Siria: volevano che uccidessi, così sono fuggito

La testimonianza di Mehyar Sawas, 25enne di Damasco, svela uno scenario spaventoso della Siria. Lui è scappato perché non voleva uccidere. Un paese, la Siria, dilaniato da una guerra civile, da una diffusa cultura del sospetto che porta a essere arrestati e incarcerati anche solo per aver manifestato il proprio libero pensiero. Talvolta di coloro che vengono arrestati si perdono per sempre le tracce. Secondo Mehyar sono tante le persone sparite, in un gorgo di torture, violenza e morte. La stessa sorte stava per toccare sia a lui, sia a sua sorella.

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In un clima di guerra aperta, il governo obbliga al richiamo del servizio di leva. Moltissimi giovani, studenti universitari come Mehyar, hanno deciso di abbandonare per sempre il proprio paese straziati dal dilemma se uccidere, o meno altri uomini.  Continua a leggere

Nickelsdorf, un giorno al confine tra Austria e Ungheria

Poco prima di arrivare a Nickelsdorf, alla frontiera tra Austria e Ungheria, sul ciglio della strada, si delinea la sagoma di un passeggino. Rovesciato su un fianco, abbandonato, in mezzo a un campo arato di fresco. Drammatica traccia di quell’ondata massiccia di rifugiati che si è riversata sul suolo austriaco nei giorni scorsi. Presenza muta del transito di un bimbo.

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In prossimità dell’asfalto, altri segni del passaggio dei rifugiati: qualche indumento lasciato in mezzo all’erba, stracci, una scarpa, uno zaino.  Continua a leggere