Austria: vietato velo integrale al lavoro

In Austria il divieto di indossare sul posto di lavoro il velo islamico integrale, quello per intenderci che lascia scoperti solo gli occhi, non è un atto discriminatorio. Lo ha stabilito qualche giorno fa la Corte Suprema di Giustizia austriaca (Der Oberste Gerichtshof), che ha respinto il ricorso di una donna musulmana, dipendente di uno studio notarile, licenziata per essersi rifiutata di non indossare più il velo integrale al lavoro. La motivazione della sentenza pone l’accento sul principio del volto scoperto, quale elemento essenziale alla base delle regole della comunicazione interpersonale in Austria. Impossibile, per la Suprema Corte austriaca, comunicare tra superiori e sottoposti, tra collega e collega, tra impiegati e clienti, senza avere il volto ben visibile.

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Vietare di portare il velo integrale non è discriminatorio. Di conseguenza l’ostinato rifiuto della donna di togliere il velo integrale nello studio nel quale era impiegata è stato giudicato motivo di giusta causa per il suo licenziamento.  Continua a leggere

Rifugiati più colti e preparati degli austriaci senza impiego

Più scolarizzati e preparati, meglio degli austriaci rimasti fuori dal mondo del lavoro. Questo è il ritratto dei rifugiati delineato dal rapporto dell’AMS (Arbeitsmarktservice), il Servizio Pubblico per l’Impiego austriaco.

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Uno studio che ha avuto per oggetto 900 richiedenti asilo, condotto tra agosto e dicembre 2015. I risultati dell’indagine sono stati presentati dal Servizio Pubblico per l’Impiego e dal Ministero delle Politiche Sociali. Dai dati emerge che i rifugiati provenienti da Siria e Iran hanno un livello di educazione e qualificazione professionale più competitivo rispetto agli austriaci in cerca di occupazione. I rifugiati siriani e iraniani sono per la maggior parte laureati, o hanno almeno ottenuto il diploma di scuola superiore. Tendono ad essere generalmente meno qualificati i rifugiati provenienti dall’Afghanistan. Continua a leggere