anno si radunano per commemorare l’anniversario della nascita del Führer. Giungono numerosi da tutto il mondo, ma il governo austriaco vuole evitare che quell’edificio possa trasformarsi in un vero e proprio tempio neo-nazista. Non è ancora chiaro cosa le autorità intendano fare con il palazzo. Molti politici e storici sono contrari ad un’eventuale demolizione, sia pure parziale della struttura. Sembra probabile che in futuro l’edificio possa essere destinato ad iniziative, o attività caritatevoli.