Bambini contro l’odio

La manifestazione “Fridays for Future”, in difesa del pianeta e contro i cambiamenti climatici, è stata una protesta pacifica corale. Decine e decine di migliaia di ragazzi delle principali città europee si sono uniti idealmente per far sentire la propria voce, risvegliando l’intera Europa dal torpore. A Vienna, dove sono scesi in piazza oltre 10.500 giovani, ho incontrato una ragazzina di 13 anni, Maria Chiara, che si è fatta promotrice della partecipazione di una delegazione nutrita di alunni della VIS (Vienna International School) alla dimostrazione “climatica” di venerdì scorso. Con Maria Chiara comprenderemo le ragioni di questa manifestazione ecologista, analizzando dall’interno le motivazioni che spingono migliaia di ragazzi all’azione. Perché, per chi se lo fosse dimenticato, è proprio così che nascono le rivoluzioni.

Le parole e l’entusiasmo autentico di Maria Chiara faranno capire ai detrattori quanto miopi essi siano e quanto immotivate si rivelino le critiche da loro mosse ai giovani animati da questa passione ambientalista. Un’onda positiva di attivismo ecologico, partecipazione e coscienza sociale, nata grazie all’impulso impresso da Greta Thunberg, la ragazzina svedese diventata il simbolo di una giovane generazione che non ha rinunciato a coltivare il proprio spirito critico, che non intende restare passiva spettatrice della cattiva politica. Una generazione di bambini e adolescenti che non vuole rimanere con le mani in mano di fronte all’evidente sordità dei governanti di mezzo mondo nei confronti dei temi legati alla salvaguardia dell’ambiente e all’impatto che l’inquinamento ha sui cambiamenti climatici. 

Migliaia di ragazzini sono scesi in piazza a Roma, Milano, Berlino, Stoccolma, Vienna, Varsavia, Praga, Londra, al motto di: “There is no Planet B” (Non c’è un pianeta B), “Choose Eco not Ego” (Scegliete l’ecologia non l’ego), “Make Earth cool again” (Rendiamo la Terra di nuovo un luogo fresco) che gioca con il doppio senso di cool che vuol dire sia fresco sia “figo”, “Make our Climate great again” (Rendiamo il nostro clima grande di nuovo”) parafrasando la frase che ha portato alla vittoria Donald Trump. Scopriamo insieme il movimento che ha manifestato a Vienna e cosa abbia spinto i ragazzi all’azioneContinua a leggere



Vienna, Dubai, l’ecologia

L’Expo del 2020 a Dubai rappresenterà per l’Austria una porta aperta sugli Emirati Arabi Uniti. Lo ha detto il Ministro per gli Affari Economici Margarete Schramböck (ÖVP). “Ci sono oltre 230 aziende austriache operative negli Emirati e il nostro lavoro -ha detto il Ministro Schramböck al quotidiano Der Standard– è di continuare ad incrementare gli export facendo sì che l’Expo possa dischiudere le porte degli Emirati, un mercato importante per l’Austria”. Il motto dell’Expo sarà: “Connecting Minds, Creating the Future” (Connettere le menti, creare il futuro). Un evento al quale sono attesi 25 milioni di visitatori.

Le tematiche legate all’ambiente e alle innovazioni ecologiche e sostenibili sono temi molto sentiti in Austria, che può vantare in questi ambiti notevole competenza. “Un’opportunità straordinaria perché l’Austria possa presentare il proprio know-how, secondo Harald Mahrer, Presidente della Camera Federale di Commercio Austriaca (WKO), che contribuisce alla creazione del padiglione austriaco finanziando il 25% del progetto. Gli Emirati Arabi Uniti sono il Paese con le maggiori emissioni di gas serra e con il più alto consumo di acqua pro capite del pianeta. Il progetto emiratino è dunque molto ambizioso: introdurre all’interno del Paese un ampio know-how ecologico. A tal scopo nei prossimi anni sorgeranno quattro impianti nucleari che copriranno un quarto del fabbisogno totale di energia. E sempre negli anni a venire l’obiettivo è far sì che il settore non petrolifero possa contribuire al 70% del PIL. Ci si concentra soprattutto sui settori della siderurgia, su quello dell’aviazione, sui trasporti e sul turismoContinua a leggere