L’attacco a Dacca in Bangladesh e le bombe a Baghdad, che hanno ucciso più di 200 persone in Iraq facendo strage di bambini e donne, dimostrano che la guerra dichiarata dai terroristi islamici è planetaria. La paura e la scia di sangue seminati dall’ISIS non conoscono confini. Il teatro del conflitto è mondiale. Il commando del Jmb (il gruppo Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh), che ha agito all’Holey Artisan Bakery, ha ucciso 20 persone. Nove vittime erano italiane. Un macabro spettacolo che non solo ha lo scopo di spaventare il mondo, mandando in corto circuito la normale vita di ogni giorno, ma serve anche a motivare i militanti, a ridare vigore all’organizzazione, in tutte le sue ramificazioni. Se tutti questi attentati hanno anche l’obiettivo di diffondere terrore nel mondo e irretire nuovi adepti, la propaganda del terrorismo islamico corre veloce sul web. Vengono adoperati tutti i social media per fare proselitismo, per allargare la sfera d’influenza, per svegliare cellule in sonno o singoli zombie, per aizzare pericolosissimi cani sciolti.
Ed è proprio per iniziare a combattere l’ISIS e Al Qaeda sul loro stesso terreno, quello della propaganda su internet, che il Prof. Rüdiger Lohlker, della Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Vienna, ha dato inizio a un progetto di contro-propaganda, che sfrutta il web e punta a contrastare un assunto fondamentale: che l’ISIS rappresenti la vera interpretazione dell’Islam, che siano i soli ad essere i veri musulmani.
De-radicalizzare attraverso internet
Un progetto, quello coordinato dal Prof. Rüdiger Lohlker, uno dei massimi esperti di Islam e di nuove tecnologie, che si fonda sulla demolizione delle basi su cui poggia tale falsa legittimazione di una teologia radicale che semina morte. L’obiettivo è scardinare l’idea stessa che vi sia una legittimazione religiosa per un gruppo come l’ISIS. È così che con un team di esperti nasce il progetto che lega la città di Vienna all’Indonesia, il più popoloso Paese della terra a maggioranza musulmana.
La via indonesiana: scardinare l’interpretazione estremista formalista
La più grande organizzazione musulmana nel mondo, la Nahdlatul Ulama, che segue un’interpretazione tradizionalista sunnnita dell’Islam in Indonesia, e che conta circa 60 milioni di membri, ha deciso di iniziare una campagna contro l’Islam che loro chiamano estremista formalista, che è un fenomeno decisamente più ampio rispetto al movimento jihadista.
“Assieme a loro, visto che anche noi pensiamo che la religione c’entri in questo contesto -sottolinea il Prof. Rüdiger Lohlker– e visto che siamo esperti nel settore dei social media e della strategia usata dagli jihadisti, abbiamo iniziato un progetto volto a creare una presenza online che lavori attivamente contro l’IS e altri gruppi. Questo è il nostro punto di partenza per operare una de-radicalizzazione”.
Distruggere le basi di estremismo e jihadismo
“Prima abbiamo analizzato per molti anni la propaganda online di Al Qaeda e dell’IS, riuscendo a definirne l’identità religiosa -mi spiega il Prof. Lohlker- Ciascuno di questi gruppi sta costruendo l’Islam di Al Qaeda, l’Islam dell’IS”. Così se a livello individuale le armi che si adoperano per contrastare il proselitismo dei movimenti jihadisti prevedono un approccio diversificato e mirato, attraverso l’azione dei servizi sociali, counseling di supporto alle famiglie, lavoro giovanile, per per un’azione su scala globale occorre combattere l’assunto che solo gli appartenenti all’ISIS siano i veri musulmani. “E c’è di più, l’IS proclama anche l’esigenza di suo Stato, del suo Califfato, un altro assunto da contrastare a livello globale -dice il Prof. Lohlker- Così abbiamo incontrato i nostri colleghi in Indonesia, che sono pienamente consapevoli della pericolosità di questa azione globalizzata dell’IS”.
Come funziona il progetto indonesiano
“Abbiamo prodotto del materiale e messo online, a partire da maggio, i primi brevi video con annesso testo in arabo che critica la teologia dell’IS -mi dice il Prof. Lohlker- Tutto questo materiale è sul web. Poi cercheremo di valutare cosa succede”. Il materiale è prodotto in arabo, con sottotitoli in inglese, ma si sta anche lavorando a versioni sottotitolate in tedesco. Il progetto punta a inserire video sul web per poi studiare quali risultati possano produrre. L’idea è di agire nella stessa maniera usata dall’ISIS per approcciare il suo target di pubblico e ingaggiare così una competizione, giocata tutta online, per contrastare la propaganda dell’ISIS utilizzando i suoi stessi canali e lo stesso tipo di linguaggio. “Anche agli Indonesiani è stato necessario molto tempo per capire la professionalità con cui l’IS agisce e utilizza internet -racconta il Prof. Lohlker- L’obiettivo è cercare di vedere che tipo di effetti produca questa contro-propaganda online e sperare che, come ci aspettiamo, funzioni”. La strategia: usare poche parole giuste che descrivano e disegnino un universo diverso dell’Islam.
La contro-propaganda va fatta bene
L’attento e lungo monitoraggio della propaganda dell’ISIS online fatto dal Prof. Lohlker e dal suo team universitario viennese ha dimostrato che tutti i competitor dell’ISIS non sono affatto capaci di fare ciò che il movimento terroristico del sedicente Califfato è in grado di realizzare utilizzando i social media. Il Dipartimento di Stato Americano sta producendo materiale, ma nessuno va a guardarlo, men che meno chi è già dentro i gruppi jihadisti. “Non sono interessati a quel genere di materiale -rilancia il Prof. Lohlker- Così ci è venuta l’idea di coinvolgere un’istituzione che fosse più adatta, ovvero una organizzazione islamica legittima, persone che abbiano gli strumenti per argomentare su questioni legate all’Islam e sulla teologia che l’IS sta diffondendo”. La Nahdlatul Ulama indonesiana è costituita da persone molto colte, che hanno tutte le capacità e la competenza per combattere sul loro stesso terreno la teologia dell’ISIS. L’Università di Vienna supporta con la sua consulenza i partner indonesiani, ma l’idea è partita da loro.
Una diversa narrativa può salvare vite umane
Aver immesso sui social media questo materiale contro-propagandistico che funzioni, perché ha appeal, che sia in arabo e che diffonda una nuova idea di Islam democratico, tollerante e pluralista, potrebbe rivelarsi un’arma vincente che forse è in grado di salvare tante vite umane. Il materiale prodotto con l’Indonesia è rivolto a giovani ragazzi di 16 anni, che magari hanno una conoscenza superficiale dell’arabo, incapaci di leggere centinaia di pagine del Corano in arabo e che non hanno alcuna intenzione di farlo, ma che “cercano online informazioni sul Califfato -afferma il Prof. Lohlker- Guardando i nostri video con sottotitoli, molto appetibili, questi ragazzini potrebbero rendersi conto che vi sono idee diverse da quelle che sentono dire in giro. Anche solo creare il dubbio, stimolare una riflessione che incrini l’azione di propaganda dell’IS, può rappresentare una vittoria, potrebbe salvare molti ragazzi che rischierebbero di perdersi”. Instillare un dubbio potrebbe davvero riuscire a non far prendere una strada sbagliata e senza ritorno a molti ragazzi, potenziali attentatori suicidi, e forse contribuirebbe a evitare nuovi sanguinosi attacchi.