I rifugiati vanno in scena

I rifugiati vanno in scena, raccontando le loro storie sul palco. Si intitola Badluck, sfortuna, cattiva sorte, la performance al Teatro Nestroyhof Hamakom di Vienna, della quale proprio mercoledì c’è stata l’ultima replica. Uno spettacolo che si è protratto per circa nove settimane, recitato quasi completamente in inglese. Sull’onda del successo, in tempi brevi, questo lavoro teatrale sarà trasformato anche in un film. Sul palcoscenico non ci sono attori professionisti. Solo persone normali con le loro piccole storie di vita quotidiana. Sullo sfondo, l’inferno della guerra.

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Attorno a una struttura fissa, stabilita, c’è sempre spazio per l’introduzione di nuovi elementi, legati anche all’attualità. È stato necessario recuperare attraverso i ricordi le storie di ognuno, con un delicato lavoro di maieutica, per far emergere dai recessi della memoria la loro vita, cercando di rendere quel groviglio di emozioni e sensazioni, che di fatto è l’umano esistere. Ecco perché alcune parti cambiano di volta in volta. Spesso vengono inserite le reazioni dei rifugiati-attori ai fatti drammatici che accadono in Siria o in Iraq. I bombardamenti a Baghdad, o al campo profughi in Siria, hanno reso potenti e dense di pathos alcune delle repliche, come quella intensissima dello scorso 12 maggio.  Continua a leggere



L’arte dei numeri

Geometria e arte si incontrano, formando una sintesi sublime a Palazzo Metternich, sede dell’Ambasciata d’Italia a Vienna. Il bianco e il nero, non solo simboleggiano un positivo e un negativo, ma un’ambiguità visiva che va al di là del qui e ora, al di là dello spazio fisico, per coinvolgere la dimensione mentale e acquistare così significati esistenziali. L’alchimia straordinaria delle installazioni di Esther Stocker nasce da questa ambivalenza di forme percepite dall’occhio e dal cervello umano, ma al tempo stesso dalla sensibilità del pubblico che osserva le sue opere. Siamo noi che le osserviamo a dover decidere cosa ci vediamo.

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E quel bianco e quel nero, apparentemente disposti in schemi semplici come griglie, formate da parallele e perpendicolari, righe, linee spezzate, diagonali, angoli, che sembrano la quintessenza dell’essenzialità, sono al tempo stesso universi complessissimi. In loro c’è la geometria non-euclidea, la teoria degli insiemi e il transfinito di Georg Cantor, la psicologia della Gestalt, ovvero il modo in cui percepiamo le forme. Insomma tutto un universo parallelo, che ci parla di noi, del senso profondo della vita. Ma possono davvero i numeri trasformarsi in arte? L’altoatesina Esther Stocker sa giocare con lo spazio, scomponendolo e ricomponendolo, sa intervenire sulle strutture, plasmare le forme andandone a recuperare la loro essenza profonda, il loro valore simbolico, che da pura geometria diventa filosofia, e ancora arte. Nelle sue geometrie minimaliste, bianche e nere, è racchiuso il senso profondo del nostro esistere su questa Terra. A noi sta attraversare, percorrere la sua arte, introiettarla e farla nostra.  Continua a leggere



L’Austria svolta a destra?

Il primo turno delle presidenziali ha generato uno squasso tale da scuotere l’Austria fino alle fondamenta. Il successo al di sopra di ogni aspettativa dell’FPÖ ha messo in seria crisi lo strapotere dei due grandi partiti: i Socialdemocratici (i rossi) e i Popolari (i neri).

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Le dimissioni del Cancelliere Werner Faymann, arrivate come una doccia fredda per gli austriaci, ma forse fin troppo tardivamente per gli osservatori internazionali, ha fatto precipitare gli eventi. Effetto domino non è solo una profonda discussione all’interno dell’SPÖ, il partito socialdemocratico guidato da Faymann, ma anche all’interno della compagine di governo, quella große Koalition che guida il Paese da dieci anni. Quella in atto è una crisi di proporzioni storiche dei due principali partiti austriaci, SPÖ e ÖVP, centrosinistra e centrodestra, che di fatto si spartiscono il potere e la leadership dal dopoguerra a oggi: settant’anni di indiscussa gestione della cosa pubblica, a tutti i livelli. Ma perché all’improvviso l’Austria da rossa e nera si tinge ovunque di blu, il colore della destra radicale del Partito della Libertà, l’FPÖ?  Continua a leggere



Nessuna paura dell’autismo

Aprile è il mese di sensibilizzazione sull’autismo. La storia che voglio raccontarvi ha come protagonisti il piccolo Raphael, nato a Vienna 5 anni fa, e la sua mamma, Tova, una giovane donna canadese, coraggiosa, positiva, determinata. Ciò che li lega è un sentimento profondo di amore. Sullo sfondo l’autismo. Anche solo pronunciare questa parola in alcuni provoca malcelato imbarazzo. Troppo spesso di fronte a un bambino in piena crisi, uno di quegli attacchi che colpiscono quando i piccoli affetti da autismo subiscono un eccesso di stimoli e non riescono a controllare le loro emozioni, la reazione di molti è quella di restare lì, spiazzati, a fissare la scena con occhi sgranati. Eppure non è questo il modo per aiutare il bambino e i suoi genitori, alle prese con un momento così delicato.

http://operationtubetop.blogspot.co.at/

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Tova e Raphael vivono a Vienna, una città che vanta primati in tutte le classifiche stilate sulla qualità della vita, eppure così poco attrezzata e pronta ad accogliere bimbi autistici.  Continua a leggere



L’equilibrio precario di un’amicizia

Collected stories è una pièce teatrale Off-Broadway degli anni ’90, finalista al Premio Pulitzer nel 1997, scritta da Donald Margulies, commediografo americano che ha poi vinto il Pulitzer for Drama nel 2000 con Dinner with Friends. Collected Stories racconta un’amicizia, tutta al femminile, sullo sfondo della passione per la scrittura e la letteratura.

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Una commedia in inglese recitata a Vienna, dalla Open House Theatre Company, al Brick-5, teatro che sorge all’interno di un edificio di mattoni nel 15esimo distretto, in quello che un tempo era un orfanotrofio per bambini ebrei. È in questi ambienti dai soffitti alti, le ampie finestre, i mattoni a vista, che ricordano un loft newyorkese, che si svolge la storia di due donne, Ruth e Lisa. L’appartamento di Ruth Steiner, affermata scrittrice con una carriera di successo alle spalle vissuta in una New York dove si sentiva il forte influsso di scrittori come Hemingway, Fitzgerald e Delmore Schwartz, fa da cornice agli eventi che si dipanano con ritmo e vivacità. In scena ci sono sempre e solo due personaggi, assieme alle loro fragilità interiori.  Continua a leggere



Gli attacchi di Bruxelles visti da Vienna

A quasi un mese dagli attacchi di Bruxelles chiedo al Prof. Rüdiger Lohlker della Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Vienna un’analisi degli attentati. Come profondo conoscitore dell’Islam ed esperto di social media, il Prof. Lohlker offre una prospettiva inedita per inquadrare quanto accaduto nel cuore dell’Europa. L’ISIS si serve di internet mettendo in atto una propaganda estremamente sofisticata. Via web l’ISIS riesce a fare proselitismo, a reclutare miliziani, ad entrare in contatto con nuovi adepti, a pubblicizzare il Califfato e a diffondere la propria ideologia.

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Bruxelles è principalmente una forma di ritorsione per ciò che sta accadendo in Siria, almeno stando a quello che abbiamo potuto verificare online -mi spiega il Prof. Rüdiger Lohlker– Voi state uccidendo i nostri miliziani a Raqqa e in altre località siriane, così noi iniziamo a uccidere voi, e lo facciamo in casa vostra. L’Europa è solo un primo passo. Da quello che dicono adesso online l’IS ha prima pianificato Parigi, poi Bruxelles, ma intendono colpire ancora. Londra e anche gli Stati Uniti sembrerebbero essere tra i loro obiettivi”. Bruxelles sembra quindi rappresentare un punto di partenza e al tempo stesso una forma di rappresaglia per tutto, per le offensive sul suolo siriano, ma anche andando indietro nel tempo per vendicarsi del colonialismo esercitato dall’Occidente nella regione.  Continua a leggere



#vienna non solo instagram

#vienna è stato l’evento più cool di questo scorcio di primavera a Vienna. Una mostra-evento iniziata su instagram e proseguita nel mondo reale su iniziativa di Ferdinand Prinz, un intraprendente giovane tedesco. È lui che ha fondato Postcollective, un gruppo di fotografi che vendono i propri scatti artistici a prezzi ragionevoli rispetto ai classici circuiti del mercato, rendendo l’arte accessibile a tutti, facendola diventare in qualche modo più democratica.

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Scatti suggestivi, per lo più fermati grazie alla fotocamera di uno smartphone, che offrono al pubblico prospettive inedite, intricati mondi interiori appena dischiusi, paura e gioia di vivere svelate timidamente, al di là di schemi imposti o stilemi. Momenti fermati per sempre, istanti densi di significato fissati con strumenti apparentemente non sofisticati, eppure capaci di trasmettere emozioni forti, impressioni e sentimenti potenti.  Continua a leggere



Parma si fa bella a Vienna

La città di Parma fa mostra di sé a Vienna in occasione dei 200 anni dell’arrivo di Maria Luigia d’Asburgo. Una vetrina della musica e del bel canto, con un piccolo assaggio di quanto offrirà il Festival Verdi quest’anno.

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Ma anche un modo per assaporare la cultura del cibo, di cui Parma si fa paladina, fresca della nomina di città creativa per la gastronomia da parte dell’UnescoContinua a leggere



L’antica Roma come House of Cards

L’opera di Händel, Agrippina, rivive in questi giorni a Vienna, al Theater an der Wien, rivisitata in chiave contemporanea. Una trasposizione degli intrighi dell’Impero Romano che grazie alla straordinaria regia di Robert Carsen si trasforma in una sorta di House of Cards, dove imperano: brama di potere, strategia politica, desiderio, torbide trame, propaganda e sesso.

Werner Kmetitsch

Werner Kmetitsch

Se già il libretto di Vincenzo Grimani, ambasciatore asburgico presso lo Stato Pontificio e Viceré di Napoli, presentava vivacità e molteplici registri, passando da momenti di comicità ad altri di assoluta cupezza e travolgente passionalità, con Carsen va in scena la nostra società contemporanea. Non solo l’Italia, anche se il paragone sembra piuttosto scontato, ma l’Europa e il mondo tutto.  Continua a leggere



Vienna si stringe a Bruxelles, mentre cresce il timore di altri attacchi

Vienna si stringe a Bruxelles. Candele accese, mazzi di fiori e un biglietto: “La nostra compassione. Noi non cederemo alla paura!” Vienna 2016 (“Unser Mitgefühl. Wir geben der Angst nicht nach!” Wien 2016). Così, appena poche ore dopo gli attentati, Vienna offre il suo tributo alle vittime degli attacchi di Bruxelles. Mostrando solidarietà, ma anche risoluta determinazione a non soccombere al terrore.

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Immediatamente dopo gli attacchi in Belgio, a Vienna è stata subito rafforzata la sicurezza all’aeroporto internazionale di Schwechat, con la presenza di forze di polizia aggiuntive per effettuare ulteriori controlli ai check in e per presidiare meglio tutta l’area aeroportuale. Sicurezza rafforzata, quindi, ma è già da tempo che l’allarme è alto e i controlli intensificati.  Continua a leggere