Libia, se Roma perde la poltrona?

Una visita lampo, di un solo giorno. Tanto è durata la trasferta a Tripoli del Ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz. Scopo del viaggio rinsaldare le relazioni con il governo di unità nazionale libico di Fayez al-Sarraj, visto il ruolo chiave della Libia nella crisi dei rifugiati. L’obiettivo dell’incontro diplomatico, però, non era solo affrontare il problema dei tanti migranti che continuano a giungere in Europa su imbarcazioni di fortuna attraverso la rotta del Mediterraneo. La visita di Kurz puntava anche a creare le condizioni perché le imprese austriache possano riprendere e in qualche caso cominciare a fare affari con la Libia, malgrado il Paese nordafricano sia ancora dilaniato da guerra civile e forte instabilità. Infatti, con il Ministro Kurz c’erano anche delegazioni della OMV, della Rauch e della Vamed.

Bundesminister Sebastian Kurz. Foto: Dragan Tatic

Fitta l’agenda degli incontri. Erano previsti colloqui non solo con il Primo Ministro Fayez al-Sarraj, ma anche con il vice premier Ahmed Maiteeq, con il Ministro dell’Economia Naser Fadelallah Aoun, con l’omologo Ministro degli Esteri Taher Siala. Un segnale chiaro di sostegno al governo di unità nazionale da parte di Vienna.

Dalla caduta di Muhammar Gheddafi nel 2011 la Libia è nel caos: due governi rivali, quello di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite e quello di Tobruk del generale Khalifa Haftar, lotte tra tribù e fazioni armate. Poi dal 2014 anche la comparsa sulla scena di una terza forza in campo: i miliziani dell’ISIS. Malgrado l’Unione europea stia aiutando la Libia a costituire una guardia costiera per arginare lo sbarco di migranti in Italia, il governo attualmente riesce a presidiare e controllare solo una piccola parte dei 1.880 chilometri di costa del Paese. Al di là dell’emergenza rifugiati lo scopo della visita di Sebastian Kurz è soprattutto animato da ragioni economiche. Mentre la Russia si avvicina al governo del generale Haftar e l’Austria tutela i propri interessi economici coltivando relazioni bilaterali, l’Italia cosa fa? Resta a guardare, facendosi sottrarre il ruolo di partner privilegiato, faticosamente costruito? 

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Trattative diplomatiche per Libia e Siria

Vienna nelle ultime 24 ore è il centro nevralgico delle trattative diplomatiche per la Libia e la Siria. Ieri oltre 20 Paesi, riuniti all’Hotel Steigenberger Herrenohof, hanno affrontato la spinosa situazione libica. Un passo avanti è stato fatto verso il pieno riconoscimento da parte della comunità internazionale del GNA (Governo di Accordo Nazionale), un governo di unità nazionale, che ha proprio come obiettivo combattere i conflitti interni e dirimere le divisioni, per riportare coesione in un Paese altrimenti nel caos.

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“È imperativo che la comunità internazionale sostenga il governo Sarraj, che è l’unico legittimo della Libia  e ora deve iniziare a lavorare” ha dichiarato il Segretario di Stato statunitense John Kerry nella conferenza stampa congiunta fatta al termine della giornata assieme al Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e al premier libico Fayez Sarraj. Obiettivo primario combattere contro Daesh, ovvero l’ISIS, e per far questo John Kerry ha sottolineato che gli Stati Uniti e la comunità internazionale appoggeranno il Consiglio di Presidenza e cercheranno di “revocare l’embargo e fornire strumenti necessari per contrattaccare Daesh”.  Continua a leggere