Gaia Trionfera, una promessa italiana del violino

Il violino lo ha ascoltato suonare quando era appena nata. È uno strumento che fa parte di lei, un’appendice del proprio corpo, che ama abbracciare e con il quale vive un rapporto passionale, fisico, tattile e mentale. Gaia Trionfera è una giovanissima virtuosa del violino. Ha 16 anni appena compiuti, ma è un talento straordinario. Italiana, ancora adolescente, eppure pronta a esibirsi tra i grandi, sui palcoscenici internazionali. Il prossimo 12 ottobre per lei, un prestigioso concerto a Palazzo Metternich, all’Ambasciata d’Italia a Vienna, acclamata da un pubblico speciale e da personalità della musica.

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L’insegnante di Gaia è Dora Schwarzberg, una violinista di eccezionale bravura che sa trasmettere ai suoi allievi l’amore per uno strumento che, a suo dire, deve saper “parlare e piangere”. Per studiare al fianco della Schwarzberg, Gaia ha lasciato l’Italia da meno di un anno per vivere a Vienna. 

Insegnante di musica e di vita

“In pochi mesi sotto la guida di Dora Schwarzberg, sono arrivata a livelli impensabili anche solo poco tempo fa -mi racconta con fierezza ed entusiasmo Gaia– Così mi sono trasferita a Vienna”. Con lei solo la mamma e il suo cane. Vive e studia lontano dalla sua famiglia, dal papà, dai nonni, dagli amici, lasciati nel suo paese, Gualdo Tadino in Umbria. Sacrifici fatti volentieri, in nome di una passione, di quello che lei stessa definisce il sacro fuoco, che la spinge a rinunciare anche a tutto pur di portare avanti il necessario percorso di studio. Ancora due anni a fianco della Schwarzberg. Poi nel 2018 ci sarà la borsa di studio negli Stati Uniti con il grande violinista americano Robert McDuffie, fondatore del Rome Chamber Music Festival, perché Gaia è rientrata tra i 23 musicisti scelti per la missione giovani.

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“Riesce a trasmettermi così tanto, non solo musicalmente e tecnicamente, ma anche a livello interpretativo, umano, spirituale. È così generosa e a volte mi sorprende pensare che tutte queste doti incredibili siano racchiuse in un’unica persona”, così Gaia parla dell’insegnante che la sta plasmando, tirando fuori da lei, ancora così giovane, talento e maestria.

La vita di una adolescente violinista

“Ho iniziato a suonare il violino quando ho iniziato a camminare. Ero piccolissima, a due anni e mezzo tre, già suonavo -mi dice Gaia– Mia mamma insegna il metodo Suzuki ai giovani pianisti e ha voluto inserirmi nel mondo della musica iniziando proprio dal pianoforte, affiancando però anche in parallelo il violino”. Scegliere il violino è stato assecondare un amore, quasi una necessità irrinunciabile.

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“Lo sentivo più mio, come strumento, anche il fatto di abbracciarlo e non restare distanti come con il pianoforte, mi piaceva molto”. Così a 6 anni il violino è diventato il suo compagno inseparabile, la sua voce, il suo amore. Già a 7 anni i primi concerti, perché il talento, quando c’è davvero, è inarrestabile. Gaia ha anche studiato con Salvatore Accardo e con Marco Fiorini. Un ottimo curriculum a soli 16 anni. Tra gli altri anche un concerto alla Camera dei Deputati, grazie a una segnalazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non solo le ha elargito più di una borsa di studio, ma le scrive spesso, seguendola nelle varie tappe della sua già brillantissima carriera.

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Una giornata tipo

A Vienna frequenta il Musik Gymnasium. Una giornata tipo di un astro nascente come Gaia prevede la scuola al mattino, tranne quando ci sono concerti, e 5-6 ore di esercizio con il violino nel pomeriggio, a casa. Resta poco spazio per il resto, ecco perché Gaia ha temporaneamente sospeso la danza classica, altra sua grande passione. Il Musik Gymnasium è un normale liceo, dove in aggiunta non si studiano strumenti, ma corsi di acustica, di teoria della musica, di armonia e dove si si può scegliere anche tra coro o orchestra.

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Gaia ha scelto il coro, anche perché i suoi insegnanti tengono molto a che lei coltivi anche il canto. Per un violinista, infatti, è anche molto importante saper portare la voce, così da poterla imitare con l’archetto del violino. E Gaia sa interpretare, vivere quelle emozioni in musica, per quanto ancora così piccola. Sa rendere palpabili le emozioni delle note, introiettandole e restituendole ancor più vibranti e cariche di sentimento, come solo i grandi sanno fare.

Quale musica piace a Gaia?

Attualmente Gaia suona un violino prezioso, antico, un Romeo Antoniazzi del 1901, donato dalla Fondazione Pro Canale Onlus di Milano.

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Ha sperimentato poco gli autori contemporanei e ama di più la musica classica. I suoi compositori preferiti sono Bach, Beethoven, Mozart, Tchaikovsky e Stravinsky. Le chiedo quali siano i brani che la coinvolgono maggiormente. “Mi sento più portata per i brani riflessivi -sottolinea sicura Gaia- Adoro gli autori romantici e la musica russa”. Però quando decide di suonarmi un paio di brani esegue Adagio della Sonata n.1 violino solo di Johann Sebastian Bach. Per poi lasciarsi trasportare dalle note di Recitativo und Scherzo-Caprice di Fritz Kreisler. E anch’io mi lascio sedurre dalla melodia così carica di magia del violinista e compositore austriaco.

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“Il fatto che Kreisler sia viennese mi emoziona molto -racconta Gaia- Recitativo e scherzo è uno dei pochissimi brani scritti solo con il suo nome ed è incredibilmente virtuosistico, ma allo stesso tempo di una intensità musicale disarmante”. E quasi a sancire in modo ancora più stretto il suo profondo legame con Vienna aggiunge con occhi scintillanti: “Amo Vienna, perché rappresenta il mio sogno. È la città della mia insegnante Dora Schwarzberg. Qui si respira l’arte in tutte le sue forme”.

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Il futuro è nelle sue mani e nelle note del suo violino

“Spero di fare una carriera di una certa importanza. Adesso cresco, sia come musicista, sia come persona e spero di diventare non solo una violinista di successo, ma anche una persona che sa stare bene con gli altri, che sappia parlare con il pubblico, entrare in contatto, stabilire un’empatia -mi spiega Gaia– Insomma, crescere bene anche spiritualmente, non solo musicalmente, perché la musica fa parte di me, del mio essere, ma io non sono solo fatta di musica”. Si sente cittadina del mondo, andrà dove la musica la chiamerà. Vuole lasciare un segno positivo e tangibile, anche attraverso il suo violino. “Mi piacerebbe iscrivermi all’università in Italia, alla facoltà di Lettere Moderne” mi dice. Il futuro è tutto da inventare e da vivere. La borsa di studio americana l’aspetta, ma è presto per capire come Gaia forgerà la sua esistenza, sempre accompagnata dalle note del suo inseparabile violino, un pezzo di sé.

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